Simone Kermes

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Re: Simone Kermes

Messaggioda Tucidide » dom 04 set 2011, 15:14

pbagnoli ha scritto:Chi canta oggi usando pienamente i risuonatori facciali?

Beh, non c'è solo la Pratt. Ric citava la Stoyanova. E Florez? Quando mai apre un suono, JDF?

Tu stesso, Alberto, parli apertamente di crisi della scuola di canto all'italiana.Certo che è così: è un modo vecchio, antistorico, percepito come retorico e totalmente mancante di verità.

Non sono sicuro che sia solo questo il punto. Di certo ti do ragione quando dici che il pubblico abbia un ruolo primario nello scegliere e promuovere un certo tipo di canto.
:arrow: il pubblico che seleziona
Quest'ultimo punto è molto interessante, a mio modo di vedere.
Da convinto evoluzionista darwiniano, credo che sia l'ambiente a selezionare la specie; non viceversa.
C'è stata una mutazione anche e soprattutto nel gusto del pubblico che ha privilegiato questo modo di esprimersi. E' indiscutibile che il canto aperto sia più ricco di colori: oggi anche i vocalisti puri (e la Kermes ne è un buon esempio) fanno un uso scarsissimo dei risuonatori facciali, ma in compenso un uso esagerato di colori, sfumature, nuances.

Inoltre, come disse Mat tempo fa, l'esempio del canto moderno è stato fondamentale, se non altro (aggiungo io) perché ha abituato le orecchie degli ascoltatori a suoni che prima sarebbero stati inaccettabili.
Secondo me, però, ci sono in ballo anche questioni di applicazione allo studio e pazienza. Il canto sul fiato è difficile da ottenere, ci vuole tanto esercizio, e tende in un certo senso a "legare", a ostacolare l'impulsività e l'istinto, poiché ti lega ad una regola ferrea. E' l'artificio allo stato puro, la rinuncia a sé stessi e alla propria naturalezza in nome di un ideale di perfezione berniniana da raggiungere. Il canto aperto è più istintivo: questo non signiica che sia più "facile" (ché sennò direi come fanno alcuni, che è canto da dilettanti), anzi, per certi versi cantare aperto crea maggiori problemi di tenuta e gestione delle forze. Ma in fase di studio è più semplice da raggiungere, perché più "naturale"; inoltre,come dici, è più comunicativo, istintivo ed il senso di verità drammatica che comunica compensa ampiamente quanto si perde in termini di pura levigatezza e strumentalità del suono.
Credo che questa possa essere almeno una concausa della virata della tecnica vocale degli ultimi anni.

Ma fino a quel momento, se volete convincermi che il canto all'italiana ha ancora qualcosa da dire, dovrete farmi esempi veri di gente che canta alta, immascherata e che riesca a produrre gli stessi colori di quelli che cantano aperto.

Eh ma così non vale! :D E' ovvio che quello che ho evidenziato non sarà possibile. Sarebbe come se io, ipoteticamente schierato sul versante opposto, ti chiedessi di dirmi un colorista in grado di ottenere la strumentalità di suono della Sutherland! : CoolGun :
Come dicevo a proposito della Pratt, le interpretazioni decisamente "schierate" da un lato o dall'altro della barricata vanno prese per quel che sono; in altre parole bisogna cercare in esse quello che possono dare, senza cercarvi quello che non possono dare.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Simone Kermes

Messaggioda Rodrigo » dom 04 set 2011, 16:30

Tucidide ha scritto:
Ma fino a quel momento, se volete convincermi che il canto all'italiana ha ancora qualcosa da dire, dovrete farmi esempi veri di gente che canta alta, immascherata e che riesca a produrre gli stessi colori di quelli che cantano aperto.

Eh ma così non vale! :D E' ovvio che quello che ho evidenziato non sarà possibile. Sarebbe come se io, ipoteticamente schierato sul versante opposto, ti chiedessi di dirmi un colorista in grado di ottenere la strumentalità di suono della Sutherland! : CoolGun :
Come dicevo a proposito della Pratt, le interpretazioni decisamente "schierate" da un lato o dall'altro della barricata vanno prese per quel che sono; in altre parole bisogna cercare in esse quello che possono dare, senza cercarvi quello che non possono dare.


Tuc ha ragione da vendere secondo me. Il colorismo esclude alcune peculiarità del vocalismo e viceversa, ne deriva, come si è detto molte volte, che certe partiture sono più adatte a un vocalista e altre a un colorista.
Sulla Kermes, ho sentito la scena e francamente, pur concordando su alcune belle idee nel fraseggio - soprattutto nel rendere il tono ipnotico e lunare delal prima sezione - l'ho trovata impari al ruolo. Manca a mio avviso quella pienezza timbrica necessaria dato lo spessore tragico della parte, inoltre ho l'impressione che il volume della soprano sia piuttosto limitato tanto che l'orchestra mi pare suoni con il freno a mano tirato. Quando poi la parte tocca il registro grave (Quel suon, quelle preci) proprio non ci siamo... Nella cabaletta, risolta peraltro bene sul piano tecnico, il timbro della Kermes sottrae non poco al dramma della volontà di Leonora spostandolo un poco verso il classico "pzzo di bravura" da soprano leggero.
Per fare un paragone nel presente preferisco di gran lunga, anche come fraseggio, la Stoyanova.

http://www.youtube.com/watch?v=rLdkDr7ghnc
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Re: Simone Kermes

Messaggioda pbagnoli » dom 04 set 2011, 18:03

Scusate, Rodrigo e Alberto: torniamo un attimo a bomba.
Se a un pubblico dai colori, sfumature, nuances, migliore fruibilità di un prodotto, effetti speciali e, soprattutto, la convinzione che il materiale vocalistico sia eseguibile con tutta questa bella robina, il pubblico cosa sceglierà? :D
Il punto è in questo ragionamento!
Ecco perché il canto all'italiana è entrato in crisi mistica!
La ragione sta tutta nella più efficace verità drammatica di questo nuovo (nuovo... mica tanto, alla fine) modo di cantare.
Oggi abbiamo altri parametri di riferimento e non siamo più disposti a credere alle favole se non ce le raccontano in un certo modo.

Se dite: c'è ancora spazio per il canto all'italiana?, la mia personalissima e discutibilissima risposta è un "no" fermo e convinto, a meno che chi canta all'italiana non riesca a sostituire i colori cui il pubblico ormai si è abituato con qualcos'altro di pari valore e efficacia.
Quanto alla Kermes: anche nell'articolo scrivevo consapevolmente:
È probabile che l'esperimento della Kermes sia destinato a rimanere isolato, ma potrebbe - auspicabilmente - aprire la strada a qualcun'altra: per esempio, a Joyce DiDonato, di lei più avanti su questo cammino specifico

In altre parole, dopo generazioni e generazioni di cantanti anche grandissime che hanno cantato questo ruolo nello stesso modo, si sentiva la necessità di qualcuna che sparigliasse le carte. Io credo che questo sia un esperimento, ma rendo l'onore delle armi a una che ci ha provato, finalmente, a dire qualcosa di diverso.
Ammiro tantissimo anch'io la Stoyanova, ma non credo che sia quella che possa dire qualcosa di diverso in questo repertorio...
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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