Sadkò

opere, compositori, librettisti e il loro mondo

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Messaggioda pbagnoli » dom 22 apr 2007, 19:19

Ho messo in home, nella sezione backstage, il tuo articolo su Sadkò con una breve presentazione.
Io preferirei mettere il tuo vero nome, se tu sei d'accordo; per adesso ho messo Zarevich.
Prova a guardare e fammi sapere se sei d'accordo
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Messaggioda Zarevich » dom 22 apr 2007, 19:37

Grazie!
Hai fatto molto bene e bello
Anche l'illustrazione l'hai messa.
E' il quadro di Ilja Repin "Sadkò", Galleria Tretiakov di Mosca
Se ti piace puoi trovare nel nostro forum la mia recensione "Il Principe Igor" di Borodin.
La troverai nella sezione di Musica.
Ciao
Zarevich

http://www.mandolino-balalajka.it
Ultima modifica di Zarevich il lun 23 apr 2007, 12:19, modificato 1 volta in totale.
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Re: Sadkò

Messaggioda Maugham » mer 24 ago 2011, 14:30

Riapro questo antichissimo thread su una delle più affascinanti opere di Rimsky.
Tutti, parlando del Sadko, si soffermano sull'elemento fiabesco. E' giusto. L'atmosfera è quella della fiaba e il soprannaturale spadroneggia in quattro quinti dell'opera. Il sesto quadro (quello sottomarino) è poi il trionfo del leggendario di matrice orientale. Meraviglie d'orchestrazione, prodigi timbrici, tonanti perorazioni della piena orchestra in un tripudio di tritoni, ninfe e balene-guardiano (testuale). :shock:
Secondo me c'è invece un altro aspetto di quest'opera straordinaria che potrebbe benissimo essere valorizzato da qualche regista "decontestualizzatore" e che potrebbe renderla appetibile anche allo scafato pubblico d'oggi. Un aspetto che, per quello che so, nessuno ha ancora sottolineato. Quello -non so come dire - "commerciale".
A ben vedere sono poche le altre opere in cui il senso del commercio, del danaro, del coraggio speculativo sono così evidenti come in Sadko. E soprattutto informano l'intera vicenda a un punto tale che lo stesso "fiabesco" diventa strumentale per fini ben più prosaici e concreti.
Proviamo, tanto per divertirci, a leggere quest'opera in questa chiave.
Il protagonista è un suonatore di gusli, la cetra balcanica. E' giovane, intelligente e affascinante.
Vive a Novgorod, la città di Alexander Nevsky, uno dei centri commerciali più vivi di tutta la Russia. In città la fanno da padroni i mercanti che, con i loro traffici, hanno fatto prosperare il paese. Sadko partecipa alle riunioni e alle conviviali dei maggiorenti ma viene sempre deriso da tutti e trattato con sufficienza. D'accordo, dicono i mercanti, canta bene, è simpatico, sa animare le feste, ma rimane un artista, ovvero uno che fa un non-lavoro e guadagna pochi soldi.
Invece Sadko ha un sogno; un sogno che non ha nulla a che spartire con la sua professione di cantore (adesso verrebbe facile dire di professionista dello spettacolo). Un sogno da mercante coraggioso e inventivo.
Novgorod -sostiene Sadko nella prima scena- è senza dubbio fiorente e prospera. Ma è chiusa in se stessa. La sua ricchezza è basata sul commercio via terra visto che si trova su un lago che non ha sbocchi sul mare. Bisogna spingersi oltre, navigare i mari, raggiungere nuove terre se si vuole aumentare il capitale. Ovviamente Sadko viene preso per un sognatore. Come si può mettere in mare una flotta se la città non può avere un porto? Semplice -continua Sadko- datemi i soldi e io metterò assieme una flotta di trentuno navi, navigherò il lago fino alla cima, poi trasporterò via terra le navi fino al mare e vi porterò i proventi del mio commercio.
Dopo questa affermazione, il nostro eroe -che prima era considerato solo un sognatore- viene trattato adesso come un mentecatto. Perfino i giullari lo deridono. Inoltre Sadko è giovane e non conosce i mezzi della diplomazia. Prima offende i suoi potenziali finanziatori dicendo loro che sono dei miopi culi di pietra, poi suggerisce loro di vendere tutto e investire su di lui.
Vedete? E' il classico esempio del giovane "why-not" all'americana, che ha idee apparentemente bizzarre ma che possono rivelarsi vincenti. Quelli che ribaltano vecchie abitudini e che amano il rischio. Tipo Jobs, Zucherberg, Jeff Bezos e compagni.
Altro che fiabesco! La potente spinta di Sadko è concreta e imprenditoriale. Il suo desiderio di oceani, spazi aperti, libertà, venti marini non ha nulla a che vedere con la ricerca d'evasione di Sinbad o con gli epici eroismi salgariani. Sadko vuole fare una montagna di soldi. Ed è convinto di aver trovato la strada giusta.
Non c'è quindi bisogno di andare a Novgorod per incontrarlo. Tipi come lui ce ne sono molti anche ai nostri tempi e dalle nostre parti.
Sadko ha, ovviamente, una moglie, al secolo Ljubava Buslaevna. Che è perfettamente inserita nella società benestante e miope che osteggia il marito e, altrettanto ovviamente, non capisce le spinte, i sogni, le ambizioni del suo compagno.
Sadko è uscito scornato dall'incontro con i finanziatori della sua impresa.
A questo punto non può mollare tutto e allora cerca altre strade per mettere assieme i soldi con cui farsi una flotta. Li trova sulle sponde del lago Ilmen dove incontra la principessa Volchovà, figlia del terribile Re del Mare. Lei, a differenza della moglie, capisce benissimo i progetti di Sadko e gli fornisce la materia prima per realizzare le sue ambizioni. Gli promette che, tornato in città, potrà gettare una rete nel lago e catturare tre rarissimi e preziosissimi pesci d'oro massiccio dal valore immenso. In cambio si offre a Sadko come moglie e il nostro giovane "whynotter" senza pensarci due volte accetta e le dice "io ho già una moglie sulla terra, ma la posso mollare quando voglio per restare sempre con te". Chiaro, no? Nella vita ci sono delle priorità. :)
Se vogliamo leggere tra le righe del fiabesco capiamo subito dove il nostro eroe sia andato a cercar soldi. Il popolo di Novgorod teme il Re del Mare e le sue creature che considera spettri. La gente perbene non si avventura di notte sulle rive del lago. E' una brutta zona dove si fanno loschi traffici. Insomma, siamo nei bassifondi della metropoli. In pratica Sadko usa il suo fascino per conquistare la figlia di un boss malavitoso (Il Re del mare) per raggiungere il suo scopo. E ce la fa.
Ormai ipegnato con Volchovà (e soprattutto con il potente babbo con cui non si scherza, tipo Tony Soprano) Sadko ritorna dalla moglie che Rimsky ci presenta con una dolente aria in fa minore. Come capita in questi casi Sadko non sa cosa dirle, ha la testa altrove e già comincia a far calcoli su come moltiplicare le ricchezze.
Il giovane rampante sa che i tre pesci d'oro (i soldi del boss) -seppur preziosi- non basterebbero per mettere assieme la flotta e allora decide di aumentare il capitale sfidando i mercanti che l'avevano deriso. Fa con loro una scommessa: mette in palio la sua testa dichiarando che nel lago Ilmen vivono pesci d'oro. Se mostrerà loro i pesci questi dovranno cedergli tutte le loro ricchezze. Altrimenti accetterà di farsi decapitare. Potete immaginare cosa succede. In breve Sadko diventa il più ricco della città, riduce sul lastrico quelli che lo deridevano e, forte dei capitali di Tony Soprano-Re del Mare sommati a quelli dei mercanti, recluta un equipaggio e si mette in movimento.
Sono passati dodici anni. Sadko è ricchissimo ma, inebriato dai successi, ha dimenticato di pagare pegno al boss (e soprattutto alla figlia del boss) che l'ha finanziato. La sua flotta subisce pesanti azioni di disturbo da parte del boss (nel libretto una bonaccia assoluta). Non sapendo più che pesci pigliare (in tutti i sensi) il cantore-manager si reca a far visita ai suoi potenti patrocinatori. Nel libretto sprofonda negli abissi dell'oceano.
Qui trova un arrabbiatissimo Tony Soprano-Re del Mare che vorrebbe farlo fuori. Lui gli offre barili d'oro e di pietre preziose ma Tony Soprano è irremovibile. Uno sgarro del genere si paga con la morte. Ovviamente il boss è un padre e, come tutti i padri, ha un debole per le sbandate dell'unica amatissima figlia. Lei ama Sadko, ha deciso di sposarlo, e quindi si incaponisce nel tentativo di sarvargli la pelle. Tony Soprano si ammorbidisce e, fatti salvi i tesori che gli sono stati offerti, perdona il giovane e benedice gli sposi. Festa generale! Talmente chiassosa e orgiastica e turbinosa (nell'opera tutti gli oceani sono in tempesta) da richiamare l'attenzione della polizia (La Visione, nel libretto) che fa irruzione nel palazzo del boss, gli sequestra tutti i beni e lo priva del suo potere. La giovane figlia monta sulla Ferrari del babbo (una conchiglia trainata da cavallucci) e fugge con Sadko.
La visione-polizia è però stata chiara. Anche se la giovane è riuscita a scappare non potrà farla franca. Tutti gli sbirri del paese le stanno alle calcagna. Lei sa bene cosa deve fare. Canta uno struggente addio a Sadko e, mentre questi è addormentato, scompare. Entra in scena la moglie di Sadko, Ljubava Buslaevna la quale, per tutto questo tempo, non ha fatto che struggersi per il marito che credeva perso per sempre. Sadko, dopo essersi accorto della scomparsa della sua amante, con un cinismo ammirevole capisce la situazione. Ora che è ricco, ora che i suoi soci malativosi sono scomparsi deve "avere" una moglie perbene, di quelle da portare in società con cui condividere un bel sogno borghese.
Ecco cosa dice l'opportunista Sadko dopo dodici anni di assenza dal tetto coniugale:
Basta girare per il mondo
E straziare il tuo cuore.
Perdona la mia colpa, moglie amata!
Con te è di nuovo il tuo sostegno.
Ho a casa con chi passare la mia vita,
Con chi parlare nelle lunghe sere.
Che gioia, che felicità,
Che festa, che allegria!
I tuoi giorni amari si dileguano,
Il tuo tempo cattivo è terminato.
Le nubi minacciose sono disperse
E il bel sole brilla di nuovo.
È tornato da te lo sposo,
È tornato il tuo sostegno caro.
Ma non è finita. Quabdo Sadko ritorna in città viene accolto come un trionfatore. Con i soldi (si presume) sottratti al boss la collettività ha scavato un canale navigabile che collega Novgorod al mare e, con la classica faccia tosta dei politicanti, l'ha intitolato alla Volchova (si chiama infatti fiume Volchov), la sfortunata figlia di un boss che, ormai morto e sopolto, lo si può trattare come un benefattore.
Ora Sadko è un mercante ricco e felice. E la sua cetra gli serve solo per far festa con gli amici o, si presume, per ricordare i vecchi tempi.
Cosa ne dite?
WSM

poi parleremo anche dei magnifici ruoli e del cast.
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Re: Sadkò

Messaggioda pbagnoli » mer 24 ago 2011, 14:57

Bill, sei più affascinante di Peter Jackson!
E' meravigliosa questa decontestualizzazione.
A chi la affideresti? Al solito RJ?
Oppure al tuo Tcherniakov?
Quando torno a casa mi riascolto la Sadkò, giuro
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Sadkò

Messaggioda VGobbi » gio 25 ago 2011, 20:52

Allibito! Una recensione così fa venire una voglia matta di piantar tutto e sentire, anzi risentire Sadko (di cui possiedo due edizioni, quella con Nelepp e quella con Galusin, quest'ultimo davvero ma davvero bravissimo).

Ti ringrazio nuovamente e spero, al più presto, leggere tue considerazioni sui ruoli vocali ed il cast.
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Sadkò

Messaggioda Maugham » ven 26 ago 2011, 11:15

VGobbi ha scritto:Allibito! Una recensione così fa venire una voglia matta di piantar tutto e sentire, anzi risentire Sadko (di cui possiedo due edizioni, quella con Nelepp e quella con Galusin, quest'ultimo davvero ma davvero bravissimo).

Ti ringrazio nuovamente e spero, al più presto, leggere tue considerazioni sui ruoli vocali ed il cast.


Grazie mille.. Ma è solo un delirio dettato dal caldo.
Venendo ai personaggi e ai loro profili vocali.
Sadko è una parte centrale. La nota più alta è un la (c'è un sib ma è facoltativo e comunque non da tenere a dismisura).
Estensione a parte è un ruolo faticoso. In pratica Sadko è in scena sempre.
Lo stile vocale con cui si esprime -per stessa ammissione di Rimsky- è un "recitativo-lirico" o "recitativo-epico". Epicità che non ha nulla a che spartire con l'universo wagneriano ma fa riferimento ai cantori di bilyne ovvero di quelle leggende antiche che gli aedi russi cantavano accompagnati dal gusli durante le lunghi notti nordiche.
In parole povere anche quando Sadko non "fa il poeta", il suo modo di esprimersi è sempre quello del cantore di antiche ballate. Anche nel libretto. Ad esempio viene usato l'antico termine "gorod" per indicare la città invece del più moderno grad. E' come se noi dicessimo "urbe".
Insomma, anche quando il nostro Sadko duetta d'amore sembra sempre che si rivolga a un uditorio in vesti di narratore.
Il creatore della parte fu Sekar-Rozhansky. Rimsky scrisse il ruolo con in mente le sue caratteristiche vocali. Dicono avesse una voce scura, dalle inflessioni baritonali. Fece un tour con Battistini e un cronista scrisse che non si capiva quale dei due fosse un baritono. Per lui Rimsky scrisse anche la parte di Guidon nello Zar Saltan e di Likov nella Sposa dello Zar. Questo tenore apparteneva alla compagnia privata di Mamontov, il magnate delle ferrovie con la passione per l'opera che aveva fondato il teatro Solodivnikov (in quegli spazi debuttò il giovane Chaliapin) in cui investi ingenti capitali. Fu proprio in questo teatro che avvenne la prima del Sadko dopo il rifiuto del titolo da parte dei teatri imperiali. Dicono che Rimsky non fosse particolarmente soddisfatto del tenore; grande presenza scenica ma dizione confusa (imperdonabile in questo titolo) e intonazione precaria (ancora peggio visto che la scrittura armonica di quest'opera recupera modi antichi e le principali difficoltà della parte sono proprio di carattere... "intonativo").
Sta di fatto che alla prima del Marinsky tre anni dopo Rimsky pretese il celebre Yershov (ne parla Mat nel thread su Kitez) che si alternava con Davydov.
Ecco qui Davydov in un estratto dall'opera.

Ascoltando sia Yershov che Davydov è facile capire quanto il concetto di "tenore baritonale" in epoca precarusiana fosse differente da quello di oggi.
Negli anni trenta l'opera venne ripresa al Met con Jagel e Thill che si alternavano nel ruolo del protagonista.
Il ruolo quindi è non particolarmente esteso, di tessitura centrale e ritmicamente sillabico.
Sulla carta potrebbe essere perfetto per Kaufmann, visto che gravita proprio nella sua zona privilegiata.
In realtà Kaufmann non ce lo vedo proprio. Il nostro campione offre il meglio di sè in ruoli con qualcosa di sofferente, di macerato, di ambiguo. Ruoli in cui in cui il "non detto" assume un'importanza equivalente -se non maggiore- di quanto espresso. Per questo il suo Maurizio di Sassonia -bello, intendiamoci- non mi ha trasmesso particolari emozioni.
Sadko è invece un eroe positivo. Non ha ombre. Tutto preso dal suo sogno imprenditoriale non guarda in faccia a nessuno e procede, preciso come una freccia, verso il bersaglio. Non è, come molti credono, un eroe di altri tempi, di quelli che sconfiggono i draghi e domano tempeste. E' un eroe della contemporaneità che sa sfruttare tutte le occasioni, di quelli che lottano nei consigli di amministrazione, sanno stringere astute alleanze e vivono sempre con il laptop acceso. E' inoltre il classico "piacione", intelligente e furbo. Sarebbe un errore madornale affidare la parte a un tenorone eroico di stampo wagneriano perchè... Sadko dopotutto è un eroe leggendario. :)
Galousine è molto bravo
eccolo nel travolgente finale dell'opera.
(prego notare l'allestimento del Kirov :lol: , i copricapi dei coristi, le loro barbe, :lol: i tre mercanti -quello vikingo è bellissimo :lol: :lol: :lol: )



Voi a chi affidereste la parte?

WSM

Vit, per le donne prossimamente! :roll:
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Re: Sadkò

Messaggioda pbagnoli » ven 26 ago 2011, 14:50

Mica facile...
Parte centralizzante, russa, non eccessivamente acuta, da piacione...
Cosa ne diresti di Jorma Silvasti? Oppure, magari... Shicoff!
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Re: Sadkò

Messaggioda VGobbi » ven 26 ago 2011, 18:39

pbagnoli ha scritto:Mica facile...
Parte centralizzante, russa, non eccessivamente acuta, da piacione...
Cosa ne diresti di Jorma Silvasti? Oppure, magari... Shicoff!

Beh ... ma richiede anche ottima dizione e qui la ricerca si fa piu' difficile! Forse il primo Di Stefano ci calzava a pennello per il ruolo di Sadko ... aveva voce bellissima, forse non proprio centralizzante come baricentro ma andava benissimo, intonazione ai primi tempi accettabile e dizione pressoche' inattaccabile, chissa' come se la sarebbe cavata in russo.

Al giorno d'oggi francamente non saprei proprio a chi affidare il ruolo. I nomi proposti da Bagnoli non mi paiono del tutto originali e poi Shicoff mi sembra un po' vecchiotto per la parte, no?
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Re: Sadkò

Messaggioda Maugham » mer 31 ago 2011, 12:36

VGobbi ha scritto:
Al giorno d'oggi francamente non saprei proprio a chi affidare il ruolo. I nomi proposti da Bagnoli non mi paiono del tutto originali e poi Shicoff mi sembra un po' vecchiotto per la parte, no?


Bella idea Di Stefano. Sarebbe stato perfetto.
Schicoff senza dubbio è troppo vecchio e comunque, neanche da giovane, ce l'avrei visto molto in questo ruolo. E' un tenore che mi è sempre parso troppo autocompiaciuto quando affrontava i ruoli della tradizione tenorile più corrente. Inoltre sotto il profilo ritmico non è mai stato un leone e invece in questo ruolo (sebbene le ritmiche siano tutt'altro che complesse) è necessario che il tenore sia un vero e proprio strumento di precisione, scandisca a meraviglia le parole, comunichi all'uditorio, con la fosforescenza delle sillabe, quell'ideale di gioventù (o prima maturità) entusiastica e positiva.
Io ci vedrei un Grigolo (anche se due o tre momenti nel terzo atto lo vedrebbero in difficoltà perchè troppo bassi), avrebbe la spinta giusta per la parte, quasi tutte le note e soprattutto potrebbe trovarsi in perfetta sintonia con la scintillante -ma mai invadente- orchestra di Rimsky.
Per la Volchova... ecco qui mi sorge un dubbio.
La prima interprete fu Nadezhda Zabela-Vrubel.
Allieva della Marchesi era un soprano di coloratura e fu una delle principali interpreti dei ruoli femminili di Rimsky. Bella donna, moglie del pittore Vrubel, ebbe una relazione con il compositore. Rimsky rimase infatuato anche della sua voce e per lei scrisse la parte della principessa cigno dello Zar Saltan.
Non scrisse però per lei la parte della Volchova. Semplicemente le venne affidato il ruolo perchè lei era la primadonna della compagnia privata di Marmontov che, come ho scritto sopra, allestì la prima mondiale dell'opera dopo il rifiuto dei Teatri Imperiali.
Non a caso alla prima del Bolshoi c'era la Sofiya Gladkaya che, da quanto ho letto, era molto più orientata sul versante "lirico" anzichè su quello "d'agilità".
Infatti la parte della Volchova non ha particolari colorature. Siamo lontanissimi dalle difficoltà stellari di una Ophélie o di una Lakmé. Non ci sono nemmeno acuti scomodi ( se si toglie un do sovracuto nel penultimo quadro tra l'altro non scoperto e nel centro di una frase) ma solo qualche melisma e leggere fiorettature. Per il resto si tratta di una parte adatta anche a un lirico. Che picchia, grosso modo, sulla stessa zona del pentagramma di Mimì.
Però quasi tutti concordano nell'affidare il ruolo di Volchova a soprani adusi al repertorio di coloratura.
Nella prima italiana (1938-Scala-Marinuzzi) infatti c'era la Carosio.
L'importante è comunque (almeno per me) che vocalmente risalti il lato giovanile del personaggio. Meglio il soprano di coloratura piuttosto che i vocioni russi tutte notone grosse, grasse e soporifere.
Volchova è una giovane ragazza cresciuta negli agi sotto la protezione del potente padre. Non conosce il mondo, si muove sempre con il codazzo di amiche. Se continuiamo nella nostra lettura "contemporanea" potrebbe essere una sorta di Natalie Portman, sempre vestita all'ultima moda, dentro e fuori dalle palestre, con qualche tatuaggio tribale e un piccolo piercing nel naso. Quello che dovrebbe risaltare è la fragilità emotiva e quelle vocazione al sacrificio propria della gioventù non ancora scafata. Per Volchova, Sadko è l'uomo della vita, bello, artista, giovane e pieno di ideali. Rappresenta la perfetta via di fuga dal claustrofobico mondo in cui si muove (nel libretto il Regno del Mare) dove viene controllata a vista.
Matteo ha avuto una bellissima idea. La Schafer.
Per quanto riguarda il potente Re del Mare- Tony Soprano non ho dubbi: Terfel. La parte arriva fino al Fa diesis acuto e tocca il la grave solo in due occasioni. Niente a che vedere con gli abissi vocali del Re Yuri della Kitezh. Come voce, stile, fisico sarebbe perfetto.
C'è anche un'altra donna, come ho scritto, la moglie di Sadko.
In questo caso la miopia russa in termini di cast l'ha fatta da padrona.
Mezzosopranoni da tundra, matrioscone da cremlino... e invece, a ben guardare, l'estensione è la stessa della Volchova e la tessitura leggermente più grave, ma neanche tanto.
Infatti la Ljubava è sì più vecchia della sua antagonista, ma non troppo. Potrebbe, nelle mani giuste, venirne fuori un bel personaggio e non la solita sfigata che sta a casa a far la calza e, mentre il marito insegue ideali, mette in ordine bollette e fatture (probabilmente scadute).
C'è un lato eroico in questa sfortunata figura di donna che la rende simile alla ben più affascinante Volchova: ambedue si sacrificano con costanza e abnegazione per il loro uomo. Solo che la prima vince ma dopo un lungo periodo in cui è stata derisa, respinta, espulsa dalla società di cui -prima della fortuna del marito- faceva parte.
Capite che se la si risolve col solito piglio epico-malinconico da leggenda russa diventa una zeppa micidiale.
Affidata invece al talento teatrale e fascinoso di una Westbroek o di una Denoke. Magari una Stemme?
E' vero, la parte è piccola, ma comunque ha un'aria, un finale d'atto fiammeggiante e un duetto col tenore alla fine dell'opera.
Ora scappo.
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Re: Sadkò

Messaggioda MatMarazzi » mer 31 ago 2011, 20:09

Se diamo per buona la tua ricontestualizzazione, io direi che per Sadko ci vorrebbe un bel tenore americanastro.
Stando anche al tipo di scrittura e di canto, io non prenderei però un declamatore quanto un tenore lirico, di quelli belli e cinematografici che oggi vanno di moda.
Forse Richard Troxell è un po' passatello per l'immagine che ne vorresti dare: lui sarebbe l'imprenditore quarantenne.



Altrimenti suggerirei il giovanissimo Stephen Costello (forse però troppo giovane e sentimentale).
E' stato anche il creatore di Ismael del Moby Dick, a fianco di Ben Heppner in Achab.
Eccolo!



Una buona via di mezzo potrebbe essere James Valenti, vanitoso tenorastro "palestrato, perfetto per fare il "why not" trentenne e cinico.
Eccolo in un altro personaggio "why not". :)




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Re: Sadkò

Messaggioda Maugham » ven 02 set 2011, 11:35

Accipicchia Mat! Che bella tripletta per il nostro Sadko.
Il che dimostra tre cose:
a) che saresti un ottimo direttore di cast 8)
b) che il tempo di Rimsky è giunto visto che di voci adatte se ne trovano parecchie.
c) che ci si può muovere anche fuori dai soliti giri delle superstar per trovare dell'ottimo materiale.

Infatti penso che sia difficile trovare una superstar che voglia mettersi in gioco su questo titolo; a meno che non ci sia un interesse fortissimo.
Occorre infatti studiare una parte lunga, in russo antico (tipo il Medio-alto tedesco di Wagner molto differente dal tedesco moderno) e, diciamola tutta, non proprio di quelle che possono soddisfare la vanità tenorile.
Certo, la parte è bella, il personaggio affascinante, ci sono arie e duetti... ma in ultima analisi le "cose" famose le fanno gli altri.
Comunque, venedo a noi, io proverei a lavorare su Costello.
Hai ragione quando ne sottolinei il versante infantile ed emotivo. Però penso che funzioni. Sadko è una macchina da guerra, d'accordo, ma è anche uno capace di conquistare fanciulle fingendosi fragile e sensibile. (II atto) Di quei tipi che nelle ragazzine solleticano ambizioni salvifiche e nelle signore istinti protettivi. Tipi che, di solito, invece noi uomini detestiamo perchè ne capiamo l'opportunismo. :lol:
Temo che Valenti possa appassionarsi un po' troppo all'aspetto eroico-squillante del personaggio e lasci perdere la principale ragione per cui Sadko trova donne e soldi con sorprendente facilità.
Costello, tra l'altro, magari avrebbe anche voglia di uscire dal solito cortile fatto di Lucie, Elisir, Boheme dove sembra confinato e quindi, di fronte a un Sadko montato su di lui, presumo accetterebbe con entusiasmo.
Grazie per gli ascolti!
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Re: Sadkò

Messaggioda marco » ven 02 set 2011, 11:44

io Valenti e Costello li ho ascoltati, anche se nel repertorio italiano, sinceramente mi sembrano proprio mancare di "materia prima" se così si può dire
Marco
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Re: Sadkò

Messaggioda Maugham » ven 02 set 2011, 12:49

marco ha scritto:io Valenti e Costello li ho ascoltati, anche se nel repertorio italiano, sinceramente mi sembrano proprio mancare di "materia prima" se così si può dire


In che senso? Mi interessa il tuo parere.
WSM
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Re: Sadkò

Messaggioda marco » ven 02 set 2011, 12:52

Maugham ha scritto:
marco ha scritto:io Valenti e Costello li ho ascoltati, anche se nel repertorio italiano, sinceramente mi sembrano proprio mancare di "materia prima" se così si può dire


In che senso? Mi interessa il tuo parere.
WSM


se dico che mi sono sembrati semiafoni rendo l'idea :?: : Chessygrin :
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Re: Sadkò

Messaggioda MatMarazzi » ven 02 set 2011, 14:03

marco ha scritto:
Maugham ha scritto:
marco ha scritto:io Valenti e Costello li ho ascoltati, anche se nel repertorio italiano, sinceramente mi sembrano proprio mancare di "materia prima" se così si può dire


In che senso? Mi interessa il tuo parere.
WSM


se dico che mi sono sembrati semiafoni rendo l'idea :?: : Chessygrin :



Be' sì la rendi, ma la cosa mi sorprende non poco.
Se uno è afono lo si sente anche dalle incisioni... Specie se sono dal vivo come quelle che ho postato.
E soprattutto se fossero afoni non mi spiegherei carriere internazionali tanto brillanti.
Non fa poi parte delle scuole e del gusto degli americani il culto dell'afonia...
Forse li avrai sentiti in parti non adatte.

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