Riapro questo antichissimo thread su una delle più affascinanti opere di Rimsky.
Tutti, parlando del Sadko, si soffermano sull'elemento fiabesco. E' giusto. L'atmosfera è quella della fiaba e il soprannaturale spadroneggia in quattro quinti dell'opera. Il sesto quadro (quello sottomarino) è poi il trionfo del leggendario di matrice orientale. Meraviglie d'orchestrazione, prodigi timbrici, tonanti perorazioni della piena orchestra in un tripudio di tritoni, ninfe e balene-guardiano (testuale).
Secondo me c'è invece un altro aspetto di quest'opera straordinaria che potrebbe benissimo essere valorizzato da qualche regista "decontestualizzatore" e che potrebbe renderla appetibile anche allo scafato pubblico d'oggi. Un aspetto che, per quello che so, nessuno ha ancora sottolineato. Quello -non so come dire - "commerciale".
A ben vedere sono poche le altre opere in cui il senso del commercio, del danaro, del coraggio speculativo sono così evidenti come in Sadko. E soprattutto informano l'intera vicenda a un punto tale che lo stesso "fiabesco" diventa strumentale per fini ben più prosaici e concreti.
Proviamo, tanto per divertirci, a leggere quest'opera in questa chiave.
Il protagonista è un suonatore di gusli, la cetra balcanica. E' giovane, intelligente e affascinante.
Vive a Novgorod, la città di Alexander Nevsky, uno dei centri commerciali più vivi di tutta la Russia. In città la fanno da padroni i mercanti che, con i loro traffici, hanno fatto prosperare il paese. Sadko partecipa alle riunioni e alle conviviali dei maggiorenti ma viene sempre deriso da tutti e trattato con sufficienza. D'accordo, dicono i mercanti, canta bene, è simpatico, sa animare le feste, ma rimane un artista, ovvero uno che fa un non-lavoro e guadagna pochi soldi.
Invece Sadko ha un sogno; un sogno che non ha nulla a che spartire con la sua professione di cantore (adesso verrebbe facile dire di professionista dello spettacolo). Un sogno da mercante coraggioso e inventivo.
Novgorod -sostiene Sadko nella prima scena- è senza dubbio fiorente e prospera. Ma è chiusa in se stessa. La sua ricchezza è basata sul commercio via terra visto che si trova su un lago che non ha sbocchi sul mare. Bisogna spingersi oltre, navigare i mari, raggiungere nuove terre se si vuole aumentare il capitale. Ovviamente Sadko viene preso per un sognatore. Come si può mettere in mare una flotta se la città non può avere un porto? Semplice -continua Sadko- datemi i soldi e io metterò assieme una flotta di trentuno navi, navigherò il lago fino alla cima, poi trasporterò via terra le navi fino al mare e vi porterò i proventi del mio commercio.
Dopo questa affermazione, il nostro eroe -che prima era considerato solo un sognatore- viene trattato adesso come un mentecatto. Perfino i giullari lo deridono. Inoltre Sadko è giovane e non conosce i mezzi della diplomazia. Prima offende i suoi potenziali finanziatori dicendo loro che sono dei miopi culi di pietra, poi suggerisce loro di vendere tutto e investire su di lui.
Vedete? E' il classico esempio del giovane "why-not" all'americana, che ha idee apparentemente bizzarre ma che possono rivelarsi vincenti. Quelli che ribaltano vecchie abitudini e che amano il rischio. Tipo Jobs, Zucherberg, Jeff Bezos e compagni.
Altro che fiabesco! La potente spinta di Sadko è concreta e imprenditoriale. Il suo desiderio di oceani, spazi aperti, libertà, venti marini non ha nulla a che vedere con la ricerca d'evasione di Sinbad o con gli epici eroismi salgariani. Sadko vuole fare una montagna di soldi. Ed è convinto di aver trovato la strada giusta.
Non c'è quindi bisogno di andare a Novgorod per incontrarlo. Tipi come lui ce ne sono molti anche ai nostri tempi e dalle nostre parti.
Sadko ha, ovviamente, una moglie, al secolo Ljubava Buslaevna. Che è perfettamente inserita nella società benestante e miope che osteggia il marito e, altrettanto ovviamente, non capisce le spinte, i sogni, le ambizioni del suo compagno.
Sadko è uscito scornato dall'incontro con i finanziatori della sua impresa.
A questo punto non può mollare tutto e allora cerca altre strade per mettere assieme i soldi con cui farsi una flotta. Li trova sulle sponde del lago Ilmen dove incontra la principessa Volchovà, figlia del terribile Re del Mare. Lei, a differenza della moglie, capisce benissimo i progetti di Sadko e gli fornisce la materia prima per realizzare le sue ambizioni. Gli promette che, tornato in città, potrà gettare una rete nel lago e catturare tre rarissimi e preziosissimi pesci d'oro massiccio dal valore immenso. In cambio si offre a Sadko come moglie e il nostro giovane "whynotter" senza pensarci due volte accetta e le dice "io ho già una moglie sulla terra, ma la posso mollare quando voglio per restare sempre con te". Chiaro, no? Nella vita ci sono delle priorità.
Se vogliamo leggere tra le righe del fiabesco capiamo subito dove il nostro eroe sia andato a cercar soldi. Il popolo di Novgorod teme il Re del Mare e le sue creature che considera spettri. La gente perbene non si avventura di notte sulle rive del lago. E' una brutta zona dove si fanno loschi traffici. Insomma, siamo nei bassifondi della metropoli. In pratica Sadko usa il suo fascino per conquistare la figlia di un boss malavitoso (Il Re del mare) per raggiungere il suo scopo. E ce la fa.
Ormai ipegnato con Volchovà (e soprattutto con il potente babbo con cui non si scherza, tipo Tony Soprano) Sadko ritorna dalla moglie che Rimsky ci presenta con una dolente aria in fa minore. Come capita in questi casi Sadko non sa cosa dirle, ha la testa altrove e già comincia a far calcoli su come moltiplicare le ricchezze.
Il giovane rampante sa che i tre pesci d'oro (i soldi del boss) -seppur preziosi- non basterebbero per mettere assieme la flotta e allora decide di aumentare il capitale sfidando i mercanti che l'avevano deriso. Fa con loro una scommessa: mette in palio la sua testa dichiarando che nel lago Ilmen vivono pesci d'oro. Se mostrerà loro i pesci questi dovranno cedergli tutte le loro ricchezze. Altrimenti accetterà di farsi decapitare. Potete immaginare cosa succede. In breve Sadko diventa il più ricco della città, riduce sul lastrico quelli che lo deridevano e, forte dei capitali di Tony Soprano-Re del Mare sommati a quelli dei mercanti, recluta un equipaggio e si mette in movimento.
Sono passati dodici anni. Sadko è ricchissimo ma, inebriato dai successi, ha dimenticato di pagare pegno al boss (e soprattutto alla figlia del boss) che l'ha finanziato. La sua flotta subisce pesanti azioni di disturbo da parte del boss (nel libretto una bonaccia assoluta). Non sapendo più che pesci pigliare (in tutti i sensi) il cantore-manager si reca a far visita ai suoi potenti patrocinatori. Nel libretto sprofonda negli abissi dell'oceano.
Qui trova un arrabbiatissimo Tony Soprano-Re del Mare che vorrebbe farlo fuori. Lui gli offre barili d'oro e di pietre preziose ma Tony Soprano è irremovibile. Uno sgarro del genere si paga con la morte. Ovviamente il boss è un padre e, come tutti i padri, ha un debole per le sbandate dell'unica amatissima figlia. Lei ama Sadko, ha deciso di sposarlo, e quindi si incaponisce nel tentativo di sarvargli la pelle. Tony Soprano si ammorbidisce e, fatti salvi i tesori che gli sono stati offerti, perdona il giovane e benedice gli sposi. Festa generale! Talmente chiassosa e orgiastica e turbinosa (nell'opera tutti gli oceani sono in tempesta) da richiamare l'attenzione della polizia (La Visione, nel libretto) che fa irruzione nel palazzo del boss, gli sequestra tutti i beni e lo priva del suo potere. La giovane figlia monta sulla Ferrari del babbo (una conchiglia trainata da cavallucci) e fugge con Sadko.
La visione-polizia è però stata chiara. Anche se la giovane è riuscita a scappare non potrà farla franca. Tutti gli sbirri del paese le stanno alle calcagna. Lei sa bene cosa deve fare. Canta uno struggente addio a Sadko e, mentre questi è addormentato, scompare. Entra in scena la moglie di Sadko, Ljubava Buslaevna la quale, per tutto questo tempo, non ha fatto che struggersi per il marito che credeva perso per sempre. Sadko, dopo essersi accorto della scomparsa della sua amante, con un cinismo ammirevole capisce la situazione. Ora che è ricco, ora che i suoi soci malativosi sono scomparsi deve "avere" una moglie perbene, di quelle da portare in società con cui condividere un bel sogno borghese.
Ecco cosa dice l'opportunista Sadko dopo dodici anni di assenza dal tetto coniugale:
Basta girare per il mondo
E straziare il tuo cuore.
Perdona la mia colpa, moglie amata!
Con te è di nuovo il tuo sostegno.
Ho a casa con chi passare la mia vita,
Con chi parlare nelle lunghe sere.
Che gioia, che felicità,
Che festa, che allegria!
I tuoi giorni amari si dileguano,
Il tuo tempo cattivo è terminato.
Le nubi minacciose sono disperse
E il bel sole brilla di nuovo.
È tornato da te lo sposo,
È tornato il tuo sostegno caro.
Ma non è finita. Quabdo Sadko ritorna in città viene accolto come un trionfatore. Con i soldi (si presume) sottratti al boss la collettività ha scavato un canale navigabile che collega Novgorod al mare e, con la classica faccia tosta dei politicanti, l'ha intitolato alla Volchova (si chiama infatti fiume Volchov), la sfortunata figlia di un boss che, ormai morto e sopolto, lo si può trattare come un benefattore.
Ora Sadko è un mercante ricco e felice. E la sua cetra gli serve solo per far festa con gli amici o, si presume, per ricordare i vecchi tempi.
Cosa ne dite?
WSM
poi parleremo anche dei magnifici ruoli e del cast.