Lulu

opere, compositori, librettisti e il loro mondo

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Re: Lulu

Messaggioda MatMarazzi » gio 28 lug 2011, 11:50

Riapro questo thread perché proprio ieri ho visto integralmente il video la Lulu di Salisburgo di due anni fa.
La cito perché mi pare un buon esempio (rivolto a chi ancora crede al fatto che bastino belle voci per fare l'opera) di quanto poco possano i cantanti, anche se straordinari, quando regia e direzione non funzionano.

Marc Albrecht non avrà una personalità sulfurea, ma quando è in botta e ha per le mani un'orchestra che risponde riesce a garantire buoni risultati.
Forse la scarsa ispirazione, forse la riottosità dei Wiener che, benché adusi a questo repertorio, sono sempre troppo edonistici, forse il caos che regnava in scena... insomme la sua direzione è pasticciata, slegata, disarticolata.
La Nemirova poi (di cui avevo visto una bella Dama di Picche a Vienna) pare andare giù di testa fin dalla prima scena: questa giovane donna, ingolfata di pregiudizi ideologici, buonismi d'accatto, strumenti espressivi logori e stantii ereditati dal vecchio teatro di denuncia e dalle caricature del cinema d'autore... deve essersi talmente esaltata di fronte a Lulu (che a differenza di Macbeth o Dama di Picche nasce proprio da quel contesto di espressionismo e critica) da aver perso la ragione.
Tutta l'opera è trasformata in una caricatura: la gestualità è assurda, le espressioni regolarmente contratte in spasmi di sesso e cattiveria, tutto è caotico, tutto è forzato...
In più manca una visione coerente: l'ansia di aderire a quanto di forte e provocatorio è insito nel testo la spinge a estremizzare in tutte le direzioni, perdendo così la rotta e navigando a vista.
Non si può dire che tutto fosse dilettantesco e brutto (anche a livello di luci e gestioni dello spazio), ma il dilettantesco e il brutto la faceva comunque da padrone, tanto l'ossessione per i predicozzi moral-femministi, le critiche alla società brutta e cattiva, il non poter far passare un attimo senza che qualcuno metta la mano sull'utero (o sul pene) di qualcun altro (come se la Tragedia di Lulu fosse tutta qui), l'umorismo greve e noioso di chi umorismo non ha... finivano per travolgere tutto: in particolare l'umanità dei personaggi, la linearità narrativa, la forza stessa dell'opera.
Un vero disastro!

Eppure i cantanti erano strepitosi.
In particolare la Petibon, che si attesta quale la migliore Lulu del nostro tempo.

Immagine

Vocalmente si mangia (quasi) ogni difficoltà del ruolo, con facilità di re sopracuti, virtuosismo, declamazione iper-colorista, sbalzo ritmico perfetto, espressività attorale che pare non aver confini
Eppure alla fine la sua Lulu (costretta a combattere qui contro l'assurdità registica, il caos orchestrale, la volgarità costante) finiva per suscitare più ammirazione che emozione.

Se uno sente e vede Michael Volle (di gran lunga il migliore Schoen dei nostri tempi) nella produzione di Londra (Pappano - Loy), se uno ha in testa la sua eleganza, la sua nobiltà, l'umanità struggente del suo canto, sia pure compressa nella maschera del buon borghese, difficilmente potrà riconoscerlo in quel pagliaccio isterico che ne fa la Nemirova, schiacciato in un stile circense che ne tradisce completamente la personalità.
Anche vocalmente a Salisburgo, costretto a urlare e dimenarsi, non è riconoscibile il vero Volle.

Breslik come Walter, Grundheber come Schigolck, la Baumgartner come Geshwitz, Piffka come Alwa (e la chicca di Zednik come Principe e cameriere): anche il resto del cast aveva veri splendori. Eppure in un allestimento tanto slegato, incorerente, superficiale nessuno lascia un senso davvero forte.

La già citata edizione di Londra (Pappano - Loy) sembra al confronto su un altro pianeta e questo benché - in teoria - la Eichenholz sia mille volte meno fantasiosa e geniale della Petibon. Ma almeno a Londra c'era una storia, c'era un personaggio, c'era un discorso...
A Salisburgo solo due pagliacci che si affrontano a suon di pagliacciate...





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Re: Lulu

Messaggioda mattioli » ven 29 lug 2011, 10:23

E' ufficiale: sei uno snob esterofilo : Chessygrin :

Io ho visto quella Lulu a Salisburgo e sono d'accordo su tutto, semmai con un'aggravante per Albrecht (intollerabilmente noioso) e un'attenuante per la Nemirova (regia orrenda, ma qualche gag - poche, in effetti - divertente).
Ma il confronto va ovviamente fatto con quella che, nell'ultima stagione, ha fatto la Scala che tu, al solito, ignori. So che non mi crederai, ma musicalmente la Lulu di Milano era nettamente superiore a quella di Salisburgo, con una magnifica direzione di Gatti e un'ottima prova dell'orchestra. Aggiungo che la regia di Stein non era per nulla geniale (e diciamolo una buona volta: Stein all'opera ha stufato, chissà che palle al Macbeth) ma corretta, ben fatta, insomma accettabile.
Però niente: Milano non esiste. Esterofilia, esterofilia :evil:!

Ha ragione a bacchettarvi con rara finezza d'argomenti, sul thread di Traviata, quello che per me diventa d'ora in avanti "il genio di Beirut" : Love : . Anche se temo che sia troppo bello per essere vero... : Thumbup :
Un abbraccio e buone vacanze per chi ci va

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Re: Lulu

Messaggioda vocegiusta » ven 29 lug 2011, 16:11

mattioli ha scritto:E' ufficiale: sei uno snob esterofilo : Chessygrin :

I

Bravo Mattioli, complimenti! : Groupwave : : Yahooo :
E lo scopre solo adesso?
Questo signore approfitta del fatto di andare in giro a vedere quattro spettacoli fra i più schifosi che ci sono in giro e poi fa finta che siano il meglio del meglio.
E l'anno scorso è stato anche a Beirut a vedere i topi del Loengrin, mentre io non ci riesco anche se sono dieci anni che ho scritto...
E lei perde tempo con sta gente, Lei che è anche un uomo di cultura?
Ma li lasci nel loro brodo: questa è una palestra di ignoranti.
Lo sa che c'è su internet un posto dove si tutela l'antica arte del canto?
Perchè non viene lì a dire le sue cose, che almeno ci troverebbe un bel po' di gente attenta che penderebbe dalle sue labbra, gente colta veramente?
Guardi che di questi non ce n'è uno che sappia la musica vera. A loro interessano solo le regie.
E comunque non c'è bisogno di prendere in giro gli altri solo perchè non sono mai stati a Beirut
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Re: Lulu

Messaggioda mattioli » ven 29 lug 2011, 17:17

Bravooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
8)

Ribadisco, Vocegiusta: Lei è un genio. Il genio di Beirut : Love :
Anzi, se volesse candidarsi alla sovrintendenza della Scala o almeno alla critica musica del Corriere della Sera Le garantisco fin d'ora il mio sostegno, modesto ma dato con il cuore. L'unica cosa di cui La prego è di non tacciarmi mai più di "uomo di cultura", perché, pur con tutta la stima e l'ammirazione che ho per Lei e le Sue illuminanti tesi, mi vedrei costretto a querelarLa. Spacciatore, stupratore, mafioso sì; "uomo di cultura", in Italia, no.

Infine, non conosco il posto cui Lei allude ma, visto che lo consiglia un Illuminato come Lei, sarà mia premura scoprirlo. Tuttavia non mi sembra giusto tutelare solo l'antica arte del canto ma, già che ci siamo, le non meno antiche arti del tortellino, della sintassi e dell'allevamento dei gatti... : Thumbup :

Grazie di cuore.
Ossequiosamente
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Re: Lulu

Messaggioda Tucidide » ven 29 lug 2011, 20:29

Scusate se ritorno da Beirut a Salisburgo. :D
Brava davvero la Petibon nel brano postato (e di solito non impazzisco per lei), anche se forse il titolo di maggior Lulu dei nostri tempi lo riserverei alla Schaefer del video di Glyndebourne.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Lulu

Messaggioda MatMarazzi » sab 30 lug 2011, 8:51

mattioli ha scritto:E' ufficiale: sei uno snob esterofilo : Chessygrin :

Io ho visto quella Lulu a Salisburgo e sono d'accordo su tutto, semmai con un'aggravante per Albrecht (intollerabilmente noioso) e un'attenuante per la Nemirova (regia orrenda, ma qualche gag - poche, in effetti - divertente).
Ma il confronto va ovviamente fatto con quella che, nell'ultima stagione, ha fatto la Scala che tu, al solito, ignori. So che non mi crederai, ma musicalmente la Lulu di Milano era nettamente superiore a quella di Salisburgo, con una magnifica direzione di Gatti e un'ottima prova dell'orchestra. Aggiungo che la regia di Stein non era per nulla geniale (e diciamolo una buona volta: Stein all'opera ha stufato, chissà che palle al Macbeth) ma corretta, ben fatta, insomma accettabile.
Però niente: Milano non esiste. Esterofilia, esterofilia :evil:!


Ma non è vero, Mattioli! :)
Non ho citato la Lulu milanese semplicemente perché non l'avevo vista...
Mi fido di te se mi dici che è stata così interesante.
D'altronde non l'ho vista perché sia a Londra, sia a Zurigo, sia a Salisburgo hanno fatto la diretta televisivia o addirittura messo sul mercato un dvd.
La Scala a queste cose non ci pensa (a meno che non sia il 7 dicembre).
Per quanto riguarda il Macbeth di Salisburgo non credo affatto che sarà palloso! :)
Forse ...i pregiudizi non sono solo i miei! ;)
Salutoni,
Mat
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Re: Lulu

Messaggioda Maugham » sab 30 lug 2011, 10:06

MatMarazzi ha scritto:Non si può dire che tutto fosse dilettantesco e brutto (anche a livello di luci e gestioni dello spazio), ma il dilettantesco e il brutto la faceva comunque da padrone, tanto l'ossessione per i predicozzi moral-femministi, le critiche alla società brutta e cattiva, il non poter far passare un attimo senza che qualcuno metta la mano sull'utero (o sul pene) di qualcun altro (come se la Tragedia di Lulu fosse tutta qui), l'umorismo greve e noioso di chi umorismo non ha... finivano per travolgere tutto: in particolare l'umanità dei personaggi, la linearità narrativa, la forza stessa dell'opera.
Un vero disastro!


Nomirova? Devi vedere l'allestimento di Bechtolf a Zurigo.
Lì siamo dalle parti dell'espressionismo tedesco con velleità didattiche.
Tutto è spiegato.
Il pittore (Davislim) si toglie il camice e rimane in reggicalze e tacchi a spillo così si capisce che è un mezzo-uomo, uno succube di Lulu. Considerato il fisico del tenore non è proprio un bel vedere e si suppone che il Professore -sorprendendo sua moglie con uno bardato come un anziano travestito da raccordo anulare- non muoia di un colpo apoplettico, ma dalle risate.
Lulu (Aikin) ovviamente è una femmina vampira, una serpe assetata di sesso. E allora Bechtolf con la mano ad artiglio la costringe a ripetere il gesto di graffiare l'uditorio mettendo in mostra un'invidiabile chiostra di denti.
Nel secondo quadro, oltre ai denti, mostra anche un paio di tette non disprezzabili per una signora della sua età. :oops: Ma poi Bechtolf le fa rimettere la vestaglia, in compenso fa correre per la stanza un baldo giovane in mutande.
Alwa (Straka) è vestito come Schoen (Muff-impresentabile). Così il pubblico capisce che il figlio è succube del padre.
I caratteristi sembrano usciti da qualche rivisitazione per turisti dei kabaret berlinesi. Vistito a giacca nero, occhiali scuri, cappello, recitazione a marionetta.
Su tutta la scena incombe una vulva pelosissima chiusa in un cubo di plexiglass che, di volta in volta, i personaggi adorano o respingono. E' parte del quadro di Lulu che, in questo allestimento, è un manichino scomponibile. Tette, braccia, gambe, bacino, testa. Così il pubblico capisce che Lulu è una donna oggetto. ogni tanto i personaggi ricompongono il puzzle. ma sbagliato.
Durante il colloquio Lulu/Schoen in cui quest'ultimo le parla della moglie cosa succede? Potete immaginarlo. Appare la moglie! :shock: Come nella Traviata di Zeffirelli appariva la "pura siccome un angelo". E come è vestita? Potete immaginarlo. E' una bimba vestita di bianco con un tutù di danza dai capelli biondi e dall'aria ebete che Schoen tratta come un manichino e che Lulu irride per poi fare la faccina triste così capiamo che anche la nostra vampira, in fondo al cuore, ambirebbe ad essere come la sposina.
Per fortuna la Aikin è un'ottima Lulu sotto il profilo vocale. Spavaldissima in alto regge la tessitura senza paura. Non è un fulmine di guerra in fatto di ritmica e di incisività della frase. Celletti l'avrebbe però eletta a Lulu del secolo. :) Avrebbe detto "ecco una che canta tutta la parte".
Per ora giuro sullo spettacolo di Loy.
Che finalmente riporta Lulu alla sua dimensione di kammerspiel, di teatro borghese, di agghiacciante fotografia del "normale".
La Eichenholz (meno dotata della Aikin, per non parlare della "sperimentale" Petibon capace di inventarsi suoni al limite del soprannaturale) è però perfetta in questo allestimento.
E una donna che tutti potremmo incontrare e che forse abbiamo incontrato.
Du quelle che ribaltano un uomo come un calzino e tirano fuori i lati più sordidi (ma anche i più vitali) che ogni uomo cela in sè e forse non sa nemmeno di avere.
Senza volgarità e senza movenze da battona.
Ma chi l'ha detto che Lulu debba essere per forza volgare?
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Mae West: I'm intellectual and you are the opposite.
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