Orbazzano ha scritto:Maugham ha scritto:La padronanza tecnico-vocale (di qualsiasi tipo essa sia e quindi specifica per ogni tipo di repertorio) è solo l'inizio. La conditio sine qua non per partire.
Da lì in avanti c'è il teatro.
Assolutamente d'accordo, non capisco però una cosa: quali sarebbero i diversi tipi di tecnica?
Beh, francamente non capisco la domanda...
Penso sia risaputo che dal seicento in poi, molti artisti (tra cui anche cantanti), si sono sbizzarriti nel redigere una lunga serie di trattati musicali sulla tecnica del canto e credimi, anche sui concetti di base ci sono delle posizioni del tutto discordanti.
Ad esempio sulla respirazione c'è chi sostiene che debba essere essenzialmente di tipo diaframmatica, c'è chi invece sostiene che debba essere mixata (mi si passi il termine per esemplificazione) con quella costale, per non parlare del sostegno (quali muscoli vanno in contrazione? e dove?) o del suono creato sulla laringe (posizione bassa, larga, verticale, bocca a uovo, bocca chiusa, ....), o dall'immascheramento (che per molti è dovuto solo tramite l'utilizzo dei risonatori dei seni paranasali, mentre per altri sono coinvolti pure quelli della nuca...), ecc...ecc...fino ad arrivare al suono parlato, ovvero articolato, che spesso cambia a seconda della pronuncia dettata dalla lingua in cui si canta.
Potrei anche citarti, per esperienza personale, innumerevoli pareri discordanti di vari maestri di canto (e ce ne sono anche di famosi e noti), e dirti che sovente, questi concetti basilari stanno agli antipodi tra loro, e così via...
E anche in merito al repertorio, ci sarebbe da dire molto sul concetto di "distinzione" tra un suono tecnicamente idoneo e uno che lo è meno.
Nello studio personale delle opere con le quali ho avuto a che fare e anche attraverso il confronto costruttivo di alcuni amici che frequentano questo forum, ho potuto constatare che davvero il risultato di quanto espresso a livello teatrale è spesso caratterizzato da un forte elemento soggettivo.
Faccio un esempio banale per essere compreso.
Molti di voi sanno che non sono affatto un estimatore di José Cura e che da sempre ho criticato il suo stile tecnico-vocale.
Eppure pensare che il tenore argentino non sia in possesso di tecnica è sbagliato (e questo con il tempo ho imparato a riconoscerlo).
Allo stesso modo però, se io dovessi prendere ad esempio la sua tecnica (soprattutto nella risoluzione dalla zona di passaggio verso l'acuto), sicuramente mi ingolferei dopo le prime due battute, ma questo non tanto perché la sua tecnica è errata (concettualmente parlando), ma perché lo sarebbe per me.
Allo stesso modo la Sutherland non può risolvere i recitativi (esempio ben espresso da Calaf) allo stesso modo della Callas.
Ma caspita, la Callas li risolve proprio grazie alla tecnica; tecnica prodigiosa che ben sapeva gestire e amministrare, tale da consentirle (fino ad un certo periodo) di poter spaziare in più repertori.
Ovviamente la Callas non avrebbe mai potuto sognarsi di utilizzare lo stesso suono del soprano australiano, e grazie al cielo che questa emulazione (nel caso ovviamente della Sutherland) non è avvenuta.
Nella sostanza, direi che la costruzione di un personaggio deve proprio risolversi sulla giusta scelta tecnica e vocale, e sopratutto questo deve avvenire in fase di studio, che dovrebbe (verbo spesso disatteso) essere quella si, la famosa conditio sine qua non.
Spero di aver reso comprensibile il concetto...
Salutissimi.
Teo