Alberich ha scritto:L'originale può essere brutto o bello quanto vuole, ma il derivato, se fa schifo, fa schifo...(peraltro questo anche in finanza si è rivelato un concetto giusto

)
Il punto dove volevo arrivare era un altro. Forse non ci sono riuscito.
Non puoi giudicare un libretto solo sotto il profilo letterario.
Sono anni che sento questa solita menata dei libretti d'opera "brutti".
Il libretti sono copioni che devono funzionare sul palcoscenico. E solo un ingenuo o un prevenuto può dire che la Gioconda, a teatro, non funzioni.
la poesia di Boito -penso all'Otello e al Falstaff- è esattamente quello che serviva a Verdi per cambiare registro. Non aveva mai lavorato con quelle metriche strambe (per lui), non aveva mai lavorato sulle allitterazioni che, prima di Boito, all'opera le aveva usate solo Wagner con lo Strabreim dell'Alto tedesco. E Boito le ricrea, hai presente? "spizzica, spizzica, spizzica, stuzzica, spingi e spilluzzica". Okay, viene da ridere, ma mettici sotto le note di Verdi e diventa poesia viperina e crudele.
Insomma, quello che voglio dire è che, nel giudicare i libretti, occorre considerare a "cosa" quella poesia serve.
Gli script di Sex and the City sono semplicemente perfetti. E' facile dire che sono sciocchini, usano una terminologia elementare, la costruzione delle frasi non sorpassa la struttura suggetto-verbo-predicato... insomma è facile dire che Oscar Wilde è un'altra cosa. Lo sappiamo.
però, in quel contesto, sono perfetti.
WSM