Paata Burchuladze

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Paata Burchuladze

Messaggioda pbagnoli » dom 05 giu 2011, 14:07

Ne abbiamo appena parlato discutendo della Khovanshchina di Monaco 2007, per cui ne approfitto per aprire un thread a lui dedicato.
Devo dire che in quel video mi ha stupito, e non poco: per come me lo ricordavo, era il basso con la voce più incredibile che io abbia mai ascoltato dal vivo e, contemporaneamente, il cantante più sciatto che si possa immaginare.
Nato il 12 febbraio 1955 a Tbilisi in Georgia, ha studiato alla Scala con Giulietta Simionato e ha vinto il concorso Voci Verdiane nel 1981.
Ecco il suo repertorio (tratto dal suo sito):
Beethoven FIDELIO Pizarro

Boito MEFISTOFELE Mefistofele

Borodin PRINCE IGOR Konchak

Gounod FAUST Méphistophélès

Halevy LA JUIVE Brogni

Mozart

DON GIOVANNI Don Giovanni (i) Commendatore
DIE ENTFÜHRUNG AUS DEM SERAIL Osmin
DIE ZAUBERFLÖTE Sarastro

Mussorgsky

BORIS GODUNOV Boris
KHOVANSHCHINA Dosifey e Ivan Khovanski
Ivan Khovansky
SALAMMBÔ Mâtho

Ponchielli LA GIOCONDA Alvise Badoero

Puccini

LA BOHEME Colline (i)
TURANDOT Timur (i)

Prokofiev THE FIERY ANGEL Inquisitor (r)

Respighi LA FIAMMA l'Esorcista (i)

Rimsky-Korsakov THE GOLDEN COCKEREL King Dodon (r)

Rossini IL BARBIERE DI SIVIGLIA Basilio (i)

Tschaikovsky

EUGENE ONEGIN Gremin (r)
YOLANTA René (r)

Verdi

AIDA Ramfis
ATTILA Attila
DON CARLO Filippo II e Grande Inquisitore
ERNANI Silva
LA FORZA DEL DESTINO Padre Guardiano
I LOMBARDI Pagano
LUISA MILLER Conte Walter
MACBETH Banco
NABUCCO Zaccaria
RIGOLETTO Sparafucile
SIMON BOCCANEGRA Fiesco
I VESPRI SICILIANI Procida

Io lo scoprii per la prima volta in disco: si trattava ovviamente del Don Giovanni di Karajan per la DGG. Mi colpì la potenza di quella voce nerissima e l'ampiezza degli armonici, anche se come cantante si intuiva totalmente privo di disciplina.
Dal vivo fu - se possibile - ancora più sconvolgente: prima come Ramfis, poi come Zaccaria, ti travolgeva con bordate di suoni potentissimi, ma stava sul palcoscenico come un paracarro e, quanto a cifra stilistica, era pressoché inesistente.
Poi di nuovo disco: la Khovanshchina di Abbado - uno dei capolavori discografici di tutti i tempi - e lui era Dosifey, ancora una volta straordinario più per mezzi che per intenzioni.
Poi l'ho un po' perso di vista: sporadicamente è rientrato nel mio orizzonte, ma non mi si è mai configurato come Artista memorabile, sino a quest'ultima Khovanshchina di Monaco, in cui tutto mi aspettavo fuorché la possibilità di trovare un cantante/attore grandioso, di potenza interpretativa straordinaria, il vero trionfatore della serata.
Vedendo la discografia, mi rendo conto di quanto Verdi abbia segnato la sua carriera; forse dovremmo ripensarci su un attimo e provare a vedere se, quando l'avevamo bollato come un non-cantante, forse eravamo stati un po' fuorviati dalla giovane età. Forse doveva solo maturare come interprete, chissà. Oppure, con Ivan Khovanski ha trovato il personaggio della sua vita...
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Re: Paata Burchuladze

Messaggioda Tucidide » dom 05 giu 2011, 14:50

pbagnoli ha scritto:forse dovremmo ripensarci su un attimo e provare a vedere se, quando l'avevamo bollato come un non-cantante, forse eravamo stati un po' fuorviati dalla giovane età. Forse doveva solo maturare come interprete, chissà. Oppure, con Ivan Khovanski ha trovato il personaggio della sua vita...

Forviati dalla giovane età... o piuttosto dal repertorio! Non penso che pure adesso, maturato e capace di eccellenti prove come Khovanskij o altri ruoli del repertorio russo, sarebbe in grado di lasciare il segno in senso positivo nel repertorio italiano.
Anzi, sentite qua, e giudicate!

Non so se sia stato mal consigliato, o se si sia lasciato trascinare dalla voglia di diventare un grande basso slavone da opera italiana...
Certo, nel video della Khovanscina è notevolissimo!
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Re: Paata Burchuladze

Messaggioda wverdi1980 » dom 05 giu 2011, 17:12

Concordo con Tucidide.
Uno stralcio di un suo Filippo 1992:



Complice l'allestimento "sobrio", in cui lo studio di Filippo fa concorrenza alle stanze del Vittoriale, non mi sembra si possa definire una grande prova verdiana... Burchuladze ha tutte le note della parte, senza dubbio, ma il fraseggio? Da "se il serto regal" in poi mi sembra che il legato sia faticosissimo. IMHO il repertorio in cui una voce straordinaria come questa può eccellere è altro.
Resta il fatto che la critica lo ha bistrattato spesso ingiustamente.
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Re: Paata Burchuladze

Messaggioda Alberich » dom 05 giu 2011, 18:00

Non nascondo che il video postato è assai al di sopra della routine di questo cantante.
Però.
Prima di tutto io lo ricordo in un Hovanskij assolutamente deprimente alla Scala qualche tempo fa. Quindi dire che ha trovato il personaggio della vita mi pare un po' azzardato.
Secondo: d'accordo, è bravo: si muove bene in scena. Ma a me non pare un'interpretazione illuminante, tutto forte...diciamo tutto urlacchiato. Il confronto con Kocerga (cantante che mi è sempre molto piaciuto, a differenza del georgiano) mi pare impietoso, pur essendo abbastanza al limite come Dosifej.

(Ma Golicin è Claudio Bisio? :mrgreen: )
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Re: Paata Burchuladze

Messaggioda pbagnoli » dom 05 giu 2011, 18:04

wverdi1980 ha scritto:Concordo con Tucidide.


Complice l'allestimento "sobrio", in cui lo studio di Filippo fa concorrenza alle stanze del Vittoriale, non mi sembra si possa definire una grande prova verdiana... Burchuladze ha tutte le note della parte, senza dubbio, ma il fraseggio? Da "se il serto regal" in poi mi sembra che il legato sia faticosissimo...Resta il fatto che la critica lo ha bistrattato spesso ingiustamente.

Le tue osservazioni sono assolutamente corrette e pertinenti.
E concordo con te su questo allestimento, davvero d'altri tempi quanto a ciarpame kitsch...
Ma, almeno per quanto concerne questo spezzone, mi vedo costretto a dissentire garbatamente: qui, a mio parere, Burchuladze trova un tono assorto e pensoso che si adatta magnificamente a una meditazione. E quindi, quanto a questo specifico aspetto, secondo me una gran bella prova verdiana.
Bastasse il legato a fare un cantante verdiano... :roll:
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Re: Paata Burchuladze

Messaggioda Tucidide » dom 05 giu 2011, 18:11

pbagnoli ha scritto:Bastasse il legato a fare un cantante verdiano... :roll:

Non solum... sed etiam! :D
Per restare all'attualità più fresca, uno come Youn ha un legato eccellente, e in una linea come la sua un'espressione assorta trova una realizzazione compiuta.
Non è un rilievo vociologico, ma proprio espressivo. : Sig :
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Re: Paata Burchuladze

Messaggioda pbagnoli » dom 05 giu 2011, 18:14

Alberich ha scritto:Non nascondo che il video postato è assai al di sopra della routine di questo cantante.
Però.
Prima di tutto io lo ricordo in un Hovanskij assolutamente deprimente alla Scala qualche tempo fa. Quindi dire che ha trovato il personaggio della vita mi pare un po' azzardato.

Mhm sì, forse hai ragione.
In realtà mi sono lasciato trascinare dall'entusiasmo di una performance strepitosa. Questo breve spezzone, per di più in bassa definizione, non rende bene l'idea

Alberich ha scritto:Secondo: d'accordo, è bravo: si muove bene in scena. Ma a me non pare un'interpretazione illuminante, tutto forte...diciamo tutto urlacchiato. Il confronto con Kocerga (cantante che mi è sempre molto piaciuto, a differenza del georgiano) mi pare impietoso, pur essendo abbastanza al limite come Dosifej.

Anche Kotscherga è bravissimo, non c'è dubbio; ma è un personaggio completamente diverso dal solito cui siamo abituati per Dosifey. Io alla Scala vidi, per la prima volta, Ghiuselev. Erano i primi Anni Ottanta, se non ricordo male, e lui faceva un personaggio assolutamente tradizionale. Era bravissimo, carismatico, ieratico: tutto quello che siamo abituati associare a Dosifey.
Messo qui, in questo contesto, non avrebbe senso. E idem Kotscherga in uno spettacolo tradizionale con un'impostazione classica: i suoi limiti verrebbero fuori alla grandissima.
Lo stesso Burchuladze: il suo Khovanski è un cialtrone clamoroso. Nella recensione in home adombro il sospetto che Tcherniakov ne abbia fatto una specie di generale ceceno, una via di mezzo fra un arruffapopoli e un terrorista: e guarda che non sto facendo valutazioni morali, mi limito a constatare l'impostazione del regista. Peraltro il buon Ivan non è un personaggio da cui ci si aspettano finezze di fraseggio: non ce le aveva nemmeno Krivchenya, o Ghiaurov, o Elenkov, o Haugland. L'unico che esce un po' dagli schemi è Bulat Minjelkiev con Gergiev: infatti quasi non ci si accorge che ci sia.
Non è che voglio convincerti, eh?...

Alberich ha scritto:(Ma Golicin è Claudio Bisio? :mrgreen: )

...sai che l'avevo pensato anch'io?... 8)
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Re: Paata Burchuladze

Messaggioda pbagnoli » dom 05 giu 2011, 18:15

Tucidide ha scritto:
pbagnoli ha scritto:Bastasse il legato a fare un cantante verdiano... :roll:

Non solum... sed etiam! :D
Per restare all'attualità più fresca, uno come Youn ha un legato eccellente, e in una linea come la sua un'espressione assorta trova una realizzazione compiuta.
Non è un rilievo vociologico, ma proprio espressivo. : Sig :

Vero, Youn è bravissimo ed è uno dei miei cantanti preferiti.
Eppure, se devo stare a questo video, Burchuladze mi sembra nettamente più convincente come cifra verdiana che in altre cose che gli ho sentito fare
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Re: Paata Burchuladze

Messaggioda Alberich » dom 05 giu 2011, 18:17

Tucidide ha scritto:


Sperote o fighi! : Thumbup :
Burchuladze è l'unico cantante che ho fischiato nella mia carriera di spettatore.
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Re: Paata Burchuladze

Messaggioda Alberich » dom 05 giu 2011, 18:21

pbagnoli ha scritto:Erano i primi Anni Ottanta, se non ricordo male, e lui faceva un personaggio assolutamente tradizionale. Era bravissimo, carismatico, ieratico: tutto quello che siamo abituati associare a Dosifey.
Messo qui, in questo contesto, non avrebbe senso. E idem Kotscherga in uno spettacolo tradizionale con un'impostazione classica: i suoi limiti verrebbero fuori alla grandissima.
Lo stesso Burchuladze: il suo Khovanski è un cialtrone clamoroso. Nella recensione in home adombro il sospetto che Tcherniakov ne abbia fatto una specie di generale ceceno, una via di mezzo fra un arruffapopoli e un terrorista


Sul fatto che abbiano tentato una strada nuova per Dosifej non ci piove, ho trovato esaltante lo spezzone proprio per questo: altro che sguardo in alto e occhio a palla!
Hovanskij mi pare molto più tradizionale come impostazione, ma sono curioso, a questo punto, di vedere il DVD.
Visto così, comunque, potrebbe essere tanto un mafioso ceceno quando un petroliere o un altro oligarca russo.
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Re: Paata Burchuladze

Messaggioda pbagnoli » dom 05 giu 2011, 18:22

Alberich ha scritto:
Tucidide ha scritto:
Sperote o fighi! : Thumbup :
Burchuladze è l'unico cantante che ho fischiato nella mia carriera di spettatore.
: Chessygrin :
Su Zaccaria ovviamente non posso che darti ragione: è assolutamente tetragono.
Oltre a ciò, Burchuladze è totalmente estraneo alle ragioni quasi belcantistiche del primo Verdi
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Re: Paata Burchuladze

Messaggioda wverdi1980 » dom 05 giu 2011, 19:19

pbagnoli ha scritto:
wverdi1980 ha scritto:Concordo con Tucidide.


Complice l'allestimento "sobrio", in cui lo studio di Filippo fa concorrenza alle stanze del Vittoriale, non mi sembra si possa definire una grande prova verdiana... Burchuladze ha tutte le note della parte, senza dubbio, ma il fraseggio? Da "se il serto regal" in poi mi sembra che il legato sia faticosissimo...Resta il fatto che la critica lo ha bistrattato spesso ingiustamente.

Le tue osservazioni sono assolutamente corrette e pertinenti.
E concordo con te su questo allestimento, davvero d'altri tempi quanto a ciarpame kitsch...
Ma, almeno per quanto concerne questo spezzone, mi vedo costretto a dissentire garbatamente: qui, a mio parere, Burchuladze trova un tono assorto e pensoso che si adatta magnificamente a una meditazione. E quindi, quanto a questo specifico aspetto, secondo me una gran bella prova verdiana.
Bastasse il legato a fare un cantante verdiano... :roll:


No, certamente, però ad un buon legato dovrebbe essere connessa la capacità di fraseggiare in maniera espressiva, che è quanto io non riesco a ravvisare nel Filippo di Burchuladze. Per carità, io non sono "vociomane" e posso tranquillamente ammirare un cantante senza "l'oro di Verdi in bocca": però in questo caso mi sembra che il tentativo di creare un'autentica atmosfera di meditazione sia ostacolato dalla mancanza di sfumature e da una adesione, per così dire, "meccanica", alla partitura e ai suoi tempi. L'interprete non respira con i violoncelli, non vive "dal di dentro" il testo musicale. E' vero, senza dubbio nell'attacco si sentono sonorità più sfumate di quelle che si è abituati a sentire dalla voce del basso georgiano, e anche la recitazione sembra un po' più viva..."pur non basta", almeno secondo il mio modesto avviso. Quali sono le parole del testo che sceglie di illuminare, quelle a suo parere portatrici di significato? Io non riesco a capire a quali fattori voglia dare più peso, mi sembra genericamente assorto, ma non autenticamente partecipe. Naturalmente può essere benissimo un mio limite! Grazie per l'attenzione :) .
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Re: Paata Burchuladze

Messaggioda pbagnoli » dom 05 giu 2011, 20:29

wverdi1980 ha scritto:
No, certamente, però ad un buon legato dovrebbe essere connessa la capacità di fraseggiare in maniera espressiva, che è quanto io non riesco a ravvisare nel Filippo di Burchuladze...L'interprete non respira con i violoncelli, non vive "dal di dentro" il testo musicale... E' vero, senza dubbio nell'attacco si sentono sonorità più sfumate di quelle che si è abituati a sentire dalla voce del basso georgiano, e anche la recitazione sembra un po' più viva..."pur non basta", almeno secondo il mio modesto avviso

Giusto e sacrosanto.
Personalmente però non ricordo tanti cantanti in cui si senta con tutta questa efficacia il respiro con i violoncelli. Forse qualche vecchia incisione di Plançon, perché per lo più mi sembra di aver ascoltato onesti professionisti.
A teatro io sarei stato molto contento di sentire una performance così ma sono d'accordo con te: è questione di gusti
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Re: Paata Burchuladze

Messaggioda wverdi1980 » dom 05 giu 2011, 22:03

Aggiungo dell'altro, il bellissimo quartetto:

http://www.youtube.com/watch?v=1bX1RXxgAGc

Credo possa essere interessante un raffronto con un'esecuzione del 1986, in cui il personaggio era veramento sbozzato e quasi tagliato con l'accetta, ma era in miglior compagnia (e soprattutto senza il contorno di paccottiglia alcuna):

http://www.youtube.com/watch?v=oe_GI4_y-HU
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Re: Paata Burchuladze

Messaggioda Alberich » dom 05 giu 2011, 22:17

wverdi1980 ha scritto: Credo possa essere interessante un raffronto con un'esecuzione del 1986, in cui il personaggio era veramento sbozzato e quasi tagliato con l'accetta, ma era in miglior compagnia (e soprattutto senza il contorno di paccottiglia alcuna):

http://www.youtube.com/watch?v=oe_GI4_y-HU

Interessante, grazie!
Che giovani che erano tutti...io avevo 4 anni all'epoca.
Trovo che in questi casi andrebbero evitati come la peste i primi piani.
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