Ne abbiamo appena parlato discutendo della Khovanshchina di Monaco 2007, per cui ne approfitto per aprire un thread a lui dedicato.
Devo dire che in quel video mi ha stupito, e non poco: per come me lo ricordavo, era il basso con la voce più incredibile che io abbia mai ascoltato dal vivo e, contemporaneamente, il cantante più sciatto che si possa immaginare.
Nato il 12 febbraio 1955 a Tbilisi in Georgia, ha studiato alla Scala con Giulietta Simionato e ha vinto il concorso Voci Verdiane nel 1981.
Ecco il suo repertorio (tratto dal suo sito):
Beethoven FIDELIO Pizarro
Boito MEFISTOFELE Mefistofele
Borodin PRINCE IGOR Konchak
Gounod FAUST Méphistophélès
Halevy LA JUIVE Brogni
Mozart
DON GIOVANNI Don Giovanni (i) Commendatore
DIE ENTFÜHRUNG AUS DEM SERAIL Osmin
DIE ZAUBERFLÖTE Sarastro
Mussorgsky
BORIS GODUNOV Boris
KHOVANSHCHINA Dosifey e Ivan Khovanski
Ivan Khovansky
SALAMMBÔ Mâtho
Ponchielli LA GIOCONDA Alvise Badoero
Puccini
LA BOHEME Colline (i)
TURANDOT Timur (i)
Prokofiev THE FIERY ANGEL Inquisitor (r)
Respighi LA FIAMMA l'Esorcista (i)
Rimsky-Korsakov THE GOLDEN COCKEREL King Dodon (r)
Rossini IL BARBIERE DI SIVIGLIA Basilio (i)
Tschaikovsky
EUGENE ONEGIN Gremin (r)
YOLANTA René (r)
Verdi
AIDA Ramfis
ATTILA Attila
DON CARLO Filippo II e Grande Inquisitore
ERNANI Silva
LA FORZA DEL DESTINO Padre Guardiano
I LOMBARDI Pagano
LUISA MILLER Conte Walter
MACBETH Banco
NABUCCO Zaccaria
RIGOLETTO Sparafucile
SIMON BOCCANEGRA Fiesco
I VESPRI SICILIANI Procida
Io lo scoprii per la prima volta in disco: si trattava ovviamente del Don Giovanni di Karajan per la DGG. Mi colpì la potenza di quella voce nerissima e l'ampiezza degli armonici, anche se come cantante si intuiva totalmente privo di disciplina.
Dal vivo fu - se possibile - ancora più sconvolgente: prima come Ramfis, poi come Zaccaria, ti travolgeva con bordate di suoni potentissimi, ma stava sul palcoscenico come un paracarro e, quanto a cifra stilistica, era pressoché inesistente.
Poi di nuovo disco: la Khovanshchina di Abbado - uno dei capolavori discografici di tutti i tempi - e lui era Dosifey, ancora una volta straordinario più per mezzi che per intenzioni.
Poi l'ho un po' perso di vista: sporadicamente è rientrato nel mio orizzonte, ma non mi si è mai configurato come Artista memorabile, sino a quest'ultima Khovanshchina di Monaco, in cui tutto mi aspettavo fuorché la possibilità di trovare un cantante/attore grandioso, di potenza interpretativa straordinaria, il vero trionfatore della serata.
Vedendo la discografia, mi rendo conto di quanto Verdi abbia segnato la sua carriera; forse dovremmo ripensarci su un attimo e provare a vedere se, quando l'avevamo bollato come un non-cantante, forse eravamo stati un po' fuorviati dalla giovane età. Forse doveva solo maturare come interprete, chissà. Oppure, con Ivan Khovanski ha trovato il personaggio della sua vita...