Milano - Teatro alla Scala

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Re: Scala di Milano: l'età Lissner, luci e ombre

Messaggioda Tucidide » ven 22 apr 2011, 13:11

Maugham ha scritto:Scusa ma mi sembra di sognare. :shock: Le mode? Chiamare questi artisti è seguire le mode? Ma di cosa diavolo stiamo parlando? Siamo su OD o su Vanity Fair? : WohoW :
Scusa, se Lissner toppa i cast allora è un becero, se chiama superstar internazionali che alla Scala non hai mai visto allora segue le mode, se affronta titoli di repertorio affidandone alcuni a registi che alla Scala non erano entrati neanche in biglietteria...allora fa scelte di repertorio banali. Boh.

Ehi ehi ehi... troppa roba mi fai dire... :D
Io gli attacchi frontali a Lissner non li ho mai fatti, e le cose peggiori che gli ho rimproverato sono state i forfait a nastro dei tenori (segno di scarsa autorità) e la scelta di una sconosciuta come Carmen. Poi, in generale, il livello era bassino, ma qualche luce c'era.
Lo scorso anno ci si è scagliati contro la Walkiria inaugurale, ma io trovai comunque bello proporre un bel debuttone come quello della Stemme come Brunilde. Non è stata esaltante, brava sì, però, e d'altronde le scelte non felici di repertorio le hanno fatte tutti, dalla Cuzzoni ad oggi. Aver chiamato una come la Stemme per un Sant'Ambrogio con debutto in una parte (e che parte!) è stato comunque un bel colpo. Poi, era il resto a funzionare poco, da Wotan all'allestimento, per non parlare di Siegmund.

Scusa non eri tu che quando dissi che il Josè di Kaufmann era ormai una terza visione replicasti (penso giustamente) che anche i milanesi avevano il diritto di sentir il tenorissimo nella parte?

Sì, certo, e lo confermo. Così come va benissimo sentire la Manon della Dessay, la Donna Anna della Netrebko e il Leporello di Terfel! Ca...spita se va bene!
Ma se nella stagione ci fosse stato anche solo un debutto, mica di più, sarebbe stato l'optimum.
All'estero i debutti si fanno, e sono poi le produzioni che fan parlare di più... Sul blog della Cieca (credo che lo conosciate tutti), quindi in America, hanno seguito spasmodicamente la Bolena della Netrebko da Vienna. Dubito che avrebbero fatto lo stesso se invece di Anna Bolena avesse cantato Manon o Violetta. :wink: Chi si è assicurato questo debutto ha avuto fiuto, al di là dei risultati artistici.
Visto che Marco l'ha citata sopra, vogliamo scommettere che fra dieci mesi la debuttante Ariadne della Fleming di Baden Baden sarà presa d'assalto? : Chessygrin : Se invece di Ariadne le facessero cantare Capriccio, sarebbe pur sempre una bella cosa, ma meno interessante. Come disse il paracadute, non so se... insomma, avete capito!
Poi, certo, ha ragione senza dubbio il mio omonimo Mattioli:
mattioli ha scritto:Non ci sono i grandi debutti, è vero, ma ormai è assodato che nessun grande cantante debutta una parte pericolosa alla Scala: sai che gusto farsi fischiare "a prescindere" da quattro fessi.

Messa così, però, non mi convince la cosa. Villazon non ha raccolto le imbarcate d'acqua che avrebbe potuto ricevere come Nemorino. E Kaufmann ha trionfato come Josè. Questo significa che, in fondo in fondo, i fischi del loggione non sono "a prescindere", ma esiste un modo per evitarli. Come? Premesso che non sono il sovrintendente della Scala, non ne percepisco l'emolumento corrispondente e non ne possiedo le competenze, direi a naso che la soluzione sia cercare ruoli consoni ai cantanti in questione. Anche (e sottolineo: anche) per i debutti. : Thumbup :

Per il resto, a me dei titoli, del repertorio interessa moooolto poco. Una stagione è bella per gli artisti coinvolti, non per i titoli. Si possono fare meraviglie con Tosca, Traviata, Carmen, Aida e Rigoletto, e toppare di brutto con Rameau, Cavalli, Janacek, Strauss e Glass.
Sui registi, ripeto, stiamo messi decisamente bene, quest'anno. Niente da dire se non: benissimo!
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Scala di Milano: l'età Lissner, luci e ombre

Messaggioda mattioli » ven 22 apr 2011, 13:24

"L'impressione e' che stante l'incertezza dei conti pubblici non si possano permettere spettacoli con posti vuoti".


Oh, non arrabbiarti :shock: . Mica ce l'avevo con te. Semplicemente, non avevo letto.
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Re: Scala di Milano: l'età Lissner, luci e ombre

Messaggioda Alberich » ven 22 apr 2011, 13:32

mattioli ha scritto:
"L'impressione e' che stante l'incertezza dei conti pubblici non si possano permettere spettacoli con posti vuoti".


Oh, non arrabbiarti :shock: . Mica ce l'avevo con te. Semplicemente, non avevo letto.
Ciao : Thumbup :
AM


Ma figurati se mi arrabbio...puntualizzavo. : Chessygrin : Su un forum moderato da Mat si impara a perseverare finche' non si ottiene ragione. : CoolGun :
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Re: Scala di Milano: l'età Lissner, luci e ombre

Messaggioda pbagnoli » ven 22 apr 2011, 16:22

mattioli ha scritto:
Capitolo voci. Qui non c’è molto da dire perché ci sono quasi tutti quelli che vale la pena di ascoltare (ma manca quello che vale la pena di ascoltare più di tutti: Kaufmann). Se pensiamo che la Netrebko e la Garanca siano due dilettanti allo sbaraglio che sono lì solo perché sono gnocche la discussione è già finita, anche perché non vale davvero la pena di farla.

E' vero: è un peccato l'assenza di Big Jonas, tanto più se si considera che il nome tenorile più "prestigioso" - il virgolettato in questo caso è obbligatorio - sarebbe quello di Alvarez.
Quanto alla Netrebko e alla Garanca, c'è solo un'esigua minoranza che pensa che stiano facendo la carriera che fanno solo grazie ai loro caratteri sessuali secondari: ed è una minoranza solo italiana, il che fa riflettere, non credi?...
No, credo che qui possiamo continuare a parlarne tranquillamente

mattioli ha scritto: Non ci sono i grandi debutti, è vero, ma ormai è assodato che nessun grande cantante debutta una parte pericolosa alla Scala: sai che gusto farsi fischiare "a prescindere" da quattro fessi.

Sai, Alberto, ci ho pensato molto.
Una volta ero convinto che i grandi cantanti fossero impauriti dai rischi dei fischi preconcetti dei soliti quattro coglioni, ma poi ci ho ripensato.
I fischi alla Scala (e non solo) sono sempre esistiti: è la Storia stessa che ce lo insegna. Di più: nella loro parzialità, non hanno mai guardato in faccia a nessuno. Pensare che i fischi siano prerogativa solo di quattro poveri mentecatti è sbagliato, perché vuol dire dar loro un'importanza che nessuno in realtà pensa di attribuire loro. E' per questo che io non me la sentirei di buttare la croce addosso a nessuno dei gruppuscoli di onanisti che, per sentirsi grandi, parlano male di cantanti osannati ovunque. Lo vogliono fare? Che lo facciano. Se non ci fossero, se ne sentirebbe la mancanza: un po' come la pioggia sul Regno Unito, o il puzzo del Lambro a Melegnano (si parva licet).
Il discorso secondo me era un altro: il fatto di avere i fischi già prenotati nel contesto di una produzione di infimo valore. Quello sì che era un contesto degradante, e che ci rende ragione del perché un cantante non avesse voglia di farsi vedere dalle parti di Milano. La stessa Dessay rinunciò qualche anno fa a una Fille du régiment in cui le era stata promessa la produzione di Pelly e poi cercarono di rifilarle quella vecchia, brutta e polverosa di Zeffirelli: era oggettivamente troppo, no?
Quello che mi entusiasma è che, stavolta, a fronte dei fischi già prenotati - e lo sappiamo - ci sono però produzioni sulla carta talmente esaltanti che il fischio, tutt'al più, potrà essere considerato un suggello alla stupidità di chi lo pratica
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Re: Scala di Milano: l'età Lissner, luci e ombre

Messaggioda mattioli » ven 22 apr 2011, 21:39

Su questo, scusa Bagnoli, non sono d'accordo. Premetto che, in realtà, il mio intervento era incentrato su un altro aspetto della questione. E lasciami aggiungere, a scanso di polemiche, che io credo assolutamente che fischiare sia lecito. Sì, è vero che con il biglietto si compra anche il diritto di protestare. Quindi sono contrarissimo a blindature del loggione tipo quelle che si facevano nel Ventennio.

Detto questo, inviterei a non sottovalutare l'impatto che ha un fiasco alla Scala, anche se è un impatto solo mediatico. Una delle difficoltà in cui vive il teatro milanese è questa: da un lato, non è più fondamentale per consacrare una carriera, quindi uno può diventare benissimo uno dei maggiori artisti viventi avendoci cantato poco o punto (e infatti Dessay, Netrebko, Kaufmann, Garanca sono lì a dimostrarlo); dall'altro, però, il nome Scala, inteso proprio come marchio, griffe, logo, continua a contare. Magari solo presso chi non sa, percui se la Netrebko sarà fischiata nel Don Giovanni per agenti, teatri, case discografiche e critica internazionale resterà la Netrebko. Però tutti i giornali del mondo scriveranno che è stata fischiata alla Scala.

Un amico degnissimo di fede mi ha raccontato che quando una celebre primadonna molto amata su questo sito fu fischiata alla Scala in un titolo donizettiano, lui fu svegliato all'alba da una telefonata dall'America di un agente non meno celebre che gli chiedeva cosa era successo alla Scala. Vedi, non è facile spiegare a New York o a Mosca che in realtà il pubblico della Scala NON è quei quattro discepoli di Onan e, anzi, stando a quel che mi raccontano, li ha pure mandati affanbeep!

D'accordissimo, invece, sul fatto che regie meno archeologiche servano anche a recuperare non solo i grandi nomi del canto, ma soprattutto i grandi nomi del canto più consapevoli dell'evoluzione storica del loro mestiere. Perché per un Alvarez va bene o forse va pure meglio cantare nella Bohème di Zeffirelli; ma una Dessay cui viene proposta la Fille di Zeffirelli risponderà giustamente che se la canti qualcunaltra (anzi, una delle mie discussioni più vivaci con Lissner vertè proprio su questo...).

Ah, e naturalmente buona Pasqua a tutti. Ditemi cosa di operistico vi piacerebbe trovare nell'ovetto...
Salutissimi
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Re: Scala di Milano: l'età Lissner, luci e ombre

Messaggioda pbagnoli » sab 23 apr 2011, 9:02

mattioli ha scritto: Su questo, scusa Bagnoli, non sono d'accordo. Premetto che, in realtà, il mio intervento era incentrato su un altro aspetto della questione. E lasciami aggiungere, a scanso di polemiche, che io credo assolutamente che fischiare sia lecito. Sì, è vero che con il biglietto si compra anche il diritto di protestare. Quindi sono contrarissimo a blindature del loggione tipo quelle che si facevano nel Ventennio.
Detto questo, inviterei a non sottovalutare l'impatto che ha un fiasco alla Scala

Lo so, Alberto: anche con Matteo ce lo siamo detti un sacco di volte.
Decaduta finché vuoi, va bene, ma la Scala ha ancora un "peso" notevole: crollare alla Scala fa rumore, fa casino. E tanto, anche.
E d'accordo con te - e con tutti, ovviamente - sul fatto che chi paga ha il sacrosanto diritto di contestare. A ragion veduta, però: non preventiva.
Quello che contesto, nella fattispecie, è un problema duplice, ed è una domanda che rivolgo con un "tu" generico a te, ignoto fischiatore:
:arrow: pensi che lo spettacolo faccia cagare a prescindere? Sì? E allora, perché ci vai? Per farti del male? Oppure, come insinuo subdolamente io, per poter parlar male di uno spettacolo?
:arrow: se è vero quello che dici - cioè il sacrosanto diritto di fischiare uno spettacolo che non ti piace (io non l'ho mai fatto, piuttosto non applaudo, ma ammetto che qualcuno possa essere contento di fischiare) - perché ti prepari a farlo prima di vedere e ascoltare? Risposta: perché sei in malafede
E allora, poste queste premesse, cosa dobbiamo fare?
Ci fidiamo dell'intelligenza di un cantante che se ne frega di queste premesse e viene lo stesso a giocarsela.
Qual'è la strada? Offrirgli sul piatto della bilancia lo spettacolo storico, quanto meno nelle premesse.
E lo spettacolo storico oggi lo fai mettendo insieme il parterre royale di cantanti e il regista di grido.
E poi, puoi fare come a Bayreuth: sai già che ti prenderai i fischi - perché fanno parte delle regole d'ingaggio - ma intanto ci sei; sei lì, hai cantato a Bayreuth, e questo - che ben ne dicano i detrattori a tutti i costi - ha ancora un suo perché, un significato, un'importanza. Ricordo l'unica volta che ci sono stato con il Grasso Messere che, alla fine della perorazione di Sachs, scattarono fischi e buuh contro Katharina, la regista, che avanzò sul proscenio con un sorriso smagliante a prenderseli tutti.
Diversa la situazione di una Urmana fischiata in un'orribile produzione di Aida per aver steccato orribilmente i Cieli azzurri; così come Lantsov, fischiato dopo un tremendo Otello in cui voleva scappare durante il Sì per ciel marmoreo giuro, trattenuto solo da Bruson; e tutta una serie di altre figuracce cui ho assistito nella mia carriera di spettatore.
La Scala è pericolosa? Sì, forse. E lo è ancor di più adesso, in tempi di grande diffusione mediatica.
Se continuiamo a pensarlo, la diamo vinta ai seguaci di Onan con il fischietto pronto.
L'unico sistema è quello di proporre produzioni talmente outstanding da accogliere in sé e annullare tutte le contestazioni preconcette.
Io almeno la vedo così


mattioli ha scritto: Ah, e naturalmente buona Pasqua a tutti. Ditemi cosa di operistico vi piacerebbe trovare nell'ovetto...
Salutissimi
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Il DVD del Tristano di Zurigo con la Stemme e la regia di Guth.
Non sono riuscito a vederlo a teatro, ma il Divino me l'ha così tanto magnificato da rendermelo indispensabile.
E, ovviamente, auguri anche a te e alla tua famiglia
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Re: Scala di Milano: l'età Lissner, luci e ombre

Messaggioda mattioli » sab 23 apr 2011, 10:48

Sì, su questo posso essere d'accordo. Per esempio ricordo la prima dell'ultimo Elisir d'amore. Si sentiva palpabile la voglia di fischiare Villazon, peraltro stra-annunciata nelle consuete recensioni preventive. Lo spettacolo era però talmente bello che dopo la "Furtiva lagrima" eseguita, diciamo così, decentemente (ma Villazon, sempre grande artista, come Nemorino era l'ombra di se stesso), il pubblico è scattato in un grande appaluso e i fischi sono rimasti in gola ai soliti noti. I quali, peraltro, si sono vendicati buando subito dopo la povera Machaidze perché aveva la colpa gravissima di non essere la Pagliughi.

La cosa curiosa, per me, è che poi non venga fischiato chi se lo merita davvero. Dopo l'ultima Aida, credo la più indecente, vergognosa produzione d'opera vista da molti anni, Zeffirelli venne applaudito invece che sommerso dei fischi che forse gli avrebbero fatto scattare l'idea di andare, finalmente, in pensione. E quando, ai non meno indecenti Puritani di Bologna, io mi misi a ridere vedendo le pagliacciate di Pier'Alli ci fu pure una povera vegliarda che mi chiese cosa avevo da ridere. Ma, si sa, questi sono registi e la cultura scenica dei fischiatori di professione è ferma al costume bello o brutto...

Però vedi, Bagnoli, dopo un po' quest'atmosfera stanca. Stanca frequentare un teatro dove ogni sera va in scena il giudizio di Dio, dove non siamo mai qui per divertirci ma sempre per litigare, dove sei ostaggio di quattro persone che credono di essere vive perché fischiano e di colleghi (e soprattutto colleghe) che poi il giorno dopo scrivono di catastrofi alla Scala (le stesse, peraltro, che dopo un Don Giovanni dove Muti fu chiamato alla ribalta UNA volta scrissero di trionfo). Io mi sono un po' stufato e quindi sono contento di fare qualche anno di cura disintossicante dalla Scala (e chi se ne frega? Nessuno, giustamente. Ma lo scrivo lo stesso, perché un blog è anche un po' una seduta dallo psicanalista, solo che costa di meno...).

Ah, dimenticavo:

Il DVD del Tristano di Zurigo con la Stemme e la regia di Guth


Beh, io ce l'ho (oltre ad aver visto lo spettacolo: semplicemente sconvolgente). Chissà, se un giorno ci incontreremo, se ti comporterai bene, se sarò di buonissimo umore, magari, forse, eventualmente potrei proprio fartene una copia...
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Re: Scala di Milano: l'età Lissner, luci e ombre

Messaggioda Maugham » sab 23 apr 2011, 11:49

mattioli ha scritto:
Ah, e naturalmente buona Pasqua a tutti. Ditemi cosa di operistico vi piacerebbe trovare nell'ovetto...
Salutissimi
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Caro Alb io il regalinio l'ho già trovato e non ho aspettato Pasqua
Sto ascoltando il Siegmund di Kaufmann messo in rete quando l'opera non era ancora finita.
Siamo vicini alla stratosfera. Peccato la Westbroek malata e, in seguito, sostituita.
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Re: Scala di Milano: l'età Lissner, luci e ombre

Messaggioda pbagnoli » sab 23 apr 2011, 12:09

mattioli ha scritto: Sì, su questo posso essere d'accordo. Per esempio ricordo la prima dell'ultimo Elisir d'amore. Si sentiva palpabile la voglia di fischiare Villazon, peraltro stra-annunciata nelle consuete recensioni preventive. Lo spettacolo era però talmente bello che dopo la "Furtiva lagrima" eseguita, diciamo così, decentemente il pubblico è scattato in un grande appaluso e i fischi sono rimasti in gola ai soliti noti. I quali, peraltro, si sono vendicati buando subito dopo la povera Machaidze perché aveva la colpa gravissima di non essere la Pagliughi.

O la Rethberg...
Eheheh, la si sapeva 'sta storia di Villazon e del fischio di ripiego sulla Machaidze.
Sai, poi, vuoi mettere? Osar cantare Adina - ruolo carismatico quant'altri pochi - a distanza di cinquant'anni dall'ultima interprete attendibile. Ma siamo matti?... :D

mattioli ha scritto:La cosa curiosa, per me, è che poi non venga fischiato chi se lo merita davvero. Dopo l'ultima Aida, credo la più indecente, vergognosa produzione d'opera vista da molti anni

Assolutamente d'accordo: uno spettacolo ripugnante.
Come spettatore medio mi sentii offeso all'idea che la Sovrintendenza e il regista mi giudicassero talmente imbecille da propinarmi uno spettacolo così

mattioli ha scritto:Stanca frequentare un teatro dove ogni sera va in scena il giudizio di Dio, dove non siamo mai qui per divertirci ma sempre per litigare, dove sei ostaggio di quattro persone che credono di essere vive perché fischiano e di colleghi (e soprattutto colleghe) che poi il giorno dopo scrivono di catastrofi alla Scala (le stesse, peraltro, che dopo un Don Giovanni dove Muti fu chiamato alla ribalta UNA volta scrissero di trionfo).

Il giudizio di Dio non lo cerchiamo noi: non lo abbiamo mai cercato.
Il Grasso Messere e il Divino in veste di co-amministratori, e tutti i foristi che a vario titolo si sono avvicendati a scrivere qui sopra, sanno benissimo che quello che cerchiamo non è l'Assoluto - che comunque, se capita, schifo non ci fa - ma il bello, l'adeguato, al limite anche l'outstanding. Sono altri che cercano sempre l'ordalia, che si appostano come gufi a teatro (quando trovano i biglietti), ma in mancanza la radio va benissimo, per poter ridere e fischiare. Perché lo fanno? Perché esercitano il loro diritto. Perché gli piace. Perché si sentono vivi. Perché nessuno canta bene. Perché vogliono insegnare al mondo il canto professionale. Perché il canto, ai loro tempi, l'era un'altra roba.
E guarda, l'ho detto e lo ribadisco: non è prerogativa dei soli devoti del biblico Onan. Ricordo alla fine degli Anni Settanta, s'eri un fiulèt (come si dice qui a Milano), andai alla Scala per Pag&Cav con una (bella) regia di Zeffirelli e con Domingo nei due ruoli tenorili. La maschera che controllò i nostri biglietti accostò la mano al volto con fare confidenziale e disse a me e alla mia mamma: "Siete qui per Domingo? Bella roba! Domingo è finito. Fi-ni-to. Sta smettendo di cantare perché è sfiatato, non ha più voce. Dura minga. Queste saranno le ultime recite che farà, poi si ritira" :D :D :D
E quanti giudizi di Dio ci sono stati alla Scala, quando gli attuali...giudici erano ancora alle prese con il biberon o, al limite, con i primi atti impuri adolescenziali?
Ma sì, Alberto, in fondo fa parte del rito scaligero.
Pensiamo a tutti coloro che sappiamo essere stati fischiati alla Scala: la Storchio, Puccini, la Callas, Karajan, Freni, Scotto, Pavarotti, non se n'è salvato nessuno.
Ci hanno smenato così tanto nella loro carriera, alla fine dei conti?
Certo che no.
Quindi ribadisco: lasciali blaterare sulle loro stronzate, perché di questo si tratta. Stronzate. Ci aspetta una signora stagione. Qualcuno ha preparato il fischietto? Eh, capirai! Se è sopravvissuto Karajan...

mattioli ha scritto: Io mi sono un po' stufato e quindi sono contento di fare qualche anno di cura disintossicante dalla Scala (e chi se ne frega? Nessuno, giustamente. Ma lo scrivo lo stesso, perché un blog è anche un po' una seduta dallo psicanalista, solo che costa di meno...).

Il che andrebbe bene, se questo fosse un blog.
Ma questo è il forum di un sito.
Il blog è un'altra cosa :D

mattioli ha scritto:Ah, dimenticavo:

Il DVD del Tristano di Zurigo con la Stemme e la regia di Guth


Beh, io ce l'ho (oltre ad aver visto lo spettacolo: semplicemente sconvolgente). Chissà, se un giorno ci incontreremo, se ti comporterai bene, se sarò di buonissimo umore, magari, forse, eventualmente potrei proprio fartene una copia...
Buona Pasqua a tutti : Love :

AM

Io sono buono, buonissimo.
Se un giorno ci incontreremo, se sarai di buon umore, se sarà la giornata giusta, se il Grasso Messere avrà appetito, se il sole splenderà alto nel cielo, portati dietro la copia...soprattutto se chi me l'ha promessa l'altro giorno non me l'avrà ancora data!!!
Pietro
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Re: Scala di Milano: l'età Lissner, luci e ombre

Messaggioda Tucidide » sab 23 apr 2011, 12:26

Maugham ha scritto:Sto ascoltando il Siegmund di Kaufmann messo in rete quando l'opera non era ancora finita.
Siamo vicini alla stratosfera. Peccato la Westbroek malata e, in seguito, sostituita.
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Intendi il II atto su OS?
Si trova anche parte del I atto, registrato alla prova generale. : Captain :
Kaufmann vi è un Siegmund laudabilissimo, che fra l'altro, gioia vociomane residua, spara due "Wälse" eccellenti. : Cowboy :
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Re: Scala di Milano: l'età Lissner, luci e ombre

Messaggioda Maugham » sab 23 apr 2011, 13:06

Tucidide ha scritto:
Maugham ha scritto:Sto ascoltando il Siegmund di Kaufmann messo in rete quando l'opera non era ancora finita.
Siamo vicini alla stratosfera. Peccato la Westbroek malata e, in seguito, sostituita.
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Intendi il II atto su OS?


No intendo il primo della prima di ieri :D Integrale.
Adesso sto scaricando il III
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Re: Scala di Milano: l'età Lissner, luci e ombre

Messaggioda VGobbi » dom 24 apr 2011, 10:36

Tucidide ha scritto:Kaufmann vi è un Siegmund laudabilissimo, che fra l'altro, gioia vociomane residua, spara due "Wälse" eccellenti. : Cowboy :

Quanto durano i due "Walse"? : CoolGun :
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Scala di Milano: l'età Lissner, luci e ombre

Messaggioda Riccardo » dom 24 apr 2011, 11:45

VGobbi ha scritto:
Tucidide ha scritto:Kaufmann vi è un Siegmund laudabilissimo, che fra l'altro, gioia vociomane residua, spara due "Wälse" eccellenti. : Cowboy :

Quanto durano i due "Walse"? : CoolGun :

Praticamente come tutta l'opera
Ich habe eine italienische Technik von meiner Mutter bekommen.
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Re: Scala di Milano: l'età Lissner, luci e ombre

Messaggioda pbagnoli » dom 24 apr 2011, 11:59

VGobbi ha scritto:
Tucidide ha scritto:Kaufmann vi è un Siegmund laudabilissimo, che fra l'altro, gioia vociomane residua, spara due "Wälse" eccellenti. : Cowboy :

Quanto durano i due "Walse"? : CoolGun :

Una questione che non esiterei a definire essenziale
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Re: Scala di Milano: l'età Lissner, luci e ombre

Messaggioda Maugham » dom 24 apr 2011, 12:02

pbagnoli ha scritto:
VGobbi ha scritto:
Tucidide ha scritto:Kaufmann vi è un Siegmund laudabilissimo, che fra l'altro, gioia vociomane residua, spara due "Wälse" eccellenti. : Cowboy :

Quanto durano i due "Walse"? : CoolGun :

Una questione che non esiterei a definire essenziale


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