L'artista e il passatismo.
Norma Desmond è uno dei più grandi personaggi mai immaginati, secondo me.
NOn ha la complessità di ceri ruoli operistici: in fondo è semplice, ma la sua amarezza cosmica (espressa con la semplicità di un'attrice rifiutata dal tempo, o meglio che "rifiuta" il tempo) la può avvicinare al personaggio di Marie Therese, di cui abbiamo recentemente parlato.
Ma anche a Emilia Marty...
Il suo è il dramma di chi "resta indietro".
E' un dramma che probabilmente vivono anche i famosi "passatisti" del pubblico sui quali abbiamo spesso discusso (categoria che nel film di Wilder potrebbe essere rappresentata dal dolcissimo maggiordomo Max, che vede con chiarezza lo sfacelo della donna che venera e a cui si è consacrato, ma lo nega come per proteggerla e per proteggere sè stesso, il senso della propria vita).
Il "passatismo" è un atteggiamento di grande poesia, sempre che non diventi aggressività da "spirito che nega", lamento di vecchi, o voglia di impedire a chi è più giovane il diritto di respirare a pieni polmoni il proprio tempo.
E' un bisogno (umanissimo) di restare legati a quella parte della nostra vita in cui ci si sentiva davvero vivi.
E' una reazione che molti di noi provano, invecchiando, di fronte alla sensazione di non contare più, di non essere all'altezza del presente, di non essere più considerato o capito dai "giovani d'oggi".
Ma quello su cui vorrei richiamare la vostra attenzione è il fatto che si può essere "passatisti" anche dall'altra parte della barricata, cioè non solo come "pubblico", ma anche come "artisti".
In questo caso però (ma attenzione, solo se l'artista "passatista" è un grande) può essere un valore aggiunto, un modo per rendere giustizia a personaggi che - come quelli che abbiamo citato - sono a loro volta passatisti e soffrono dello stesso scollamento col presente o dell'avanzare ineluttabile del tempo.
Non era forse una super-passatista la Olivero, che replicava i suoi modini da telefoni bianchi, i suoi sospiretti incipriati, i suoi modi distinti da matura signora pia e per bene in anni in cui imperversava la Contestazione?
Ma era così interessante proprio per questo (certo, quando non cantava Tosca o Minnie... ma quando regalava certe gemme i raffinatissimo "passatismo" come la Medium, Fedora, Madre Marie, Francesca da Rimini, la Guerra, la Visita della Vecchia Signora di Heinem, le sette canzoni di Malipiero, la Voix Humaine...)
Passatista era anche la sublime Gloria Swanson quando, interpretanto "Viale del Tramonto" di Billy Wilder, ha dato vita a una delle incarnazioni più incredibili della storia del Cinema.
Era proprio il suo essere irrimediabilmente "altro" (come attrice e come artista) rispetto al presente di allora, il suo rappresentare un universo finito, tramontato a renderla così speciale: lo stridore fra la sua recitazione e quella (modernissima per l'epoca) di William Holden.
Al contrario Glenn Close (creatrice dell'omonimo Musical di Lloyd Webber nel 1993) non mi pare affatto convincente.
Perché, per brava che sia (anche a cantare), è troppo "parte" della contemporaneità: da tutto si capisce che lei "recita" la parte della passatista, ma con la fierezza di chi passatista non si sente affatto, anzi si sente una che ha sposato tutte le evoluzioni del nostro tempo, tutte le conquiste espressive della più moderna cinematografia, e ci ha vissuto dentro.
Le ragioni stesse del personaggio vengono a mancare.
E' anche una questione di canto?
Non so... ma io credo che, se c'è un personaggio da Musical che avrebbe senso affidare a una cantante d'opera, è proprio Norma Desmond di Andrew Lloyd Webber, proprio per la patina "antica" che l'emissione operistica si porta dietro.
Se si sfoglia Youtube, si trovano video bellissimi di grandi dive di Broadway alle prese con la più celebre aria del personaggio "With one look" (vi consiglio se vi interessa Betty Buckley, la più impressionante, o Patti luPone); io invece vi propongo questo brano cantanto da Kiri te Kanawa, che - guarda caso - è stata una grande Marescialla.
Dal punto espressivo si potrebbe anche trovare limitato, e anche dal punto di vista vocale ...la Te Kanawa del 1999 non è più un fulmine di guerra.
Eppure l'effetto del suo canto (forgiato su modelli antichi: la Schwarzkopf, la Della Casa...) è commovente e efficacisimo in un musical degli anni '90.
http://www.operadisc.com/audio3.php?id=269
Secondo voi quale diva operistica di oggi potrebbe fare bene questa parte?
Lo so... lo so... Qualcuno avanzerà il nome della Fleming!
Tecnicamente sarebbe perfetta, ma io credo che "reciterebbe" la parte di Norma Desmond, convintissima in fondo di essere l'avanguardia fatta persona.
Io pensavo piuttosto a Felicity Lott... Che ha la consapevolezza e l'autoironia, la profondità sofferta ma anche sorridente del "passatista" che sa di esserlo e osserva, senza disprezzo, anzi aderendovi, il mondo dei giovani, tutt'al più (come ha dichiarato a proposito dei suoi Offenbach con Minkosky e Pelly e un cast di nuove leve: Beuron, la Petibon) sentendosi la nonna di "quei ragazzi".
Salutoni,
Mat