Les Vepres Siciliennes (Verdi)

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Re: I Vespri Siciliani - Torino, Teatro Regio, marzo 2011

Messaggioda MatMarazzi » lun 28 feb 2011, 3:14

Vista l'ora tarda, cerco di andare per ordine.

Per primo rispondo a Ric sul problema Torino in rapporto alla Scala.


Riccardo ha scritto: contando la quantità di soldi pubblici che risucchia in più la Scala (insieme all'Opera di Roma), direi che comunque il confronto è anche proporzionalmente imbarazzante...
Il Regio fa complessivamente degli sforzi apprezzabili per garantire un determinato livello minimo nell'ambito della situazione italiana ed i risultati si vedono in un paese in cui la maggior parte dei teatri a forza di scioperare sta chiudendo (Genova), ha stagioni ridotte a sì e no due titoli (Firenze) o procede con roba di recupero (vedi Fenice).
Quel che semmai dà fastidio è la spocchia di chi strombazza questo galleggiamento come si trattasse di incredibili successi di richiamo internazionale e di storico profilo qualitativo etc etc... Tutta questa retorica ridicolizza in mezzo secondo i pur lodevoli sforzi.


Infatti il teatro regio si assesta su un livello di decorosa provincia. Appena decorosa...
Vogliamo renderne merito? d'accordo, rendiamoglielo...
Posso comunque dire che per me è poco?
L'assoluta mancanza di idee originali, di prospettive moderne, di solidi ancoraggi non si giustificano col fatto di essere in provincia.
Si può essere in provincia, si possono avere pochi soldi (ma sarà poi vero?), ma si può comunque - anzi si deve - fare ottimi lavori.
La spesso citata San Francisco di Kurt Adler aveva un ventesimo delle risorse del Met di Bing, eppure è stata per trent'anni l'avanguardia d'America e il Met la retrovia.
Torino non dà alcun contributo all'opera in Italia: non vi porta tendenze e scuole fiorite all'estero, né (cosa ancora più grave) contribuisce a crearne di nuove.
Poi si può convenire che altri in Italia fanno peggio.
E' vero, ne convengo. Ma che altri facciano peggio non è un merito.

Ha ben ragione Enrico quando scrive:
Enrico ha scritto:Il problema è che mi dà fastidio vedere annunciare tutto come grande novità, riscoperta geniale, allestimento sensazionale, ed è questo lo stile del Regio da diversi anni: non mi dirai che i cast sono migliori di quelli della Scala? anche qui i nomi sono sempre quelli, soprattutto per Rigoletti Traviate e Lucie, e spesso sono gli stessi che mi è capitato di vedere e di sentire a costi minori in altri teatri più piccoli e poveri. Anche quest'anno si riprende la Traviata di Pelly, ma hai visto il cast? perché dovrebbe venirmi voglia di spendere 80 euro per vederla? intanto la Dessay, quella per cui era nato lo spettacolo di Pelly, nel 2012 porterà al Met la Traviata di Decker.
Capisco il discorso sulla necessità di risparmiare: ma dal bilancio pubblicato sul sito il Regio non mi sembra un teatro povero, non mi intendo di economia ma si parla di una stagione del "valore" di più di 40 milioni di euro. In realtà preferirei sapere quanto vengono pagati singoli cantanti, direttori, registi, qui o altrove, ma questo non viene detto quasi mai.
Però sarebbe più onesto dire che si taglia il balletto dei Vespri per risparmiare su danzatori e coreografia, piuttosto che tirare fuori giustificazioni musicali e drammaturgiche vecchie e superatissime.


Il punto è proprio questo.
Un teatro di provincia non potrà forse permettersi star mondiali come la Netrebko (però anche la Netrebko ha fatto la sua bella e più che decennale gavetta: di lei negli ambienti si parlava in termini entusiastici molto prima che scoppiasse il suo "caso". Scritturarla allora sarebbe stato possibile oltre che poco costoso).
I cast di Torino saranno pure più "poveri" di quelli di Milano ma come scrivi tu altrettanto gaglioffi, superficiale, dozzianali... e non solo nelle Traviate e nei Rigoletti (che per inciso sono veri capolavori che sarebbe doveroso allestire sempre al meglio), ma anche nei Parsifal.
Lo dimostra il fatto che anche quando a Torino afferrano per sbaglio artisti di grido li collocano sempre in ruoli sbagliati...
Proprio Kunde (che è vero... sarà l'elemento di spicco di quei Vespri... per quanto in quest'opera si dovrebbe forse investire sugli altri personaggi) non è più e forse non è mai stato il cantante ideale per questo personaggio...
Sarà bravo e affidabile come sempre, intendiamoci, però c'è da chiedersi se è logico che un teatro periferico, una volta conquistato un artista della sua statura (prossimo, non dimentichiamolo, alla sessantina), non trovi davvero niente di meglio per lui che questo ruolo...

I cast sono importantissimi per giudicare l'operato di un teatro.
Non, come invero ingenuamente afferma il nostro solito Teo.Emme, la scelta dei titoli.
Non c'è nulla di geniale nell'allestire Parsifal e Boris... sono titoli stranoti, stracelebrati, che tutti conoscono e tutti allestiscono; anzi per certi versi è un segno di ingenuità il volerli mettere in programma anche se non si hanno i mezzi per competere con le maggiori produzioni internazionali e soprattutto la capacità di elaborare cast e scritture con un minimo di consapevolezza.

Infine Livermore (con una sola o) è un regista di serie C, mi spiace ma è così.
E lo stesso vale per Noseda.
E non c'è molto da aggiungere.

Salutoni,
Matteo

PS:
Teo.Emme ha scritto:Noseda, poi, non è l'ultimo dei cretini (ah già, peccato mortale: è italiano...e non dirige a Aix o Zurigo)

Eppure mi auguro che prima o poi tu li frequenti questi teatri...
In tutti i casi terrò a mente queste simpatiche battute, caro Teo, per quando - la prima volta che capiterai a Aix e Zurigo - farai l'ennesimo dietro-front come hai già fatto per Wagner e l'opera italiana. Allora - come ora quando parli di Wagner - passerai dalla parte completamente opposta, griderai che tutto quello che fanno a Aix e Zurigo è divino (il ché non è vero) e tutto quello che fanno in Italia è inesorabilmente schifoso... (idem) :)
Temo che sia inutile farti notare che chi non riesce a fare altro che schierarsi (prima di qua e poi di là, non importa) si perde tutto il bello della vita.
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I Vespri e il Risorgimento

Messaggioda MatMarazzi » lun 28 feb 2011, 13:23

Enrico ha scritto:Una critica la farei invece a chi ha deciso di trasmettere l'opera in televisione su Rai5: questo significa che verranno escluse da questa "celebrazione dell'Unità nazionale" tutte quelle regioni, compresa la Sicilia, che non sono ancora passate al digitale terrestre.


Non ci avevo pensato! :)
dietro alla scelta dei Vespri (a Torino e Napoli) c'è il solito bell'intento celebrativo-risorgimentale! :)
Tanto per avere il presidente, l'inno nazionale e naturalmente (il fine è questo) una bella diretta RAI.
A questo punto che importa di tradire l'opera eseguendola in italiano, nell'orribile e ben nota tradizione, con tutti i tagli più grotteschi...
Tanto serve solo per celebrare il Risorgimento, no? Serve per finire in TV... Serve per avere Napolitano...
E non vogliamo che Napolitano si annoi per le tre ore e mezza dell'opera...

Speriamo almeno che il Presidente accorso per l'evento si faccia un bel riposino durante l'opera, in modo da non accorgersi che in essa non si dà dei congiurati siciliani una descrizione particolarmente edificante. Il Verdi del 1855 non aveva già più bisogno di farsi largo con slogan patriottici e soprattutto l'immenso Scribe era abituato a offrire delle grandi competizioni storiche ritratti molto più sfumati e poco semplicistici.
Proprio come negli Ugonotti.

I Vespri Siciliani non è la Battaglia di Legnano (quella sì un'Opera veramente Risorgimentale e per inciso una gran bella opera che sarebbe stato molto più serio rappresentare... e anche più alla portata del Regio di Torino: inoltre è corta, è in italiano, non ci sono ballabili)...
Nei Vespri invece (titolo a parte) buoni e cattivi sono confusi, moralmente mescolati, secondo il tipico relativismo alla Scribe.
Se ci pensi di Monforte (che sarebbe il cattivo) si indaga l'umanità, il sentimento, persino la fragilità, il bisogno di affetto. Ne esce uno dei ritratti più umani e sofferti di tutto il corpus verdiano.
Al contrario Procida, il grande patriota, il liberatore della Sicilia, è presentato come un vecchio arido, ipocrita e calcolatore, il cui patriottismo è avvelenato dall'odio e dal fanatismo: dovrebbe essere il buono e invece è l'uomo che mente, complotta, assale alle spalle, sfrutta la santità pacificatoria di un matrimonio pubblico (che avrebbe potuto placare entrambi gli schieramenti) per scatenare un massacro contro degli indifesi.
Le affinità con San Bartolomeo descritta negli Ugonotti (massacrati durante il matrimonio "pacificatorio" del re di Navarra con la figlia di Caterina) sono stupefacenti.
Ci vuole una pazzesca dose di dabbenaggine per usare un testo simile come banderuola patriottica (magari preceduta da un bell'inno di Mameli)! :D :D :D :D Sarebbe come usare gli Ugonotti di Meyerbeer per celebrare la Chiesa Romana.
Un po' come quelli che gridano "Viva la Patria e la libertà" sentendo il coro dei Lombardi, senza considerare che nell'opera sono proprio i Lombardi gli invasori (e al proposito si prendono una bella strigliata da Giselda: "Dio no'l vuole!"; questo sì che è un interessante elemento "politico" dell'opera verdiana).

Complimenti al Regio...

Salutoni,
Mat
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Re: I Vespri Siciliani - Torino, Teatro Regio, marzo 2011

Messaggioda teo.emme » lun 28 feb 2011, 14:30

MatMarazzi ha scritto: Eppure mi auguro che prima o poi tu li frequenti questi teatri...
In tutti i casi terrò a mente queste simpatiche battute, caro Teo, per quando - la prima volta che capiterai a Aix e Zurigo - farai l'ennesimo dietro-front come hai già fatto per Wagner e l'opera italiana. Allora - come ora quando parli di Wagner - passerai dalla parte completamente opposta, griderai che tutto quello che fanno a Aix e Zurigo è divino (il ché non è vero) e tutto quello che fanno in Italia è inesorabilmente schifoso... (idem) :)
Temo che sia inutile farti notare che chi non riesce a fare altro che schierarsi (prima di qua e poi di là, non importa) si perde tutto il bello della vita.

Mai sostenuto quel che tu sostieni, ma mi rendo conto che sforzarsi di comprendere - da parte di chi vive di granitiche certezze - è sforzo superiore alle capacità. Su Wagner, opera italiana etc...ho sempre pensato ciò che scrivo da sempre (immagino che ora estrapolerai dai miei commenti ciò che più ti farà comodo a dimostrare le tue tesi...). Comunque noto che invece di rispondere - a osservazioni dettagliate - preferisci l'escamotage di "cambiar discorso" e - come un bambino punto sul vivo - ribadire "è così perché è così"... Stupido io, ogni volta, a cercare un dialogo...dimenticavo che il Pof. Marazzi va solo ascoltato, adulato o blandito...
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Re: I Vespri Siciliani - Torino, Teatro Regio, marzo 2011

Messaggioda MatMarazzi » lun 28 feb 2011, 15:55

teo.emme ha scritto:
MatMarazzi ha scritto: Eppure mi auguro che prima o poi tu li frequenti questi teatri...
In tutti i casi terrò a mente queste simpatiche battute, caro Teo, per quando - la prima volta che capiterai a Aix e Zurigo - farai l'ennesimo dietro-front come hai già fatto per Wagner e l'opera italiana. Allora - come ora quando parli di Wagner - passerai dalla parte completamente opposta, griderai che tutto quello che fanno a Aix e Zurigo è divino (il ché non è vero) e tutto quello che fanno in Italia è inesorabilmente schifoso... (idem) :)
Temo che sia inutile farti notare che chi non riesce a fare altro che schierarsi (prima di qua e poi di là, non importa) si perde tutto il bello della vita.

Mai sostenuto quel che tu sostieni, ma mi rendo conto che sforzarsi di comprendere - da parte di chi vive di granitiche certezze - è sforzo superiore alle capacità. Su Wagner, opera italiana etc...ho sempre pensato ciò che scrivo da sempre (immagino che ora estrapolerai dai miei commenti ciò che più ti farà comodo a dimostrare le tue tesi...). Comunque noto che invece di rispondere - a osservazioni dettagliate - preferisci l'escamotage di "cambiar discorso" e - come un bambino punto sul vivo - ribadire "è così perché è così"... Stupido io, ogni volta, a cercare un dialogo...dimenticavo che il Pof. Marazzi va solo ascoltato, adulato o blandito...


ehehehe... NOn mi pare proprio che tu aduli e blandisca: solo in questo thread avevi già scritto (prima ancora che ti rispondessi) che i miei giudizi sono sbrigativi, azzardati, ingiusti e preconcetti! :)
Ed è quello che scrivi ogni volta che qualcuno si permette di farti notare le tue contraddizioni.
Ma io non te ne voglio: ormai ho capito da anni che per te aggredire le opinioni dell'interlocutore non è dovuto a cattiveria; è solo la conseguenza di una inspiegabile incapacità di mantenere un punto di vista sereno nelle cose: sempre devi metterti da una parte della barricata e gridare contro il mondo ipocrita, corrotto, ignorante, che "Non capisce" (salvo poi cambiare completamente parte il giorno dopo; ma tanto l'atteggiamento è lo stesso).
dici che dovrei mettere a confronto ciò che scrivevi su Wanger e l'opera italiana un anno fa con quello che scrivi oggi? Sarebbe divertente ma non ho proprio tempo (Bagnolo mi rimprovera da settimane di non aver ancora terminato il mio articoletto sui ruoli Cinti).
E poi basta che chiunque faccia una ricerca per vederlo. Ci sono cose più importanti da scrivere e da fare.

Quanto alla questione di Livermore e delle tue "osservazioni dettagliate", cosa potrei risponderti di più...?
Se qualcuno venisse a dirmi che Floriana Cavalli è una cantante di serie A, a cosa mi servirebbe opporgli i nomi della Callas, della Schwarzkopf, della Varnay...?
Mi risponderebbe che anche la Cavalli ha cantato alla Scala, che eseguiva titoli pesantissimi come Ernani e l'Angelo di Fuoco (e del "come" vogliamo parlarne?), non si prosternava di fronte alle mode espressionistiche alla Brecht (?), "per me" cantava benissimo, e comunque non ha fatto carriera a causa dei soliti complotti... (era italiana e non fu mai scritturata a Aix e Zurigo).
Idem per Livermore... cosa si può rispondere a qualcuno che lo considera un regista di serie A?
Niente.
Tutt'al più mi limiterò a sperare che tutti quelli che, come me, hanno trascorso gli ultimi vent'anni a partecipare alle evoluzioni della regia musicale, ci hanno riflettuto sopra, le hanno studiate, analizzate, vissute (facendo incredibili sacrifici per trascinarsi, poco più che maggiorenni, per i teatri d'europa quando non c'erano youtube e dvd), ora siano in grado di distinguere fra il valore di una regia di Carsen o di Jones o di McVicar e una di Livermore.

E comunque, Teo.Emme... suvvia! :)
Un po' di leggerezza, un po' di spirito.
Non trasformiamo in querelle plumbee e seriose ogni dibattito di Operadisc.

Salutoni (davvero)
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Re: I Vespri Siciliani - Torino, Teatro Regio, marzo 2011

Messaggioda Riccardo » lun 28 feb 2011, 15:59

MatMarazzi ha scritto:Torino non dà alcun contributo all'opera in Italia: non vi porta tendenze e scuole fiorite all'estero, né (cosa ancora più grave) contribuisce a crearne di nuove.
Poi si può convenire che altri in Italia fanno peggio.
E' vero, ne convengo. Ma che altri facciano peggio non è un merito.

Ma sono d'accordo!
Io appunto per questo insisto nel dire che è bene non oscurare le differenze anche tra situazioni negative e situazioni negative, perché fare di tutta un'erba un fascio servirebbe in primis ad assolvere quei teatri i cui i dipendenti vengono pagati per non alzare il sipario nemmeno una volta al mese. E questo è scandaloso ancora mille volte più di un Parsifal mediocre (mi spiace teo.emme, ma, pur da ammiratore delle potenzialità dei complessi del Regio, ho dovuto riconoscere che in questo caso hanno mostrato i loro limiti; il fatto poi che Youn sia sembrato un dio - cosa che, in Gurnemanz, fatti i dovuti confronti e misurata la noia, non è - si deve soltanto al fatto che camminava nel deserto).

Infierire sul Regio in prospettiva italiana, in una situazione come quella attuale, sarebbe come, in prospettiva europea, infierire sugli anni di Holender a Vienna equiparandoli al provincialismo sovrano in Italia. Ci sono diversi stadi di decomposizione dell'arte e come tali secondo me vanno identificati.

Sul resto naturalmente concordo con Mat e vi sottopongo un articolo di Mattioli (e Cappelletto) uscito sulla Stampa di qualche giorno fa: vengono messi a confronto con la Scala i dati di Covent Garden, Deutsche Oper, Opéra di Parigi e Monnaie di Bruxelles...
http://www3.lastampa.it/cultura/sezioni ... tp/388966/

P.S. Confermo che l'Idomeneo di Bologna era lo stesso prodotto appena prima a Torino. E la qualità di quella regia era francamente indifendibile...
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Re: I Vespri Siciliani - Torino, Teatro Regio, marzo 2011

Messaggioda MatMarazzi » lun 28 feb 2011, 16:17

Riccardo ha scritto:Io appunto per questo insisto nel dire che è bene non oscurare le differenze anche tra situazioni negative e situazioni negative, perché fare di tutta un'erba un fascio servirebbe in primis ad assolvere quei teatri i cui i dipendenti vengono pagati per non alzare il sipario nemmeno una volta al mese.
...
Infierire sul Regio in prospettiva italiana, in una situazione come quella attuale, sarebbe come, in prospettiva europea, infierire sugli anni di Holender a Vienna equiparandoli al provincialismo sovrano in Italia. Ci sono diversi stadi di decomposizione dell'arte e come tali secondo me vanno identificati.


Questo è assolutamente vero e mi spiace di essere sembrato troppo categorico.
Solo che io non riesco a gioire della mediocrità, sia pure giustificata dal contesto.
E non di meno riconosco che la tua prospettiva è quella più giusta.

vi sottopongo un articolo di Mattioli (e Cappelletto) uscito sulla Stampa di qualche giorno fa: vengono messi a confronto con la Scala i dati di Covent Garden, Deutsche Oper, Opéra di Parigi e Monnaie di Bruxelles...


Il buon gusto mi dovrebbe impedire di dirlo, perché Mattioli è un nostro collega forense... :)
E tuttavia, poiché è anche esponente della stampa, lo dico: per fortuna che c'è Mattioli!
In questo calderone di slogan e retorica, di interessi spiccioli spacciati per interesse nazionale, di inni di mameli e citazioni a capocchia della costituzione, c'è almeno lui che dice le cose come stanno.
Bravo! (ovviamente con l'accento sulla "o" come si conviene ai parigini) ;)

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Re: I Vespri Siciliani - Torino, Teatro Regio, marzo 2011

Messaggioda pbagnoli » lun 28 feb 2011, 16:50

MatMarazzi ha scritto:
I cast sono importantissimi per giudicare l'operato di un teatro.
Non, come invero ingenuamente afferma il nostro solito Teo.Emme, la scelta dei titoli.
Non c'è nulla di geniale nell'allestire Parsifal e Boris... sono titoli stranoti, stracelebrati, che tutti conoscono e tutti allestiscono; anzi per certi versi è un segno di ingenuità il volerli mettere in programma anche se non si hanno i mezzi per competere con le maggiori produzioni internazionali e soprattutto la capacità di elaborare cast e scritture con un minimo di consapevolezza.


Cari tutti,
non entro nel merito di Noseda o di Livermore: non ho esperienza sufficiente né dell'uno, né dell'altro. Ho solo voglia di movimentare un po' la discussione schierandomi dialetticamente a favore di teo, e per due buoni motivi:
:arrow: non sono affatto d'accordo con quello che dici tu, Matteo, sulla genialità o meno di proporre nella stessa stagione Parsifal, Boris e Vespri Siciliani. Sono opere difficili da allestire, pesanti da digerire (vogliamo parlare del monologo di Gurnemanz?...), impegnative e, a leggere quello che la sovrintendenza di Torino ha messo in campo, non si può dire che si siano proprio risparmiati. Guardiamo Parsifal: per allestirlo fai venire De Billy, che non è proprio l'ultimo pirla, alterni Ventris e Wottrich nella parte del protagonista (e Ventris è fra i più rilevanti Parsifal di oggi, presente in molte fra le produzioni più importanti), come Gurnemanz metti Youn - e scusa se è poco - e come Titurel chiami in servizio a fare un piccolo cameo il vecchio Rydl. Ora, a te probabilmente questo non sembra un cast consapevole, ma a me francamente sì.
Vogliamo vedere il cast di Parsifal dell'anno scorso a Bayreuth? Pensiamo davvero che Gatti sia un nome più prestigioso di De Billy per dirigere quest'opera? Poi, se vogliamo fare sempre gli scettici blu, facciamolo pure: corriamo solo il rischio di comportarci come quelli che fischiano tutto sempre per partito preso.
Vogliamo parlare della regia di Michieletto della Butterfly? D'accordo, non sarà Richard Jones, ma è stata una regia interessante che ha fatto parlare di sé anche su queste pagine.
Poi, sia chiaro, le tue considerazioni sulla scelta di allestire l'ennesimo Vespri in italiano e sulla congruità di scegliere quest'opera per finalità risorgimentali, mi trovano completamente consenziente; intanto però, anche in questo caso metti in campo Kunde - e, di nuovo, scusa se è poco: siamo pur sempre in Italia - e la Radvanovsky, colei cioè che è in questo momento la più importante e attendibile interprete di questi ruoli
:arrow: a fronte di una stagione torinese come questa, perfettibile ma articolata e, a mio modo di vedere, ben ponderata, quella della Scala fa davvero una figura nazional-popolare come più non si potrebbe. E sia chiaro: non voglio riabilitare Torino usando la Scala. Non ho nulla contro Cavallerie, Pagliacci e Tosche. Però NON così: non con i cascami di José Cura e quello che resta di Licitra; non con Kaufmann, il più importante tenore del mondo, al centro di un'operazione di retrovia che lo mette allo sbaraglio alla mercé dei fischi programmati già da agosto dalle falangi della claque e che, per di più, non lo fa incontrare MAI con Terfel presente nell'altro cast e che invece se la deve vedere con Marco Berti (!); ed entrambi i cast caratterizzati da due protagoniste femminili improponibili, perché anche la Radvanovsky non ha nulla da dire in un repertorio del genere. La Walkiria inaugurale presenta solo il fiore di Nina Stemme che sorge come un fiore, l'unico fiore, da un cast che sembra fatto dello stesso substrato scatologico cui faceva riferimento De Andrè nella celeberrima Via del campo... Devo continuare?...

No, Matteo: penso che, così come siamo pronti a rilevare le problematiche anche pesanti collegate alle pessime gestioni, non possiamo pregiudizialmente andare contro alle poche realtà che cercano di mettere in campo idee e fatti.
Tu dici: non fa tendenza. E' vero, ma in Italia nessuno la potrebbe fare, almeno non in questo momento storico: su questo penso che siamo tutti d'accordo.
Tu citi la Chicago di Adler. Anche questo è vero. Erano però altri tempi e contesti, magari maggiormente concentrati su altri aspetti come, per esempio, proprio le voci: nel 1970 si allestiva una Butterfly con la Scotto e Carreras e tanto bastava, chi se ne frega del resto. Oggi, mutatis mutandis, ci accontenteremmo di un'impostazione del genere? Io credo di no, tant'è vero che tu stesso - nell'organizzazione delle trasferte del tuo gruppo - tieni conto di altri aspetti.

Un salutone
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(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: I Vespri Siciliani - Torino, Teatro Regio, marzo 2011

Messaggioda Riccardo » lun 28 feb 2011, 16:55

Dimenticavo di far notare, a conferma della triste retorica propagandistica del Regio lamentata anche da Enrico, che l'attuale strombazzata stagione da 9 titoli d'opera, al netto delle produzioni riempitive, si riduce a 5 visto che il Rigoletto con regia dilettantesca da concorso, il Nabucco in versione ridotta e riadattata (!) per due spettacolini per le scuole, la Traviata di riciclo dell'anno scorso e la nuova opera di Solbiati (i cui biglietti per le tre recite verranno verosimilmente regalati) sono evidenti illusionismi per mascherare le tragiche difficoltà di programmazione.

Per quanto riguarda il Parsifal, Pietro, potremmo chiedere a Ventris che impressioni ha avuto, subito dopo le recite al Regio nello spettacolo napoletano di Tiezzi, andando a cantare al Liceu con la Herlitzius in questi giorni la nuova produzione di Guth coprodotta con Zurigo...
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Re: I Vespri Siciliani - Torino, Teatro Regio, marzo 2011

Messaggioda MatMarazzi » lun 28 feb 2011, 19:37

Riccardo ha scritto:Per quanto riguarda il Parsifal, Pietro, potremmo chiedere a Ventris che impressioni ha avuto, subito dopo le recite al Regio nello spettacolo napoletano di Tiezzi, andando a cantare al Liceu con la Herlitzius in questi giorni la nuova produzione di Guth coprodotta con Zurigo...

:D :D :D :D :D :D :D :D

Non ho tempo per rispondere ora con calma a tutte le interessanti argomentazioni di Pietro, ma aggiungo a mia volta che fra poche settimane sarò a Monaco per sentire un Parsifal: non una strombazzatissima nuova produzione bensì la semplice ripresa di uno spettacolo dell'anno scorso.
Dirige Nagano, la regia è di Konwitschny, Parsifal sarà il giovane e lirico Schukoff (liberi tutti di preferire il rotondetto e quasi cinquantenne Ventris, che per altro ho già visto in tutte le salse).
In compenso la mia Kundry sarà Angela Denoke (!!!) e il mio Amfortas sarà Michael Volle(!!!).
Già ma a Torino c'era Youn (che per inciso ho già sentito tre volte come Gurnemanz). No problem: Youn ci sarà anche a Monaco.

A proposito di Ventris...
Ti ricordo Pietro che noi ci siamo permessi di fare le pulci a Lissner per la scelta di scritturare una Waltraut Meier in Sieglinde.
Le nostre critiche - che si trattava di una scelta scontata, che chiamare i divi maturi a replicare per la millesima volta i loro roles fetiches puzzava di periferia, ecc... - sono le stesse identiche critiche che si possono rivolgere al fatto di scritturare come Parsifal l'altrettanto abusato e stravisto Chritofer Ventris.
C'è solo una differenza in tutto questo: che (con tutto il rispetto) Ventris è Ventris e la Meier è la Meier! :)
Se scelta banale deve essere, mi pare che davvero non ci sia confronto possibile fra la Sieglinde dell'una e il Parsifal del secondo.
Se poi si pensa che a Torino, per un ruolo come Kundry, non si è trovato di meglio che la Goerke...

Salutoni,
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Re: I Vespri Siciliani - Torino, Teatro Regio, marzo 2011

Messaggioda teo.emme » lun 28 feb 2011, 20:29

Inutile replicare che io MAI ho detto che Livermore (quello che tu chiami Livermoore) sia regista di serie A.

Inutile replicare su quel che scrivo e penso dell'opera italiana e delle diverse prospettive di lettura, e che tu, hai già bollato come pseudo ritrattazione.

Inutile pure spiegarti che quella di Aix e Zurigo era una mera battuta (dimenticavo il tuo senso dell'ironia).

Inutile dire che non mi sembra di aver parlato di complotti o della Cavalli o di chi vuoi tu...

Parli di leggerezza e spirito...e intanto attacchi con astio e maleducazione. Quello che chiami dibattito è in realtà una lezione che vuoi impartire... Ecco, fallo senza falsare il mio pensiero. Chiederti poi di rispondere ad opinioni contrarie, capisco sia troppo: per cui ti lascio alle tue convinzioni...

Hai ragione, ci sono cose più importanti da scrivere e da fare...

Buon proseguimento a tutti. E un saluto a Pietro, me ne tornerò tra le mie barricate da beota schizofrenico...
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Re: I Vespri Siciliani - Torino, Teatro Regio, marzo 2011

Messaggioda MatMarazzi » lun 28 feb 2011, 21:39

OT!!![
Chi non vuole, non legga! :)


Caro Teo.Emme,
Io davvero non mi spiego come si possa trascendere in questo modo parlando di opera.
E tutto questo semplicemente perché mi sono permesso di contestare (come tanti altri qua dentro) la sfacciataggine di un direttore e un regista (che per altro, senza offesa, non sono Karajan e Wieland) che in pieno 2011 - e con argomentazioni da 1940 - osano spiegarci la scelta di presentare i Vepres tradotti e tagliati.
Ho scritto una cosa tanto terribile?
Non direi a giudicare da quello che scrivevi tu, a proposito del Tell di Pappano del 2007 (vedi che l'ho trovato il tempo per il giochino?) ;)

"Ho letto però di molti tagli (a dispetto di quello che scrive Isotta che parla di opera integralissima, boh..ma forse non si prende la briga di verificare mai i suoi assunti che Iddio in persona gli rivela nei suoi sonno agitati), e questo è per me motivo di scandalo.
Innanzitutto perchè non ha senso presentare un Tell tagliato: lo si esegue una volta ogni 10 anni, almeno in quell'occasione non ci si potrebbe sforzare?
E poi perchè i tagli erano davvero molti: ho letto le durate, e a occhio e croce sono stati tagliati una 40ina di minuti. Innanzitutto i ballabili del III atto, credo pure il coro. Poi il coro successivo al Passo a sei, moltissimi da capo e riprese, un intero terzetto (credo al IV atto) molte code orchestrali sia nei numeri singoli che nei finali d'atto. Tutto questo non depone a favore di Pappano, anzi...ne ridimensiona per me, il valore, e soprattutto, rovina la serata."


Caspita! Quel che ho scritto io è roba da ridere.
Ma vediamo cosa scrivevi in quell'occasione a proposito della scelta di Pappano di tagliare i ballabili, scelta che Pietro - in qualche modo - difendeva.

Beh, Non ho sentito l'esecuzione (lo farò per radio e finalmente potrò esprimermi nel merito), ma credo che neppure la migliore interpretazione possibile, debba giustificare tali tagli. La giustificazione del taglio dei balletti per l'assenza dei ballerini è semplicemente una scempiaggine, degna del pressapochismo che impera in Italia. Un balletto è prima di tutto musica.

Perdincibacco!
Però quando le stesse cose le scrivo io allora sono un maestrino che, con "astio e maleducazione" ( :shock: ) impartisce lezioni?

teo.emme ha scritto:Inutile replicare che io MAI ho detto che Livermore (quello che tu chiami Livermoore) sia regista di serie A.

Be' sai... per aver scritto che era di serie C, hai risposto che le mie opinioni erano sbrigative, azzardate, ingiuste e preconcette! :shock:
Ritenevo che, considerati gli epiteti a me rivolti, tu intendessi collocare Livermoore (oddio! Mi è scappata ancora la seconda o!) almeno in serie A.
A questo punto... scopro che non hai MAI detto che era in serie A (quindi immagino in B?)...
Per fortuna!!! Figurati a questo punto gli insulti che mi sarei beccato se tu avessi davvero voluto collocarlo davvero in A!!!

Inutile replicare su quel che scrivo e penso dell'opera italiana e delle diverse prospettive di lettura, e che tu, hai già bollato come pseudo ritrattazione.


Ebbene sì, questo è davvero inutile! :) Fidati! :) Lasciamo correre....


Inutile pure spiegarti che quella di Aix e Zurigo era una mera battuta (dimenticavo il tuo senso dell'ironia).

Ma se anche io l'ho chiamata "battuta"!!
Vedi che ho tanto senso dell'ironia! ;)

Quello che chiami dibattito è in realtà una lezione che vuoi impartire...

O Santo Cielo!!! Teo.Emme faccio appello a tutta la tua autoironia, ti prego...
Siamo arrivati al proverbiale bue che dà del cornuto all'asino...
Io, guarda, ammetto volentieri che il mio tono (specie per iscritto) è talora un poco dottrinario... lo so! Forse è il destino che incombe su chi scrive su Internet invece che nelle pagine di un diario. L'autocontrollo alle volte viene meno e si tende a pestare sui propri concetti - che magari sono anche giusti - con troppa fierezza. Mi consola che un po' tutti ci caschiamo, anche fra i membri di questo forum (tanto che, col tempo, il lettore impara a farci la tara).

MA TU!!!! Proprio tu che rimproveri agli altri di fare lezioncine!!!!
Ma dico Teo... ma ti rileggi ogni tanto? :D Ti capita mai di riguardare quello che scrivi? :)
Sembri sempre il giudizio universale! Sembra sempre che stai combattendo da solo contro l'universo!
Ovunque superlativi (in bene e in male)... Ovunque sdegni.... Apri centomila parentetiche per accusare quello, prevenire l'accusa di quell'altro... appesantisci la frase per incastravi battutine e sarcasmi che nessuno ti richiede, e che ti costringerano ad aprire nuove parentesi nelle parentesi per prevenire altre accuse ecc...
:D
Credimi, Teo, io - che pure so di avere le mie brave colpe in questo senso e quindi accetto la tua critica con cuore saldo - sono un dilettante al tuo confronto! ;)

No problem. Sono serio: il bello della scrittura è che ognuno ha la sua! E la varietà degli stili è una delle ragioni per cui è così piacevole leggere un forum.
Ma almeno, Teo.Emme, ti prego!! Accusa gli altri di qualsiasi cosa, ma non di fare lezioncine! :)
Sarebbe come se io accusassi Bagnolo di avere la pancia (e... ce l'ha la pancia! altroché... nondimeno è meglio ch'io mi taccia).
:)


Buon proseguimento a tutti. E un saluto a Pietro, me ne tornerò tra le mie barricate da beota schizofrenico...


A parte che "Beota schizofrenico" è un espressione che non userei per nessuno (forse certi blog... ;) ), a me (a tutti credo) va benissimo che anche da noi si continui a sparare da barricate opposte, cosa che arricchisce il confronto.
Tanto più che qualunque barricata ha una sua parte di verità.

Spero che ci ripensi! ;)

Salutoni,
Mat
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Re: I Vespri e il Risorgimento

Messaggioda Rodrigo » lun 28 feb 2011, 22:26

MatMarazzi ha scritto:Speriamo almeno che il Presidente accorso per l'evento si faccia un bel riposino durante l'opera, in modo da non accorgersi che in essa non si dà dei congiurati siciliani una descrizione particolarmente edificante. Il Verdi del 1855 non aveva già più bisogno di farsi largo con slogan patriottici e soprattutto l'immenso Scribe era abituato a offrire delle grandi competizioni storiche ritratti molto più sfumati e poco semplicistici.
Proprio come negli Ugonotti.

I Vespri Siciliani non è la Battaglia di Legnano (quella sì un'Opera veramente Risorgimentale e per inciso una gran bella opera che sarebbe stato molto più serio rappresentare... e anche più alla portata del Regio di Torino: inoltre è corta, è in italiano, non ci sono ballabili)...
Nei Vespri invece (titolo a parte) buoni e cattivi sono confusi, moralmente mescolati, secondo il tipico relativismo alla Scribe.
Se ci pensi di Monforte (che sarebbe il cattivo) si indaga l'umanità, il sentimento, persino la fragilità, il bisogno di affetto. Ne esce uno dei ritratti più umani e sofferti di tutto il corpus verdiano.
Al contrario Procida, il grande patriota, il liberatore della Sicilia, è presentato come un vecchio arido, ipocrita e calcolatore, il cui patriottismo è avvelenato dall'odio e dal fanatismo: dovrebbe essere il buono e invece è l'uomo che mente, complotta, assale alle spalle, sfrutta la santità pacificatoria di un matrimonio pubblico (che avrebbe potuto placare entrambi gli schieramenti) per scatenare un massacro contro degli indifesi.
Le affinità con San Bartolomeo descritta negli Ugonotti (massacrati durante il matrimonio "pacificatorio" del re di Navarra con la figlia di Caterina) sono stupefacenti.
Ci vuole una pazzesca dose di dabbenaggine per usare un testo simile come banderuola patriottica (magari preceduta da un bell'inno di Mameli)!


E qui Mat proprio non condivido il tuo punto di vista. E' curioso ma proprio per i motivi da te descritti i Vespri sarebbero a mio avviso un'opera altamente raccomandabile per l'anniversario dell'Italia unita e bene ha fatto il Regio a programmarla, anche se poi è sceso a compromessi inaccettabili.
Una vicenda in cui l'amor di patria convive nello stesso personaggio con il machiavellismo che accetta i mezzi più bassi, con sentimenti non propriamente nobili, con la cecità di fronte ai più intimi legami umani. In cui, come scrivi giustamente, si postula che anche in chi sta dalla "parte sbagliata" (ammesso che così possa chiamarsi) vi possono essere buona fede, integrità morale, attaccamento alla parola data. Infine, una storia in cui emerge chiaramente che le cosidette giovani generazioni non sono poi così entusiaste nel rinunciare al proprio focolare domestico in nome di un fumoso concetto di patria.
Beh se questa non è una partitura profetica per il divenire dell'Italia unita e per il problematico amor di patria degli italiani, oltre che un doveroso esame di coscienza per la generazione che "fece" l'Italia (che non era esclusivamente composta da idealisti senza macchia e senza paura), ditemi voi cos'altro va bene. Scribe è stato un autentico genio e Verdi - uno che "fece" il 48 e pure il '59 - un uomo dotato di un'autocritica adamantina!
Certo, se preferiamo il solito Risorgimento da lapide celebrativa allora va benissimo la Battaglia di Legnano.
E' vero: bisognerebbe dare per assodato che la dirigenza del Regio abbia coraggiosamente affrontato l'anniversario in chiave problematica anziché in chiave celebrativa. Dici che si può ipotizzarlo? :D
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Re: I Vespri e il Risorgimento

Messaggioda MatMarazzi » lun 28 feb 2011, 22:49

Rodrigo ha scritto: Certo, se preferiamo il solito Risorgimento da lapide celebrativa allora va benissimo la Battaglia di Legnano.
E' vero: bisognerebbe dare per assodato che la dirigenza del Regio abbia coraggiosamente affrontato l'anniversario in chiave problematica anziché in chiave celebrativa. Dici che si può ipotizzarlo? :D


Mah... francamente farei fatica a ipotizzarlo! :)
Comunque,Rod, grazie!
Hai riassunto PERFETTAMENTE le ragioni per cui amo terribilmente i Vepres (come amo gli Huguenots).
Non si poteva esprimerne la complessità e l'umanità meglio di così.

Vorrei aggiungere che io non contesto a priori che si possano fare operazioni unicamente "celebrative" anche in un teatro d'opera.
Ci sono frangenti in cui è lecito lasciare a casa la "problematicità" e concedersi alla festa (mi viene in mente quando i Pink Floyd accettarono di violentare quel capolavoro che era The Wall per farne una pagliacciata festosa a Berlino nel fatidico 1989... però io all'epoca fu ben felice di godermi la diretta e partecipare a quei festeggiamenti, anche se dovevo ammettere che il simbolo stesso del muro ne usciva completamente stravolto).
Sapessi come mi sarebbe piaciuto, ad esempio, partecipare alle serate di addio della Melba al Covent Garden o della Bori.... :) O a quei Pipistrelli a cui partecipavano, come ospiti, la Sutherland e Kraus.
Il problema è che se si vuole semplicemente fare una "festa risorgimentale" non ha senso scomodare i Vepres!

Non solo la Battaglia di Legnano contiene musica bellissima, non solo mette in campo i soliti potenti contrasti umani (ci sono pur sempre Verdi e Cammarano dietro), ma non avrebbe presentato sul fronte politico alcuna "problematicità" (tranne quel fastidioso parlare continuamente di ...carrocci!) ;)
Lì la patria è la patria! I buoni sono buoni e i cattivi cattivi! :)
"Chi muore, chi muore per la Patria, chi per la patria muore... alma sì rea non ha"! ;)

Grazie come sempre e un salutone,
Mat
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Re: I Vespri e il Risorgimento

Messaggioda Riccardo » mar 01 mar 2011, 18:05

Non solo la Battaglia di Legnano contiene musica bellissima, non solo mette in campo i soliti potenti contrasti umani (ci sono pur sempre Verdi e Cammarano dietro), ma non avrebbe presentato sul fronte politico alcuna "problematicità"

Ma Mat, stai per caso insinuando che Noseda si sarebbe dovuto abbassare al rango di becero battisolfa?? :shock: :shock: :shock:
Oh perbacco, mi auguro vivamente che tu stia scherzando! :) :) :)
Ich habe eine italienische Technik von meiner Mutter bekommen.
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Re: I Vespri Siciliani - Torino, Teatro Regio, marzo 2011

Messaggioda Enrico » mer 02 mar 2011, 12:57

Le interviste a Noseda e Livermore si possono leggere su "Sistema Musica" anche online (pp.18.19)
http://www.comune.torino.it/sfogliato/s ... index.html
Enrico B.
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