Tosca (Puccini)

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Re: A pensar male...

Messaggioda beckmesser » ven 18 feb 2011, 12:34

MatMarazzi ha scritto:Al contrario non mi è mai successo che Kauffman cancellasse a Parigi, Zurigo, Londra, ecc... Fortuna? Caso? Possibile, ma temo che anche per il nostro Jonas ci siano i teatri in cui la cancellazione è più disinvolta.


Può essere, ma in realtà mi sembra che Kauffmann sia in generale un cantante ad alto rischio di cancellazione. Solo per stare agli spettacoli più recenti, mi sembra di ricordare che abbia cancellato recite del Werther parigino, del Lohengrin di Bayreuth, del Fidelio che citi a Monaco; all'Adriana di Londra c'era andato vicino. Non credo però dipenda da capricci, quanto dalla delicatezza del suo "strumento". In questo bisogna dare ragione ai cellettanti: una tecnica come la sua è rischiosissima, sempre al limite com'è, e richiede sempre una forma fisica perfetta. Un'emissione più tradizionale consente meglio di far fronte con trucchi e ripieghi, la sua no. Ricordo quella vecchia volpe di Bergonzi che in un'intervista diceva di essere in grado di esibirsi se si sentiva fino al 50% delle sue possibilità, sotto cancellava. Kauffmann non credo riesca ad andare nemmeno al 90%: o c'è tutto, o non c'è, e fa meglio a cancellare.

Io sono convinto che alla Scala non ha cancellato per paura dei fischi: non so se è per vera malattia o per incomprensioni con colleghi o management o per altre ragioni ancora, ma certo non per paura dei fischi, non avrebbe senso (anche perché non credo che ci sarebbero stati...). Vediamo come va a finire, ma quello che mi sembra indecente è il comportamento del teatro. Se è vero, come circola, che era chiaro fin dall'inizio che non avrebbe cantato in nessuna recita, confermare ancora ieri mattina espressamente le due prossime recite ("Jonas Kauffmann ha confermato la sua partecipazione alle recite del 20 e del 22") sarebbe veramente una presa per i fondelli talmente offensiva che non voglio ancora crederci. Io vado domenica, per cui a questo punto sono curioso di sentire cosa mi tocca...

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Re: A pensar male...

Messaggioda Teo » ven 18 feb 2011, 12:57

beckmesser ha scritto:Non credo però dipenda da capricci, quanto dalla delicatezza del suo "strumento". In questo bisogna dare ragione ai cellettanti: una tecnica come la sua è rischiosissima, sempre al limite com'è, e richiede sempre una forma fisica perfetta. Un'emissione più tradizionale consente meglio di far fronte con trucchi e ripieghi, la sua no. Ricordo quella vecchia volpe di Bergonzi che in un'intervista diceva di essere in grado di esibirsi se si sentiva fino al 50% delle sue possibilità, sotto cancellava. Kauffmann non credo riesca ad andare nemmeno al 90%: o c'è tutto, o non c'è, e fa meglio a cancellare.


Scusa beck, potresti spiegare meglio il tuo pensiero in merito a quanto da me evidenziato in grassetto?
Senza alcuna polemica sia chiaro, anzi tutt'altro, mi interessa davvero il tuo parere perché anche io trovo che Kaufmann dal punto di vista tecnico-vocale, sia davvero molto particolare.
Grazie.

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Re: A pensar male...

Messaggioda MatMarazzi » ven 18 feb 2011, 13:28

beckmesser ha scritto:Può essere, ma in realtà mi sembra che Kauffmann sia in generale un cantante ad alto rischio di cancellazione. Solo per stare agli spettacoli più recenti, mi sembra di ricordare che abbia cancellato recite del Werther parigino, del Lohengrin di Bayreuth, del Fidelio che citi a Monaco; all'Adriana di Londra c'era andato vicino. Non credo però dipenda da capricci, quanto dalla delicatezza del suo "strumento". In questo bisogna dare ragione ai cellettanti: una tecnica come la sua è rischiosissima, sempre al limite com'è, e richiede sempre una forma fisica perfetta. Un'emissione più tradizionale consente meglio di far fronte con trucchi e ripieghi, la sua no. Ricordo quella vecchia volpe di Bergonzi che in un'intervista diceva di essere in grado di esibirsi se si sentiva fino al 50% delle sue possibilità, sotto cancellava. Kauffmann non credo riesca ad andare nemmeno al 90%: o c'è tutto, o non c'è, e fa meglio a cancellare.


Non sono tanto d'accordo, Beck.
O meglio. Sono d'accordissimo sulla sintomatologia che individui (il senso di faticoso impegno fisico che Kauffman quasi sempre comunica), meno sulla diagnosi.
Non è un problema tecnico per due ragioni.

1) In apparenza il canto declamatorio potrebbe sembrare più logorante di quello vocalistico, ma la storia ci insegna il contrario.
E' molto più frequente che cinquantenni e sessantenni in carriera siano declamatori; in compenso non è affatto raro che provetti vocalisti mostrino le prime crepe intorno ai quaranta.

2) tanto più che la tecnica di Kauffman è stupefacente anche per un declamatore. Non sono in tanti i declamatori che smorzano i la naturali e i si bemolle con la sua facilità. Per non parlare della disinvoltura con cui Kauffman si inerpica su tessiture più alte di quello che la sua voce consentirebbe.
Che possa reggere ruoli faticosissimi e per giunta più alti rispetto al suo baricentro naturale è conferma di potenzialità tecniche straordinarie.

Non è quindi per questioni tecniche che Kauffman accusa questo senso di sforzo.
Semmai il suo problema (quella sensazione di sforzo, quella necessità - come tu giustamente dici - di essere sempre al massimo della forma fisica, i forfait più frequenti dell'eticamente concesso) ...dipende secondo me da ciò che ho appena scritto.
Quasi tutti i personaggi di Kauffman sono al momento un filino troppo alti per la naturale disposizione della sua voce.
Non tanto alti che non possa dominarli egregiamente (magari sfoderando si bemolli che sono folgori), ma abbastanza alti da costringerlo a compensare con la sua tecnica straordinaria e un gravoso impegno atletico la fatica che essi gli richiedono.
Kauffman (come baricentro se non come estensione) sarebbe lievemente più centralizzante di un tenore medio.
E dovrebbe tenerne conto nel momento in cui accetta una scrittura (ecco perché era prevedibile che Romeo non l'avrebbe cantato).
Scommetti che non cancellerà mai Siegmund (a meno che non si rompa un piede), nè - quando lo riprenderà - Parsifal?
Con Tosca, Werther e Lohengrin siamo al limite della sua naturale vocalità, con José e persino Florestan siamo già una spanna oltre.
Non ti sorprende che, benché declamatore tedesco, si tenga sfacciatamente lontano da tutti i ruoli straussiani? Chissà quante migliaia di volte glieli chiederanno! Eppure finora niente Kaiser, niente Bacchus e altri inevitabili del tenorismo germanico? Sono tutti ruoli troppo acuti.
Tosca sì ma non Turandot? Anche Maurizio di Sassonia (scritto per il Caruso del 1902) gli sta benissimo. don Carlo molto meno...
Con Enea e Otello ci sarà da sudare davvero.
Non parliamo di Sigfried e Tannhauser.

Intendiamoci, Kauffman fa bene a cimentarsi anche con questi personaggi, benché un po' troppo acuti per lui: finché il fisico e la tecnica glielo consento, l'espressività e la musicalità basteranno a porlo comunque ai vertici delle classifiche.
Il prezzo sarà quello di apparire sempre un po' al limite e quindi non comunicare quella totale rilassatezza che nelle tessiture giuste non gli mancherebbe di certo. Per noi, il prezzo da pagare sarà un alto tasso di cancellazione.
Ma c'è un prezzo più salato con cui, negli anni, dovrà fare i conti.
Nulla stanca di più una voce che spingerla troppo spesso ai propri naturali confini.

Se il suo scopo è quello di salvaguardare la voce e prolungare la carriera, a nulla gli servirà cancellare una recita su tre (le prove le ha fatte comunque, lo stress dell'allestimento l'ha comunque affrontato).
L'unico modo per durare è cantare il più possibile sotto i propri limiti naturali.

Io almeno la vedo così.
Salutoni,
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Re: A pensar male...

Messaggioda beckmesser » ven 18 feb 2011, 18:38

In verità non mi riferivo tanto al senso di sforzo che Kauffmann in generale susciterebbe, quanto al fatto che mi sembra un cantante che riesce a rendere solo se in forma fisica perfetta: il minimo disturbo lo costringe a cancellare. Ci sono cantanti che anche in forma fisica precaria riescono a portare dignitosamente a casa una serata, Kauffmann non mi sembra di questi.

Se provo ad analizzarne le cause (anche per rispondere a Teo ma premettendo che non mi sento affatto in grado di addentrarmi più di tanto in disquisizioni vocal-fisiologiche...), devo dire che non sono affatto sicuro che Kauffmann rientri appieno nella categoria dei "declamatori". O meglio, ci rientra per certi aspetti, ma non per altri. In generale, mi sembra che adotti una tecnica di articolazione e proiezione del suono da declamatore, su un sistema di respirazione da belcantista (o comunque da tenore all'italiana...). I suoi fiati mi sembrano in media più lunghi di quelli di un declamatore e gestiti con un criterio di attenzione alla frase musicale da belcantista, cosa che gli consente prodezze di solito precluse ad un declamatore: splendido senso del legato (soprattutto al centro), smorzature ad alte quote, ecc. Su questa base, però, l'articolazione della frase, la scansione sillabica e la proiezione del suono sono quelli di un declamatore di razza. Credo che far convivere questi due elementi richieda un controllo fisico (soprattutto a livello dei muscoli della gola) formidabile, impossibile in caso di anche lieve indisposizione. Così almeno mi pare, ma potrebbero essere tute sciocchezze... :oops:

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Re: A pensar male...

Messaggioda pbagnoli » ven 18 feb 2011, 19:57

beckmesser ha scritto: ICredo che far convivere questi due elementi richieda un controllo fisico (soprattutto a livello dei muscoli della gola) formidabile, impossibile in caso di anche lieve indisposizione. Così almeno mi pare, ma potrebbero essere tute sciocchezze... :oops:

Beck

Secondo me non dici nessuna sciocchezza; anzi, credo che tu abbia centrato bene proprio il pregio maggiore di Kaufmann, cioè la duttilità, la possibilità - nel contesto di un'organizzazione essenzialmente declamatoria - di poter far convivere anche certi aspetti squisitamente vocalistici.
Devo dire però che anche il punto di vista di Matteo mi sembra intrigante...
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Re: A pensar male...

Messaggioda Riccardo » sab 19 feb 2011, 3:19

Discorso interessante!
Non ho però ben capito il discorso di Matteo a proposito di Maurizio... Sarebbe grave in quanto scritto per Caruso del 1902?

Salutoni
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Re: A pensar male...

Messaggioda Enrico » sab 19 feb 2011, 3:48

Caruso nel 1902 arrivava al si bemolle con difficoltà, e non teneva mai gli acuti a lungo (spesso allungava la sillaba immediatamente successiva, per esempio la seconda "e" di "ergerti un trono") come è testimoniato dalle registrazioni di "Celeste Aida": nella prima, dell' 11 aprile, canta con voce abbastanza morbida e conclude con un si bemolle in falsetto; nella seconda, a novembre, l'interpretazione è più eroica, e omette l'ultima frase, probabilmente non sentendosi abbastanza sicuro per un acuto "forte". Nel 1904 alleggerisce di nuovo l'emissione e riesce a ottenere un acuto facile e squillante; nel 1906 invece fa la voce grossa, allarga i tempi, esagera con i portamenti, e conclude, se non ricordo male, con un acuto sicuro ma breve. Anche la sua voce, a giudicare dai dischi, si scurisce e si irrobustisce notevolmente in pochi anni, perde il vibratino degli inizi, e acquista volume, saldezza negli acuti e perfezione nel legato grazie al controllo perfetto della respirazione, mantenendo però la capacità di alleggerirsi e di ammorbidirsi nelle mezzevoci (tanto da permettergli di cantare ancora nel pieno della maturità l'Elisir d'amore o Marta di Flotow, o Je crois d'entrendre encore, ma in questo caso abbassando la tonalità).
Nella registrazione del 1902 di "No, più nobile sei tu delle regine", accompagnata al piano da Cilea, si nota appunto la morbidezza dell'emissione insieme all'alleggerimento della voce che gli permette di salire alle note alte con più naturalezza e meno fatica rispetto al brano dell'Aida. Si diceva di lui che era un tenore "corto", soprattutto agli inizi, e gli dicevano che era un baritono, salvo poi ricredersi quando da Radames e da Canio passava a Nemorino.
Solo in alcuni dischi incisi tra il 1906 e il 1908 raggiunge alcuni do in falsetto più o meno rinforzato ("Salut demeure chaste et pure", "Spirto gentil", "Magiche note" di Goldmark e, appena più squillante, perché sostenuto anche dal soprano, nella conclusione del duetto della Butterfly con Geraldine Farrar, ma in "O soave fanciulla" lascia fare la variante acuta solo alla Melba); quando invece l'acuto dovrebbe essere emesso a piena voce preferisce abbassare la tonalità e trasfomarlo in un si naturale, per esempio quando canta "Che gelida manina" o "Di quella pira". Poi, essendo Caruso, poteva permettersi anche di tentare, con un suono tutto suo, il re bemolle del "Cuius animam" di Rossini. Il suo si bemolle era comunque sicurissimo nel pieno della maturità: incredibile quello della seconda registrazione di "M'apparì", nella quale comincia con una mezza voce decisamente artificiosa, perfino un po' sbiancata, e conclude in fortissimo aprendo al massimo tutti i "registri" del suo strumento.
Enrico B.
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Re: A pensar male...

Messaggioda MatMarazzi » sab 19 feb 2011, 17:37

Ric ha scritto:Non ho però ben capito il discorso di Matteo a proposito di Maurizio... Sarebbe grave in quanto scritto per Caruso del 1902?

Enrico, da Carusiano intimidatorio, ha risposto con dovizia analitica che non potrei mai permettermi! :)
Grazie e complimenti!!!
Proprio come egli ha scritto, il Caruso del 1902 scontava ancora i disagi connessi alla scelta di orientarsi verso un'emissione meno tradizionale: declamatoria e anti-deluciana.
Non solo la sua vocalità, dai dischi del periodo, appare estremamente centralizzante (ciò che vale anche per gli anni successivi), ma gli acuti suonano stranamente incerti, come se il cantante non avesse ancora trovato il modo di inventarseli pur senza rinunciare alle conquiste della sua rivoluzione tecnica (oggi qualche idiota direbbe che il suo canto non era "professionale"). :D :D :D :D
Solo negli anni successivi il compromesso gli è riuscito, e questo gli ha permesso di unire si bemolli e si naturali possenti a un'emissione simil-declamatoria al centro e in basso.

di conseguenza chi scriveva per lui nel 1902, come Franchetti o appunto Cilea, non poteva comportarsi come i compositori di dieci, quindici anni dopo.
Nel 1902 si imponeva che l'acuto (che pure non poteva mancare) fosse gestito con attenzione, cautela, ben preparato, sostenuto da passaggi comodi.
d'altronde basta confrontare la scrittura di Loris (Fedora, 1898) con quella di Ramerrez (Fanciulla del West, 1910) per rendersi conto che il Caruso maturo aveva un controllo degli acuti molto maggiore.

Salutoni,
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Re: Tosca actually

Messaggioda beckmesser » lun 21 feb 2011, 16:49

Dunque, alla fine Kaufmann ha cantato, e la recita di ieri mi ha confermato una certezza e sollevato un dubbio.
La certezza: mai dare retta ai sedicenti beninformati che da giorni scrivevano su blog vari garantendo di aver saputo da fonte autorevole (di solito l'amico del cognato del vice-portinaio del teatro) che il tenore non avrebbe cantato in nessuna recita, dato che se ne era andato sbattendo la porta dopo aver litigato con direttore, regista, sovrintendente e fantasma di Puccini...
Il dubbio: ma chi gliel'ha fatto fare? Già si sapeva a rischio la prima, ma presentarsi ad una pomeridiana della domenica, con le truppe nemiche ben schierate (dato che non si perdono nemmeno una recita) e quelle amiche confuse e disperse dal dubbio se avrebbe cantato o no, è stato un bell'azzardo. Per di più, si percepiva una forma fisica non perfetta: la voce era un filo velata e più scura del solito; il modo particolarissimo di gestire frasi in pianissimo ad alta quota scantonava qualche volta in falsetti veri e propri. Un grandissimo Cavaradossi in ogni caso, ma non al suo meglio. Si è preso una manciata di contestazioni alla fine (per inciso, occorre dar merito ai contestatori: contestazioni incomprensibili ma limitate alla fine durante le uscite singole, senza mai disturbare durante lo spettacolo) nell'ambito di un teatro per il resto plaudente. In ogni caso, di una cosa sono certo: i fischi della Scala (incomprensibili quanto legittimi) non valgono nulla sulla scena internazionale, non avranno alcun effetto sulla sua carriera. In fin dei conti, mi piace pensare che questa possa essere stata la motivazione per venire a cantare due recite in queste condizioni: dimostrare a chi lo descriveva in fuga tremebonda di fronte alla minaccia di contestazioni che si può venire, cantare, ricevere quattro fischi, e sbattersene allegramente i cosiddetti…

Per il resto, uno spettacolo modesto: banale la regia di Bondy (e tutt'altro che scandalosa); banale lo Scarpia di Lucic; inadeguata sotto tutti i profili la Dyka. Sul direttore, si erano sentite opinioni opposte: da guitto di periferia a "nuovo Kleiber". Personalmente, mi ha incuriosito molto: una lettura aspra, dai contrasti nettissimi, forse un filo discontinua nel procedere fra scosse telluriche e successivi momenti di ripiegamento, ma estremamente personale nelle sonorità e nell’analisi armonica e, comunque, senza nessuno dei pasticci di cui si è letto alla prima. Potrà piacere o meno, ma tutto filava drittissimo: anche qui, si potrà discutere all’infinito sull’interpretazione, ma fischiare mi sembra incomprensibile…

Saluti,

Beck
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Re: Tosca actually

Messaggioda Tucidide » lun 21 feb 2011, 17:55

beckmesser ha scritto:In ogni caso, di una cosa sono certo: i fischi della Scala (incomprensibili quanto legittimi) non valgono nulla sulla scena internazionale, non avranno alcun effetto sulla sua carriera. In fin dei conti, mi piace pensare che questa possa essere stata la motivazione per venire a cantare due recite in queste condizioni: dimostrare a chi lo descriveva in fuga tremebonda di fronte alla minaccia di contestazioni che si può venire, cantare, ricevere quattro fischi, e sbattersene allegramente i cosiddetti…

Sono contento che JK abbia cantato e se la sia cavata bene.
Un dubbio, però, mi sorge. Ma i fischi, a Milano come a New York, a Parigi come a Zurigo, quando mai hanno creato problemi alla carriera di cantanti già affermati?
Si fa un gran dire che i fischi della Scala non contano nulla. D'accordo. Ma in quali teatri sono decisivi? Dov'è che uno come Kaufmann, se venisse fischiato, perderebbe credibilità e dovrebbe ritirarsi a fare un altro mestiere?
Io dico... da nessuna parte, a meno che non venisse SEMPRE fischiato, ogni sera, in ogni ruolo. Ma una volta non stronca nessuno, da nessuna parte, secondo me.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Tosca actually

Messaggioda dollarius@libero.it » lun 21 feb 2011, 19:31

Io c'ero alla Scala ieri e devo dire che ho sentito con gioia un ottimo Cavaradossi. Premesso che non sono una critica musicale, ma solo una popolana amante dell'opera lirica, si potrebbe dire che sono "di bocca buona", in realta' rifuggo le ciofeche. La prova di Jonas Kaufmann mi e' parsa eccellente. Perfetta? Assolutamente no. Primo perche' la perfezione non e' di questo mondo e, soprattutto nel mondo della lirica, appartiene solo ai morti e sepolti che magari in vita hanno avuto i loro detrattori, ora sono osannati come modello di perfezione. Il fatto che Jonas sia ogni sera diverso, che la sua voce abbia una nuova sfumatura, per vari motivi, in questo caso la recente malattia, rendono il tutto incredibilmente emozionante. Altrimenti, scusate, se fosse sempre perfetto e uguale a se stesso, abbiamo a casa i CD......Completa la sua bravura di tenore la sua eccezionale capacita' di attore. Ci sono stati dei momenti veramente toccanti, ne cito solo tre. * Il modo in cui dopo "mia vita, amante inquieta diro' sempre" ha praticamente sussurrato, pieno di passione, "Floria, t'amo....." * Il suo Vittoria!!!!!(incredibilmente squillante e me lo sono anche registrato) * La maniera in cui, uscendo dalla sala di tortura e riavendosi dallo svenimento ha detto "Floria, sei tu?...."
Anch'io ho sentito uno sparuto buuuu in mezzo a una selva di osanna, e vi giuro che dalla pancia mi e' venuta su una parolaccia incontrollata. Cantassero sempre tutti cosi'.....sarebbe un'altra vita.
Un saluto affettuoso a tutti
Irina
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Re: Tosca actually

Messaggioda pbagnoli » lun 21 feb 2011, 20:25

dollarius@libero.it ha scritto: I
Anch'io ho sentito uno sparuto buuuu in mezzo a una selva di osanna, e vi giuro che dalla pancia mi e' venuta su una parolaccia incontrollata. Cantassero sempre tutti cosi'.....sarebbe un'altra vita.

Come, Irina?!...
Non ti sei associata ai fischiatori?!...
Vergogna!!! :D :D :D
Famose due risate (come si direbbe a Roma) e teniamoci stretto il buon Jonas, grandissimo Cavaradossi davvero!
Grazie del tuo contributo,
Pietro
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Re: Tosca actually

Messaggioda dulceluna » lun 21 feb 2011, 23:00

Mi fa piacere leggere che il caro JK sia stato all'altezza, anche se io l'ho "mancato" :(
Sono stata alla rappresentazione del 17 (biglietti ovviamente comprati a dicembre) sperando di vedere e ascoltare il tenorissimo ma lui ha pensato bene di mancare!!
Mi è dispiaciuto e il dispiacere è stato accresciuto da una Tosca sciatta e veramente mal rappresentata..
Che scempio si è fatto di una delle mie opere preferite!
Non sono una purista, né per l'opera né per il teatro e mi piacciono anche gli adattamenti moderni (ho visto un Romeo e Giulietta ambientato in una cucina) ma in questo caso il pastrocchio era tale che non saprei definire l'allestimento in altro modo che confuso.
Uscendo dalla Scala ho giurato che non ci sarei più andata!!
Ho sentito parecchi buu dal Loggione e il giorno dopo ho letto una miriade di commenti dai quali ho evinto (ma attendo vostra smentita) che la gente che fischia dal Loggione viene pagata.. E in nome di un canto ormai passato..
Qualche anima pia mi spiega perché?
Il messaggio che ho scritto è sull'onda della delusione, quindi scusate se è un poco delirante :wink:

PS. Ma Tosca alla ROH a Luglio varrà il viaggio? Se ne sa già qualcosa?
dulceluna
 
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Re: Tosca actually

Messaggioda Enrico » ven 25 feb 2011, 2:24

Kaufmann alla Scala: E lucevan le stelle e O dolci mani [? 22 febbraio ?]
Enrico B.
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Re: Tosca actually

Messaggioda FloriaTosca » sab 19 mar 2011, 16:46

Premetto che non ho assistito allo spettacolo della Scala...la discussione però mi ha attirato per i suoi nomi principali: Kauffman e Dyka. Lui ho avuto il piacere di ascoltarlo a Londra nel suo Maurizio, lei proprio come Tosca quest'estate al Teatro di Pompei. Non ho avuto l'occasione di ascoltare molti "grandi" dal vivo, ma la voce di Oksana mi arrivò dolce ed emozionante, come avrei voluto ascoltare la mia prima Tosca dal vivo. In DVD e su cd ne ho ascoltate tante, ma dal vivo fu un altro effetto, e così come la sua registrazione di Nedda mi ha convinto di meno (personaggio verista inappropriato a una giovane cantante che di recitazione deve ancora imparare) dal vivo la trovai deliziosa. Premetto che lo spettacolo era all'aperto e l'acustica non era delle migliori, penalizzando soprattutto un già pessimo Cavaradossi, quindi potrei aver trascurato certi passaggi o certe inflessioni, ma nel complesso la qualità del suo timbro era pura, limpida, vitrea. Capii subito che avrebbe fatto carriera e appresi su internet che stava iniziando una fitta collaborazione con la Scala. Non nego che abbia molto ancora da imparare e che non si possa paragonare alle grandi interpreti di questo ruolo (soprattutto per una scarsa passionalità, che tuttavia si collocava perfettamente in quella regia, che voleva una protagonista incantata dall'incubo di un flashback e vittima degli eventi), penso pero che abbia delle doti preziose e che potrà solo migliorare.
FloriaTosca
 
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