Werther (Massenet)

[Alberich]

Se domani parte l'aereo (ma non credo) vado a Vienna e sento il Werther di Kaufmann.
Se non parte l'aereo, salgo in macchina e provo comunque ad andare...
Vi diro'!

[VGobbi]

Se domani parte l'aereo (ma non credo) vado a Vienna e sento il Werther di Kaufmann.
Se non parte l'aereo, salgo in macchina e provo comunque ad andare...
Vi diro'!

Facci sapere.

[Alberich]

Volo cancellato

[VGobbi]

Volo cancellato

Ed in macchina?

[Alberich]

Serata memorabile.

[marco]

Serata memorabile.

visto che il consiglio datoti in altra sede era giusto?

[Alberich]

Assolutamente, ho anche cambiato opinione sull'opera in sè...
La regia era inesistente, ma Kaufman e la Koch sono strepitosi!

[MatMarazzi]

Serata memorabile.

Spartano e lapidario!

Comunque, avendolo visto a Parigi, non posso che concordare!
Mat

[Alberich]

Il Werther di Kaufman, forse, diventerà uno dei miei argomenti in risposta del "ma si cantava meglio prima".
Lo spettacolo visto a Vienna va ascoltato, più che visto. La regia presenta, grande trovata, Werther come un ragazzo timido e sempre ai margini della spumeggiante vita sociale dei felici borghesi (in questo caso anni 40-50 del novecento) e una scena dominata da un baobab che funge da sfondo per il giardino di casa, e da parete del salotto. Molti movimenti sono assai azzeccati, e la figura di Albert è sicuramente quella più valorizzata (nel terzo e quarto atto soprattutto), ma non è una regia memorabile.
Però c'è tanta musica.
C'è un direttore, a me ignoto (tale Chaslin, se non sbaglio), che dirige senza lasciarsi trasportare dagli effetti a basso costo: una narrazione serrata e aspra, veramente ben riuscita.
C'è un Albert (Erod) colorista di ottimo livello e dei comprimari bravi, ma non eccelsi.
C'è la Koch, che è una artista eccezionale.
E c'è Kaufman. I primi due atti sono incredibili. Fa tutto e di più, con una voce che risponde a qualsiasi capriccio dell'artista. Senza farla lunga, un Werther così non l'ho mai sentito. E' Werther, non un giovanotto languoroso, non un anziano signore pieno di charme, come mi è sempre parso Kraus: è un personaggio fragile, pieno di insicurezze che sfoga sugli altri. Come molti aspiranti suicidi, un personaggio che chiede qualcosa di indefinito e indefinibile, che vuole imporre il suo ego, ma non sa come farlo.
Nel terzo atto subentra un po' di stanchezza vocale, ma comunque l'aria clou viene bissata. Nel quarto atto si copre di gloria nuovamente. Incidentalmente: non mi ero mai reso conto di quanto la parte fosse pesante.
Direttore-Charlotte-Werther: a prescindere dai meriti dei singoli, il terzetto funziona come poche volte. A me è parso di vedere una perfetta coincidenza di intenti tra i tre. La Koch è veramente splendida e veramente è la partner ideale di questo Werther. Due anime gemelle, nelle intenzioni espressive, nelle risorse vocali, nei risultati emotivi. Tutti e tre hanno una cura del particolare che viene riassorbita in una chiara e originale visione d'insieme.

Ovviamente scherzavo: sono le case discografiche ad aver pompato un fenomeno da baraccone, e il teatro estasiato ieri sera era pieno di lobotomizzati, forse gente pagata. In realtà Kaufmann è un tenoraccio ingolato, che scurisce artificialmente i suoni, non immaschera come prescrivono i testi sacri, e, soprattutto, ha il torto gravissimo di essere vivo e in carriera.

Aggiungo: ho sempre trovato quest'opera piuttosto noiosa e stupidina. Da ieri ho una visione completamente diversa. Il che mi conferma l'idea che la musica non è "là". La musica vive nell'interpretazione.

[VGobbi]

Tel scrissi di la, te lo riscrivo qui : t'invidio assai, anche troppo!

Finalmente un Werther che ricalca i tormenti interiori che sapeva fare un Georges Thill, piuttosto che un incanutito Kraus.

[Tucidide]

E bravo Alberich! Non c'ero ma penso che le mie sensazioni non sarebbero state molto dissimili dalle tue!

C'è un Albert (Erod) colorista di ottimo livello e dei comprimari bravi, ma non eccelsi.

Vero! E' davvero un bravo baritono, che vidi sempre alla Staatsoper come Valentin.

Nel terzo atto subentra un po' di stanchezza vocale, ma comunque l'aria clou viene bissata. Nel quarto atto si copre di gloria nuovamente. Incidentalmente: non mi ero mai reso conto di quanto la parte fosse pesante.

Eheheh... a voler essere cattivi, questo potrebbe essere un argomento "contro" Kaufmann. E forse lo è. Di certo un tenore più versato nel canto legato, più a suo agio nel centro-acuto, avrebbe fatto meno fatica. Ma poi non ci sarebbe stato... tutto il resto.

La Koch è veramente splendida e veramente è la partner ideale di questo Werther. Due anime gemelle, nelle intenzioni espressive, nelle risorse vocali, nei risultati emotivi.

Anche nel video dello spettacolo parigino questa intesa alchemica si percepisce chiaramente.

Ovviamente scherzavo: sono le case discografiche ad aver pompato un fenomeno da baraccone, e il teatro estasiato ieri sera era pieno di lobotomizzati, forse gente pagata. In realtà Kaufmann è un tenoraccio ingolato, che scurisce artificialmente i suoni, non immaschera come prescrivono i testi sacri, e, soprattutto, ha il torto gravissimo di essere vivo e in carriera.

[Alberich]

Eheheh... a voler essere cattivi, questo potrebbe essere un argomento "contro" Kaufmann. E forse lo è. Di certo un tenore più versato nel canto legato, più a suo agio nel centro-acuto, avrebbe fatto meno fatica. Ma poi non ci sarebbe stato... tutto il resto.

E certo...
Come forse ho scritto, è la prima volta che sentivo Kaufman dal vivo, e ho seguito una recita soltanto, quindi non posso generalizzare, però quella sera ha avuto un calo netto al terzo atto, anche perchè non si è risparmiato dalla prima all'ultima nota.
Era anche gennaio a Vienna, era l'ultima recita, ecc ecc.

[Alberich]

E nell'immensità di quell'arena al chiuso che è l'Opéra Bastille, sentire passare con tale incisività frase appena alitate...beh, con buona pace dei detrattori da bar Sport, non è roba da tutti i giorni.

Sto leggendo la vostra discussione...questa è una cosa che ho notato anche io (però a Vienna).