Der Ring des Nibelungen (Wagner)

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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda pbagnoli » dom 09 gen 2011, 22:18

VGobbi ha scritto:Ed ecco alla seconda giornata. Qui vocalmente perdiamo qualcosa, almeno dal protanogista maschile. In effetti il Siegfried di Stephen Gould, francamente e' un pochettino imbarazzante

Dunque, vediamo se ho capito bene: tu hai speso 90 Euro per una roba che trovi sulla Rete gratis, con gli stessi interpreti, con ottimo suono e persino con la triplice fanfara prima di ogni atto e già con Siegfried cominci a perdere qualcosa : Chessygrin :
Gould è un po' più che un pochettino imbarazzante: è un cesso vero e proprio! Non è un caso che nelle ultime tornate sia stato sostituito da Lance Ryan.
Ripeto, a costo di essere palloso: 90 Euro per un prodotto del genere sono UN BOTTO!!!
E poi ci lamentiamo della crisi del disco :(
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda VGobbi » dom 09 gen 2011, 23:19

Tu mi parli di mancanza di interpreti nel ruolo di Norma ... e cosa mi dici di Siegfried? Trovamene uno decente che passa indenne nella scena della forgiatura della spada ... che non arrivi boccheggiante al duettone finale con Brunhilde. Hai qualche nome?
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda pbagnoli » lun 10 gen 2011, 7:52

Boh, forse Treleaven, forse Ryan... Non so. Il mio vecchio amico Matteo - che è un sofistico - si permette il lusso di contestare Windgassen... Io mi accontenterei del solido Jerusalem. È probabile che prossimamente lo faccia Ventris o, chissà, magari anche Vogt, ma temo sarebbe un disastro.
Sai cosa, Vittorio? Se cerchi i muscoli, quelli erano già scomparsi con Windgassen; ma mi domando, Siegfried è solo una roba muscolare? Ed è così anche per gli altri ruoli wagneriani? A proposito di Wottrich - per me una delusione, puntavo molto su questo cantante - tu misuravi la lunghezza dei "Walse!", come si usava nelle gare fra Melchior e Lorenz, dimenticando tra l'altro che si tratta di nota non particolarmente acuta: come diceva De Gregori ne La leva calcistica, non è da questi particolari che giudichi un calciatore
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda VGobbi » lun 10 gen 2011, 21:39

pbagnoli ha scritto: A proposito di Wottrich - per me una delusione, puntavo molto su questo cantante - tu misuravi la lunghezza dei "Walse!", come si usava nelle gare fra Melchior e Lorenz, dimenticando tra l'altro che si tratta di nota non particolarmente acuta: come diceva De Gregori ne La leva calcistica, non è da questi particolari che giudichi un calciatore

Scusami se ti correggo, ma anche tu leggi bene quel che cerco di scrivere ... Il "Walse" e' qualcosa in piu' per me ... se lo fa lungo e' decisamente meglio, se no amen ... cio' non toglie che per me e' stato sicuramente un grande Siegmund.
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda VGobbi » ven 14 gen 2011, 23:54

Ho terminato il Ring di Thielemann, vero vincitore del ciclo completo. Il suo Wagner cosi' imponente, ma non sovrastante nei confronti dei cantanti (alcuni di una modestia in effetti imbarazzante), ed allo stesso tempo quasi cameristico nella cura, direi maniacale, nell'evidenziare i leit-motiv mi ha fatto davvero riscoprire questa musica che non apprezzavo da molto tempo, se si escludono, sia chiaro alcune edizioni storiche.

La domanda, che puo' sorgere spontanea e'? Ma questo Ring, lo si puo' definire storico, od almeno ha i canoni per rappresentare la storicita' dell'interpretazione di questo immenso capolavoro? Onestamente, per quel che vale il mio gusto e pensiero, penso proprio di no ... e' incompleto, proprio per alcune carenze in fatto di cast. In poche parole, se ci limitiamo al Prologo e prima giornata, sarebbe un "Anello" storico, ma purtroppo bisogna aggiungere Siegfried e sopra tutto Crepuscolo, la delusione maggiore.

Passiamo alla recensione degli ultimi due spettacoli che mi rimanevano, ovverossia "Oro" e "Crepuscolo". Per quanto riguarda il prologo, esalta la lettura calibratissima di Thielemann e con un cast che si adegua alla volonta' del direttore. Sugli scudi, oltre lo scultoreo Wotan di Dohmen, l'ottimo Shore nei panni di Alberich (cosi' ottimamente cantato, voce insolitamente bella per un ruolo reso esteticamente brutto) ed il Loge luciferino di Bezujen. Due voci che sentivo per la prima volta. Davvero bravissimi. Lussosissimi poi i nomi prestati ai due giganti, ovverossia Youn (Fasolt) e Konig (Fafner). Mi e' garbata moltissimo anche la Freia fresca, luminosa della Haller e sugli scudi, senza fronzoli, gli altri interpreti, in particolare la Fricka della Breedt e l'Erda della Mayer.

Sul "Crepuscolo" son quasi solo dolori. Nulla puo' la scintillante direzione di Thielemann (come restare insensibili, solo per citare un esempio, alla bellissima "marcia funebre"), di fronte alla resa vocale fin troppo deludente, a partire dai protagonisti. Il Siegfried di Gould e' inerte, ma di un'inerzia disarmante, tale da far rimpiagere uno come Reiner Goldberg. Devo aggiungere altro? Un interprete wagneriano che non ha la cognizione del fraseggio, della scolpitura della parola ... e' forse meglio che canti qualcos'altro. Discorso quasi analogo per la Watson. Mai sentito una Brunhilde cosi' "pallida e mesta", manco fosse Lucia di Lammermoor. Pure nei momenti di maggior calore, e ve ne sono parecchi (basti citare la "scena dell'Immolazione" od i suoi ridicoli "Verrat" e "Betrug") riesce ad essere quasi assente, anche se sicuramente e' qualcosa di meglio di una Eaglen o Marc, ma sono sempre confronti con sopranoni wagneriani di modestia ingiudicabile. Delude pure, e qui non me lo sarei sicuramente aspettato, pure l'Hagen di Hans-Peter Konig, forse colto in serata poco felice, visto che sulla bravura di questo cantante, penso che poco si possa discutere. Che non si sia lasciato trascinare dalla coppia Gould/Watson? Mah ... Alla fine, i migliori erano l'Alberich di Shore, il Gunther pavido di Lukas e la brava, davvero molto brava, Gutrune della Haller. Bene la Mayer come Waltraute.
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda pbagnoli » sab 15 gen 2011, 17:30

VGobbi ha scritto:
La domanda, che puo' sorgere spontanea e'? Ma questo Ring, lo si puo' definire storico, od almeno ha i canoni per rappresentare la storicita' dell'interpretazione di questo immenso capolavoro? Onestamente, per quel che vale il mio gusto e pensiero, penso proprio di no ... e' incompleto, ecc

Ecco, Vittorio: ho accorciato un po' la citazione del tuo post, ma mi sembra che tu abbia centrato perfettamente il problema.
E' una realizzazione inutile, se destinata al disco; è invece interessante a teatro ed è comodamente memorizzabile tramite il broadcast.
Lo stesso prodotto - come già ti dicevo - è facilmente ottenibile in almeno 4 versioni diverse (compresa quella che hai tu fra le mani) attraverso i canali comodi e gratuiti di Operashare.
Ma questo prodotto non è solo inutile (anche perché nulla aggiunge alla storia dell'esecuzione di questo immenso capolavoro): è anche pericoloso perché i costosi sforzi per realizzarlo vengono stornati da quelli che si potrebbero impiegare per la realizzazione di una registrazione di - per esempio - una registrazione di Bellerophon di Lully, che ancora manca.
Il disco, oggi come oggi, dovrebbe avere ancora un suo spazio per la registrazione di opere sconosciute, un po' come fa il bistrattatissimo Curtis per le opere di Haendel; oppure per salvare interpretazioni che siano outstanding a tutti i livelli. In alternativa, ovviamente, c'è il DVD che ci propone tutto lo spettacolo con maggior verità rappresentativa.

Ne parlo anche nell'editoriale
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda teo.emme » sab 15 gen 2011, 18:19

pbagnoli ha scritto: Ma questo prodotto non è solo inutile (anche perché nulla aggiunge alla storia dell'esecuzione di questo immenso capolavoro): è anche pericoloso perché i costosi sforzi per realizzarlo vengono stornati da quelli che si potrebbero impiegare per la realizzazione di una registrazione di - per esempio - una registrazione di Bellerophon di Lully, che ancora manca.
Il disco, oggi come oggi, dovrebbe avere ancora un suo spazio per la registrazione di opere sconosciute, un po' come fa il bistrattatissimo Curtis per le opere di Haendel; oppure per salvare interpretazioni che siano outstanding a tutti i livelli. In alternativa, ovviamente, c'è il DVD che ci propone tutto lo spettacolo con maggior verità rappresentativa.


Verissimo: finite le "vacche grasse" dell'epoca delle majors del disco (quando ci si poteva permettere la "guerra" tra DGG e DECCA o EMI, combattute a suon di Otelli e Trovatori, Tristan e Parsifal...e persino Ring), la strategia commerciale andrebbe radicalmente ripensata. Che senso ha incidere oggi una nuova Traviata (prodotta, seppur a costi minori rispetto al Ring dalla coppia Dessì&Armilliato...che nulla aggiunge alla storia interpretativa dell'opera: semmai toglie...)? Vero che oggi si tende ad incidere "live" (lo studio è un lusso che non si permette più nessuno: salvo poche eccezioni, come Opera Rara), ma a volte ci si chiede il senso di certe testimonianze (che sarebbe vantaggioso per tutti - interpreti in primis - cancellare e dimenticare): che bisogno c'è di Elisir e Barbieri e Don Pasquali e Marie Stuarde e Roberti Devereux di estrema provincia realizzati in modo insufficiente? E pure nelle opere sconosciute sarebbe da porre dei paletti: che senso ha, ad esempio, la produzione di cd dal Festival di Martina Franca? Opere rarissime, vero, spesso però bruttissime (che di certo han strameritato l'oblio) che potrebbero avere un minimo di senso solo con buone esecuzioni (non chiedo la luna: so bene che Rubini e la Malibran o la Pasta non ci son più)...e invece sono a livello di saggio di conservatorio, fatto di malavoglia per giunta. Si salva(va) Opera Rara, ma recentemente ho visto un preoccupante calo qualitativo nelle sue produzioni (comunque sempre dignitose, salvo inspiegabili ciambelle senza buco: Dom Sebastien su tutte...). Prossima idiozia discografica il Guillaume Tell EMI diretto da Pappano: tagliatissimo (che senso ha buttare così tanti denari per incidere un Tell non integrale, quando le testimonianze della serata si trovano comodamente in rete?).
Quanto al bistrattato Curtis: conosco tutto ciò che ha inciso...svolge un compito encomiabile (certe esecuzioni sono le uniche disponibili), ma resta di una noia mortale! L'opera barocca francese, invece, è una miniera d'oro: ma è già da tempo che la si sta riscoprendo...e direi in modo più che adeguato: non solo le grandi produzioni (Archiv, Erato, Harmonia Mundi), vi sono altre case che con mezzi minori - ma serietà e professionalità massime - stanno colmando diverse lacune discografiche. Penso alla Naxos (Armide di Lully e Castor et Polloux di Rameau) e alla CPO (Psyche e Thesee di Lully o Acteon di Charpentier). Magari il prossimo Bellerophon verrà registrato da qualche casa discografica...
Ultima modifica di teo.emme il sab 15 gen 2011, 23:20, modificato 1 volta in totale.
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda pbagnoli » sab 15 gen 2011, 19:39

teo.emme ha scritto: Prossima idiozia discografica il Guillaume Tell EMI diretto da Pappano: tagliatissimo (che senso ha buttare così tanti denari per incidere un Tell non integrale, quando le testimonianze della serata si trovano comodamente in rete?).

Ecco, non l'ho ascoltato. E' tagliato davvero? Non avevo capito così, ai tempi.
Vado un attimo OT: cosa ne pensi di questa passione di Pappano per Rossini? L'hai poi ascoltato lo Stabat Mater? Ti ha convinto?
Io l'ho trovato un filo superficiale, ma a me è piaciuto moltissimo, a parte Brownlee che non mi entusiasma
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda VGobbi » sab 15 gen 2011, 19:52

Ho letto il tuo editoriale ed in effetti, e' difficile darti torto ... e te lo dice uno che ama tantissimo la gerontofilia ... pero', sia chiaro, uno che invecchiando interpreti nuovi ruoli. Se no, non ha senso ... come lo e' questo Loris discografico dominghiano (di cui manco sapevo dell'esistenza) o gli ennesimi Werther ed Alfredi di Kraus settantenne.

Quanto al Ring di Thielemann, beh ... tu fai ricorso ad Operashare. Io preferisco avere cd originali, anche se spendo molto ma molto meno di prima, quindi dopo tutto l'acquisto per me (visto che comunque ne possiedo abbondantemente oltre 20 Anelli) non e' mai del tutto inutile. Ho pure quello diretto da Kunh o Neuhold ... :shock:

A mio modesto parere, ripeto non e' un Ring storico ma era blasfemo non incidere quello diretto da Thielemann. La direzione, si che mi e' parsa storica e motivo piu' che sufficiente per registrarla ad imperitura memoria.
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda VGobbi » sab 15 gen 2011, 19:52

Ah dimenticavo ... ok per le riscoperte di nuovo opere ... ma possibile che c'e' solo da riscoprire il barocco di ogni nazionalita' e basta?
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda teo.emme » sab 15 gen 2011, 23:51

L'ultimo Guillaume Tell di Roma (quello che è stato registrato dalla EMI e che - mixato, rimontato e sistemato - uscirà in veste discografica), presenta diversi tagli. Minori rispetto a quello di qualche anno fa (2007 credo...) - dove la forbice di Pappano aveva eliminato una mezz'oretta abbondante di musica (cori, da capo, code, numeri interi, ballabili) - ma siamo ben lontani dall'integrale. Nello specifico (oltre ad alcuni alleggerimenti nei recitativi) mancano i ballabili, il terzetto del IV atto Jenny/Edwige/Mathilde e la preghiera "Toi qui du faible es l'esperance". I ballabili vengono parzialmente recuperati: sono stati eseguiti in periodo natalizio e registrati a parte. Verranno inseriti nell'incisione EMI in fase di montaggio (non so come sia possibile per integrarli con le parti superstiti dove figura pure il coro...temo verrà un pasticcio). Resta quindi un Tell mutilato: ed è un assurdo vista la scarsissima discografia dell'opera e i costi necessari per produrlo e inciderlo. Pare essere ritornati alle famigerate "forbici di Serafin"!

Rossini e Pappano: giudizio ancora sospeso. Ho sentito lo Stabat Mater, molto bella la resa orchestrale e la scelta dei tempi, ma cast problematico (Brownlee e Netrebko soprattutto: Di Donato poco coinvolta) a parte l'ottimo D'Arcangelo. Nel complesso, però, mi ha lasciato un po' freddo. Certo è molto meglio del suo Verdi, ma il coinvolgimento del suo Puccini e del suo Mozart è ancora distante.

Per le riscoperte, rispondo a VGobbi: non solo il barocco è da riscoprire (anche se spesso le riscoperte barocche ci fanno conoscere veri capolavori ritrovati: cosa che non può essere detta per altri repertori - soprattutto nell'opera italiana dell'800, dove i capolavori latitano pure tra titoli mai caduti in oblio), c'è tutto un genere che lentamente viene alla luce. L'opera romantica tedesca (guarda il catalogo CPO) sta riservando piacevoli sorprese. Ci sarebbe poi una larga fetta del '900 (anche italiano) ancora bistrattato: o perché bollato come "verista" (come se fosse un marchio d'infamia) o perché appartenente ad altra tradizione (Pizzetti, ad esempio, Smareglia). Anche l'800 italiano avrebbe dei risvolti da recuperare (almeno per conoscenza storica): penso ai "wagneriani d'Italia" (Faccio e Gobatti). Certo non ci si attenda capolavori (come, invece, capita ogni volta che si riscopre un'opera di Handel o di Lully o di Rameau...).
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda MatMarazzi » lun 17 gen 2011, 13:39

teo.emme ha scritto:Rossini e Pappano: giudizio ancora sospeso. Ho sentito lo Stabat Mater, molto bella la resa orchestrale e la scelta dei tempi, ma cast problematico (Brownlee e Netrebko soprattutto: Di Donato poco coinvolta) a parte l'ottimo D'Arcangelo. Nel complesso, però, mi ha lasciato un po' freddo. Certo è molto meglio del suo Verdi, ma il coinvolgimento del suo Puccini e del suo Mozart è ancora distante.


Nemmeno io sono convinto che Rossini sia l'autore giusto per Pappano.
Verdi invece (l'ho sentito dal vivo varie volte al Covent Garden, in particolare gli strepitosi Falstaff e Ballo in Maschera) mi pare uno dei suoi autori più persuasivi, certamente molto più persuasivo che in Mozart, ovviamente a mio gusto.
d'accordo poi sulla grandezza del suo Puccini, a cui aggiungo il suo Strauss e il suo Wagner.

Per le riscoperte, rispondo a VGobbi: non solo il barocco è da riscoprire (anche se spesso le riscoperte barocche ci fanno conoscere veri capolavori ritrovati: cosa che non può essere detta per altri repertori - soprattutto nell'opera italiana dell'800, dove i capolavori latitano pure tra titoli mai caduti in oblio), c'è tutto un genere che lentamente viene alla luce. L'opera romantica tedesca (guarda il catalogo CPO) sta riservando piacevoli sorprese. Ci sarebbe poi una larga fetta del '900 (anche italiano) ancora bistrattato: o perché bollato come "verista" (come se fosse un marchio d'infamia) o perché appartenente ad altra tradizione (Pizzetti, ad esempio, Smareglia). Anche l'800 italiano avrebbe dei risvolti da recuperare (almeno per conoscenza storica): penso ai "wagneriani d'Italia" (Faccio e Gobatti). Certo non ci si attenda capolavori (come, invece, capita ogni volta che si riscopre un'opera di Handel o di Lully o di Rameau...).


Non capisco e certamente non condivido questa facile sufficienza nei confronti dell'opera italiana ottocentesca. Mi pare derivi da un pregiudizio "intellettuale" (scusa la franchezza) un po' superato e molto contestabile.
L'opera italiana ottocentesca (e ancora di più quella verista) era una forma d'arte "popolare", condizione che la sottoponeva a "regole" e "convenzioni" stringenti, inaggirabili (per certi versi benedette) a cui i compositori "intellettuali" (nella maggioranza dei casi comodamente foraggiati dallo Stato) non erano tenuti. Non sto dicendo che l'arte "popolare" sia migliore o peggiore. Solo diversa.
E una volta accettata la diversità, si può persino scoprire che c'è più talento e senso teatrale in una cabaletta del giovane Verdi, in un ensemble di Gilbert e Sullivan o in un song di Rodgers e Hammerstein che in un intero movimento di una sinfonia di Bruckner.
Per altro, credimi Teo.Emme... se proprio siamo alla ricerca di schifezze, possiamo anche trovarne in Handel, Lully e Rameau (che per inciso è assurdo voler contrapporre a tutto l'800: anche loro non erano tutto il 600 o tutto il 700, semmai le punte di diamante della loro epoca; sai quanti "Faccio" e quanti "Smareglia" c'erano anche ai loro anni?).

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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda teo.emme » lun 17 gen 2011, 14:50

MatMarazzi ha scritto: Non capisco e certamente non condivido questa facile sufficienza nei confronti dell'opera italiana ottocentesca. Mi pare derivi da un pregiudizio "intellettuale" (scusa la franchezza) un po' superato e molto contestabile.
L'opera italiana ottocentesca (e ancora di più quella verista) era una forma d'arte "popolare", condizione che la sottoponeva a "regole" e "convenzioni" stringenti, inaggirabili (per certi versi benedette) a cui i compositori "intellettuali" (nella maggioranza dei casi comodamente foraggiati dallo Stato) non erano tenuti. Non sto dicendo che l'arte "popolare" sia migliore o peggiore. Solo diversa.
E una volta accettata la diversità, si può persino scoprire che c'è più talento e senso teatrale in una cabaletta del giovane Verdi, in un ensemble di Gilbert e Sullivan o in un song di Rodgers e Hammerstein che in un intero movimento di una sinfonia di Bruckner.
Per altro, credimi Teo.Emme... se proprio siamo alla ricerca di schifezze, possiamo anche trovarne in Handel, Lully e Rameau (che per inciso è assurdo voler contrapporre a tutto l'800: anche loro non erano tutto il 600 o tutto il 700, semmai le punte di diamante della loro epoca; sai quanti "Faccio" e quanti "Smareglia" c'erano anche ai loro anni?).


Nessun pregiudizio, credimi...forse ci siamo fraintesi. Amo moltissimo il repertorio ottocentesco italiano, ma non mi nascondo certe innegabili rozzezze, banalità, semplicismi. Dovuti certamente all'origine popolare del genere, ma pure - forse per la maggior parte - a causa di una certa arretratezza italiana: il compositore prima di essere artista era artigiano, e il mestiere - spesso - era più gratificante (a livello di successi) del talento. Non vuole, il mio, essere un giudizio di merito assoluto - non ha senso confrontare Pacini con Weber, lo so benissimo - ma una mera riflessione sul livello di tecnica musicale dell'epoca. In Italia l'uso dell'orchestra era ancora elementare, l'arte della strumentazione era mera questione di praticaccia (tanto che i compositori - anche il primo Verdi - se ne occupavano a prove iniziate), non esisteva la figura del direttore (sostituito da primo violino che teneva il tempo e concertatore, quando non vi era il residuato del "maestro al cembalo"...che teneva il tempo senza mai toccare la tastiera ovviamente). Senza contare lo strapotere dei cantanti (intorno ai quali - e ai loro capricci - "girava" il mondo dell'opera). Il teatro musicale era fatto di convenzioni che si ripetevano uguali da decenni, tanto che nel 1850 si potevano ancora sentire opere di matrice rossiniana con recitativi al cembalo. Tali convenzioni hanno di fatto impedito uno sviluppo più rapido (i più grandi andavano in Francia, per liberarsi dai lacci e lacciuoli imposti dalla tradizione e necessari affinché il pubblico gradisse...), e hanno creato uno stuolo infinito di artigiani delle 7 note, di cui solo una minima parte ambiva a velleità artistiche. Le convenzioni hanno certamente garantito una generale piacevolezza di genere, ma hanno sclerotizzato quel mondo. La maggior parte di quei lavori era finalizzato ad esporre le virtù dei divi, e funzionano (o meglio "meravigliano") solo laddove l'interprete sia all'altezza di superare le enormi difficoltà di quelle parti (scritte per i più grandi cantanti dell'epoca). Oggi tali riscoperte sono problematiche: spesso finiscono per dimostrare la debolezza di tali lavori (che non possono contare più sui Rubini e i Lablache). Ovviamente è operazione interessante, ma un pochino sterile.

Circa il barocco: nessuno nega vi sia stato mestiere e artigianato, ma non schifezze...come non se ne trovano nell'800 italiano. Tuttavia si consideri che gli ambienti culturali erano differenti: e questo ha certamente inciso. Certo è che le caratteristiche dell'opera italiana dell'800 non si ritrovano in altri mondi musicali, dove l'arte si era già emancipata dal mestiere.

Con ciò, ripeto, non voglio fare alcuna classifica o confronto. Sarebbe stupido e antistorico.
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda teo.emme » mar 25 gen 2011, 0:25

pbagnoli ha scritto:...Ma questo prodotto non è solo inutile (anche perché nulla aggiunge alla storia dell'esecuzione di questo immenso capolavoro): è anche pericoloso perché i costosi sforzi per realizzarlo vengono stornati da quelli che si potrebbero impiegare per la realizzazione di una registrazione di - per esempio - una registrazione di Bellerophon di Lully, che ancora manca...


A tal proposito ho trovato qualcosa di interessante: http://www.todoperaweb.com.ar/musica_970.html
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Re: Der Ring des Nibelungen (Wagner)

Messaggioda Riccardo » mar 25 gen 2011, 23:33

teo.emme ha scritto:a causa di una certa arretratezza italiana: il compositore prima di essere artista era artigiano, e il mestiere - spesso - era più gratificante (a livello di successi) del talento

Io sono convinto, Teo, che questa mitizzata contrapposizione tra 'mestiere' e 'talento' sia molto fittizia... I due aspetti sono in realtà spesso compresenti.

E in ogni caso sono tantissimi i compositori contemporanei e conterranei di Haydn Mozart Beethoven che hanno scritto tanta buonissima musica ma che oggi non riconosciamo nel novero dei capolavori di tutti i tempi.
Non valeva dunque solo per l'Italia, né è lecito secondo me ritenere Bellini orchestratore inferiore a un Mozart.
Il sostegno orchestrale delle voci era semplicemente diverso nell'uno rispetto all'altro, anche per questioni di natura tecnico-vocale dei diversi cantanti per cui scrivevano.
Per non parlare di Rossini che, secondo il tuo discorso, sarebbe anch'egli un puro dilettante rispetto a Mozart o Haydn.

Guarda Teo che nell'arte, nella musica in particolare, tolto il fascino degli interpreti ispiratori, tolto il virtuosismo, tolte le commissioni dei potenti, tolte le contingenze esecutive, tolto il vile denaro...tolte tutte quelle cose che secondo il mito intaccherebbero l'autentico incontaminato genio compositivo, beh, non rimane poi molto.

Certo, è una verità dura da digerire ancora imbevuti come siamo di quel certo deleterio ideologismo romantico...
Ma l'arte, così umana in tutte le sue possibili e varie declinazioni, è tanto bella e vera lo stesso. Anzi di più!

Riccardo
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