da VGobbi » ven 14 gen 2011, 23:54
Ho terminato il Ring di Thielemann, vero vincitore del ciclo completo. Il suo Wagner cosi' imponente, ma non sovrastante nei confronti dei cantanti (alcuni di una modestia in effetti imbarazzante), ed allo stesso tempo quasi cameristico nella cura, direi maniacale, nell'evidenziare i leit-motiv mi ha fatto davvero riscoprire questa musica che non apprezzavo da molto tempo, se si escludono, sia chiaro alcune edizioni storiche.
La domanda, che puo' sorgere spontanea e'? Ma questo Ring, lo si puo' definire storico, od almeno ha i canoni per rappresentare la storicita' dell'interpretazione di questo immenso capolavoro? Onestamente, per quel che vale il mio gusto e pensiero, penso proprio di no ... e' incompleto, proprio per alcune carenze in fatto di cast. In poche parole, se ci limitiamo al Prologo e prima giornata, sarebbe un "Anello" storico, ma purtroppo bisogna aggiungere Siegfried e sopra tutto Crepuscolo, la delusione maggiore.
Passiamo alla recensione degli ultimi due spettacoli che mi rimanevano, ovverossia "Oro" e "Crepuscolo". Per quanto riguarda il prologo, esalta la lettura calibratissima di Thielemann e con un cast che si adegua alla volonta' del direttore. Sugli scudi, oltre lo scultoreo Wotan di Dohmen, l'ottimo Shore nei panni di Alberich (cosi' ottimamente cantato, voce insolitamente bella per un ruolo reso esteticamente brutto) ed il Loge luciferino di Bezujen. Due voci che sentivo per la prima volta. Davvero bravissimi. Lussosissimi poi i nomi prestati ai due giganti, ovverossia Youn (Fasolt) e Konig (Fafner). Mi e' garbata moltissimo anche la Freia fresca, luminosa della Haller e sugli scudi, senza fronzoli, gli altri interpreti, in particolare la Fricka della Breedt e l'Erda della Mayer.
Sul "Crepuscolo" son quasi solo dolori. Nulla puo' la scintillante direzione di Thielemann (come restare insensibili, solo per citare un esempio, alla bellissima "marcia funebre"), di fronte alla resa vocale fin troppo deludente, a partire dai protagonisti. Il Siegfried di Gould e' inerte, ma di un'inerzia disarmante, tale da far rimpiagere uno come Reiner Goldberg. Devo aggiungere altro? Un interprete wagneriano che non ha la cognizione del fraseggio, della scolpitura della parola ... e' forse meglio che canti qualcos'altro. Discorso quasi analogo per la Watson. Mai sentito una Brunhilde cosi' "pallida e mesta", manco fosse Lucia di Lammermoor. Pure nei momenti di maggior calore, e ve ne sono parecchi (basti citare la "scena dell'Immolazione" od i suoi ridicoli "Verrat" e "Betrug") riesce ad essere quasi assente, anche se sicuramente e' qualcosa di meglio di una Eaglen o Marc, ma sono sempre confronti con sopranoni wagneriani di modestia ingiudicabile. Delude pure, e qui non me lo sarei sicuramente aspettato, pure l'Hagen di Hans-Peter Konig, forse colto in serata poco felice, visto che sulla bravura di questo cantante, penso che poco si possa discutere. Che non si sia lasciato trascinare dalla coppia Gould/Watson? Mah ... Alla fine, i migliori erano l'Alberich di Shore, il Gunther pavido di Lukas e la brava, davvero molto brava, Gutrune della Haller. Bene la Mayer come Waltraute.
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!