Quell'Onegin lo vidi (me lo ricordo soprattutto perché, nella calca, diedi una terribile gomitata a una signora vestita di pepli color melanzana che si rivelò poi essere la Merkel). E' uno di quei curiosi spettacoli che funzionano meglio in video che live. AM
pbagnoli ha scritto:Ne avevamo già parlato un po' di tempo fa. Oggi mi sono imbattuto nella scena della lettera interpretata da Anna Samuil. A me piace molto. Eccovela:
In effetti è magnifica
Ma come si fa a star dietro a tutti questi giovani cantanti?
Meno male che, a sentire alcuni, non ci sono più le voci di una volta...
Ich habe eine italienische Technik von meiner Mutter bekommen. Astrid Varnay
pbagnoli ha scritto:Ne avevamo già parlato un po' di tempo fa. Oggi mi sono imbattuto nella scena della lettera interpretata da Anna Samuil. A me piace molto. Eccovela:
In effetti è magnifica
Ma come si fa a star dietro a tutti questi giovani cantanti?
Meno male che, a sentire alcuni, non ci sono più le voci di una volta...
Ma se passi piu' il tempo all'estero che in Italia!!!
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
pbagnoli ha scritto:Il GM andò a vederlo con la sua truppa.
Già, lo vidi nella stessa gita Wanderer in cui - sempre a Salisburgo - ci cuccammo il deludente ma a suo modo rivelatore Benvenuto Cellini di Stoelz (sul cast e su Gergiev velo pietoso). L'hai visto anche tu Alberto?
Comunque, in questo caso... non so se sono tanto d'accordo con l'amico Mattioli. A me dal vivo lo spettacolo risultò coinvolgentissimo, proprio in termini emotivi. Toccante e ricco di umanità (il grande pregio della Breth). mentre nel video, forse a causa dell'insistenza nel dettaglio, nella preoccupazione di far capire i simboli e le chiavi della ricontestualizzazione, mi è parso più freddo, calcolatore... ovviamente sono solo sensazioni!
Baremboim fu sbrodolone come al solito, ma - mi tocca ammettere - efficace e più interessante che in Wagner, almeno a mio gusto (io difendo il Wagner "sgrassato" alla Salonene - Tristano a Parigi - o alla Rattle, che tenni a battesimo ben prima dei Berliner). Quanto al cast fu favoloso: Samuil molto brava, Furlanetto grandioso (e salutato da un'ovazione alla sua aria), Kaiser una scoperta sconcertante - riconfermata all'Alceste di Aix quest'estate - e soprattutto il maggiore Oneguin degli ultimi vent'anni: Mattei (ok, Beck, ok... a pari merito con Keenlyside)!
A me dal vivo lo spettacolo risultò coinvolgentissimo, proprio in termini emotivi.
Davvero? Io rimasi di freddo, salvo poi entusiasmarmi alla seconda visione in dvd. Barenboim fu effettivamente travolgente, sia pure, come spesso capita con lui, con un sospetto di incompiutezza, di non rifinito. D'accordo anche sulla compagnia: Kaiser bastava averlo visto nel Flauto di Branagh, ma poi l'ho trovato bravissimo anche nel Fortunio, una sciocchezza riesumata dall'Opéra-Comique... Brava anche la Samuil: ma non è un po' la Netrebko dei poveri? Ciao miao bao AM
PS: no, il Cellini non l'ho visto: facevamo avanti e indietro da Bayreuth, c'è un limite a tutto...
EUGENE ONEGIN regia di Stefan Herheim (recensione telegrafica)
Cast: Stoyanova, Maximova; Skovhus, Dunaev, M. Petrenko Chorus of De Nederlandse Opera Royal Concertgebouw Orchestra Dir. Jansons. Opus Arte OA 1067 D (DVD) or OA BD7100 D (Blu-ray)
“Il passato non può tornare a vivere” dice Tatiana ad Oneguin nel loro dialogo finale. E un vero e proprio viaggio nel passato è l’Eugen Oneguin nella regia di Herheim. Un disperato, inane tentativo di ritrovare la propria identità perduta. In questo suo capolavoro imperfetto, Herheim non racconta solo la storia dell’amore impossibile tra Tatiana ed Onegin, ma mette in scena la solitudine dell’uomo moderno, perso in un mondo che non riconosce e non capisce perché ha perduto ogni riferimento della sua storia, del suo passato, della sua identità. Onegin è l’uomo russo, è la Russia, ed è al contempo ciascuno di noi. Si capisce fin da subito che, in antitesi con tutte le altre regie dell'opera viste finora, la vicenda è narrata dal punto di vista di Onegin. L'opera diventa un viaggio nella mente del protagonista, un viaggio che mescola il presente al passato in una fusione e con-fusione di piani spazio-temporali davvero strabiliante dal punto di vista della realizzazione scenica. A questo proposito la scena della lettera è davvero spiazzante:
A partire dal secondo atto i riferimenti alla storia della Russia (peraltro già presenti al primo atto) si accumulano sempre più fino a sfiorare l’horror vacui (l’orso - il simbolo della nazione russa -, la stella del Cremlino, i ballerini de “Il lago dei cigni”, gli astronauti, gli atleti olimpionici…). E, man mano che lo spettacolo prosegue, la visione si fa più nitida, e si resta conquistati dalla profondità della concezione registica e stupiti dal virtuosismo tecnico con cui essa viene realizzata. Alla fine, sembra dirci Herheim, è solo l’amore che può dare senso e identità all’uomo. Stoyanova e Skovhus straordinari. Discreto il resto del cast. E direzione che, in perfetta sintonia con l'impostazione registica, rifugge da turgori tardoromantici in favore di un suono scabro e tesissimo. Un capolavoro imperfetto, questo di Herheim. Un diamante allo stato grezzo. La profondità e la complessità dei molteplici livelli di lettura proposti sono talmente grandi che a volte si ha come l'impressione che, in questo meccanismo ad orologeria, qualcosa non torni. Ma è un Eugene Onegin che dice qualcosa di nuovo. E lo dice benissimo. Da non perdere.
DM
Un solo punto di vista è la vista di un solo punto
Un grazie a DM per la telegrafica quanto illuminante recensione. Non possiedo questo dvd, ma resto assai affascinato dal canto poco ortodosso di Skhovus (mi aveva terribilmente deluso in Kurwenal, quanto entusiasmato nel suo Conte mozartiano nei due spettacoli che ho visto), vero motivo d'interesse di questo Onegin.
Mentre possiedo il dvd con la regia di Carsen con un cast all-star e quello che mi ha sorpreso più di tutti e mi ha fatto innamorare questo capolavoro, nonostante un cast di sconosciuti. Mi riferisco alla spettacolo da Baden-Baden con la regia di Lehnhoff e la direzione di Gennady (il cognome e' impossibile da trascriverlo senza errori). Qualcuno l'ha visto questo Onegin?
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
Io ce l'ho da un po' e non ho ancora avuto tempo di vederlo Appena ho finito di massacrarmi con il corso ALS gli dedicherò un po' di tempo e attenzione. Intanto grazie!
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!" (Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)