teo.emme ha scritto: O'Neill finalmente abbandona il vezzo di clonare Del Monaco, ma resta estraneo al repertorio italiano, non ne possiede il fraseggio e SOPRATTUTTO mi appare piatto e svogliato.
Ciao Teo, e buona domenica!
Scusa se ti rispondo qui, da me, e non sul CdG dove pure mi aveva fatto piacere scrivere due righe di gradimento della tua recensione (sei proprio bravo, Teo: avevo gradito molto anche quella del Flauto Magico di Jacobs), ma stante la risposta del solito ragazzino cui viene permesso di imperversare con le sue rispostine maleducate e vuote di contenuti, proprio non me la sento di insistere: verrebbe fuori il solito
flame che piace a tanti (ma non a me) e io, per parte mia, pur amando il trash non riesco proprio a scendere al di sotto di un livello minimo di conversazione...
Esaurita la premessa, veniamo al dunque: a me non sembra né piatto né svogliato.
Gli manca lo squillo, purtroppo: questo sì che avrebbe fatto di lui un interessante erede della tradizione di Tamagno che, a regola, sarebbe il cotè interpretativo più adeguato per questo ruolo. Ma detto questo, a me non sembra piatto o svogliato. Anzi, si impegna e cerca veramente di dire cose interessanti. Mi da quasi l'idea che, con un po' di approfondimento, potrebbe forse venir fuori la "terza via", quella che forse avrebbe potuto inaugurare a suo tempo il già citato Bjoerling.
D'altra parte, un cantante come Tamagno probabilmente non verrà più fuori perché il gusto che a suo tempo selezionò un cantante con quelle caratteristiche oggi non c'è più. So che è un discorso un po' "
darwiniano"
, e lo faccio volutamente scherzandoci un po' su, ma da quanto tempo è che non sentiamo un cantante con quelle caratteristiche? L'unico che probabilmente ci si è avvicinato e solo per certi versi è stato Nicolai Gedda, che aveva in repertorio
Le Prophète, Raoul degli
Huguenots, Arnold del
Guillaume Tell, che cantava
La Dame Blanche,
Lohengrin e il
Ballo in maschera. Ma non aveva le caratteristiche che hanno reso Tamagno talmente famoso da farne un mito e da renderlo l'unico protagonista possibile per un'opera come Otello. Poi, certo, ci sono state le corruzioni: i tenori tedeschi o wagneriani in senso lato iperdrammatici e baritonaleggianti da cui, poi, è derivato quell'apax che è stato Del Monaco. Il problema -
hony soit qui mal y pense, ovviamente - è che l'interpretazione del tenore fiorentino è stata talmente famosa, convincente e spettacolare da porsi come paradigma per tutti quelli che sono venuti dopo e che hanno pensato che Otello potesse essere cantato solo così. Il che, oltre che un errore, è stato esiziale per molti cantanti che non sapevano come venir fuori dai problemi della parte, problemi che possono essere superati con un'impostazione vocale differente!
Scorrendo la non banale discografia di questo grandissimo capolavoro, vedremo che il buon Simon O'Neill è praticamente il primo a praticare una scelta del genere, se vogliamo eccettuare i brani isolati registrati da Bjoerling: già solo per quello gli dovremmo essere grati. Poi, se ci sono limiti musicali, magari potranno essere superabili con un po' di esperienze ulteriori; del resto, anche i primi Otelli di Domingo non erano così rifiniti come quelli posteriori.
Che dirti, Teo?
Se sono rose... altrimenti, amen: sopravvivremo anche senza O'Neill!
teo.emme ha scritto: Desdemona - sarà pure ottima Marescialla - ma stona come poche il ruolo, e sfido chiunque a dire il contrario. Jago è il migliore, senza dubbio: interpretazione misurata e spietata, finalmente epurata da certi vezzi della peggior tradizione...peccato per certe brutte cadute di gusto. Davis e l'orchestra sono, al solito, perfetti...ma paiono freddi e artificiosi questa volta (rispetto al Falstaff e pure, in parte, al Requiem)
Allora, nell'ordine:
per quanto riguarda la Schwanewilms siamo lontani dai riferimenti del ruolo (per me, come dicevo, Gwyneth Jones e, a seguire, Renata Scotto), ma mi aspettavo decisamente peggio da quello che avevi scritto. Con ciò ovviamente non voglio contraddire quello che hai scritto
Finley è un baritono colorista della più bell'acqua. Questa è proprio una definizione di "
area Operadisc"
- anzi, proprio "
marazziana", quindi non pretendo che tu ti ci riconosca, ma è una categoria per me adattissima a questo tipo di ruoli. Lo fa secondo me benissimo e non ci sento sguaiataggini particolari: quanto a questo ne ho sentite di molto peggio in passato da baritoni considerati molto più ortodossi per questo ruolo. Penso ovviamente a Gobbi e a tutti i
gobbetti venuti dopo, quelli cioè che - indipendentemente dalla voce - calcano tantissimo l'espressione sul versante "biecaggine"
non ho ascoltato né il Falstaff né il Requiem (una volta di più, mi incuriosisci: cercherò di ascoltarli), ma l'orchestrazione - a parte tutti i clangori artificiali della tempesta che hanno dato fastidio anche a me - mi è sembrata veramente importante. Non fastidiosamente superficiale, ma
giusta in tutte le sue parti: aggressiva quando occorre, ma ricca di ripiegamenti ed introflessioni. E non mi sembra nemmeno disunita, ma qui ci metto un
In My Humble Opinion grande come una casa perché non voglio sembrare il solito rompicoglioni bastian contrario. Per il mio personalissimo gusto è una delle migliori che io abbia mai sentito