Orlando (Handel)

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Orlando (Handel)

Messaggioda pbagnoli » sab 30 ott 2010, 14:49

LILLE, OPERA (2010)

Sia pure in ritardo, ci tenevo a scrivere due cosucce sulla bella recensione di Matteo a proposito dello spettacolo di Lille. Metto gli spunti alla rinfusa, così come mi vengono.
:arrow: la vocalità di Orlando. Pur concordando sulla bravura di Sonia Prina, per me oggi fra le migliori vocaliste di questo repertorio, e dotata di una sua non banale personalità di interprete, sono costretto a concordare abbastanza obtorto collo col Grasso Messere: la vocalità femminile non va bene per i ruoli Senesino. Non ho mai sentito la Barcellona in questa parte - non so nemmeno se la abbia in repertorio - ma forse nemmeno lei sarebbe una scelta giusta, nonostante l'ampiezza della cavata, la ricchezza degli armonici e l'estensione. Io ho il disco di Christie e c'è la Bardon: francamente niente di che. Corretta, precisa, pulita, ma emozioni zero. Il problema è che non sono nemmeno convinto che un controtenore funzioni meglio
:arrow: capitolo Haym. E' brava, nulla da dire. Sa fare il suo mestiere molto bene, ha gusto nel porgere, sa accompagnare molto bene e la sua orchestra suona ricca di colori
:arrow: regia. Sono d'accordo con Matteo: McVicar ormai è il re di questo repertorio. Io vado matto per il suo Giulio Cesare, in assoluto un capolavoro del genere. Ha la piena comprensione dei meccanismi teatrali di Haendel, dei suoi trucchi e delle sue esigenze. Difficile pensare a qualcosa di meglio, anche fra i registi più quotati. Persino Carsen, quanto a questo, mi sembra effettivamente lievemente inferiore. Mi manca la visione di questo spettacolo, ma il GC è stato veramente un capolavoro, una cosa da sballo, qualcosa di talmente bello, di talmente "giusto" da farmi ritenere difficile che si possa fare di meglio.
Pelly, dici?
Mah.
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Re: Orlando a Lille

Messaggioda mattioli » mer 10 nov 2010, 18:43

Scusate se riapro un vecchio argomento. Il punto è che ho visto solo domenica scorsa a Parigi l'Orlando di McVicar (e anche un po' di Handel). Poiché penso che, prima di parlarne, gli spettacoli vadano visti, e visti a teatro, non alla radio o su Youtube, mi sento di commentare quanto scritto con la solita finezza dal GM. Sono d'accordo su (quasi) tutto, soprattutto su quel che quoto:

Il risultato è tale per cui è lecito affermare che quello di McVicar è l’Händel di oggi.
E tuttavia un po’ di apprensione si prova.
Il timore che il miracolo di questo Händel possa invecchiare troppo rapidamente, esposto com’è al duplice pericolo della ripetizione e dell’imitazione. In realtà, rispetto alla folgorazione abbacinante del Giulio Cesare, già questo Orlando appare meno risolutivo, meno rivelatorio, forse persino un po’ “già visto”.


Verissimo. Fermo restando che a mio gusto McVicar è oggi il numero uno dei registi d'opera, anch'io ho trovato questa produzione notevolissima, però meno innovatrice del Cesare di Glyndebourne o, in tutt'altro repertorio, dell'Aida di Londra. E tuttavia, sempre nella mia modesta opinione, l'apprensione marazziana (o marazzesca?) è pienamente giustificata, ma non dev'essere tale. Nel senso che, se i riferimenti del barocco di McVicar sono quelli della contemporaneità (e non si vede come possano essere altri, e non solo nel barocco: il passato, scusate se mi ripeto, è lo specchio dove vediamo riflesso il presente), allora è chiaro che vertiginosa instabilità, la mutevolezza stessa del nostro tempo renderà sempre più caduca la vita di una regia. Allo stesso modo con cui un videoclip è già irrimediabilmente vecchio dopo pochissimo tempo. Di più: credo che oggi sia difficile, per un regista che sia tale, cioè non solo un decoratore d'interni, ancorarsi a un'estetica predefinita e ripetibile all'infinito: il mondo cambia troppo velocemente, la storia cammina troppo in fretta. Da qui il senso di saturazione e di leggera delusione che ho provato davanti a queest'Orlando, ma anche davanti a taluni spettacoli di Guth. Non sono più i tempi in cui si poteva sopravvivere quarant'anni sulle macchine (Ronconi), sulle piume (Pizzi) o su una sfumatura d'azzurro (Pier'Alli).
Su questo non so se il GM sia d'accordo, ma mi sembra di capire che sia sparito. Esso ci fu rapito? Mah...
Ossequi
AM

PS: a riprova di quanto sopra, non faccio paragoni sulla grottesca situazione italiana, che farebbe ridere se non facesse piangere ma, per restare a Parigi di questi tempi, con il delirio restauratorio dell'Opéra gestione Joel, dove viene pompata come momento forte della stagione la ripresa del Figaro d'après Strehler. L'opera come museo, appunto...
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Re: Orlando a Lille

Messaggioda VGobbi » mer 10 nov 2010, 19:19

Pensavamo che ti avevano rapito pure te, visto che eri da un po' che non scrivevi ... Forse anche tu in giro per mezza Europa?
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Orlando a Lille

Messaggioda mattioli » mer 10 nov 2010, 20:11

Quattro miserabili giorni: Orlando e Histoire du soldat a Parigi, Otello (di Rossini) a Lione...
Ciao
AM
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Re: Orlando a Lille

Messaggioda pbagnoli » mer 10 nov 2010, 20:23

mattioli ha scritto:
Su questo non so se il GM sia d'accordo, ma mi sembra di capire che sia sparito. Esso ci fu rapito? Mah...

Il GM (che suona un po' come GF, o Grande Fratello che dir si voglia, non trovi?) si trova in una delle sue crisi produttive.
Esso ritiene che il forum debba avere una - parole sue - pausa di riflessione: cioè un modo elegante per dire che lui non ha voglia di scriverci un cazzo. E queste invece sono parole mie.
Siccome è vile in fondo al cuore (un po' come FB Pinkerton davanti al fiorito asil), egli - il GM, appunto - guarda il forum, solitamente di notte quando sa che non c'è nessuno a intercettarlo.
Che dirti? Vedrà il tuo post, si sentirà una chiavica e forse, solo forse, riprenderà a scrivere.
Se non ci riesci tu... :(
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Re: Orlando a Lille

Messaggioda mattioli » mer 10 nov 2010, 20:51

Indurre il GM a far qualcosa che non vuole?! Non lo frequento da un paio di decenni, ma credo che sia più facile convincere piuttosto la barca di Caronte, la grotta di Vulcano, la porta dell'inferno...
E allora provocalo. Metti su un bel post tipo "Anja Silja: fu vera gloria?", "Leyla o del mascara", "La Herlitzius è stonata?" e vedrai come esce dal letargo...
Miao
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Re: Orlando a Lille

Messaggioda MatMarazzi » mer 10 nov 2010, 21:45

Vi prego, non seguite le paranoie del Bagnolo...
Può semplicemente capitare che qualcuno abbia qualcosa da fare... e che non sempre abbia il tempo di dedicarsi agli amici e alle discussioni...
(per inciso, io non ho la penna facile... e i commenti di Lille e Bruxelles mi hanno portato via un po' di tempo...).
Inoltre domani sono nella tua vecchia Modena, caro Mattioli, a tenere una lezioncina sulle "voci del 2000".
Scandalizzerò tutti parlando di declamatori e coloristi! :)

Comunque, chiuso l'OT...


mattioli ha scritto: se i riferimenti del barocco di McVicar sono quelli della contemporaneità (e non si vede come possano essere altri, e non solo nel barocco: il passato, scusate se mi ripeto, è lo specchio dove vediamo riflesso il presente), allora è chiaro che vertiginosa instabilità, la mutevolezza stessa del nostro tempo renderà sempre più caduca la vita di una regia. Allo stesso modo con cui un videoclip è già irrimediabilmente vecchio dopo pochissimo tempo. Di più: credo che oggi sia difficile, per un regista che sia tale, cioè non solo un decoratore d'interni, ancorarsi a un'estetica predefinita e ripetibile all'infinito: il mondo cambia troppo velocemente, la storia cammina troppo in fretta. Da qui il senso di saturazione e di leggera delusione che ho provato davanti a queest'Orlando, ma anche davanti a taluni spettacoli di Guth. Non sono più i tempi in cui si poteva sopravvivere quarant'anni sulle macchine (Ronconi), sulle piume (Pizzi) o su una sfumatura d'azzurro (Pier'Alli).


Assolutamente vero...
la regia d'Opera (per fortuna) sta diventando una forma artistica di ...consumo (com'era l'Opera stessa al tempo di Handel).
La sua stagione è più intensa e rapida.
E tuttavia il rischio che certe formule divengano "prassi" nel giro di due produzioni mi sgomenta un po'...
Gli altri haendeliani che avevo citato (Sellars e Carsen) hanno resistito nel loro stile per un buon decennio; Sellars poi non smette di lanciarsi in nuove avventure (ah! quell'Hercules di Chicago... che voglia!).
Quel che temo è che con McVicar il tempo corra più in fretta... ma ciò non dipende da lui: forse questo avviene perché è tutto che corre più in fretta oggi che negli anni '90!

Salutoni e ben rientrato!
Mat

PS: io fra poco riparto di nuovo. Adriana Lecouvreur a Londra (col tuo Mc Vicar, la Gheroghiu e Kaufmann) e poi a Parigi per My Fair Lady con la regia di Carsen e Sarah Gabriel! Tu prossimi impegni?
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Re: Orlando a Lille

Messaggioda pbagnoli » mer 10 nov 2010, 21:49

Ci credo poco...
D'altra parte non mi posso lamentare: ha prodotto due pregevolissimi pezzi di letteratura, soprattutto il secondo, quello sulla Kat'a della Monnaie: non è una cosa che succede spesso.
Quando gli chiedo di scrivere per la home, allora dice che deve seguire il forum.
Quando gli chiedo di seguire il forum, allora dice che il forum ha bisogno di una pausa di riflessione.
Tu cosa ne pensi?
Bao
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Re: Orlando a Lille

Messaggioda mattioli » mer 10 nov 2010, 22:07

Può semplicemente capitare che qualcuno abbia qualcosa da fare..

No, tu no! Mi crolla il mito del tuo fancazzismo, una delle cose che ti invidiavo...

Inoltre domani sono nella tua vecchia Modena, caro Mattioli, a tenere una lezioncina sulle "voci del 2000".

Buono a sapersi. Concesso e non dato che siano ancora vivi, allerto un paio di loggionisti di quelli del club del do di petto e del tortellino, abituati a ragionare in termini di "canne" e "sventole"... Poi te la vedi con loro... Ma forse adesso si sono evoluti... scrivono sui blog!

E tuttavia il rischio che certe formule divengano "prassi" nel giro di due produzioni mi sgomenta un po'...

Beh, e scusa se torno serio, a me sembra positivo. Nel senso che anche i grandi registi non possono più vivere applicando la formuletta di successo, ma devono ogni volta rinnovarsi. Con McVicar a me capitò al Sogno della Monnaie: uno spettacolo indimenticabile (l'unico in grado di superare - se non altro perché più nuovo - quello di Carsen...) ma ben poco "mcvicariano", se così posso dire. Lo stesso Guth, nella sua trilogia dapontiana, non ha usato il linguaggio dei suoi spettacoli precedenti: a cominciare dal fatto, percepibile perfino da un critico italiano, che non si svolgevano tutti in una stanza... Anzi, mi sembra proprio che la grandezza di certi interpreti (ma poi perché solo i registi? Pensiamo ad alcuni direttori...) stia proprio nel non fermarsi, ma nell'evolvere. Che poi, per qualcuno, vuol dire anche involvere...

PS: io fra poco riparto di nuovo. Adriana Lecouvreur a Londra (col tuo Mc Vicar, la Gheroghiu e Kaufmann) e poi a Parigi per My Fair Lady con la regia di Carsen e Sarah Gabriel! Tu prossimi impegni?

Mah, non so. Non ho ancora fatto programmi. Sono due produzioni nella lista della spesa, ma per l'Adriana mi frena il fatto che detesto quell'opera, dopo tutte le volte che mni è toccato vederla con la Kabaivanska. C'è anche un Lully di Rousset nel teatrino di Versailles che mi attira assai. E poi Butterfly di Michieletto (ragazzo intelligente con idee chiarissime; la prima è stasera ma non posso andarci; ho visto solo un pezzo di prove, interessantissimo) e, mi scuserai, tutto il maccherone-Valchiria a Milano. Sai, ma è uno dei pochi momenti dell'anno dove mi tocca lavorare davvero...
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Re: Orlando a Lille

Messaggioda mattioli » mer 10 nov 2010, 22:15

Tu cosa ne pensi?


Che il tenutario-gestore-infermiere del GM sei tu.
Ciao
AM
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Re: Orlando a Lille

Messaggioda VGobbi » mer 10 nov 2010, 22:50

La conferenza che terrai a Modena, caro Mat, non potresti farne un riassunto sul forum? Mi sembra un argomento assai interessante!!!

Inoltre, m'attizza molto l'Adriana londinese. Sbaglio ma non rientra nei programmi organizzati dal Wanderer?
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