Carmen (Bizet)

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Re: Carmen Gardiner

Messaggioda teo.emme » mer 27 ott 2010, 20:49

beckmesser ha scritto:In verità, sulle dizioni critiche di Carmen ci si può sbizzarrire...


In effetti la situazione editoriale di Carmen è piuttosto confusa e, come spesso accade in situazioni analoghe, è difficile adottare un'edizione piuttosto di un'altra senza dolorosi sacrifici. Tuttavia, nelle ricerche che hanno accompagnato la "rinascita" della versione originale di Carmen (pre Guiraud, per intenderci), la situazione appare abbastanza chiara:
1) le fonti principali dell'opera sono: il manoscritto originale, lo spartito canto e piano del 1875, la partitura a stampa del 1877, e il materiale d'orchestra negli archivi dell'Opéra;
2) quando nel corso del 1874 Bizet sovrintende le prove, apporta al manoscritto originale notevoli modifiche (tagli, aggiunte, varianti e, SOPRATTUTTO, segni d'espressione;
3) nel 1875 viene pubblicato lo spartito canto e piano, preparato con la supervisione dello stesso Bizet, rispecchiando il complesso labor limae eseguito dall'autore nelle fasi preparatorie alla messinscena;
4) nel 1877 Choudens pubblica la partitura completa, ma rimaneggiata da Guiraud, che pur rifacendosi correttamente allo spartito canto e piano (che contiene tutte le modifiche predisposte da Bizet), pratica alcuni tagli e, com'è noto, sostituisce i dialoghi con recitativi di sua produzione;
5) 1965: Oeser pubblica la sua discutibilissima versione, basata essenzialmente sul manoscritto che, a fronte del recupero di alcuni brani, elimina tutto quanto modificato dall'autore (e spesso migliorato) ritenendolo spurio, inautentico o causato da contingenze deprecabili. Approccio filologico inaccettabile per tanti motivi, scorretto e fuorviante, ma che ha il merito di riportare interesse sulla Carmen coi dialoghi (in realtà disponibili anche nella versione Guiraud - in appendice - ma tradizionalmente ignorati);
6) 2000: Schott pubblica una nuova edizione dell'opera (edizione critica), a cura di Robert Didion e Josef Heinzelmann (già utilizzata da Barenboim a Berlino e poi a Milano, ma con vistosi tagli e omissioni...discutibili) che oltre a recuperare la maggior parte dei segni d’espressione contenuti nello spartito del 1875 e a ricontrollare tutti i dettagli vocali e strumentali sulla scorta del materiale d’orchestra, del testo in uso al direttore e dello spartito per canto e pianoforte (relegando in secondo piano, dunque, il manoscritto su cui si fonda la Oeser), ripristina diversi passaggi (non contenuti nell’edizione tradizionale);
7) recentemente Peters ha pubblicato una nuova versione curata da Richard Langham-Smith, basata essenzialmente sul materiale d’orchestra conservato negli archivi dell’Opèra-Comique e sullo spartito per canto e pianoforte approvato dallo stesso Bizet;
8 ) nel 2005, Michael Rot, per una produzione dell’opera eseguita a Graz con la direzione di Harnoncourt prepara un’edizione ancora differente, che addirittura parte dalla versione Guiraud e include tutti i recitativi musicati e diversi brani tagliati dall'edizione tradizionale (e recuperati da Oeser);
9) 2014: nuova edizione critica, curata da Hervé Lacombe, per l’editore Bärenreiter, nell’ambito di una nuova serie dedicata all’opera francese, che, secondo lo standard della casa editrice tedesca, si preannuncia come particolarmente accurata e filologicamente impeccabile (così come la nuova edizione del Barbiere rossiniano).
Insomma, la situazione pur intricata è, filologicamente abbastanza definita: il problema resta la fase esecutiva, nella scelta su cosa sacrificare...si aggiunga poi che quasi sempre si ascoltano inediti mix di differenti versioni del testo (lo stesso Gardiner non è garanzia di "correttezza" assoluta, basti pensare a quel che ha combinato con la "sua" personale versione della beethoveniana Leonore).
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Re: Carmen Gardiner

Messaggioda pbagnoli » mer 27 ott 2010, 20:57

Grazie, teo: bella disamina e bella documentata, mi sembra! :D
Io continuo però a pensare che:
- la Choudens sia, ora come ora, improponibile
- la Oeser avrà avuto i suoi difetti, ma a quelli della mia generazione aprì un mondo nuovo e insospettato!
- la versione scelta da Gardiner, qualunque essa sia, mi sembra ricca di spirito e leggerezza di tocco. Se rispecchia lo spirito Opèra-Comique, non so; ma, per quello che ho sentito, mi sembra la prima a farmelo percepire pienamente
Grazie, comunque!
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Re: Carmen Gardiner

Messaggioda Riccardo » mer 27 ott 2010, 22:00

pbagnoli ha scritto:Grazie, teo: bella disamina e bella documentata, mi sembra! :D
Io continuo però a pensare che:
- la Choudens sia, ora come ora, improponibile
- la Oeser avrà avuto i suoi difetti, ma a quelli della mia generazione aprì un mondo nuovo e insospettato!
- la versione scelta da Gardiner, qualunque essa sia, mi sembra ricca di spirito e leggerezza di tocco. Se rispecchia lo spirito Opèra-Comique, non so; ma, per quello che ho sentito, mi sembra la prima a farmelo percepire pienamente
Grazie, comunque!

Grazie davvero Teo!

In ogni caso due sono gli ordini di problemi.
Uno riguarda l'approccio del nostro tempo con questo capolavoro di lunga e varia tradizione esecutiva.

L'altro invece è quello che tocca l'orizzonte testuale, aspetto che solitamente è conseguenza delle tendenze storiche e non l'inverso (checché ne pensino alcuni filologi).

Dunque...se oggi Gardiner cerca di fare una Carmen leggera, in stile opéra-comique (o pseudo tale), con voci leggere, approccio cameristico...bene, tutto questo non è perché abbiamo scoperto che Bizet la voleva così. E' solo perché ci siamo scocciati di un altro modo, ormai consunto e deperito, di fare quest'opera. Ossia quello sguaiato e urlato che è andato in voga per un sacco di tempo specie dalle nostre parti.

Ovvio che oggi, tempo in cui vogliamo barocchizzare, ridurre, intimizzare tutto...beh...la versione Guiraud sia quanto di più lontano da tutto questo ci possa essere.

Mi stupisce dunque tantissimo, e a leggere Maugham lo stridore era avvertibile pure in teatro, che Welser-Moest abbia scelto i recitativi per la produzione di Zurigo...
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Re: Carmen Gardiner

Messaggioda VGobbi » mer 27 ott 2010, 23:03

Ma davvero qui la Berganzina non se la fila nessuno?
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Carmen Gardiner

Messaggioda teo.emme » gio 28 ott 2010, 1:45

Riccardo ha scritto:Mi stupisce dunque tantissimo, e a leggere Maugham lo stridore era avvertibile pure in teatro, che Welser-Moest abbia scelto i recitativi per la produzione di Zurigo...


Welser-Möst ripropose per Zurigo l'identica versione predisposta da Rot nel 2005 per Harnoncourt: frutto, probabilmente, di una certa visione del direttore, non riconducibile all'operazione di Alagna e consorte (ad esempio). Credo che Harnoncourt - che è musicista fine e intelligente - abbia riflettuto sulla circostanza per cui l'opéra-comique, al di fuori della Francia, "girasse" in versioni interamente cantate, coi recitativi predisposti dall'autore (Gounod, Thomas e Delibes sono esempi emblematici: le loro opere più conosciute nascono coi dialoghi per poi prendere la forma con cui hanno conosciuto la celebrità; fu così per Faust, Mignon e Lakmé). Era dunque prassi del tutto comune. Medesima sorte sarebbe toccata a Carmen se Bizet non fosse morto. Ma Bizet è, purtroppo, morto e i recitativi non li ha scritti lui (ma Guiraud non ha fatto certo una porcheria: conosceva bene Bizet, era suo amico fraterno e seguì le fasi di gestazione dell'opera e tutte le prove, con consigli e pareri). Probabilmente nel riproporre Guiraud, Harnoncourt intendeva questo. E devo dire che il discorso in un certo senso fila. Del resto non credo affatto che la moda "verista" (definizione scorretta) di Carmen (non risparmiando truculenze e sguaiataggini) dipenda dalla versione scelta, ma dallo stile che allora spadroneggiava in ogni piega di repertorio, da Bellini a Bizet, a Verdi...
Ultima modifica di teo.emme il gio 28 ott 2010, 2:00, modificato 1 volta in totale.
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Re: Carmen Gardiner

Messaggioda teo.emme » gio 28 ott 2010, 1:58

pbagnoli ha scritto:- la Choudens sia, ora come ora, improponibile
- la Oeser avrà avuto i suoi difetti, ma a quelli della mia generazione aprì un mondo nuovo e insospettato!


Non credo che la Choudens sia improponibile, dipende come farla: in realtà nella Choudens c'è tutta la musica che Bizet aveva deciso dovesse esserci nell'opera. E in più contiene tutte le modifiche e le migliorie apportate dall'autore durante le prove. Oeser semplicemente ignora tutto ciò e ritiene che tutto ciò che differisce dal manoscritto sia spurio, scorretto e sbagliato...peccato che le modifiche siano tutte dello stesso Bizet! Oeser recupera alcuni brani (espunti dall'autore, però, e volutamente eliminati), ma spesso - per il mero ossequio al manoscritto - torna a versioni involute e grezze di diversi pezzi. Per non parlare dei dialoghi riscritti in un francese dilettantesco, dei personaggi inventati e del finale dell'opera (che sostanzialmente riscrive, mescolando le prime due versioni approntate da Bizet, ed ignorando la quarta - e definitiva - che oltre ad essere quella sanzionata dall'autore è di gran lunga la più bella). In realtà sono pochissimi i brani tagliati che vale la pena riproporre (forse si riducono alla comparsa di Carmen nel coro dell'atto I e all'inizio dell'atto dei contrabbandieri, con i richiami del corno), atteso che, sia la pantomima dell'introduzione, sia i dialoghi parlati, sono disponibili anche nella Choudens. Lo stesso Solti - tra i primi ad interessarsi alla Oeser, incide una versione che accoglie solo in parte i suggerimenti dell'edizione, e, anzi, recupera tutte le modifiche successive al manoscritto (quelle colpevolmente ignorate da Oeser). Io personalmente preferisco la versione opéra-comique, ma non mi scandalizza la Choudens (come scandalizzò la scelta di Harnoncourt, ferocemente attaccato, dalla stampa francese in particolare).
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Re: Carmen Gardiner

Messaggioda mattioli » gio 28 ott 2010, 9:36

Scusate se insisto, non è che si stia invertendo l'ordine delle priorità? Posto che la Carmen vera non esiste, non è che si debba stabilire PRIMA che idea abbiamo dell'opera e POI quali materiali musicali scegliere per realizzarla? Mi sembra più interessante, invece di scervellarsi per stabilire quale Carmen voleva Bizet (e tanto non lo sapremo mai), discutere quale Carmen vogliamo noi, oggi, qui, adesso. Valutando le varie possibilità, comprese quelle consacrate dalla tradizione, che ha un valore perché sì, effettivamente Guiraud fece un ottimo lavoro e in ogni caso è nella sua versione che Carmen è circolata per un secolo e ha conquistato il mondo. Se faccio Carmen nella deep provincia con un mezzosoprano di quelli che non parlano nemmeno l'italiano, figuriamoci il francese, ripristino i dialoghi parlati? Se la faccio all'Opéra-Comique con l'Antonacci, che vive a Parigi da una vita e il cui francese è, almeno a detta dei francesi, esemplare, allora sì che la faccio parlare. Il teatro è il regno del relativo, non dell'assoluto...

PS: continuo a deplorare la perdurante assenza del GM. Sono comunque giunte notizie: pare sia stato visto a Lilla salire in palcoscenico nelle vesti del mago Zoroastro ("Zeroglifici eterni", etc...) per sostituire il basso titolare e salvare una recita dell'Orlando. Si dice che poi sia stato rapito dalla soubrette che interpretava Dorinda per una turbinosa fuga d'amore nell'ex bacino carbonifero della regione Nord-Pas de Calais. Ultimissime news lo danno impegnato con lei in rapinosi decadentismi a Bruges, "Die tote Stadt", pare scatenando la gelosia della Denoke...
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Re: Carmen Gardiner

Messaggioda Maugham » gio 28 ott 2010, 10:41

mattioli ha scritto:invece di scervellarsi per stabilire quale Carmen voleva Bizet (e tanto non lo sapremo mai), discutere quale Carmen vogliamo noi, oggi, qui, adesso.


Sottoscrivo in toto.
Voglio vedere come faranno con le edizioni critiche delle opere di Wagner visto che molti degli originali la mitica Winnie li ha regalati a zio Wolfie. E ovviamente sono andati persi nel bunker.Oppure giacciono, del tutto sconosciuti, in qualche polveroso archivio di una città degli Urali. :D

PS: continuo a deplorare la perdurante assenza del GM. Sono comunque giunte notizie: pare sia stato visto a Lilla salire in palcoscenico nelle vesti del mago Zoroastro ("Zeroglifici eterni", etc...) per sostituire il basso titolare e salvare una recita dell'Orlando. Si dice che poi sia stato rapito dalla soubrette che interpretava Dorinda per una turbinosa fuga d'amore nell'ex bacino carbonifero della regione Nord-Pas de Calais. Ultimissime news lo danno impegnato con lei in rapinosi decadentismi a Bruges, "Die tote Stadt", pare scatenando la gelosia della Denoke...


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Re: Carmen Gardiner

Messaggioda teo.emme » gio 28 ott 2010, 11:22

mattioli ha scritto:Se faccio Carmen nella deep provincia con un mezzosoprano di quelli che non parlano nemmeno l'italiano, figuriamoci il francese, ripristino i dialoghi parlati? Se la faccio all'Opéra-Comique con l'Antonacci, che vive a Parigi da una vita e il cui francese è, almeno a detta dei francesi, esemplare, allora sì che la faccio parlare. Il teatro è il regno del relativo, non dell'assoluto...


Vero, del resto la stessa Choudens offre la possibilità di eseguire i recitativi o ripristinare i dialoghi (forse l'arbitrio più grande di Guiraud è l'aver trasportato in alto alcune linee di canto della protagonista, per adattarla al registro sopranile), e anche in epoca pre Oeser talune rappresentazioni di Carmen - in suolo francese - seguivano l'originale opéra-comique (infatti Carmen fu "ammessa" all'Opéra solo nel 1959...alla presenza di De Gaulle). La Carmen "verista", però - scusate se insisto - non va attribuita alla scelta di una versione piuttosto di un altra, ma è questione di sensibilità, approccio interpretativo, visione generale dell'opera (per fare un esempio: l'edizione Karajan/Price/Corelli, pur utilizzando la Choudens, non può essere affatto definita "verista", né essere accomunata alle Carmen da "sangue e arena" della tradizione del Met).
Non sono, invece, d'accordo sulla considerazione per cui "la vera Carmen non esiste" e che non sapremo mai cosa davvero volesse Bizet. L'autore, in effetti, ha ben indicato i cambiamenti, i tagli e le modifiche - elaborati nel corso delle prove e non subiti da fantomatiche pressioni esterne (come ritiene Oeser) - lo spartito canto e pianoforte è, da questo punto di vista, completo. Del resto Bizet muore successivamente alle prime rappresentazioni (non è opera "incompiuta"), ciò che manca è la supervisione alla pubblicazione della partitura: ma la partitura del 1877 (Choudens) riflette esattamente le ultime volontà dell'autore, salvo le aggiunte di Guiraud (ma di cui viene dato conto). Ora, è vero che alcuni brani si sono persi, ma - domando - quanto è lecito "ripescare" dal cestino degli scarti? Quanto è corretto, filologicamente, inserire brani espressamente tagliati dall'autore (magari sbagliando, magari sacrificando musica splendida, ma comunque scartati)? Quanto è giusto ritenere questi tagli, un patteggiamento con circostanze fattuali, difficoltà e incapacità di taluni interpreti (soprattutto se, in questo senso, mancano prove e documenti espliciti), e non, piuttosto come scelte estetiche e libere di un compositore che, come di consueto, limava la sua creazione nel corso delle prove? A questo punto si potrebbero ricostruire fantomatiche "prime versioni" per una marea di titoli (ed è stato, purtroppo, fatto: da un Olandese Volante inedito, addirittura eleaborato sul primo libretto che Wagner avrebbe offerto all'Opéra ottenendo un rifiuto, al Gustavo III di Verdi reinventato da Gossett..e così via, a questo punto perché non preparare un Re Lear di Verdi?). Ma aldilà dei casi più evidenti, la pratica è usata anche in modo meno invasivo, ma altrettanto scorrettamente: penso alla cadenza delle Tre Dame nel Flauto Magico, eliminata da Mozart e lasciata pure in stato di abbozzo (tanto da dover necessitare interventi creativi per poter essere inserita) o a certe fantasiose inserzioni nel Don Carlo, o il consueto mix di versioni che segna ogni rappresentazione del Boris o del Tannhauser. Mi chiedo - senza polemica - è tutto lecito? Mi viene in mente Kubrick in questi casi: distrusse tutto il materiale scartato nelle fasi di montaggio dei suoi film, proprio per evitare che - una volta trapassato - a qualcuno venisse in mente di "inventarsi" versioni originali, integrali, prime, dei suoi capolavori.
Ultima modifica di teo.emme il gio 28 ott 2010, 23:15, modificato 1 volta in totale.
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Re: Carmen Gardiner

Messaggioda teo.emme » gio 28 ott 2010, 11:35

Maugham ha scritto:Voglio vedere come faranno con le edizioni critiche delle opere di Wagner visto che molti degli originali la mitica Winnie li ha regalati a zio Wolfie. E ovviamente sono andati persi nel bunker.Oppure giacciono, del tutto sconosciuti, in qualche polveroso archivio di una città degli Urali.

Del Ring esiste già...e dovrebbe essere stata impiegata in alcune recenti incisioni (credo riferita ad alcune rappresentazioni olandesi), e così pure del Rienzi (evidentemente fatto su copie coeve e materiali d'orchestra).
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Re: Carmen Gardiner

Messaggioda mattioli » gio 28 ott 2010, 12:14

Alcuni declamatori belgi lo danno per segnalato sul cielo sopra Bruxelles a cavallo di una scopa guidata dalla Herlitzius.

Sì, mentre la Silja rimestava nel pentolone dove cuoceva una pozione, ricetta del suo povero papà, negromante alla corte di Rodolfo II : WohoW :

La Carmen "verista", però - scusate se insisto - non va attribuita alla scelta di una versione piuttosto di un altra

E' quel che dico io: si sceglieva quella versione perché si aveva quella idea dell'opera. Oggi che dell'opera abbiamo un'altra idea scegliamo un'altra (o altre) versioni. A parte al Met dove evidentemente si crede ancora che Carmen sia Cavalleria rusticana però ambientata a Siviglia.

lo spartito canto e pianoforte è, da questo punto di vista, completo.

Vero: e dopo cinque mesi, mi sembra di ricordare, di prove estenuanti, al termine delle quali lo spartito era in molti punti diverso dall'autografo. Manca, di Carmen, proprio quella cristallizzazione d'autore, passatemi l'espressione, che è la pubblicazione della partitura. Ma, ripeto, siamo proprio sicuri che la Carmen che Bizet voleva sia quella dello spartito, cioè quella uscita da 150 giorni di litigi e compromessi con amministratori, solisti e coristi? Forse sì, ma forse anche no.

Quanto è corretto, filologicamente, inserire brani espressamente tagliati dall'autore (magari sbagliando, magari sacrificando musica splendida, ma comunque scartati)?

Filologicamente, non lo so. Ma la filologia si fa negli archivi. A teatro si fa il teatro. Sappiamo che Rossini tagliò il Tell prima della "prima" perché l'opera era così lunga che gli spettatori dei sobborghi avrebbero perso l'ultimo omnibus per tornarci. Oggi l'omnibus non c'è, e allora ha senso lasciarli, questi tagli? O magari davvero l'opera è troppo lunga, e allora si deve proprio tagliare? Ma allora scegliamo noi che tagli fare, in relazione alle specificità della singola esecuzione che andiamo preparando.

Mi chiedo - senza polemica - è tutto lecito?

Sì. Mi dispiace per gli idealisti ma sì, è tutto lecito. Decide, come al solito, il teatro. Che ieri voleva la Carmen "verista", oggi vuole quella Opéra-comique, domani chissà. Perché Carmen sono tutti i materiali musicali disponibili sull'opera, d'autore e (Guiraud) no. Poi ogni volta che va in scena, Carmen sarà diversa e noi ne valuteremo la validità in relazione all'idea che ne abbiamo OGGI, non a quella che ne avrebbero avuto i parigini di 140 anni fa e perfino (forse) lo stesso Bizet. Se Il Gustavo III non ha "girato", una ragione ci sarà... non credi? (fermo restando che proprio il libro di Gosset analizza questi problemi molto meglio - e molto più diffusamente - di quanto possiamo fare qui)

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Re: Carmen Gardiner

Messaggioda beckmesser » gio 28 ott 2010, 12:19

teo.emme ha scritto:Del Ring esiste già...e dovrebbe essere stata impiegata in alcune recenti incisioni (credo riferita ad alcune rappresentazioni olandesi), e così pure del Rienzi (evidentemente fatto su copie coeve e materiali d'orchestra).


A quale ti riferisci? L'unica che conosco è quella della schott, che è praticamente completa (manca solo, credo, il Liebesverbot) ed era stata iniziata intorno agli anni '60 dal compianto Dahlhaus. Ce n'è un'altra in cantiere?

In verità, il problema grosso adesso lo hanno a Pesaro: ormai restano da affrontare praticamente solo le opere senza manoscritto (soprattutto le francesi, Tell a parte) e siamo alla situazione paradossale che ormai il dubbio è se su certe opere (tipo l'Ory) arriverà prima Gossett con la Barenreiter o la Fondazione di Pesaro...

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Re: Carmen Gardiner

Messaggioda beckmesser » gio 28 ott 2010, 12:25

mattioli ha scritto:Sì. Mi dispiace per gli idealisti ma sì, è tutto lecito. Decide, come al solito, il teatro.


Personalmente, sono del tutto d'accordo: l'importante è solo, aggiungo, che il pubblico (o almeno la fetta di pubblico a cui tutto ciò interessa) sia messo in condizione di sapere esattamente cosa sta ascoltando. Per me si possono eseguire ancora anche i "Contes di Offenbach" nella versione Choudens: ha un suo valore storico. L'importante è che si sappia che quelli non sono i Contes di Offenbach, ma un'altra cosa...

Saluti,

Beck
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Re: Carmen: problemi testuali

Messaggioda Riccardo » gio 28 ott 2010, 12:46

teo.emme ha scritto:forse l'arbitrio più grande di Guiraud è l'aver trasportato in alto alcune linee di canto della protagonista, per adattarla al registro sopranile)

Ma questo in realtà è più che normale. Evidentemente l'interprete di Vienna richiedeva adattamenti alla parte che non possiamo escludere con Bizet non sarebbero stati anche maggiori.
Tra l'altro, qualcuno ha sottomano il cast della prima viennese di Guiraud?

teo.emme ha scritto:Quanto è giusto ritenere questi tagli, un patteggiamento con circostanze fattuali, difficoltà e incapacità di taluni interpreti (soprattutto se, in questo senso, mancano prove e documenti espliciti), e non, piuttosto come scelte estetiche e libere di un compositore che, come di consueto, limava la sua creazione nel corso delle prove?

Su questo Teo sono d'accordo.
Però l'epoca in cui nasce quest'opera impone qualche piccolo scrupolo in più rispetto a com'è normale operare con Bellini e Rossini, dove invece le prerogative dell'esecuzione avevano praticamente sempre la meglio sulle ipotetiche velleità estetiche ed ideali dei compositori.

Credo che quindi valga bene il discorso di Mattioli: che si predisponga tutto il materiale in modo chiaro e poi che ognuno faccia le proprie scelte.

E' chiaro che gli editori hanno comunque bisogno di approntare una versione che sia già "pronta" per tutti quelli che, diversamente da Gardiner, non si pongono mille interrogativi sul testo.
Dietro alle edizioni critiche c'è sempre, com'è naturale e giusto, anche un lato commerciale: un'edizione di Carmen per la quale ci volessero due anni di lavoro tipo puzzle per ricomporne le varie sezioni non verrebbe noleggiata da nessuno...

Va anche considerato che per molti (penso a direttori come Maazel o Mehta, ma anche a una fetta di cantanti e pubblico) è difficile accettare l'idea che serva un'edizione critica di un classico ("che tanto s'ha da fare come si è sempre fatto, con le vere voci di una volta")...figuriamoci poi l'esistenza di più edizioni critiche!

E poi abbiamo pure visto a Torino come, per il Boris, hanno genialmente pensato di risolvere la questione testuale Noseda e quello (dal teatro) strombazzato regista Konchalovsky: infischiandosene delle edizioni e reinventandosi un Boris ad uso e consumo di una presunta regia rivoluzionaria in realtà del tutto inesistente. : Yahooo :
Per la serie quando non si hanno idee...e soprattutto nessuna esperienza nella regia d'opera...
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Re: Carmen Gardiner

Messaggioda mattioli » gio 28 ott 2010, 13:17

Personalmente, sono del tutto d'accordo: l'importante è solo, aggiungo, che il pubblico (o almeno la fetta di pubblico a cui tutto ciò interessa) sia messo in condizione di sapere esattamente cosa sta ascoltando. Per me si possono eseguire ancora anche i "Contes di Offenbach" nella versione Choudens: ha un suo valore storico. L'importante è che si sappia che quelli non sono i Contes di Offenbach, ma un'altra cosa...

Premesso che al pubblico "di sapere esattamente cosa sta ascoltando" interessa pochissimo, per quello esistono i programmi di sala. Io poi sono affezionatissimo ai Contes d'après Gunsbourg, con il Settimino (e anche "Scintille, diamant"). Del resto, nei più indimenticabili dei miei Contes (Nagano-McVicar a Salisburgo) c'erano...


E poi abbiamo pure visto a Torino come, per il Boris, hanno genialmente pensato di risolvere la questione testuale Noseda e quello (dal teatro) strombazzato regista Konchalovsky: infischiandosene delle edizioni e reinventandosi un Boris ad uso e consumo di una presunta regia rivoluzionaria in realtà del tutto inesistente.
Per la serie quando non si hanno idee...e soprattutto nessuna esperienza nella regia d'opera...

Straquoto : Thumbup : La cosa grave non era il pasticcio fra la prima e la seconda versione, ma il fatto che si era stravolta l'opera per... NON fare una regia.
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