Il cantante "finito"

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Il cantante "finito"

Messaggioda Maugham » lun 25 ott 2010, 11:49

E' un termine ricorrente nelle discussioni fra appassionati.
Ma cosa significa, in realtà?
Penso che, nell'accezione comune, un cantante venga giudicato "finito" quando non riesce a raggiungere nei ruoli fondanti della sua carriera gli stessi risultati conseguiti in passato.
Di solito si tratta, tra gli appassionati più grossolani, di una sentenza motivata da criteri puramente quantitativi. Sei stato un Manrico o uno Chénier dagli acuti folgoranti? Bene, appena comincerai a salire con fatica, sarai giudicato finito. Sei stata una grande chanteuse à roulades? Bene, quando comincerai a perdere fluidità e brillantezza nelle agilità, sarai considerata finita.
Tra gli appassionati, diciamo così, più "evoluti" (mi si passi il termine vagamente presuntuoso) entrano in gioco anche altri fattori. Non è più solo questione di decibel o di nanosecondi nei ghirigori; l'appassionato attento si chiede, prima di definire "finito" un cantante, cosa riesce a fare questo cantante per sopperire ai limiti di uno strumento che, per ragioni sia fisiche che anagrafiche o per tutte e due, non risponde più come in passato.
In pratica, per alcuni appassionati, il cantante paradossalmente non è mai "finito". Lo è quando, come nel caso della Falcon, perdi letteralmente la voce, Altrimenti ci sarà sempre qualche ruolo, qualche titolo, qualche repertorio in cui il cantante e il suo pubblico potranno trovare soddisfazioni professionali.
Ma qui entrano in gioco anche altri fattori come l'intelligenza, la curiosità, la voglia di mettersi in gioco, la forza nel resistere alla sirene dei soldi facili, la tempra emotiva nell'accettare le rughe vocali....
Cosa ne pensate?
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Re: Il cantante "finito"

Messaggioda pbagnoli » lun 25 ott 2010, 16:12

Maugham ha scritto:
Penso che, nell'accezione comune, un cantante venga giudicato "finito" quando non riesce a raggiungere nei ruoli fondanti della sua carriera gli stessi risultati conseguiti in passato.

Be', Bill, questa non mi sembra una definizione da "accezione comune": per molti appassionati è finito il cantante che:
:arrow: cambia le caratteristiche della propria emissione, magari in modo fisiologico o a seguito di un intervento chirurgico. Esempio classico di ciò è la Dessay, per alcuni finita da anni anche se continua a mietere successi in tutto il mondo (fuorché in Italia, ma questo è un altro thread)
:arrow: cambia repertorio e ruoli per impossibilità a proseguire in un determinato ambito. E' un po' diverso dalla situazione precedente. Esempio classico di ciò è Chris Merritt che, nell'arco di una carriera prestigiosa, è passato dai ruoli Nozzari a Herodes e Aron di Schoenberg. Per quelli come me questa è la normale evoluzione di un uomo intelligente; per altri questo è segno di un cantante finito
Maugham ha scritto: Di solito si tratta, tra gli appassionati più grossolani, di una sentenza motivata da criteri puramente quantitativi. Sei stato un Manrico o uno Chénier dagli acuti folgoranti? Bene, appena comincerai a salire con fatica, sarai giudicato finito. Sei stata una grande chanteuse à roulades? Bene, quando comincerai a perdere fluidità e brillantezza nelle agilità, sarai considerata finita.

Appunto.
Quello che dicevo.
Ci sono appassionati che non riescono ad accettare nemmeno l'evoluzione anagrafica del cantante del proprio cuore cui continueranno a chiedere Mimì in età menopausale (Mirella Freni, per esempio); Alfredo Germont geriatrici quando non addirittura più giovani di Germont padre (Alfredo Kraus, per esempio, che incise una "Traviata" con Dmitri Hvorostovski nettamente più giovane di lui); e via discorrendo.
Maugham ha scritto: Tra gli appassionati, diciamo così, più "evoluti" (mi si passi il termine vagamente presuntuoso) entrano in gioco anche altri fattori. Non è più solo questione di decibel o di nanosecondi nei ghirigori; l'appassionato attento si chiede, prima di definire "finito" un cantante, cosa riesce a fare questo cantante per sopperire ai limiti di uno strumento che, per ragioni sia fisiche che anagrafiche o per tutte e due, non risponde più come in passato.

Di nuovo appunto: giudico segno di grandissima intelligenza da parte di un cantante approcciare ruoli magari lontanissimi dal repertorio di una volta non perché "comodi" (divertendomi a canticchiare a tempo perso, mi sono confermato l'idea che di ruoli "comodi" non ne esistano), quanto piuttosto adatti all'evoluzione della propria voce. L'esempio di Merritt mi sembra veramente appropriato
Maugham ha scritto: In pratica, per alcuni appassionati, il cantante paradossalmente non è mai "finito". Lo è quando, come nel caso della Falcon, perdi letteralmente la voce, Altrimenti ci sarà sempre qualche ruolo, qualche titolo, qualche repertorio in cui il cantante e il suo pubblico potranno trovare soddisfazioni professionali.

Eheheh : Chessygrin :
Qui mi viene invece da pensare a Matteo Marazzi, che prendo garbatamente in giro da quando ci conosciamo a proposito dell'insana passione che egli nutre per quella fine dicitrice che è la Silja, per la quale probabilmente ha già pensato a ruoli come la Krakentorp...
Ma l'appassionato d'opera ha ben altri problemi con cui cipollarsi: cosa faremo fare a Domingo fra 20 anni?...
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Re: Il cantante "finito"

Messaggioda Tucidide » lun 25 ott 2010, 20:11

Io vi do ragione, certo. E una disamina ineccepibile. Un cantante non è mai finito finché ha qualcosa da dire, e i mezzi per farlo. Come dice Maugham, occorre che l'artista abbia la voglia di non riciclarsi, e di studiare un nuovo repertorio.
Mi verrebbe da dire che un cantante è finito non quando non sa più fare con la voce quello che sapeva ottenere prima, bensì quando ha già detto tutto quello che doveva dire.
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Re: Il cantante "finito"

Messaggioda pbagnoli » lun 25 ott 2010, 20:50

Tucidide ha scritto:
Mi verrebbe da dire che un cantante è finito non quando non sa più fare con la voce quello che sapeva ottenere prima, bensì quando ha già detto tutto quello che doveva dire.

Giusto, Alberto: un cantante che ha detto tutto quello che doveva dire in un determinato repertorio, ma si ostina a dirlo a ripetizione.
Provocazione piccola ma cattiva: allora...Flòrez è...finito?... : Hide :
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Re: Il cantante "finito"

Messaggioda Enrico » lun 25 ott 2010, 21:15

Florez, se volesse, potrebbe cominciare. Ma che ha fatto in questi giorni? ah, sì, l'Elisir d'amore...
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Re: Il cantante "finito"

Messaggioda Riccardo » lun 25 ott 2010, 22:36

Ovviamente concordo...

Irrimediabilmente poi, il cantante ritenuto "finito", appena viene riscoperto in una parte a lui adatta - magari perché vi ci capita casualmente - allora magicamente ci stupiamo e iniziamo a magnificarne la resurrezione.
Il fatto è che tutto è relativo...la "finitezza" o meno è solamente relativa a quello che si ha da fare. Esattamente come per un anziano o un giovane.

Anche una fresca ventenne appena diplomata in conservatorio a suon di gorgeggi rossiniani è "finita" (limitata!) per fare Turandot.

Florez, come altri, sembra "finito" in senso di inventiva e curiosità. E' un cantante con un tesoro di voce, ma pigro e prevedibile. Percorre solo strade spianate.
E invece per non finire bisogna continuare a inventare e provare, a rischiare.
Quello che fecero i vari Merritt e Blake quando si inventarono un modo per cantare tutto un repertorio (prima ci tenevamo buoni Bottazzo e Garaventa che, è vero, sono onestissimi!).
Quello che fece Kunde pochi anni fa reinventandosi una vocalità e una carriera.
Quello che sta facendo la Dessay.
Quello che sta facendo la Bartoli (seppur a volte con scelte discutibili).

Ovviamente bisogna saper rischiare con criterio e non a casaccio (Marrocu Poliuto, Armiliato Vespri etc etc).
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Re: Il cantante "finito"

Messaggioda Tucidide » lun 25 ott 2010, 22:54

Enrico ha scritto:Florez, se volesse, potrebbe cominciare. Ma che ha fatto in questi giorni? ah, sì, l'Elisir d'amore...

Ma guarda, Elisir non è nemmeno uno dei suoi ruoli più usuali. Anzi, alcuni l'han sempre trovato troppo leggero per Nemorino, e lui stesso l'ha cantato meno di Tonio, Ramiro e Almaviva.
Io poi non penso che, se il cantante ha ancora la possibilità di cantare "fisicamente" un ruolo, non possa farlo solo perché è inflazionato. L'unica cosa è che non deve arroccarsi nel feudo, ma tutt'al più ritornarvi di tanto in tanto, nelle pause fra un'esplorazione, un esperimento e l'altro.
Ben venga che JDF canti ancora Ramiro: ai suoi fan fa sempre piacere sentire il suo principe. Però sarebbe ora che cantasse anche qualcos'altro. Su questo sono d'accordissimo.
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Re: Il cantante "finito"

Messaggioda Maugham » mar 26 ott 2010, 9:49

pbagnoli ha scritto:
Tucidide ha scritto:
Mi verrebbe da dire che un cantante è finito non quando non sa più fare con la voce quello che sapeva ottenere prima, bensì quando ha già detto tutto quello che doveva dire.

Giusto, Alberto: un cantante che ha detto tutto quello che doveva dire in un determinato repertorio, ma si ostina a dirlo a ripetizione.
Provocazione piccola ma cattiva: allora...Flòrez è...finito?... : Hide :


Be' no, Pietrone, adesso non esageriamo.
Definire un cantante finito perchè, pur al top della carriera, non si reinventa mi sembra eccessivo.
Ha ragione Ric. Florez è un cantate pigro, è il re delle frasi fatte, i suoi ruoli sono praticamente tutti uguali, ma è ben lungi dall'essere finito.
Il suo mestiere continua a farlo benissimo, le rughe vocali sono assenti o impèercettibili, fisicamente sembra abbia fatto un patto col diavolo... :D
Tra l'altro ha mostrato anche intelligenza nel ritornare sui suoi passi quando ha tentato strade troppo impervie (vedi Rigoletto).
Sarà finito se e quando appariranno i primi segni d'usura si ostinerà a fare gli Elvini in giubbotto di pelle dagli acuti tirati.
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Re: Il cantante "finito"

Messaggioda pbagnoli » mar 26 ott 2010, 22:37

Maugham ha scritto:

Be' no, Pietrone, adesso non esageriamo.
Definire un cantante finito perchè, pur al top della carriera, non si reinventa mi sembra eccessivo.

Bill,
l'avevo detto che trattavasi di provocazione, piccola e bastarda.
Eppure...
La pigrizia intellettuale, non è forse una fine?
Il sentirsi arrivati, appagati, non è forse una fine?
Non far sentire ai tuoi fan il furore che animava le tue prestazioni di una volta, non è forse una fine?
Io mi sentirei finito se mi fermassi alle tre-quattro cose squinternate che ho imparato sul lavoro!
E' per quello che ho sentito il desiderio di allargare i miei orizzonti, di provare qualcosa di nuovo.
Se arrivi al top della carriera, quello che farai dopo conservando gli stessi confini sarà solo necessariamente inferiore perché, a parità di risultato, mancherà nel tuo pubblico l'entusiasmo per il nuovo che gli avevi fatto ascoltare prima.
Prova a rifletterci: ho proprio così torto?

E attento, Bill: fra poco torna il Grasso Messere, legge questa discussione e tira fuori la Silja. Ci scommetto gli zebedei : WallBash :
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Re: Il cantante "finito"

Messaggioda Maugham » gio 28 ott 2010, 11:11

pbagnoli ha scritto:La pigrizia intellettuale, non è forse una fine?
Il sentirsi arrivati, appagati, non è forse una fine?
Non far sentire ai tuoi fan il furore che animava le tue prestazioni di una volta, non è forse una fine?

Prova a rifletterci: ho proprio così torto?


Ovviamente hai ragione.
I fan, per definizione, sono dei... fanatici. Loro il furore lo sentono sempre. Il guaio è che certi cantanti li ascoltano.
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