Un bel tacer non fu mai "cantato".
Riapro questo thread perchè... è vero che il bello di Internet è la possibilità di ognuno di scrivere quel che sente, anche se quel che sente non è frutto di una riflessione accurata, di adeguata documentazione e (quel che è peggio) di serenità di giudizio.
Ma c'è un limite all'ignoranza e alla disinformazione.
Vi sono sciocchezze contro le quali occorre intervenire, per evitare che l'ignoranza e la disinformazione dilaghino in modo preoccupante.
Ho letto un articolo su Poliuto e la sua tradizione esecutiva in un blog chiamato, se non sbaglio, Il Corriere della Grisi.
Vi leggo che il ruolo di Paolina sarebbe stato scritto per Eugenia Tadolini e POI successivamente (scusate il pleonasmo) adattato alla Dorus-Gras per la versione francese.
Dire che sono allibito è dire poco.
Anche perché alla clamorosa ignoranza dimostrata (mi spiace dire, come al solito) con questa affermazione, si unisce l'arroganza (idem, come al solito) di chi spara sentenze inappellabili, giudica, legifera, pontifica su cos'è il Belcanto, cos'è Donizetti, cos'è la tecnica...
E non sa nemmeno quando Donizetti è morto.
Vediamo come stanno le cose.
1838: l'opera è scritta e sta per essere rappresentata al San Carlo di Napoli. Il ruolo di Paolina è ovviamente affidato alla grande "musa nera" di Donizetti: ossia Giuseppina Ronzi de Begnis (che per inciso con la Tadolini non aveva proprio niente a che spartire: basta confrontare il Roberto Devereux con Linda di Chamounix per capire l'incolmabile differenza di vocalità fra le due).
la censura borbonica intervenne a prove già partite.
Il progetto saltò, ma l'opera era già bella che scritta.
1840: Donizetti rimaneggia profondamente il Poliuto e lo adatta a Grand-Opéra col nome "Les Martyrs".
A Parigi, Paolina (anzi Pauline) fu affidata alla Dorus Gras, che era tanto più acuta della Ronzi (per intenderci, la Dorus Gras creò anche Marguerite de Valois degli Ugonotti).
1848: finalmente il San Carlo decise di dare alle scene il censurato Poliuto, con un ritardo di ben dieci anni dalla composizione: frattanto Donizetti aveva già fatto in tempo a morire.
Per Paolina si fece appello - solo a quel punto - alla Tadolini, dalla vocalità acutissima e pertanto molto più vicina alla Dorus Gras che alla Ronzi.
Strano, direte voi!
Invece no! Per niente strano.
E' infatti accertato che a Napoli nel 1848 non furono utilizzati gli spartiti "originali" (quelli del 1838), ma si operò una strana contaminazione con Parigi, col risultato che il ruolo di Paolina mantenne uno slancio verso l'alto abbastanza eccezionale per un ruolo tragico donizettiano (considerato che Donizetti, sia in Italia, sia in Francia prediligeva per i ruoli tragici vocalità più cupe e centralizzanti: non aveva fatto eccezione l'originaria Paolina, appunto la Ronzi).
E' quindi lecito parlare di "Paolina in versione Tadolini" intendendo con questa espressione la versione ibrida approntata per Napoli nel 48 e successivamente divulgata in Italia per tutto il secondo Ottocento.
Al contrario è clamorosamente e assurdamente falso affermare che la parte fu scritta e pensata per la Tadolini (
...da chi? Da Donizetti già morto? O forse da un Donizetti profetico che nel 1838 già sapeva che dieci anni dopo l'opera sarebbe passata alla Tadolini)!
E addirittura scrivere che la versione Tadolini (1848) sarebbe stata rimaneggiata per la Dorus Gras (1840)...
Si... siamo in piena teoria della relatività!
Come può chi ha firmato quell'aborto di articolo, destinato ad aumentare la disinformazione e l'ignoranza, essere caduto in un simile orrore?
Semplice. Avrà fatto una rapida ricerchina su Wikipedia... dove (giustamente) viene indicata - come creatrice del Poliuto - la TAdolini.
Certo, è vero! E' così...
Purchè chi legge sappia che l'opera fu creata postuma dieci anni dopo essere stata scritta, con un cast radicalmente diverso e che Donizetti, una volta morto (pace all'anima sua), non poteva certo pensare di scrivere nulla!
Ecco, è su queste clamorose esibizioni di ignoranza storica e musicale che su Internet alcuni loggionisti pretendono di fare "cultura" e di fondare giudizi particolarmente spietati e apodittici.
Non sanno quando Donizetti è morto, non sanno per chi ha scritto cosa, attendono con impazienza l'uscita di edizioni critiche già pubblicate da quel po' ...e pretendono di insegnare "come si canta"!
Ma imparassero prima... "come si tace".
Salutoni,
Mat