melomane ha scritto:La Gerusalemme del 1964: sul cofanetto risulta registrazione live del 11/6/1964, l'edizione è MondoMusica mfoh 10608
Grazie mille delle informazioni.
Sto scrivendo una breve recensione, che presto porterò alla vostra attenzione
...che attendiamo con impazienza! Grazie mille!
Le Gencer declamatrice: penso che il declamato come categoria elaborata in questo thread non sia "la parola", ma quel recitar cantando dell'ideale degli antichi trattati.
Be' Francesco...
Questo proprio no. Anche perché il concetto di "declamato" da me proposto - ormai da molti anni - in questo forum, ha un'accezione ben precisa.
Ho utilizzato questo termine per definire un tipo di emissione completamente diversa da quella vocalistica, elaborata alla fine dell'Ottocento sulle esigenze innovative e specifiche esigenze di un nuovo tipo di scrittura vocale, in particolare wagneriana.
Il secentesco "recitar cantando" - che per altro non credo condizionasse più l'operismo donizettiano - è tutt'altra cosa; quanto alla Gencer la sua idiosincrasia per tutto ciò che è declamazione (ovviamente nell'accezione "tecnica" che abbiamo attribuito al termine) è ampiamente dimostrata anche dagli esempi proposti, in altra sede, da Triboulet.
Poi nessuno vieta che si possa essere espressivi anche in seno al vocalismo, ma si tratta di un'espressività ottenuta con altra tecnica rispetto al declamato.
Proprio il passaggio che hai citato tu, dal secondo atto del Devereux, dimostra come la Gencer non solo riuscisse a essere molto espressiva, ma che lo fosse proprio sfruttando gli strumenti del vocalismo, arrivando a inventarsi suoni particolari, strani, molto comunicativi, destinati a fare scuola.
Se vogliamo essere anche un po' critici, potremmo dire che quegli infami "colpi di glottide" che di lì a poco la Gencer si sarebbe inventata, nascevano dalla sua incapacità tecnica di dare rilievo all'esplosione delle singole sillabe (effetto tipicamente declamatorio); se fosse stata una vera declamatrice non avrebbe avuto bisogno di ricorrere a questo stratagemma - che infatti ben poche declamatrici applicano.
Ma credo che tu capisca e condivida tutto questo. Il problema è solo il significato che attribuiamo al termine "declamato", come dimostri in questa frase.
[/quote]tutta declamata, ma non semplice parola, la voce è impostata sul canto, con tanto di acuti,
Ecco...
Nell'accezione che in questo forum ha attribuito al termine, la melodia Genceriana non può essere "declamata" proprio perché - come tu dici - "non semplice parola, la voce è impostata sul canto".
Ora, tu puoi anche contestare che usiamo il termine "declamato" per definire la tipica tecnica dei wagneriani e straussiani otto-novecenteschi, poiché il termine era stato applicato anche prima, per altri repertori, come una variante "stilistica" del canto vocalistico.
Si intendeva semplicemente, con questo termine, un canto più incisivo e sillabico... ma sempre vocalistico.
Capisco quindi che l'usare proprio quel termine per definire una tecnica "nuova" e "diversa" come quella wagneriana possa generare malintesi.
Occorre solo accordarsi... Ma sul termine, non sui concetti.
Infatti, se anche chiamassimo il declamato con un altro nome, non si modificherebbe il punto.
Esiste pur sempre - a cavallo fra ottocento e novecento - una stirpe di cantanti rivoluzionari che respirano, amplificano e proiettano il suono diversamente da come la tradizione vocalistica imponeva. E' di questi cantanti che parlavamo nel thread su Marie-Magdeleine, artisti che potevano ottenere dalla loro emissione cose che la Gencer non potrà mai ottenere (naturalmente è anche vero il contrario: la Gencer otteneva cose precluse ai Wagneriani).
Noi chiamiamo questi cantanti (e la loro vastissima progenie novecentesca, che giunge fino a noi) "declamatori".
La grandezza espressiva della Gencer si esercitava invece in ambito vocalistico.
La sua grandezza era proprio questa.
Salutoni,
Mat