La Forza del Destino (Verdi)

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Re: La Forza del Destino (Verdi)

Messaggioda Rodrigo » gio 19 ago 2010, 20:24

Triboulet ha scritto:E dire che, a parte l'esordio nel lontano '48, l'unica Forza on-stage della Callas è proprio del 1954 (a Ravenna) con Del Monaco... l'ipotesi è dunque più che verosimile. Certo non so immaginare cosa avrebbe potuto pensarne Maria, che si lanciava molto volentieri in cose nuove a patto di condividerne le vedute (della Ifigenia modello "Sailor Moon" era tutt'altro che entusiasta, se non fosse stato Visconti a proporla non penso avrebbe mai accettato).


Giusto per tornare "in tema": mi stavo chiedendo se non sarebbe opportuna una recensione della Forza incisa dalla Callas per la EMI.
Intanto complimenti vivissimi per le ultime appassionanti recensioni.
Saluti
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Re: La Forza del Destino (Verdi)

Messaggioda MatMarazzi » sab 28 ago 2010, 20:21

Rodrigo ha scritto:Giusto per tornare "in tema": mi stavo chiedendo se non sarebbe opportuna una recensione della Forza incisa dalla Callas per la EMI.
Intanto complimenti vivissimi per le ultime appassionanti recensioni.
Saluti


Ma certo che sarebbe opportuna! :)
E', secondo me, un must della storia interpretativa di Verdi.
Ho un'idea, Rodrigo! Perché non ti ci butti tu?
Salutoni,
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Re: La Forza del Destino (Verdi)

Messaggioda Triboulet » sab 28 ago 2010, 21:02

Caspita mi ero perso i complimenti di Rodrigo! (almeno penso sia compreso anche io visto che sono tra le ultime recensioni : Chessygrin : ).
Grazie mille comunque.
Sì, perchè non ci provi tu? adoro leggere le opinioni altrui sulla mia beniamina (e io di contro ho sempre paura di non essere sufficientemente oggettivo nel valutarne le performance).

MatMarazzi ha scritto:In calce aggiungo che, a parte il fatto che la tua competenza è fuori discussione (e lo sai! ), qui nessuno fa classifiche anagrafico-culturali.


Sì posso immaginarlo, perdonatemi se ogni tanto lascio andare la mia vis polemica... colpa del carattere :)

La mia competenza non esiste Mat, è un mito, come Karajan : Chessygrin : ci sono cose che conosco molto bene, altre che conosco molto male altre ancora che non conosco affatto! però sulle (poche) cose che conosco mi sono fatto una idea precisa, forse miope, non condivisibile, talvolta anche sbagliata (perchè magari poco documentata storicamente)... mi limito a riportarla, talvolta in maniera apparentemente "definitiva", ma non vorrei mai sembrare il maestrino di turno.
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Re: La Forza del Destino (Verdi)

Messaggioda stecca » mer 09 mar 2011, 12:07

DVD HARDY/Scala "La Forza del destino" 1978 (Patanè, Caballé, Carreras, Cappuccilli, Ghiaurov, Nave, Bruscantini)


Questa edizione Hardy/Scala colma finalmente una grande lacuna del mercato “ufficiale” consentendo così a tutti di ammirare una delle più entusiasmanti rappresentazioni verdiane del dopoguerra scaligero, ai (bei) tempi trasmessa in diretta RAI.
La recuperata visione di uno degli spettacoli ricordato da sempre come ”storico” dai fortunati che c’erano è anche molto utile a mio parere per fare in un colpo solo piazza pulita dei tanti teorici del canto astratto che quotidianamente soloneggiano, molto spesso anche a ragione sia chiaro, nei vari salotti reali o virtuali dei melomani più accaniti, sul rigido teorema secondo cui l’arte del canto non sarebbe, per citare il famoso Celletti, una cabala, giacchè “sulla carta” il cast stellare riunito per festeggiare la stagione del bicentenario del glorioso teatro milanese del Piermarini non appariva allora, e non appare tutt’oggi, del tutto doc per una opera così vocalmente complessa e talvolta discontinua come La Forza del destino che Verdi compose per il Teatro di San Pietroburgo.
Eppure quella magica sera di giugno 1978, mentre l’Italia intera era incollata al televisore per vedere gli azzurri di Bearzot battere inutilmente quei padroni di casa argentini che poi conquisteranno l’ambito trofeo, alla Scala di Milano si compì un vero e proprio miracolo di Teatro verdiano allo stato puro, di quelli insomma in grado di suscitare le più sfrenate e viscerali emozioni al pari di una rete decisiva di Bettega se non di più, ed il video di quella storica serata ci fa così rivivere oggi quella stessa incredibile emozione atto dopo atto in un crescendo davvero irripetibile.
La Scala fece le cose in grande dato l’evento, in fondo la Scala è stato anche e soprattutto il Teatro di Giuseppe Verdi, ed occorreva essere all’altezza di alcune memorabili esecuzioni verdiane che in quei magici anni settanta avevano preceduto il cimento in una opera tanto difficile da allestire con profitto, basti pensare, tanto per dirne 4 rimasti essi pure storici, alla accoppiata Macbeth e Simone del duo Abbado/Strehler al Don Carlo Abbado/Ronconi ed all’indimenticabile Otello di Kleiber/Zeffirelli, oppure a certe riprese del Ballo in Maschera con, a seconda dei casi, le rigogliose voci di un giovane Pavarotti o di una Caballé e Carreras in stato di grazia, insomma non era certo facile rimanere alla altezza dei precedenti di quegli anni nel campo del Verdi maturo e per di più con una opera così ostica.
E così la regia del solido Puggelli fu supportata dalle scene disegnate nientemeno che da Renato Guttuso che ancora oggi sono semplicemente splendide, mentre a dirigere fu chiamato un direttore ai tempi molto sottovalutato da certa critica togata ma che era celebre per essere il più amato dai cantanti che sapeva agevolare traendone il meglio come pochissimi altri sia prima che dopo di lui, ossia il compianto Giuseppe Patanè che quella sera diresse come davvero meglio non è possibile dirigere questa opera che pochissime bacchette sia prima che dopo sono riuscite a veramente comprendere appieno.
Il principale azzardo sull’invero impegnativo fronte vocale, praticamente decisivo in opera siffatta, stava proprio sulla carta nella scelta della coppia dei giovani innamorati visto che il tenore chiamato all’impegno di impersonare l’eroico Alvaro aveva all’ epoca solo 31 anni mentre il soprano protagonista del pesante ruolo di Leonora di Vargas, che aveva fatto la fortuna di verdiane doc come Renata Tebaldi, era una somma belcantista che non da molto aveva deciso di allargare il proprio già ricco repertorio anche ai ruoli più spinti del melodramma, e per di più quella sera erano entrambi al loro rispettivo debutto nella Forza.
Volendo fare le pulci canore anche altre due parti protagoniste ossia quelle di Carlo e di Padre Guardiano erano state assegnate a due grandi beniamini scaligeri di quegli anni sulla correttezza del metodo di canto dei quali, tuttavia, in molti puristi hanno sempre avuto da ridire (Piero Cappuccilli e Nicolai Ghiaurov), e così pure il mezzo-soprano incaricato del (per mio conto bruttarello) ruolo di Preziosilla era una discreta professionista ma nulla più (Maria Luisa Nave), in pratica “sulla carta” solo la scelta del mitico Sesto Bruscantini nel ruolo buffo di Fra Melitone sembrava veramente appropriata all’evento.
E invece, come talvolta accade in quelle serate magiche che sono poi la ragione principale che ci fa amare da sempre il Teatro e la musica e quindi soprattutto l’opera che è appunto teatro più musica, quella Forza del destino si rivelò uno dei più straordinari spettacoli verdiani che la storia moderna ricordi, al punto che si fatica a contenere il fracasso delle ovazioni che sempre più incandescenti concludono ogni pezzo e che fa durare l’ultimo atto molto oltre il tempo previsto da Verdi stesso, in una sorta di delirio collettivo con un vero e proprio tifo che definire da stadio appare forse persino riduttivo.
E per capirne la ragione basta vedere e ascoltare uno dopo l’altro e in ordine di apparizione questa straordinaria passerella di fenomeni vocali colti in una vera e propria gara di bravura al rilancio, al punto che alla fine risulta impossibile, persino al tifoso più sfegatato dell’uno piuttosto che dell’altro, stabilire una finale graduatoria, e quindi podio alla pari per tutti in un tripudio di festa a Verdi ed alla Scala.
Montserrat Caballé targata 1978 forse come mera vocalista non è più impeccabile nella brusca stretta conclusiva del grande duetto con Padre Guardiano del II° atto, ma in altri momenti è una interprete di levatura storica che mai alcuno avrebbe pensato avrebbe potuto diventare visto il timbro eccezionalmente morbido in origine della sua voce. E qui è da riportare quell' esattissimo rilievo annotato dl Franco Soprano nella presentazione di un disco di duetti con Domingo per la EMI, ove il critico rilevava come la più grande dote della Caballé fosse stata proprio quella di non essersi "fermata" alla immediata comunicabilità del suo strumento vocale. La grande aria del IV° atto Pace mio Dio rimane il vero apice della serata laddove inserisce, in una esecuzione trascinante da verdiana doc, un purissimo, trasparente ed interminabile Si bemolle in pianissimo alle parole Invan la pace per poi chiudere in un crescendo in forte alla invettiva Maledizione con il difficile passaggio La/Si naturale senza la pausa di rito.
Di grande rilievo è anche il recitativo di entrata Io non amarlo!, l'aria Me pellegrina ed orfana, e l'ovvio grande appuntamento "mistico" del II° atto con la preghiera La vergine degli angeli, cantata di spalle con quelle pieghe del mantello che ne incorniciano la figura inginocchiata verso l’altare. Infine nel terzetto finale Lieta poss'io precederti raggiunge, come già nel musicalmente similare finale da Trovatore, un vertice assoluto per l'accento allo stesso tempo commosso e disperato, pur in una mantenuta fierezza, essendo, tra l'altro, in questi particolari momenti, e non tanto e non solo nelle arie o nei duetti, che appare possibile distinguere, checchè ne dicano i vari soloni, la vera grande cantante verdiana, da surrogati più o meno riusciti.
Quanto alla accoppiata “grave” Ghiaurov/Bruscantini non credo occorra dire molto di originale se non che si tratta di due voci da basso tanto diverse quanto di incredibile impatto anche all’orecchio meno disposto, e così alla impeccabile perizia stilistica del primo, capace di valorizzare al massimo anche le frasi meno ispirate di un ruolo troppo spesso tramutato in burla da quattro soldi, risponde quella cascata di armonici del secondo che dona al finale terzetto quella giusta nota di ieratica solennità che crea la finale magia di quell’ultimo accordo che si raccoglie soffuso prima del sipario che scende.
Ma questo DVD merita di essere acquistato da tutti anche per la assolutamente eccezionale performance dei due smaniosi nemici Don Carlo e Don Alvaro, visto che quella sera sia Piero Cappuccilli che Josè Carreras toccarono nei due celeberrimi duetti forse lo zenith assoluto del loro generoso splendore vocale.
Siamo di fronte al Teatro di Verdi allo stato puro, quello che fa sobbalzare dalla sedia e, udite udite, commuove e travolgere proprio come, immagino, sperava quel gran genio del Peppino quando parlava di “parola scenica”.
Ragion per cui abbandoniamo per un attimo Rossini e i dictat del fenomenale e compianto Celletti (la bibbia delle voci) e facciamoci travolgere da questi due assoluti portenti vocali, si insomma due mostri in stato di grazia dalla voce semionnipotente (nel caso di Cappuccilli poi toglierei il semi...) che cantano, ai tempi mi venne da dire, non tanto da maschi ma direi proprio da..machi !!!
Si risveglia Alvaro dopo la morte scampata e il 31enne Carreras approccia verso il proscenio il suo lamento Nè gustare m’è dato...sin dall’attacco anzichè sfumato ed in crescendo alla tenore di giusta scuola, la emissione del suono è tutta aperta e palesemente spinta ed il richiesto crescendo è risolto aumentando il volume e la voce più sale e più allarga....orrore direte voi, e invece no !!! Vi assicuro che l’effetto invece è incredibile, e se il suono sembra un violoncello che raccoglie proseliti in corsa (perchè il timbro ispanico del Josè trentunenne era da brivido vero, poche balle) l’accento e la pur semplice recitazione è quella del giovane innamorato ma fiero, disperato ma illuso, insomma è l’Alvaro della cui voce suadente e solare tutte le Leonore del mondo si innamorebbero, in disco preferisco, è certo, il perfetto Bergonzi oppure lo squillo del Corelli, ma in Teatro e in video questo è l’Alvaro di Verdi !!!
Arriva da dietro il rivale Don Carlos e si piazza come un burino nel mezzo del palcoscenico a bracca conserte e comincia a scaricare note e ancora e come per il rivale tenore, anche il baritono Cappuccilli canta tutto tra il forte ed il fortisssimo e le sfumature stanno tra l’assordo e il virulento, orrore direte voi anche qui...macchè, a quell’irresistibile seduttore dalla voce piena e virile ci deve essere un fratello tutto di un pezzo e senza tentennamenti. e così le due voci in recitativo invettiva aprono al successivo e meraviglioso cantabile No di un imene il vincolo...e voi non avete idea di come si incastrino magicamente e verdianamente queste due voci fenomenali con Alvaro che implora il cerchiamo insieme ove fuggì e Carlo che ribatte Stolto tra noi dischiudesi....
A quel punto la voce di Carreras diventa quasi baritonale e quella di Cappuccilli quasi tenorile tanto è pompato il registro centrale del primo e quello acuto del secondo, e il bello è anche notare in diretta, la differenza tra i due nella salita agli acuti, giacchè mentre Carreras stacca con continui ed evidenziati passaggi di registro, Cappuccilli storce leggermente la bocca e la sua voce sale come una colonna compatta senza alcun apparente passaggio.
Come abbiano entrambi imparato a cantare così resta un mistero, come possano poi non restare afoni per due mesi dopo una scena cantata così è ulteriore mistero, come abbiamo infine fatto a fare 6 recite di fila così idem etc. etc. non mi importa affatto.
Resta il dato che la voce poi non l’hanno persa e che il loro repertorio è sempre stato quello più spinto, saranno due miracoli della natura, probabile, ben vengano....
Allora avete in mente il concetto di “tirarti dentro” ? Ecco sfido chiunque, anche tra i meno inclini alla lirica, a non rimanere incollati alla sedia per vedere come caspita va a finire tra quei due portenti, ed anche, e perchè no, la sfida a chi infilza l’acuto più lungo o la nota più grossa...palestra è il duello del dramma, palestra diventa anche lo sfoggio canoro in scena e dal vivo di quei due, e incredibile e straordinario che si chiuda con l’acuto all’unisono di a morte andiam dove è certo che probabilmente le singole note, se analizzate al microscopio, non saranno state un modello di “copertura suono” o di appoggio sul fiato, ma che, vi assicuro, così lanciate con quella veemenza mentre il sipario si chiude e Patanè incalza l’orchestra, paiono due folgori.
Devo dirvi ancora cosa succede nel secondo e più celebre duetto Vissi nel mondo intendo ??? Non credo, è sublime l’opera ben cantata, ma quella recitata e vissuta a squarciagola da due simili fenomeni vocali è da adrenalina pura, non era Bellini della Norma era Verdi, il Verdi eroico che in questa opera, a differenza che in Traviata, ha scritto una operona per i russi e l’ha scritta sostanzialmente per i due maschi rivali...e quella sera alla scala c’erano proprio due gran machi, i più machi della lirica negli anni ’70.
Ancora oggi dopo anni ogni mi venivano i brividi e la pelle d’oca quando Carreras stira la sua voce larga e rotonda fino al si acuto del guerrier e lo acchiappa tirando giù il teatro o quando Cappuccilli “sputacchia” abusando di corone su sol....e non sol...con quella voce enorme che cessava di rimbombare solo quando veniva infilzato dalla spada del rivale.
Così come appare in questo DVD insomma la Forza del destino di Verdi appare finalmente per quella grande opera di Teatro allo stato puro che è chi vuole se ancora non ce l’ha se la compri se invece preferisce restare alla proprie condizioni su carta peggio per lui…

http://www.amazon.com/Verdi-Forza-Destino-Scala-1978/dp/B004J726UC%3FSubscriptionId%3DAKIAIDKELRVZOPNIFBJQ%26tag%3Dmeremedirelec-20%26linkCode%3Dxm2%26camp%3D2025%26creative%3D165953%26creativeASIN%3DB004J726UC
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Re: La Forza del Destino (Verdi)

Messaggioda pbagnoli » mer 09 mar 2011, 19:49

stecca ha scritto:DVD HARDY/Scala "La Forza del destino" 1978 (Patanè, Caballé, Carreras, Cappuccilli, Ghiaurov, Nave, Bruscantini)
Questa edizione Hardy/Scala colma finalmente una grande lacuna del mercato “ufficiale” consentendo così a tutti di ammirare una delle più entusiasmanti rappresentazioni verdiane del dopoguerra scaligero, ai (bei) tempi trasmessa in diretta RAI


Tel chì, el noster amìs!
Ogni tanto salta fuori qualche rimasterizzazione della Caballé e, conseguentemente, anche il nostro vecchio Stecca... :D
Ma, caro Davide, mi ripeterò: una volta di più non condivido quasi niente di quello che hai scritto, mi spiace.
O meglio:
:arrow: sopporto Carreras - anche se tirato come un disperato - ma, con l'andare degli anni, proprio non sopporto più Cappuccilli, per me la negazione del canto verdiano baritonale e non. Non ha niente di Don Carlo di Vargas: non la nobiltà decaduta nell'ansia di una vendetta che esiste solo nella sua mente malata, non il tono grandioso, non la violenza malamente repressa. No, c'è solo il tono becero dello scaricatore di porto. Recentemente avevo postato una sfilza di "Urna fatale"; a parte l'ancora oggi inarrivabile Schlusnus, chiunque - persino Carroli - riesce ad essere meglio di Cappuccilli. Con il quale - sia chiaro - non ce l'ho su aprioristicamente e pregiudizialmente: amo ancora oggi il suo Rigoletto, ed è una cosa che Matteo non riesce a perdonarmi. Ma Rigoletto è un cialtrone: grandioso, maledetto, ma pur sempre un cialtrone, e queste erano le parti adatte a Cappuccilli, non quelle dei nobili
:arrow: quello che segue è ovviamente un mio parere. La Caballé conferma, una volta di più, la sua assoluta estraneità al repertorio verdiano in genere. E' vero che non è così calamitosa come con Aida, ma proprio non c'entra nulla. Fa qualche filatino? E va bene, li fa - e molto meglio - anche la Gencer del 1958, lei sì Leonora strepitosa, smarrita eppure forte come una roccia, con quell'Invan la pace che ti fa cadere letteralmente in ginocchio per la bellezza strepitosa di una nota in cui c'è tutto: il rimpianto ancora vivo, il tormento della carne, la sofferenza, forse persino la speranza. Paradossalmente credo che il meglio di sé la Caba l'abbia dato nei ruoli Ronzi de Begnis, che le erano teoricamente lontani per temperamento e in cui riesce a trovare una cifra stilistica particolarissima; ma Verdi no, proprio no!

Su una cosa ti do ragione: quando dici che dovremmo abbandonare i dictat di Celletti in tema di voci. Sarìa ura, come dicono sempre dalle mie parti, e non per altro, ma solo perché i tempi sono cambiati. Oggi una Forza così non sarebbe nemmeno lontanamente concepibile.
Peccato, dirai tu...
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Re: La Forza del Destino (Verdi)

Messaggioda Maugham » gio 10 mar 2011, 12:58

stecca ha scritto:DVD HARDY/Scala "La Forza del destino" 1978 (Patanè, Caballé, Carreras, Cappuccilli, Ghiaurov, Nave, Bruscantini)


Questa edizione Hardy/Scala colma finalmente una grande lacuna del mercato “ufficiale” consentendo così a tutti di ammirare una delle più entusiasmanti rappresentazioni verdiane del dopoguerra scaligero, ai (bei) tempi trasmessa in diretta RAI.


Si, okay, bella bella... c'ero anch'io.
Domanda: com'è la qualità video? Hanno rimasterizzato oppure hanno sbobinato una vhs?
Ciao
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Re: La Forza del Destino (Verdi)

Messaggioda pbagnoli » dom 13 mar 2011, 17:33

Maugham ha scritto:
Domanda: com'è la qualità video? Hanno rimasterizzato oppure hanno sbobinato una vhs?
Ciao
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Le cose che ho visto della Hardy non si distinguevano per particolare qualità del video. C'è da dire che si trattava di roba vecchiotta, quindi non c'era da scialare quanto a matrici...

A parte gli scherzi: pensi anche tu che sia stato uno dei migliori spettacoli d'opera del dopoguerra?
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Re: La Forza del Destino (Verdi)

Messaggioda Maugham » dom 13 mar 2011, 20:22

pbagnoli ha scritto:A parte gli scherzi: pensi anche tu che sia stato uno dei migliori spettacoli d'opera del dopoguerra?


Non diciamo sciocchezze..... :roll:
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Re: La Forza del Destino (Verdi)

Messaggioda pbagnoli » dom 13 mar 2011, 21:12

Maugham ha scritto:
pbagnoli ha scritto:A parte gli scherzi: pensi anche tu che sia stato uno dei migliori spettacoli d'opera del dopoguerra?


Non diciamo sciocchezze..... :roll:
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Ah, ecco, mi pareva... : Thumbup :
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Leonora - la forza del destino

Messaggioda Revan » sab 19 ott 2013, 13:34

Vista la Stemme nella fanciulla del west, mi sono ricordato di un'altra sua interpretazione vista in dvd della mia opera verdiana preferita, la Forza del Destino (dove c'è la Forza c'è il maniaco starwarsiano : Thumbup : ; ma è vero che porta sfiga scrivere il titolo in esteso?).
Di questa bellissima opera possiedo due differenti versioni video, la prima di fine anni 70, alla Scala con la Caballé e Carreras (consigliatami dall'addetto della Feltrinelli) ed una recente, viennese con la Stemme diretta da Metha.
Premetto che a me, incapace di un giudizio tecnico sui cantanti e tralasciando questioni di regia, è piaciuto molto di più lo spettacolo scaligero; può darsi che il mio giudizio sia in parte condizionato dalla grande fama degli interpreti, ma per quanto riguarda il puro piacere di ascolto preferisco la Caballé, Carreras e gli altri cantanti (il padre guardiano è straordinario) rispetto alle controparti della produzione Viennese.
Ora quello che mi chiedo è: la Caballé e la Stemme non appartengono a categorie diverse di soprano? La Caballé dovrebbe essere (according to wiki) una soprano lirico-drammatico (ha interpretato anche opere di Bellini e Donizetti) , la Stemme una soprano wagneriana. Leonora è territorio di confine tra queste due categorie? Oppure questa suddivisione va intesa in senso più "fluido"? In generale che tipo di soprano ha cantato questo ruolo nella storia interpretativa dell'opera?
Mi sapreste consigliare una buona versione in CD e/o DVD possibilmente con buona qualità audio? Io ho quelle di Gergiev e Sinopoli contenute nel paccone Verdi the complete works, gli unici cd delle opere di Verdi che per ora possiedo.

Grazie.

Revan
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Re: La Forza del Destino (Verdi)

Messaggioda Luca » sab 19 ott 2013, 15:54

A me la Caballé di quella Forza mi fa dormire. Di quel cast salvo solo la direzione, Ghiaurov e Bruscantini.
La Stemme dice qualcosa in fatto di drammaticità anche se soprano wagneriano, ma la Caballé solito miele che fila e che dopo un pò......

Saluti.
Luca.
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Re: La Forza del Destino (Verdi)

Messaggioda DottorMalatesta » gio 24 ott 2013, 10:58

Revan ha scritto:Mi sapreste consigliare una buona versione in CD e/o DVD possibilmente con buona qualità audio? Io ho quelle di Gergiev e Sinopoli contenute nel paccone Verdi the complete works, gli unici cd delle opere di Verdi che per ora possiedo.


Non saprei davvero.
Della Potenza del Fato (non so se porti sfiga nominarla per esteso, però nel dubbio non rischierei :mrgreen: ) penso di avere non più di 6-7 edizioni in tutto e -onestamente- nessuna che rasenti la perfezione.
Quella di Gergiev va conosciuta per l´edizione adottata. E anche quella di SInopoli (per la direzione. criticabilissima ma interessantissima as usual quando si tratta di Sinopoli, e per Carreras anche se questo riflette una mia deformazione). Poi ce n´è una marea: quella con la Callas, quella diretta da Muti, quella con la Gencer, quella con Tebaldi e Del Monaco... Tutte a loro modo da conoscere.
Dal punto di vista video siamo in un´arida landa desolata. Mi incuriosisce però il video con la Stemme e Licitra, regia di Pountney, che -a differenza tua- non possiedo: com´è?

Un caro saluto,
DM
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Re: La Forza del Destino (Verdi)

Messaggioda flipperinodoc » gio 24 ott 2013, 11:30

Revan ha scritto:Mi sapreste consigliare una buona versione in CD e/o DVD possibilmente con buona qualità audio?Revan


ciao revan! io a differenza dell'amico e collega francesco possiedo più di 50 edizioni della Forza del Destino :mrgreen: :mrgreen:
a livello audio per me imperdibili sono: 1 con la tebaldi (ogni volta che la sento mi convinco sempre più fermamente che verdi pensasse a lei nel disegnare il ruolo di leonora); 1 con la price; 1 con la milanov; 1 con la arroyo; qualcuno (non io....) ritiene che sia meravigliosa quella della gencer a colonia. molti direttori anche celebri secondo me hanno fallito il colpo (penso a Solti e soprattutto a Walter). Mitropoulos è sicuramente più interessante! Purtroppo le ultime proposte forniscono prove convincenti solo in parte. penso a gergiev (ottima direzione ma cantanti pessimi - da conoscere solo per l'edizione di SP), muti, sinopoli....
la bumbry e la dernesch sono interessanti ma in tedesco non si possono sentire.....
la versione con la callas sarebbe interessante se.... non ci fosse la callas! IMHHHHO è il suo ruolo peggiore......
la parte video purtroppo è davvero scarsa: il vecchio video di napoli, quello con levine, quello di mehta a firenze.... nessuno secondo me riesce ad essere completamente apprezzabile

by the way: anche io adoro questa opera!
saluti
flip
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Re: La Forza del Destino (Verdi)

Messaggioda teo.emme » gio 24 ott 2013, 11:44

Per mero gusto personale mi sento di consigliarti queste edizioni:
1) Muti (EMI - 1986): per direzione e cast (è una delle poche che presenta comprimari parlanti italiano). L'unico difetto sta nella particolare scelta della resa audio: un effetto riverbero voluto, ma alla lunga fastidioso.
2) Schippers (RCA - 1964): per direzione e cast (soprattutto la Price che qui è al suo meglio). Tucker, Merrill e la Verret, poi, sono un vero lusso.
3) Matheson (OPERA RARA - 1981): è la migliore edizione della versione originale.
Matteo Mantica
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Re: La Forza del Destino (Verdi)

Messaggioda DottorMalatesta » gio 24 ott 2013, 12:12

flipperinodoc ha scritto:ciao revan! io a differenza dell'amico e collega francesco possiedo più di 50 edizioni della Forza del Destino :mrgreen: :mrgreen:


Caro collega,
certe discussioni su chi ne ha di piú mi ricordano certe competizioni tipiche da spogliatoi maschili :mrgreen:
Comunque, ho verificato: di edizioni ne ho dieci, non solo 6 o 7 :P ! E considerando la tipica natura acchiappasfiga dell´opera in questione, meglio averne 10 che 50 : CoolGun : !!!
Ciao,
DM

P.S.: oggi mi sento.... "cattivissimo me". A proposito: bella l´immagine!
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