teo.emme ha scritto:Vero...ho avuto un ripensamento generale su Celibidache. Mi sono dimenticato di aggiungerlo - ne avevo parlato in altro forum di questo mio revisionismo e, scioccamente, credevo di averlo fatto anche qui - ma lo faccio ora. A quanto scritto prima, avrei dovuto aggiungere che ad una prima lettura Celi affascina, è innegabile...suggestiona, si "fa adorare". Poi, ascoltandolo più volte, si ha una sensazione sgradevole...si scopre un trucchetto, un meccanismo. Celibidache interpreta tutto in un unica maniera: slenta i tempi e condisce con misticismo. Più l'ho ascoltato più ho avuto la sgradevole sensazione di essere preso in giro. A ciò aggiungiamo pure una lettura comparata di sue dichiarazioni e interviste: all'inizio può colpire l'irriverenza, ma poi se la sregolatezza di pensiero diviene regola, allora perde di credibilità. Alla lunga ho percepito Celibidache come un prodotto commerciale abilmente autoconfezionato. Lo reputo un buon direttore (in certi repertori illuminante, penso a Bruckner), in altri non lo riesco più ad accettare. Tutto quì....un ripensamento.
Cavolo la stessa sensazione che ho io con un certo Karajan ultima maniera!
ma ne abbiamo già ampiamente parlato.
Il Celi io lo vedo sinceramente animato da una sua filosofia. E comunque ha avuto un repertorio non vastissimo se vogliamo (non si è accapigliato per dirigere tutti i classici della musica sinfonica e operistica), è stato coerente con certe sue scelte (forse anche bislacche, come il rifiuto di incidere dischi o di dirigere opere allestite), insomma io non mi sento di condannarlo. Trovo molto più costruito (commercialmente e come immagine) Karajan (che pure secondo me si ridusse a condurre tutto -e di tutto- alla stessa maniera, forse il prezzo da pagare con queste personalità così forti). E' vero, in Beethoven secondo me non funziona, però Bruckner, Brahms, alcuna musica sacra (penso al Requiem di Faure), cavoli, da brivido! Quanto al tempo lento, era un'altra sua convinzione... "come si fa a fare musica suonando veloce?" diceva? sì, è una mezza cazzata detta così
ma io lo trovo un genio autentico, non un bluff (fermo restando che certe sue cose non mi piacciono affatto). Capisco di più quando lo dicono di Gould (io non lo credo affatto, ma non mi stupisco quando gli muovono questo tipo di critica).
Tornando a Beethoven, Mengelberg l'ho spesso sentito nominare in relazione alle sinfonie, qualche parola in più?
Così pure l'integrale di Abbado, più o meno come si colloca? perchè è imprescindibile?
Su Bernstein coi Wiener non sono daccordo, cioè mi piace proprio una certa morbidezza di quel Beethoven, a tratti struggente... ma mi hai fatto venire la curiosità di ascoltare il primo integrale, che non conosco!
A me Norrington continua a piacere, è così... estremo!
sì talvolta infastidisce, altre volte è quasi bandistico o eccessivamente secco (diremmo proprio brutto), ma mi intriga, e non fa niente per caso... non lo consiglierei mai come unico integrale, questo è certo. Però mettiamola così, dal mio punto di vista (per come ascolto io la musica) due sono le cose, o è quello che ha più ragione di tutti, o è quello che ha fatto più a pezzi Beethoven, mi va bene in tutti e due i casi!!
con Hogwood non centra niente (no, decisamente non mi piace). Beh Gardiner è sempre Gardiner, per me è una grande testa prima di tutto.
Di Immerseel ho solo sentito parlare, pare che abbia fatto cose magnifiche anche con Mozart...