Pruun ha scritto:E comunque, tanto per non far venir meno la mia fama da bastian contrario, ti dico che la Devia se vuole sa anche stonare!! http://www.youtube.com/watch?v=zJ-taMfS8Vc (tra l'altro a me questa scena fatta così nemmeno piace per quanto sia divertente ma preferisco sempre chi, come Sutherland o Sills, non butta via quella bellissima melodia donizettiana...)
Concordo, molto meglio rendere questa buffa scena con l'accento invece che con le stonature...proprio come fa...la Mirella!
Comunque, tornando alla Devia, personalmente la stimo moltissimo: voce non bellissima e non personalissima ma tecnica mostruosa che ce l'ha conservata intatta fino ad ora, domani la andrò a sentire al teatro della mia città, Lugo di Romagna, e fremo già per l'emozione! Non capita tutti i giorni di sentire CANTARE così bene!
Riccardo ha scritto:Dopo la Freni, ora bisogna salvare la Devia
Ora stai chiedendo veramente troppo! Non mi viene in mente assolutamente nulla in cui potrei trovarla interessante. Però, hai ragione... bisognerebbe pensarci. Se non altro un bel po' di matti che la adorano, e come dice Tuc non solo in Italia, esiste. E la popolarità di qualcuno è pur sempre un elemento da sfruttare in sede di casting...
Ecco è la reazione che mi aspettavo... Secondo me nella Devia c'è qualcosa di sopito che potrebbe saltare fuori mettendola a far qualcosa di particolarmente lontano da quello che ha sempre fatto.... ma qui mi fermo per non andare ulteriormente OT
Ich habe eine italienische Technik von meiner Mutter bekommen. Astrid Varnay
Riccardo ha scritto:Secondo me nella Devia c'è qualcosa di sopito che potrebbe saltare fuori mettendola a far qualcosa di particolarmente lontano da quello che ha sempre fatto.... ma qui mi fermo per non andare ulteriormente OT
Scherzi a parte... questo potrebbe essere molto vero. Ti do ragione. Ma il "lontano" non deve prescindere dalla propria formazione vocale. Dal punto di vista tecnico la povera Devia sarebbe un puro e semplice disastro in un personaggio declamatorio, anche senza andare a pescare in un ruolo di simili difficoltà vocali e tecniche come Kostelnicka. Se prescindiamo dalla scrittura di un ruolo e dalla tecnica di un cantante, non c'è più possibilità di ottenere nulla che sia anche solo accettabile.
Visto che la Devia è una vocalista, prova a pensare a qualcosa che possa destarla dal suo torpore, ma che richieda emissione vocalistica!
Ohi, che volete che vi dica... Si vede che i matti scatenati che hanno apprezzato, in Italia e nel mondo, la Devia almeno in una parte dei tanti ruoli che ha cantato, e che apprendo ora essere del tutto incompatibili con la sua personalità, sono tutti dei cretini. O forse ignoranti. O forse incantati dalle provocanti grazie della signora Mariella. Oppure non so... ditemi voi... Mah...
(Ma guarda te se devo mettermi IO a difendere la Devia... Non è certo una cantante che mi fa impazzire... )
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
MatMarazzi ha scritto:Visto che la Devia è una vocalista, prova a pensare a qualcosa che possa destarla dal suo torpore, ma che richieda emissione vocalistica!
Ma il fatto è proprio questo...che sono arrivato al punto di mettere in dubbio addirittura ciò che sarebbe in teoria lapalissiano, ossia che il vocalismo possa davvero essere il suo vero terreno d'elezione...perché se lo fosse non potrebbe risultare così calamitosa anche nella più semplice ed immediata delle scritture...
Naturalmente la Sagrestana era una boutade (anche se pensavo alla Olivero che però ovviamente aveva tutt'altra personalità), ma davvero cercavo di immaginare qualcosa che non avesse nulla a che spartire con il vocalismo italiano, con quell'uso espressivo ma "musicale" della voce che nella Devia sembra sempre umiliato da quella cappa di controllo artificioso, da quella glaciale prudenza di intenzioni.
Nei ruoli Colbran, a parte le note mancanti, era così terribile? Ho paura che tra un po' arriverà la sua Norma.
Tucidide ha scritto:Si vede che i matti scatenati che hanno apprezzato, in Italia e nel mondo, la Devia almeno in una parte dei tanti ruoli che ha cantato, e che apprendo ora essere del tutto incompatibili con la sua personalità, sono tutti dei cretini. O forse ignoranti.
La maggioranza di quelli che conosco io, semplicemente credo non abbiano mai sentito di meglio dal vivo nel medesimo repertorio... Per cui se non sai o non puoi immaginare come "potrebbero" essere resi oggi certi ruoli come Stuarda, Borgia ma anche Lucia, ovvio che applaudi la Devia tranquillo felice e contento. Del resto nessuno le nega il merito di una tecnica sonora formidabile e di una tenuta fisica assolutamente rara!
In ogni caso temo che, specialmente fuori dall'Italia, i fan della Devia non siano poi così tanti come potrebbe a volte sembrare...
Sono cattivo, ma proprio ieri sono capitato in questo esilarante botta e risposta di commento su Youtube ai recentissimi Puritani di Cagliari... http://www.youtube.com/watch?v=B76iqus7SpU
Salutoni, Riccardo
Ich habe eine italienische Technik von meiner Mutter bekommen. Astrid Varnay
Riccardo ha scritto:sono arrivato al punto di mettere in dubbio addirittura ciò che sarebbe in teoria lapalissiano, ossia che il vocalismo possa davvero essere il suo vero terreno d'elezione...perché se lo fosse non potrebbe risultare così calamitosa anche nella più semplice ed immediata delle scritture...
cercavo di immaginare qualcosa che non avesse nulla a che spartire con il vocalismo italiano, con quell'uso espressivo ma "musicale" della voce che nella Devia sembra sempre umiliato da quella cappa di controllo artificioso, da quella glaciale prudenza di intenzioni.
Ti capisco bene... Però, Ric, credo occorra partire da ciò che sentiamo. Indipendentemente dal fatto che ci piaccia o meno, noi sentiamo nella vocalità della Devia tutte le "costanti" della tecnica vocalistica, di cui parlavamo in altro thread. La sentiamo immascherare, anticipare e coprire il passaggio, sostenere dinamica e filati sul fiato. Il giudizio critico è un conto, ma non è negabile che la Devia sia una vocalista.
Se ti trovi di fronte a qualcuno che "guida male" l'automobile, non è che gli dai in mano una barca a vela dicendo: "chissà, forse questa la porta meglio". Indipendentemente da quanto sia bravo o meno a guidare un'auto, portare una barca a vela richiede una massa di altre conoscenze tecniche che un automobilista (bravo o cane che sia) non possiede.
Se è vero (e penso che concorderai) che la Devia è una vocalista, è nel vocalismo che occorrerà trovare il suo spazio. Dai, proviamoci. Ci sono secoli di repertorio vocalistico da esplorare. E partiamo proprio da quello che tu affermavi e che anche io condivido. "cappa di controllo artificioso", "glaciale prudenza". Aggiungiamo scarsa disposizione per la psicologia dei personaggi, nessunissimo senso dell'umorismo, nessunissima prospettiva teatrale, tendenza (tipica delle piccole personalità) a prendersi troppo sul serio... In base alle nostre tesi, tutti questi non sono difetti, solo caratteristiche che è possibile mettere a frutto nei ruoli giusti. Ovviamente teniamo in considerazione anche gli aspetti tecnici: povertà di colori, centri vuoti e aridi, gravi fiacchi, acuti ancora facilissimi, svettanti, sonori (oggi almeno fino al re bemolle, dopo diventa un poco chioccia), dinamica straordinaria con magnifiche filature anche in zona acuta; legato ammirevolissimo e di indiscutibile suggestione, agilità non spettacolare quando legata, ma ottimi picchettati. Infine: hai detto che nell'ultima aria di Elettra ti è piaciuta? Partiamo da questo.
Nei ruoli Colbran, a parte le note mancanti, era così terribile?
Sì, abbastanza terribile. Bisogna trovare tessiture meno gravi e ruoli meno carismatici.
Riccardo ha scritto:La maggioranza di quelli che conosco io, semplicemente credo non abbiano mai sentito di meglio dal vivo nel medesimo repertorio... Per cui se non sai o non puoi immaginare come "potrebbero" essere resi oggi certi ruoli come Stuarda, Borgia ma anche Lucia, ovvio che applaudi la Devia tranquillo felice e contento. Del resto nessuno le nega il merito di una tecnica sonora formidabile e di una tenuta fisica assolutamente rara!
Uhm... se anche non hanno mai sentito nessun soprano migliore dal vivo nel suo repertorio, l'hanno comunque sentito in disco (... se c'è...) quindi non credo che gli applausi alla Devia siano dettati da ciò. Non penso che se vai a sentire Fraccaro in un'opera che non hai mai ascoltato dal vivo, tu lo applauda solo perché dal vivo non hai mai visto nessuno migliore. Comunque, partecipo anch'io a questo gioco al massacro... Voglio dannarmi per l'eternità. A me piacerebbe sentirla come Liù e come Adalgisa. Dal vivo le ho sentito fare "Tu, che di gel sei cinta" e fu davvero notevole (è proprio l'incisione sottostante). Ha l'indubbio pregio di non cadere nel facile piagnucolio, nella fragilità emotiva sovraesposta - la freddezza servirà pur a qualcosa!
Piccola postilla per i moderatori (anche quelli casinari ): perché non spostiamo questa bella discussione sulla Devia nel suo thread personale?
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
MatMarazzi ha scritto:Infine: hai detto che nell'ultima aria di Elettra ti è piaciuta? Partiamo da questo.
Sì perché questo ghiaccio applicato ad una scrittura "cattiva", appunto con abbondanza di picchiettati che le vengono bene ed escursioni acute, risultava abbastanza convincente, sembrava di sentire un abbozzo di interprete...
Ho trovato proprio la registrazione del concerto che ho sentito io in cui fece Elettra...ovviamente l'effetto è un po' diverso risentito, ma comunque...
Tucidide ha scritto:Ha l'indubbio pregio di non cadere nel facile piagnucolio, nella fragilità emotiva sovraesposta - la freddezza servirà pur a qualcosa!
Verissimo e devo dire che Liù è veramente notevole.
Il problema però è anche quello per cui non si può pensare a dei ruoli troppo secondari per una che è abituata a giocare da protagonista...
Adalgisa è anche una bella idea! A a me era moderatamente piaciuta anche nella Giulietta dei Capuleti.
Tucidide ha scritto:Piccola postilla per i moderatori (anche quelli casinari ): perché non spostiamo questa bella discussione sulla Devia nel suo thread personale?
Sottoscrivo!
Ich habe eine italienische Technik von meiner Mutter bekommen. Astrid Varnay
Tucidide ha scritto:Piccola postilla per i moderatori (anche quelli casinari ): perché non spostiamo questa bella discussione sulla Devia nel suo thread personale?
... e della Liù che dici, Mat? E dell'ipotesi "grisiana" di Adalgisa? In fondo, Elvira de I Puritani, altro ruolo-Grisi, è uno dei suoi migliori risultati, anche espressivi.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
Tucidide ha scritto:... e della Liù che dici, Mat? E dell'ipotesi "grisiana" di Adalgisa? In fondo, Elvira de I Puritani, altro ruolo-Grisi, è uno dei suoi migliori risultati, anche espressivi.
Dunque... Il problema è molto arduo. Pensare a ruoli convincenti per una cantante che non si ama affatto è una sfida non da poco. Però io credo non sia impossibile. Per fortuna l'ambito di manovra è vasto (si è scritto per vocalisti per circa due secoli e pure qualcosina in più).
Liù... be, Tuc, è vero che la prima aria le viene bene, ma è solo virtù di un bel legato e un bel sibemolle. Così per un ascolto da concerto può pure bastare. (già nella seconda aria, tanto più problematica sul versante espressivo, i limiti della Devia si fanno sentire). Tu dici che non "piagnucola". Sarà pure vero. Il punto è che, come spesso ho scritto, "non" fare non rappresenta un risultato espressivo: non piagnucolare non basta per essere delle Liù convincenti. Nel mio caso, poi, ritengo che Liù sia un personaggio grandissimo, schiacciato dall'ombra delle "sartine" pucciniane a cui non assomiglia affatto. Liù è l'anti-Turandot, anzi di più: è la Turandot che "ha capito", colei che conosce il segreto, colei che sconfigge Turandot. Richiede un livello di carisma e profondità espressiva che la nostra non possiede. C'è inoltre la questione anagrafica: la nostra Mariellona è ormai vecchietta. Non si può fare Liù a quasi sessant'anni, se non ci si vuole rendere ridicoli. Infine bisogna essere pratici e coi piedi per terra: accetterebbe la signora un simile impiego? Una abituata a cantare (purtroppo coi risultati che sappiamo) le Lucrezie Borgie e le Beatrici di Tenda, e pare intenzionata a spingersi addirittura su Norma?
Non mi esalta nemmeno l'ipotesi Adalgisa. A me in generale la Devia non convince affatto come moderna risposta ai personaggi della Grisi. La sua Elvira (il primo personaggio in cui l'ho sentita dal vivo, ancora negli anni '80) mi ha lasciato interdetto. Non potevo credere, già allora, che si potesse risultare tanto inutili, noiosi, sbadigliosi in un personaggio simile... Non potevo credere che ci fosse ancora spazio per queste studentelle prime della classe, senza espressione, senza carisma, senza visione romantica, con le solite agilità e i soliti svolazzi prevedibili in un'opera come questa, che è il testamento romantico di Bellini. E' vero che anche la Grisi non doveva essere un mostro di personalità, ma il carisma, l'autorità, il fascino vivvaddio ...quelli li aveva per forza! Adalgisa è la primavera! E' la gioventù incontaminata, rorida, pulita, "naturale" contrapposta agli errori, le menzogne, la disperazione di Norma. Adalgisa è la vita "in potenza", ossia prima che le scelte l'abbiano condannata a un ruolo. E' ciò che Norma vorrebbe ancora essere. Ciò che Pollione vorrebbe essere. Intensità di speranze e sentimenti. Pulizia incontaminata di gioventù. Dovrebbe avere un fascino che esplode e che bilancia l'autorità peccatrice e tragica della protagonista. Che la bellissima, giovanissima, radiosa Grisi potesse produrre questo effetto non dubito affatto. La Devia no. Specialmente a sessant'anni. Personalmente, scusami, io escluderei anche questa ipotesi.
Avevo invitato Ric a riflettere sulla buona impressione che gli aveva fatto la Devia in Elettra. la mia suggestione non è stata raccolta. Perché invece non ragionarci sopra? e parlare un po' di Lisi Sarselli Wendling, star di Monaco, creatrice di Elettra, cognata della più celebre Dorothea Wendling.
Anche Elisabeth non doveva essere un mostro di personalità; per questo (nella troupe leggendaria che comprendeva Raaf, Zonca e la già citata Dorothea) le venivano affidati non tanto i ruoli da protagonista "amorosa" ma personaggi tragici e chiassosi ai lati della vicenda principale, come appunto Elettra, dove la signora (non particolarmente bella, nè simpatica) poteva esprimere il suo scarso fascino e il suo virtuosismo. L'estensione doveva adattarsi molto a quella attuale della Devia: acuta, con sfarzo di do e persino re, ma non più acutissima. Inoltre la Devia, pur mancando di senso tragico, ha dalla sua un'innata capacità di esprimere un'irritazione acida, un'indignazione sdegnosa, un'alterigia fiacca e odiosa ma d'effetto. Anche nella Stuarda le sue espressioni migliori erano in questa direzione: falliva ogni volta che avrebbe dovuto accedere al "patetico" o al "grandioso". Ma quando tirava fuori quella faccia dura e seccata, come una borghese arricchita che si vergogna delle cattive maniere dei cugini poveri, l'effetto non era male. I personaggi della Wendling (in rilievo ma secondari, inaciditi nelle loro frustrazioni, che reagiscono con lirica ipocrisia e agilità di forza al disprezzo altrui, proprio come Elettra) potrebbero adattarsi benissimo alla nostra Devia, soprattutto oggi.
Ora... so anche io che non è pensabile di allestire l'Ifigenia in Aulide di Gian Francesco de Majo, solo per dare alla Devia la parte della Principessa Tomiri; o il Temistocle di Johann Christian Bach, solo perchè la Devia sarebbe un'ottima interprete della sfigata e incattivita Rossana; capisco che anche la Semiramide di Salieri, o l'Armida di Prati sarebbero titoli non facilissimi da allestire. Eppure se un teatro decidesse di tentare l'avventura, sarebbe una grandissima Idea chiamare la Devia per tutte queste parti di eroine più acide che tragiche, più sdegnate e sprezzanti che grandiose, fiere del proprio virtuosismo baluginante e dei propri acuti, per le quali non importa essere nè belle, nè simpatiche, nè giovani, ma celebri e virtuose. Inoltre la Devia (se fosse consigliata da gente intelligente) potrebbe anche ricavarci un disco... un po' in stile Bartoli. Un disco dedicato a Elisabeth Augusta Wendling (magari con un bel complesso di musica barocca) con le tre arie dell'Idomeneo e tutte quelle delle opere citate, di cui non si siano persi gli spartiti. Potrebbe anche organizzare un bel tour di concerti sul personaggio (e finalmente - con un progetto tanto interessante - potremmo vederla anche a Parigi, Londra e altre piazze che contano) e magari convincere uno dei suoi teatrini italiani (Bologna, Verona, Napoli, la stessa Scala) a montare almeno un'opera di Salieri o Bach con un ruolo Wendling (come la Bartoli ha fatto con la Clari).
Questa è solo una proposta. Ma si potrebbe andare oltre. Per esempio... avete mai sentito nominare Elisabetta Pilotti-Schiavonetti? Probabilmente sì, infatti per lei il grandissimo Handel scrisse ben quattro ruoli!!! Sono tutti ruoli virtuosi, brillanti, che richiedono grande vigore vocalistico e scritti su tessiture decisamente acute. Eppure nessuno di questi ruoli (tranne l'Amarilli del Pastor Fido) è da primadonna "amorosa". Come nel caso della Wendling, i ruoli che Handel compose per la Pilotti sono tutti da "seconda donna" drammatica e... sfigata. Dirò di più: 3 DI QUESTI 4 PERSONAGGI SONO STREGHE! Non sarà un caso, no? Evidentemente quella Pilotti non doveva risultare simpatica subito!
Le 3 maghe cattive e gelose create su di lei da Handel sono l'Armida del Rinaldo, la maga Melissa dell'Amadigi e naturalmente la Medea del Teseo. Sono parti stupende, anche se secondarie rispetto all'intreccio principale. Sono adattissime vocalmente alla Devia, perché virtuose (ma non in modo pazzesco) e sufficientemente acute da valorizzare la zona vocale più esuberante della Devia di oggi. Non richiedono un vero impulso tragico (non stiamo parlando della Medea di Lully o di Cherubini), ma una sana dose di antipatia sfigata, di alterigia arida e compassata: sono solo deuteragoniste (quindi l'opera non verrebbe sbilanciata dall'innata monotonia della cantante) ma sono spettacolari e magniloquenti; anche gli appassionati della Devia ne sarebbero entusiasti. In queste parti infatti persino la scarsa fantasia espressiva, persino quel canto vecchio, prevedibile, da maestrina saccente funzionerebbero a meraviglia.
E queste sono opere di repertorio (come oggi è tutto Handel). La Devia potrebbe tranquillamente inserirsi come novella Pilotti anche in contesti "baroccofili", con strumenti originali e colleghi coloristi. Infatti i personaggi sono talmente "stridenti" (anche drammaturgicamente) rispetto al contesto, che la sua diversità (il canto antico e tradizionalista, la sua recitazione preistorica) creerebbe una giusta contrapposizione. Suonerebbe come il vecchio che lotta col nuovo (che in fondo è proprio quello che i ruoli Pilotti esprimono). Tra gli haendeliani di oggi, non mi viene davvero in mente nessuna che potrebbe cantare i ruoli Pilotti bene come la Devia.
Queste ipotesi sono le prime a essermi venute in mente. ma sono sicuro che a ben pensarci potrebbero venir fuori altre idee.
Un salutone, mat
PS. Ecco l'immensa Edda Moser in un tipico brano Pilotti. Qui è Medea, ma lei cantò pure Armida al Metropolitan, al fianco della Horne in Rinaldo e della Cotrubas in Almirena.
Riccardo ha scritto:Però la Moser non è la Devia, diamine!
Già, ma dove sono la Moser e la Wesseling oggi? Chi potrebbe cantare i ruoli Pilotti con la giusta aura primadonnesca? Persino la Di Donato (a cui abbiamo sentito cantare il Teseo in concerto) non risultava in questo specifico ruolo strapitosa come in Ariodante o Dejanira. Dove oggi la trovi una cantante di ammirevole vocalismo (e larga popolarità) ma di età avanzata? E poi - ribadisco - questi ruoli (come i ruoli Wendling) hanno il pregio di essere vigorosi e in grande evidenza - degni cioé di una diva - senza per questo essere veramente centrali per l'economia dell'opera o grandiosamente tragici (e quindi se anche la diva in questione non è un mostro di profondità artistica va bene lo stesso).
Sai che quasi quasi mi hai convinto, Mat? In particolare, la Devia come Armida nel Rinaldo mi stuzzicherebbe non poco.
Su una cosa sola non sono d'accordissimo. Tu dici che la Devia non è credibile nei ruoli da giovane, per ragioni oggettive di età anagrafica. Il teatro però, per quanto sia, è diverso dal cinema. E' vero che attualmente si sta più attenti che in passato al lato fisico, alla credibilità scenica, ma resta comunque possibile, a mio avviso, dire qualcosa di importante anche essendo anagraficamente "sballati". Quello che conta, secondo me, è il timbro. La Devia, a sessantadue anni, ha comunque mantenuto una voce giovane, e pur senza essere una silfide, non ha un fisico matronale e maturo. Truccata e vestita in un certo modo, tenendo anche presente che a teatro solo metà platea circa riesce a distinguere bene i lineamenti di chi sta sul palcoscenico, la Devia non avrebbe problemi. Poi, certo, il suo modo di cantare è "vecchio". Soprattutto in questo hai ragione.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...