Tucidide ha scritto:vabbè, passa di registro e copre gli acuti. Embè? Basta questo a fare una vocalista?
Ma certo, Tuc... basta questo!
passaggio di registro, copertura e uso del fiato! Questi sono gli elementi tecnici da cui si desume se uno è un vocalista... o se non lo è.
"va bene... cane e gatto partoriscono e allattano i loro figli... Basta per dire che sono mammiferi tutti e due?
Certo perchè "mammifero" vuol dire proprio quello.
"e dove metti il fatto che il gatto è fatto così e così e il cane no"?
Sono diversi, altrimenti non diremmo che sono cane e gatto... eppure sono mammiferi entrambi perché hanno in comune un elemento originario che basta per fare di loro dei mammiferi.
Il passaggio di registro, l'immascheramento e la gestione del fiato dei vocalisti sono unici in tutta la storia dell'umanità! Solo i "vocalisti" discendenti (alla lontana e alla lontanissima) dalle antiche scuole belcantistiche affrontano questi tre aspetti in quell'unico modo.
Poi puoi valutare tutte le affinità che ti pare fra la Fleming e la Te Kanawa o tra la Caballé e la Ricciarelli... Ci sono! Non hai torto.
Ma se vai a vedere quegli aspetti (che sono come le mammelle per i mammiferi) ossia il passaggio di registro, la copertura, l'uso del fiato allora cogli una differenza incommensurabile.
La Caballé è di qua (nel recinto del vocalismo); la Ricciarelli è di là.
La Fleming è di qua (nel recinto del vocalismo); la Te kanawa è di là.
Anche Giudici la pensa come Mat.
Contento tu...
Uno che dice che la Freni e la Bartoli hanno la stessa tecnica di "appoggio della colonna del fiato e proiezione del suono" ... Una garanzia di competenza, non c'è che dire...
Anzitutto mi aspettavo che uno spirito acuto e ironico come il tuo cogliesse lo scherzo...
Ma, a parte questo, nell'esempio che citi Giudici ha per me assolutamente ragione!
La tecnica della Bartoli è dentro il recinto del vocalismo, anche se la sua sperimentazione coloristica è talmente estremistica (e spesso esagerata, stucchevole) che può sembrare una cosa totalmente diversa.
ma se invece di concentrarci sui suoni "nuovi" e strani che produce andassimo a sentirla sempre lì (nella copertura del passaggio, nella gestione del fiato, ecc..) ci accorgeremmo che anche lei è "dentro" il recinto.
Proprio come la Freni.
la differenza fra una Bartoli e una "vera" colorista (come la Von Otter) è che l'italiana esercita tutte le sue sperimentazioni su una base vocalistica, la Von Otter no.
Con Giudici, per inciso, si può concordare o non concordare affatto. Questo ovviamente è lecito.
Ma prima di definire "incompetente" uno che ha visto migliaia di opere più di noi, ascoltato migliaia di dischi in più, frequentato assiduamente il teatro d'opera decenni prima che noi fossimo "spermatozoi", ascoltato dal vivo cantanti che per noi non sono altro che "dischi", io ci andrei piano...
Dico così, in generale...
Salutoni,
Mat