Amici carissimi,
quando fu diffuso il video del II atto di Tosca con la Callas e Gobbi, fu per molti, me compresa , una rivelazione. Tralascio intenzionalmente la prova maiuscola della Callas,e vengo incontro a VGobbi: lo Scarpia di Tito Gobbi fu estremamente interessante se rapportato agli standard di allora:molti cantanti non si discostavano dalla parca e mummificata gestualità delle pose 4 o 5 tradizionali.
Si vide invece un vero signor cantante -attore, non a caso lodato dal pubblico e dalla critica inglese, molto attenta alle prove attoriali dei cantanti,
Gobbi era Scarpia.Magari sopra le righe , ma aveva una precisa idea del personaggio. Ed era anche un grande fraseggiatore.
Indubbiamente al solo ascolto si sentono bene le pecche vocali, ma quando c'era di mezzo l'attore , non si notavano più.
(So di andare fuori tema, ma ricordo un Rigoletto recitato benissimo: pienamente convincente).
Ricordo che rimasi di sasso leggendo le virulente stroncature di R.Celletti nella prima Bibbia dei melomani.
L'ultimo Scarpia da me ascoltato "pirzonalmente di pirzona", come direbbe Camilleri, è stato Raimondi, pochi anni fa.
Anche lui grande presenza scenica e un signor attore, che metteva bene in luce il lato gelido, da siciliano crudele, di Scarpia.
Purtroppo le condizioni vocali non erano al top: tra l'altro erano rese ancora più precarie da una fioritura di microfoni messi a casaccio o " a ombrello" ,grazie alla quale la voce risultava assai ondivaga, ora potente, ora no, ora un boato,poi un soffio ,di nuovo un vocione e poi un soffio :una pena.
Sono pienamente d'accordo sul fatto che l'orchestrazione raffinata e novecentesca di Puccini non venga quasi mai eseguita puntando sul lato moderno, per così dire, ma intinta nella melassa.
E concordo sull'elogio tributato a Pappano.
Quanto al libretto di Tosca, è vero che le incongruenze sono tante, ma la musica rende tutto credibile.
Con simpatia
Milady