Otello (Verdi)

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Re: Otello (Verdi)

Messaggioda Rodrigo » mer 03 mar 2010, 23:34

MatMarazzi ha scritto:Lauri Volpi era un interprete di grande modestia, diciamolo una volta per tutte.
Era un trombone che in scena si pavoneggiava con piglio professorale, ma assolutamente incapace di capire la drammaturgia che è dietro il repertorio romantico.
Il suo grande merito era quello di aver compreso e addirittura "ricreato" quel suono (ed è un merito immenso), non di averne capito le ragioni poetiche e meno ancora di averlo messo in relazione con i suoi anni (cosa che invece la callas, ad esempio, avrebbe fatto).
Se senti la Ponselle o Merli o De Luca comprendi che dietro il loro passatismo pulsa la vita. Dietro Lauri Volpi lo stesso.
Il suo Otello è culturalmente e psicologicamente inesistente, proprio come i suoi Puritani o il suo Guglielmo Tell.
E' il suono che illumina. Il suono che brilla e barbaglia dei dardi fulgenti e dei volanti corsier. In quel suono io sento la verità del personaggio.
Se la sua rivoluzione non ha riportato Otello sulla retta via, non è per il suono, ma per la fiacchezza dell'espressione.
Problema suo... non del "modello Tamagno".


E' da tempo che sto riflettendo su questo tenore e, nonostante trovi un po' estreme le critiche formulate da Matt, condivido l'insoddisfazione (almeno parziale) che gli ascolti lasciano in noi oggi.
Occorre secondo me mettere tra parentesi il Lauri Volpi post bellico che, con la scusa di lasciare il mondo di stucco con il famoso registro acuto intatto si rende solo patetico. Non è c'è davvero molto da compiacersi sparando do a ripetizione quando l'intonazione è precaria, il solfeggio incerto, il fraseggio ridotto a intenzioni e la voce che oscilla disperatamente; un po' come quei dongiovanni impenitenti che credono di passare per giovani solo perché si tingono i capelli e si vesto D&G ( :mrgreen: :mrgreen:).
Detto questo non me la sento di condividere la visione di un Lauri Volpi "maggiore" gran vocalista ma interprete nullo. A me pare che le sue interpretazioni siano ottimi esempi di quel piedistallo di cui si parlava nel post sulla Colbran. E sono convinto che avesse di proposito adottato questo coté per differenziarsi dalla retorica di segno opposto: quella dei singulti e dei vezzi cari ai Pertile e soprattutto al rivale di tutta una vita: Gigli.
Per noi, indubbiamente, sono superate sia la retorica gigliana, sia la retorica di segno opposto di Lauri Volpi (e sarebbe interessante riflettere su come l'obsolescenza abbia colpito un fenomeno e il suo contrario). E' un fatto che dei tenori "di una volta" hanno retto meglio al passare dei decenni Pertile e - soprattutto- Schipa, cioè quelli vocalmente meno privilegiati.
Ma all'interno del codice interpretativo portato avanti dal tenore romano (il gran gesto, il fraseggio sempre controllato, una recitazione (pare di capire) misurata sino allo stereotipo) io colgo una grande personalità tutt'altro che pigra nel portare avanti la propria visione. Anche in Otello non riesco a definire "trombone" il suo dolente Niun mi tema che mi lascia, anzi, meravigliato per l'interiorizzazione del dramma (proprio in un contesto in cui tutti esteriorizzano).
Direi, infine che Lauri Volpi si colloca tra quei cantanti che per scelta si pongono con un atteggiamento un po' distaccato - non mi vengono altri termini - rispetto all'espressività e nonostante ciò riescono comunque affascinanti; è la categoria in cui metteri anche Bjorling e Alfredo Kraus.
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Re: Otello (Verdi)

Messaggioda Tucidide » gio 04 mar 2010, 0:29

MatMarazzi ha scritto:Lauri Volpi era un interprete di grande modestia, diciamolo una volta per tutte.
Era un trombone che in scena si pavoneggiava con piglio professorale, ma assolutamente incapace di capire la drammaturgia che è dietro il repertorio romantico.
Il suo grande merito era quello di aver compreso e addirittura "ricreato" quel suono (ed è un merito immenso), non di averne capito le ragioni poetiche e meno ancora di averlo messo in relazione con i suoi anni (cosa che invece la callas, ad esempio, avrebbe fatto).

Mi sembra un'affermazione un po' forte, e c'è una cosa che non mi torna. Da un lato dici che il suo merito fu quello di aver compreso il suono per certi ruoli (non azzarderei il termine "ricreare", visto che non era passato un secolo dalla generzione di Tamagno, poi di Paoli e anche di De Muro, altro tenore acuto poi prestato al Verismo), dall'altro neghi che la sua scelta vocale non era supportata da una vera consapevolezza drammatica. E' strano: come mai avrebbe scelto questa strada, allora? Non penso che si possa parlare di mero istinto, come ad esempio per Di Stefano: GLV era un tenore intellettuale, studioso, come dimostrano anche i suoi scritti, e, dice bene Rodrigo, io sento una civiltà ed una profondissima consapevolezza drammatica ed interpretativa dietro al suo canto.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Otello (Verdi)

Messaggioda vitus » gio 04 mar 2010, 9:33

Ah se esistesse un congegno diabolico per creare il cantante perfetto :roll: . Interessante dibattito. Interessante e come sempre con cognizione di causa l'excursus degli interpreti principali del moro verdiano di triboulet. Ma esso conferma come i soliti quattro (Vickers, Del Monaco & C.) costituiscano comunque un passaggio obbligato per chi voglia analizzare la storia interpetativa del ruolo. Nel cercare valide alternative, ci si imbatte o in una voce poco adatta ( troppo chiara, troppo corta, troppo scura, etc..) o in interpreti poco originali (i c.d. epigoni). Personalmente, preferisco un Otello che si colloca nel filone dei "centrali" o meglio dei non acuti per rifarmi ad un termine usato nella discussione. Ciò significa apprezzare anche i contributi del miglior Giacomini, di Cecchele e perchè no anche di Martinucci (zeppetta a parte :lol: ). Non credo si tratti solo di emuli del monachiani. Un'alternativa validissima, ma siamo ancora nel filone di cui parlo: Bergonzi degli anni d'oro tornando così al primo post.
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Re: Otello (Verdi)

Messaggioda VGobbi » gio 04 mar 2010, 20:43

Il miglior Otello che ho sentito negli ultimi tempi e' stato sorprendentemente David Rendall ... Sono bacato da morire? : Hurted :
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Otello (Verdi)

Messaggioda pbagnoli » gio 04 mar 2010, 21:36

VGobbi ha scritto:Il miglior Otello che ho sentito negli ultimi tempi e' stato sorprendentemente David Rendall ... Sono bacato da morire? : Hurted :

Ne hai già parlato altre volte.
Lo vidi anch'io e mi sembrò modesto, poco interessante: corretto o giù di lì in un ruolo che richiederebbe ben altro al suo protagonista. Non riesco pertanto a condividere il tuo interesse, anche se rispetto i tuoi gusti
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Re: Otello (Verdi)

Messaggioda VGobbi » gio 04 mar 2010, 21:52

pbagnoli ha scritto:
VGobbi ha scritto:Il miglior Otello che ho sentito negli ultimi tempi e' stato sorprendentemente David Rendall ... Sono bacato da morire? : Hurted :

Ne hai già parlato altre volte.
Lo vidi anch'io e mi sembrò modesto, poco interessante: corretto o giù di lì in un ruolo che richiederebbe ben altro al suo protagonista. Non riesco pertanto a condividere il tuo interesse, anche se rispetto i tuoi gusti

Beh, sarei curioso in quali casi hai condiviso i miei interessi? Citando le mie passioni piu' forti, tra Gobbi, Petrov, Tomlinson ... insomma ...
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Re: Otello (Verdi)

Messaggioda pbagnoli » gio 04 mar 2010, 22:23

Be', dai, non esagerare. Abbiamo un sacco di cose in comune: il Milan, Tomlinson come Wotan (e anche come Sachs, una rivelazione), su Petrov come Boris poco da dire anche se un po' troppo old style per i miei gusti...
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Re: Otello (Verdi)

Messaggioda VGobbi » ven 05 mar 2010, 0:00

Cappperi, il Sachs di Tomlinson mi manca proprio. Ma esiste l'incisione ufficiale (che sia live o studio)? Naturalmente m'interessa se cantata in tedesco. Se si, potresti darmi gli estremi del cast e la casa discografica che l'ha pubblicata?

Ti ringrazio Pietro!
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Re: Otello (Verdi)

Messaggioda Triboulet » ven 05 mar 2010, 11:03

vitus ha scritto:Ah se esistesse un congegno diabolico per creare il cantante perfetto :roll: . Interessante dibattito. Interessante e come sempre con cognizione di causa l'excursus degli interpreti principali del moro verdiano di triboulet. Ma esso conferma come i soliti quattro (Vickers, Del Monaco & C.) costituiscano comunque un passaggio obbligato per chi voglia analizzare la storia interpetativa del ruolo. Nel cercare valide alternative, ci si imbatte o in una voce poco adatta ( troppo chiara, troppo corta, troppo scura, etc..) o in interpreti poco originali (i c.d. epigoni). Personalmente, preferisco un Otello che si colloca nel filone dei "centrali" o meglio dei non acuti per rifarmi ad un termine usato nella discussione. Ciò significa apprezzare anche i contributi del miglior Giacomini, di Cecchele e perchè no anche di Martinucci (zeppetta a parte :lol: ). Non credo si tratti solo di emuli del monachiani. Un'alternativa validissima, ma siamo ancora nel filone di cui parlo: Bergonzi degli anni d'oro tornando così al primo post.


Già, forse per questo il mio intervento è stato un po' pleonastico... in fatto di incisioni non indispensabili ma pur sempre molto buone io terrei in considerazione l'incisione in studio di Solti con Cossutta, M.Price e Bacquier (anche e soprattutto per il cast nel suo insieme). Anzi forse tolta l'incisione di Karajan-Vickers è l'unica alternativa integrale che suggerirei a chi mi chiedesse una registrazione in studio (di Del Monaco e Domingo ci sono live molto più belli rispetto alle loro registrazioni ufficiali).
Bergonzi-Otello? sicuramente sarebbe stato stilisticamente molto valido e curato, però in questi ruoli "sofferti" (chiamiamoli così) non è che mi faccia tanto impazzire. E a dire il vero non sento neanche la mancanza di un Otello di Corelli, che sarebbe stato come il suo Poliuto, strepitoso vocalmente però......
Chissà Tucker cosa avrebbe combinato (anche se il brano seguente non è propriamente emblematico):


e, ma questa è solo una mia fantasia personale, mi sarebbe piaciuto un Otello di Di Stefano magari all'inizio degli anni 50! (meglio non considerare la tarda e terribile esperienza di Pasadena). Quì siamo in studio, già nel 57 però:
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Re: Otello (Verdi)

Messaggioda Nicola Biondo » ven 05 mar 2010, 17:41

Si è partiti dalla considerazione di Carlo Bergonzi riguardo l'interpretazione di Otello in età non più "Verdiana", senza sapere come in gioventù il timbro più Verdiano per antonomasia si sarebbe comportato di fronte a questa difficile scrittura.
Può darsi che l'idea di Verdi differiva dalle interpretazioni moderne dove si utilizzavano tenori dal timbro scuro e baritonaleggiante, ma credo che il " moro" per molti direttori doveva palesare questo genere di caratteristica vocale; scura con capacità di salire e squillare verso le alte vette degli acuti. Secondo me un interprete intelligente oltre a Vickers è stato negli ultimi tempi Placido Domingo, sicuramente più credibile di Pavarotti, in questo ruolo.
A questo punto credo che Bergonzi in età giovanile poteva dipingere senz'altro un ottimo ritratto di Otello,che si inseriva a metà strada fra quello che intendeva Verdi e la scia delle altre scuole di pensiero che andavano da Vinay a Del Monaco; ma non l'ha fatto, quindi possiamo parlare fino a tarda notte e non venire al nocciolo della questione. Nonostante sia sempre interessante leggere tutto quello che è stato scritto da voi prima del mio modesto parere.
Salutoni a tutti e grazie.
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Re: Otello (Verdi)

Messaggioda Enrico » ven 05 mar 2010, 20:08

Il Pippo in rovina dell'Otello di Pasadena nelle intenzioni mi sembra più interessante rispetto ai pezzi incisi in studio, ma se cerchiamo voce sicura e acuti facili dobbiamo guardare altrove:

Enrico B.
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Re: Otello (Verdi)

Messaggioda pbagnoli » sab 06 mar 2010, 9:01

VGobbi ha scritto:Cappperi, il Sachs di Tomlinson mi manca proprio. Ma esiste l'incisione ufficiale (che sia live o studio)? Naturalmente m'interessa se cantata in tedesco. Se si, potresti darmi gli estremi del cast e la casa discografica che l'ha pubblicata?

Ti ringrazio Pietro!

Sei un essere ignobile!
Era una delle recensioni che avevo messo online in home, che era andata persa con il casino che avevamo avuto un po' di mesi fa e che tu - ovviamente - non avevi letto!
Siccome sono un buono, te l'ho rimessa online, così te la puoi (ri)leggere...
Sono veramente commosso dell'attenzione con cui degni queste pagine! : Fuck You :
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Re: Otello (Verdi)

Messaggioda Milady » sab 06 mar 2010, 9:11

Carissimi amici,
è stato di fatto posto un quesito di estremo interesse ,relativo non solo alla vocalità di Otello , ma , di conseguenza, anche a quella dei moderni tenori che si sono cimentati in questo ruolo impervio .
Declamatori o esecutori "tardo romantici "alla Tamagno?
Ci vorrebbe , secondo me, un autentico tenore contraltino "vieux stile" , dalla voce agile ,robusta e svettante negli acuti, nonché in possesso di un fraseggio eloquente ,derivante da un profondo scavo psicologico.
Dove trovarlo?
Come prima cosa ritengo opportuno osservare che , oltre a una tecnica impostata su un metodo diverso dal passato, e oltre ad un irreversibile mutamento del gusto, c'è stato, sempre secondo me ,un mutamento genetico .
Sono infatti spariti dalla circolazione, per quanto ne so, i tenori contraltini.
"Se sbaglio, corrigetemi".
Mio nonno aveva una voce da autentico tenore contraltino. Se la scoprì tra i 18 e i 20 anni e , per ragioni economiche , non potè intraprendere studi seri." Nei primi anni,ho studiacchiato col Maestro Frazzi", un celebre mestro di canto del suo tempo, ma i soldi per pagarsi le lezioni non c'erano.Trovò però poco dopo ,in un qualche ricovero per artisti poveri , lui nato poco dopo il 1880, un vecchissimo tenore che aveva studiato in Spagna con un maestro seguace del " metodo Garsìa " : mi sono chiesta poi per anni chi fosse mai questo misterioso Signor Garsìa ( si scrive Garcia, lo so : è trascrizione fonetica la mia).
il fatto è che , pur non avendo studiato regolarmente- "Sei un irrequieto e un incostante . Non hai mai avuto neanche un filino ino ino di disciplina" sentenziava mia nonna, dal carattere fiorentino-prussiano- scuotendo amareggiata il capo.Mo nonno , dicevo, a 70 anni suonati , e con con una vita di "lavoratore metalmeccanico " (sic) alle spalle, sebbene nelle officine delle fabbriche , le polveri dell'acciaio, di ferro, d'amianto ecc. ecc.-colpissero allora senza pietà i polmoni di moltissimi operai-,a 70 anni e qualche spicciolo, eseguiva tranquillamente romanze impervie , aggiungendo agli acuti e sopracuti prescritti , molte puntature fuori ordinanza .
" Il diaframma , come tutti muscoli del corpo,invecchia e balla con gli anni , non ha più tenuta, gli acuti invece restano"- diceva , indicando vagamente le fosse nasali. "E poi bisogna tenere le costole ferme e stringere i denti ". Se poi qualcuno gli chiedeva come facesse ad avere un registro acuto così corposo, mordente e lucente in età avanzata , rispondeva sorridendo : Avere , gli acuti ce li avevo di mio ', ma poi , cari signori, io ho sempre cantato e canto secondo il il metodo 'Garsìa'",- con l'accento sulla i-e senza aggiungere a nessun altra nota esplicativa.
Aveva ed ha mantenuto sino alla fine una voce chiarissima e potente , con acuti e sopracuti intatti, prolungati o preparati da corone e terzine a suo piacimento, esibiti su pressante richiesta dei presenti e degli amici , che esplodevano in grandi applausi . Queste esibizioni durante la settimana avvenivano per lo più o la sera , in quella che ora si chama "enoteca" o "vineria" - " bettola", tout court secondo la nonna- o al ristorante, la domenica.
Mia nonna , cupa in volto, spelluzzicava il pane e , rossa in volto , dopo un iniziale : " Vergognati, prima o poi morirò per le tue pagliacciate",mormorava poi la solita gnegnera :" Vergognati Non ti manca che far girare il canino o la scimmietta col piattino dell'elemosine Risparmia il fiato, che tu se' vecchio.Vergognati , che esempio tu dai alla bambina? " (ossia a me ) e lui continuava imperterrito, anzi ,rinvispito dai tetri commenti della "mogliera".
Tanto per farla arrabbiare , una settimana prima di morire inopinatamente sotto i ferri, il nonno si lanciò in tre diversi finali, tutti aplauditissimi ,ovviamente tutti giuocati su acuti e sopracuti, di "La donna è mobile", " in amoroso omaggio della mia dolcissima sposa" . La quale soave sposa stava da una parte tutta immusonita, d'umor nero di seppia. Io gli chiesi il "Di quella pira" con tanto di do - che fosse o meno nello spartito non mi interessava nulla-, e lui si produsse in un "o vili ,il rio spettacolo " a passo di carica , ma con dizione scolpita" , e, il finale "all'armi" facile e arrogante nella sua perentorietà ,che fece spellare le mani ai presenti e sprofondare mia nonna nel più ostile mutismo.(E tra il pubblico c'era gente che di canto se ne intendeva veramente, nota per le feroci beccate lanciate dal loggione all'indirizzo dei malcapitati cantanti ).
Quando la nonna riacquistava la parola,ce ne aveva anche per me:"Vergognati , a dargli spago! Cosa studi a fare?".
Aggiungo che nella sua giovinezza, il nonno fu cacciato almeno due volte dal Comunale,perché , seccato da acuti "da impiccati" o "da moribondi" emessi da due celebri tenori, aveva baldanzosamente esclamato " Ciuco, si fa così!", sigillato dagli acuti mancati dal protagonista.
Chiudo la valigia dei ricordi.
L'ultimo tenore contraltino da me ascoltato per tipo ed estensione di voce è stato Giacomo Lauri Volpi : ma in altri ruoli e al tramonto - ma che tramonto !- della sua gloriosa carriera.
Secondo mio nonno che , non so come, era riuscito a sentirlo, in Otello , era stato "molto bravo e nuovo" anche se aveva "preso sottogamba" il personaggio , perché "non si era arrovellato dentro abbastanza : Otello è un omo complicato ". Era stato "un po' fischiato", ma dai soliti "ignorantoni" e "bacucchi", ovviamente , come diremmo oggi, tutte "braccia rubate all'agricoltura".
A suo dire , sentire Lauri Volpi, dal vivo era tutta un'altra cosa rispetto alla sala di incisione, dove spesso il sommo tenore si bloccava per l'ansia, lui sulla scena così guascone , magnatizio e aulico. Era stato proprio lui a fare questa confidenza al nonno, andato nel camerino per congratularsi. Dal vivo lauri Volpi non aveva il vibrato reperibile in certe incisioni.
Oggi , se non vado errata ,i tenori contraltini stile Lauri Volpi , sono spariti dall'orbe terracqueo, come pure certe voci di contralto capaci di sprofondare non so quanto sotto il rigo , senza note "poitrinées" e con naturalezza.
E veniamo all'Otello.
A Firenze Otello si identificava solo e soltanto in Mario del Monaco .
"Lui è Otello"".Amen
Del Monaco passava dal mio rione molto molto lentamente ,in una lussuosa macchina scoperta o in un'altra , altrettanto lussuosa ,col finestrino aperto , ma sempre col viso , bellissimo e virilissimo , in bella vista, spesso, con al una sciarpa bianca alcollo.
"Ma che bell'omo!" - sospiravano le signore-"e che bei gioielli che c'ha!". Infatti tutti potevano contemplare gli anelli sfavillanti e preziosi al dito , orologi aurei e qualche braccialetto aurato al polso.
I maschietti invidiosi smalignavano a bassa voce : " Ma fatela finita, gli è addobbato che pare la Madonna di Pompei".
Del Monaco non era solo un celebre tenore, ma il Tenore o il Tenorone per antonomasia.
Anche nella vita di ogni giorno parlava con la voce impostata.
Si preparava con certosina pazienza prima di andare in scena con i sontuosi costumi del Moro di Venezia.
Il cerone scurissimo metteva il risalto gli occhi chiari e dardeggianti. Le movenze ora scultoree ora "agitate con moto".
Il suo Otello era sconvolto dalla gelosia fino a perdere la ragione, ma "In Dio mi potevi scagliare " era come soffocato e macerato dal dolore e tirava fuori una sorta di mezzavoce.
Da lui emanava una palpabile corrente di magnetismo che ,dalla scena ,arrivava diritta
come un treno fino alla platea e la conquistava. Naturalmente l'"Esultate " era a dir poco elettrizzante.
Il resto rispondeva ad una precisa e ferrea ottica , che,al momento attuale, può anche essere definita tribunizia e sopra le righe, ma , chye allora incontrava il pieno favore di tutto il pubblico.
Erano od eravamo tutti una massa di poveracci dalle orecchie foderate di prosciutto ?
O forse sarebbe meglio storicizzare l'Otello di Del Monaco, collocarlo e inquadrarlo nel suo tempo e magari condannarlo, ma previa storicizzazione del suo contributo, e , possibilmente , spargendo meno fiele.
Quando uscì la prima Bibbia dei melomani ad opera di Rodolfo Celletti , rimasi letteralmente di sasso dinanzi alla condanna totale dell'Otello di Del Monaco , per di più scritta con esagerato livore e con la penna intinta nel cianuro .
Intanto mettiamo i puntini sull' i .
Del Monaco aveva col tempo elaborato una tecnica respiratoria adatta ai suoi mezzi vocali: discutibile come lo sono tutte le cose umane che rientrano nella variabile del gusto e della sfera individuale, ma Del Monaco non era aassolutamente uno sprovveduto vociferante.
Aveva un fiume di voce , ma sapeva incanalarlo con molta più sapienza di quanto non sembri alla Celletti & friends.
Dal vivo il famoso vtuperato ingorgo nel passaggio dal medium all'acuto non si notava,forse
perchè eravamo tutti con gli occhi a bottone , completamente coinvolti dal suo magnetismo e dalle sue capacità attoriali. E parlo a ragion veduta : ascoltato in disco il carisma strepitoso veniva ridotto e certe pecche si notavano, ma da qui a tirargli la croce addosso... no, non ci sto.
D'alltra parte non tutti ricordano -e invece sarebbe bene ricordare- l'Otello di Shakespeare nell'intrepretazione che ne dette Sir Lawrence Olivier.
Io per prima mi aspettavo un Moro di Venezia macerato e introspettivo come non mai. Davanti alle foto sui giornali non sapevo capacitarmi : un moro atletico che aspirava voluttuosamente il profumo di una rosa rossa. Stando alle didascalie Sir Lawrence esibiva una voce bistrata e faceva balzi ferini sul palcoscenico. Una mia amica di Londra mi scrisse che era tutto vero: aveva seguirto almeno due recite, inzialmente basita , poi incantata dall'inatteso sir Lawrence Olivier " so nice, so sexy"
E qui chiudo sull'Otello di Del Monaco, che, nella impostazione globale del personaggio ha dei nobili corrispettivi.
E Pavarotti ? Sarebbe stata l'occasione d'oro per rinverdire il modello Tamagno, ma è stata un'occasione perduta.
E dispiace veramente che Bergonzi abbia affrontato questo ruolo troppo tardi: ai tempi d'oro col suo fraseggio nobile e aulico avrebbe conferito una nuova veste all'Otello verdiano.
E qui fo punto : mi sono dilungata nei miei ricordi : scusatemi
Con simpatia
MIlady
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Re: Otello (Verdi)

Messaggioda Triboulet » sab 06 mar 2010, 11:35

Milady è sempre un grandissimo piacere leggerti, ormai sei diventata una specie di macchina del tempo : Chessygrin : con te mi pare di rivivere certe scene e certi momenti così emozionanti...

Milady ha scritto:L'ultimo tenore contraltino da me ascoltato per tipo ed estensione di voce è stato Giacomo Lauri Volpi : ma in altri ruoli e al tramonto - ma che tramonto !- della sua gloriosa carriera. Secondo mio nonno che , non so come, era riuscito a sentirlo, in Otello , era stato "molto bravo e nuovo" anche se aveva "preso sottogamba" il personaggio , perché "non si era arrovellato dentro abbastanza : Otello è un omo complicato ".


Beh allora non ho avuto solo io questa impressione, se lo dice pure il nonno...

Milady ha scritto:O forse sarebbe meglio storicizzare l'Otello di Del Monaco, collocarlo e inquadrarlo nel suo tempo e magari condannarlo, ma previa storicizzazione del suo contributo, e , possibilmente , spargendo meno fiele.Quando uscì la prima Bibbia dei melomani ad opera di Rodolfo Celletti , rimasi letteralmente di sasso dinanzi alla condanna totale dell'Otello di Del Monaco , per di più scritta con esagerato livore e con la penna intinta nel cianuro . Intanto mettiamo i puntini sull' i . Del Monaco aveva col tempo elaborato una tecnica respiratoria adatta ai suoi mezzi vocali: discutibile come lo sono tutte le cose umane che rientrano nella variabile del gusto e della sfera individuale, ma Del Monaco non era aassolutamente uno sprovveduto vociferante.Aveva un fiume di voce , ma sapeva incanalarlo con molta più sapienza di quanto non sembri alla Celletti & friends.Dal vivo il famoso vtuperato ingorgo nel passaggio dal medium all'acuto non si notava,forse perchè eravamo tutti con gli occhi a bottone , completamente coinvolti dal suo magnetismo e dalle sue capacità attoriali. E parlo a ragion veduta : ascoltato in disco il carisma strepitoso veniva ridotto e certe pecche si notavano, ma da qui a tirargli la croce addosso... no, non ci sto.


Sono daccordissimo Milady, io non stravedo per Del Monaco, ma ne riconosco tutti i meriti storici, nonchè un grande magnetismo... fu un personaggio davvero di rottura molto più di altri tenori della sua generazione. Vale la pena di riascoltare una interessante intervista a Corelli dove lo stesso tenore parla diffusamente della "rivoluzione Del Monaco" dapprima a livello estetico-stilistico e poi dal punto di vista delle implicazioni nella "tecnica del canto di laringe" (almeno lui così la chiama). E' interessante notare come, ad un certo punto, citi Lauri-Volpi come uno di quelli che cantava naturalmente di laringe. Del Monaco arrivò a questo tipo di emissione con studio ferreo, e la sfruttò appieno come nessun altro (anche con molti eccessi, per stessa ammissione di Corelli). Del Monaco e Lauri Volpi, a detta di Corelli, erano quindi molto simili per quanto riguardava l'emissione... non so, Saba magari quì ci può aiutare a capire, ammesso che per sbaglio si trovi a passare da queste parti :D



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Re: Otello (Verdi)

Messaggioda pbagnoli » sab 06 mar 2010, 12:45

Milady, sei fantastica, sei un angelo, sei la mamma di tutti i melomani!
Quando Matteo e io abbiamo aperto il forum di questo sito speravamo nel profondo del cuore che arrivassi tu, proprio tu, e adesso che ci sei so che sei esattamente come t'avevamo pensata...
Quello che dici di Del Monaco è sacrosantemente vero: un grandissimo, con una tecnica vocale straordinaria che ha fatto dei personaggi eccezionali.
Adesso, a distanza di tanti anni, vedo questi problemi:
:arrow: la sua impostazione vocale era solo ed esclusivamente sua. Tentare di imitarla voleva dire andare sulla forca, cosa che è capitata a quasi tutti quelli che ci si sono messi
:arrow: la sua visione di Otello discendeva dai gradi drammatici wagneriani tedeschi degli Anni Trenta, primo fra tutti Rosvaenge. Tutta gente dalla canna d'acciaio e dalla tinta vocale tendente allo scuro, ma è un colore che non c'azzecca con Otello. E questo ci riporta al tu' nonno

Giacomo Lauri-Volpi, con la sua voce svettante e contraltina, era uno degli ultimi eredi della grande tradizione Tamberlick; in Francia - come ha già detto qualcun altro - c'era stato Escalais. Questo tipo di voce è quella di Tamagno, piaccia o no primo interprete di Otello. Magari non era la voce cui pensava Verdi, ma se non si canta alto nel secondo e nel terzo atto, si affonda: non ce n'è per nessuno. Io ho visto morire annegato il povero Andrej Lantsov, uno che pure passava per essere un bell'Otello, ma non ce l'ha fatta.
Uno dei nostri foristi rimpiange amaramente l'Otello di Giuseppe Giacomini. A parte la mancanza totale di un approfondimento psicologico purchessia (persino Armiliato mi sembra meglio, quanto a questo specifico aspetto), c'è la voce che è paurosamente coperta e iscurita, col risultato di avere acuti difficilissimi e la mancanza totale di squillo. Un Otello quindi totalmente sbagliato. Meglio Martinucci, tanto per stare ai più recenti.
Un altro forista ha proposto un ascolto di Nunzio Todisco, tenore utilité degli Anni Ottanta, definendolo "niente male": sorrido perché il suo Otello vale come quello di Barasorda, o di Bonisolli o di Cecchele, cioè nulla. Tutta gente abituata a fare la voce grossa senza un minimo di comprensione del personaggio, della sua storia esecutiva, delle trappole che nella partitura sono sparse a piene mani. Non ci si può accontentare del "niente male" in un personaggio del genere, di cui anche tuo nonno aveva capito le enormi difficoltà emotive ed esecutive: si deve guardare alto.
Oggi non saprei francamente a chi pensare, per un ruolo di questo tipo: nessuno di quelli che ho sentito mi soddisfa veramente
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(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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