i problemi mi paiono due i tagli e la lingua da utilizzare per l'esecuzione delle opere.
tralascio per un momento il primo, quanto al secondo credo che, se non la storia, i precedenti abbiano un larghissimo senso e debbano farci riflettere.
Ne cito alcuni:
a) i musicisti francesi di opera comique e lirique sapevano che le loro opere quando andavano fuori di Francia ( Covent Garden in primis) passavano ad esecutori di un certo tipo ossia i grandi cantanti (la divisione fra cantante della salle Favart e di Palais Garnier è sempre stata incolmabile) e quindi era d'obbligo la traduzione e l'inserimenti di altri e più complessi numeri vocali.
Il make up fu riservato a Carmen che la protagonista (Galli-Marié) cantò tradotta in Italiano nei teatri italiani
b) per contro ogni opera, che approdasse all'Operà doveva essere eseguita in francese e se possibile trasformata in grand-operà.
Basti pensare che il trattamento fu riservato a Tannahauser, per mano dello stesso autore, ed a Semiramide nel 1859 niente meno che con le sorelle Marchisio e con tanto di entusiastico commento dell'autore. Eppure al des Italiens l'anno successivo le stesse sorelle cantarono Semiramide in italiano.
c) Strauss assistette alle prime italiane di Salomè (che sia a Torino che a Milano vennero rappresentate in italiano) che di Elettra e, se non mi sbaglio, alla prima di Chicago del Rosen Claudia Muzio ed Amelita Galli-Curci furono nell'italico idioma Marescialla e Sofia ( e sempre se non sbaglio la Supervia era Oktavian). Nessuna parlava una parola di tedesco e fu presente Strauss.
d) i grandi cantanti wagneriani che praticavano i teatri italiani, spagnoli e sud americani conoscevano le opere di Wagner in tedesco ed in italiano. Se volevi cantare al Colon o al Real era quella la regola e sul podio ci stavano direttori o tedeschi o italiani. Questi ultimi se poi dirigevano in paesi di lingua tedesca dirigevano in tedesco. Vedi Toscanini e De Sabata (ma questo era nato suddito dell'imperial regio governo).
Ci sono cast favolosi con un meraviglioso mix di cantanti vedi il Tannahauser scaligero 1904 con Russ, Slezak.
e) tralasciamo e qui dissento l'abitudine di una babele linguistica come i cilindri Mapleson testimoniano con riferimento alle esecuzioni del grand-operà dove avevi una Valentina, che cantava in italiano ed un Raoul che cantava in italiano il duettone (con Valentina appunto) ed in italiano o francese il duetto con Margherita a seconda che la regina di Navarra fosse Nellie Melba o Marcella Sembrich.
credo che fra un Lohengrin che strilla con suono stimbrato (tipo Peter Hoffmann) le arie del protagonista ed uno che mette in scena la raffigurazione di un eroe (Pertile) o di un semidio (Fleta) siccome siamo all'opera e non alla prosa (idea che spesso vedo obliata) non ho dubbi su chi sentire.
E la assolutezza della lingua originale spesso è un rimedio ben peggiore del male perchè su quest'altare ( e magari anche su quello della poca dimestichezza dei cantanti con le lingue straniere) ci siamo persi magari un Lohegrin Freni/Caballe, Bergonzi/Aragall, Cossotto/Dimitrova, Cappuccilli/Milnes.