Werther (Massenet)

recensioni e commenti di spettacoli visti dal vivo

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Werther (Massenet)

Messaggioda MatMarazzi » sab 30 gen 2010, 19:11

Carissimi,
vi scrivo da Parigi, dal mio alberghetto su Boulevard Haussman, il giorno dopo aver visto a teatro il Werther di cui parla anche Pietro nell'editoriale.
C'eravamo tutti: amici e soci del Wanderer da tutt'Italia; tutti riuniti per l'avvenimento del debutto di Kaufmann.

Questo werther è il primo spettacolo che ho ammirato dal vivo all’Opéra National de Paris nell’era Joël.
Francamente non riesco a figurarmi come i Parigini possano averlo vissuto, loro che tanto hanno fatto per spingere Gérard Mortier alle dimissioni e sostituirlo con un irriducibile della retrovia, l’uomo della …Provincia battagliera e passatista, Nicolas Joel ex direttore del Capitole.
Joël ama l’Opera, ama i cantanti e soprattutto ama quel settore del repertorio (l’Ottocento “borghese”) per il quale i grandi direttori artistici del ventennio 1980-2000 – tutti più o meno debitori all’estetica della Contestazione, e certamente questo era il limite anche di Mortier – hanno troppo a lungo riservato la loro sufficienza.
Tutto ciò è positivo, intendiamoci, e l’idea di superare le conquiste del ’68 (che hanno significato la rinascita recente dell’Opera ma che oggi cominciano a coprirsi di muffa) e di spingersi verso nuovi orizzonti è probabilmente l'unico modo per proiettare l'opera nei prossimi decenni.
Ma Joël è troppo vecchio per questo: vecchio mentalmente.
Non è col "trapassato" che si supera il "passato".
Ci sarebbe voluta al suo posto una forza giovane e sconcertante, un anti-Mortier nel senso di "più avanti di Mortier"; uno con la capacità di riprendere, sì, Mirelle e Faust, affermandone il valore, ma con la capacità di ricollocarne l'estetica nel linguaggio di oggi, nelle turbolenze della contemporaneità, nelle visioni giovani e disincantate della generazione “globale”. Insomma quello che Jérôme Deschamps sta tentando di fare all’Opéra Comique.
Joel sberleffa l'estetica dei 50enni di oggi (quelli che amavano Mortier) non con una proposta adatta ai 30-40enni, bensì ai 70-80enni. In pratica la sua formula è quella di recuperare i buoni vecchi costumi di una volta, quando le regie erano facili, facili, i direttori validi routinier capaci di tenere uniti fossa e paloscenico (come appunto il buon vecchio Plasson, passatissimo di cottura) e i cantanti erano l’unica cosa per cui si deve andare all’opera.

Esattamente così era il Werther che Joël ha acquistato da Londra (quindi con l'aggravante di sapere bene cosa acquistava, dato che è uno spettacolo di sei anni fa) buttando a mare la produzione che l'Opéra aveva messo in cantiere l’anno scorso, che magari non sarà stata proprio geniale, ma era mossa, moderna, coinvolgente.
Ieri si vedevano bambini gnolosi e saltellanti, che fanno “girotondo” attorno a Schmidt e Johann; questi ultimi, costantemente ubriachi, sciorinavano tutto l’antico armamentario di scemenze da ubriachi all’opera che muovevano un sorriso compiacente alle nostre nonne; Sophie esprimeva la sua felicità infantile con giravolte su se stessa e smancerie da film sentimentali anni '40; non parliamo di quando entra al secondo atto con il solito scialle ai gomiti e il mazzo di fiori… Una cosa imbarazzante.
Io mi guardavo intorno per essere ben certo di non essere al Comunale di Modena o a Piacenza. No, ero all’Opéra-Bastille, il palcoscenico che negli anni di Gall e Mortier ha ospitato le più prodigiose realizzazioni di Marthaler, Warlikowsky, Carsen, Tcherniakov.
Probabilmente il video a cui fa riferimento Pietro, tutto fondato sui primi piani, nascondeva un po' lo squallore dell'allestimento. Ma dal vivo nemmeno gli interpreti erano in grando di elevarsi dal grigiume collettivo.
Ed è questa la cosa peggiore dell'allestimento.
Disporre di attori potenzialmente straordinari (Vernhes e Kaufmann anzitutto, ma anche la Koch non recita male) e lasciarli congelati nelle loro pose tradizionali e maldestre è un peccato mortale; vedere un Kaufmann (che non deve più dimostrare a nessuno la sua strepitosa "attoralità") rimanere fisso in scena nelle stesse pose che erano di Carreras trent'anni fa è persino doloroso.

Gli applausi infatti sono stati calorosi ma meno lunghi del previsto.
A Plasson è stata dedicata un'ovazione (come se i Parigini volessero - tramite lui - autoconvincersi di aver fatto bene a cacciare Mortier in funzione della buona e vecchia tradizione); ma in effetti la sua direzione era molle, lenta e bolsa. A suo onore va però di aver ottenuto, nella scena delle lettere e comunque in tutto il terzo atto, delle suggestioni psicologiche di tale intensità da lasciare senza fiato: è certo che l'opera la conosce bene e vi ha ragionato molto.
Inoltre è anche merito suo se nel monologo sulla morte del secondo atto - il punto di gran lunga più entusiasmante della serata - Kaufmann ha costruito una progressione poetico-vocale semplicemente allucinante.

Il cast (miracolo Kaufmann a parte) era davvero ben costruito, segno di quanto Joel ami e conosca le voci.
Benissimo Tézier (come già l'anno scorso) in Albert. Benissimo la Gillet (un po' sgradevole in alto ma con filature stupende).
L'uno e l'altra però erano sacrificati da una visione registica del personaggio di un'insoffribile banalità.
Vernhes è semplicemente un gigante: interprete e musicista grandioso che, nella vecchiaia, ha trovato il suo momento di maggiore creatività.
Il suo Bailli è infatti fenomenale.
E tuttavia... che tristezza vederlo fare il "buon vecchio saggio", un po' pasticcione, un po' tenero, col bastone e la beretta... Sperperare un artista di tale statura in uno spettacolo tanto maldestro è un peccato capitale.

La Koch non è un fulmine di guerra: la voce è faticosa in basso e non sempre intonatissima in alto. Inoltre non ha una di quelle personalità divoranti.
Però è intelligente.
Nonostante la regia la costringa a fare "le solite cose che fanno tutte le Charlotte" (e a cui oggi nessuno, tranne le nonne, può più credere), riesce ogni tanto a colpire: ad esempio l'espressione e il canto grigio, freddo, quasi di sfida con cui attacca l'aria delle "larmes", fissando la sorella quasi con durezza. Sono dettaglini che creano un'atmosfera... e che alla fine conquistano.

Il teatro è crollato all'uscita di kaufmann. E anche questo era prevedibile.
3000 persone che urlavano e si sbracciavano di fronte al più incredibile Werther che sia possibile vedere e sentire.
Ciò che Pietro ha scritto su di lui nell'editoriale è tutto assolutamente, inquietantemente vero.
Un'incarnazione semplicemente storica.

Tempo fa ricordo che destai perplessità quando dissi che "il fatto che la Callas sia tuttora una NOrma insuperata non è tanto un merito della Callas, quanto un demerito di chi è venuto dopo".
La penso sempre così! :)
Il grande risultato interpretativo deve essere tale per il momento in cui espresso; dopo deve diventare "storia".
E' per questa ragione che se affermo che Kaufmann, ieri sera, ha spazzato via, in un solo colpo, il ricordo di Thill, di Schipa e di Kraus, non significa affatto sminuire il contributo dei tre grandi sopracitati, ma riconoscere che il mondo è andato avanti e che se loro incarnano la "storia" del personaggio, Kaufmann da grandissimo, insuperabile artista rappresenta invece il cammino del presente (e diventerà "storia" a sua volta, inconfutabilmente).

Piuttosto c'è una considerazione che merita di essere approfondita, e che Pietro ha già messo in evidenza.
Che psicologicamente Kaufmann disponesse di tutte le armi per esprimere la solitudine romantica, l'implosione emotiva, l'anelito di morte del personaggio era ovvio e prevedibile.
Meno ovvia era la strepitosa immedesimazione vocale e tecnica.
Benché abilissimo a sfumare, legare e colorire, Kaufmann non è un vocalista: è un declamatore di base.
E questo Werther è personaggio che, per lunga tradizione (specie italiana) è stato associato a un canto di tipo "vocalistico" (appunto nella linea Schipa e Kraus).
Ma è giusto così? Il Werther è davvero pane per i vocalisti o la loro è solo una "soluzione possibile", magari nemmeno la "più giusta"?

Non è forse un personaggio diabolicamente incentrato sull'evidenza della parola? Non è forse la sua una scrittura sconnessa, dirupata (al secondo atto), ricca di bagliori e introspezioni, in cui la parola prevale sulla linea e sulla melodia? Non è forse parte centralizzante, tanto che il passaggio alla versione per baritono (la Battistini) non ha poi comportato così sostanziali aggiustamenti?
Non fu forse VanDyck, celebratissimo declamatore belga, nonché Parsifal a Bayreuth, a creare il personaggio.
Se questo è vero, non solo Kaufmann ci ha dipinto poeticamente e drammaturgicamente, il più vibrante, inquieto, struggente dei Werther (sicuramente - data la rinuncia di Villazon - il più grande del nostro tempo), ma ci ha anche aiutato a capire le vere radici tecniche e vocali del personaggio.
Da meditare...

Un salutone parigino,
Mat
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Re: Werther (Massenet)

Messaggioda Milady » sab 30 gen 2010, 19:32

Grazie Mat-Cartman parisien ,
Come t'invidio!Beato te!
Grazie per la splendida recensione . Io ho visto il video in cui la polvere della regia vecchiotta assai - Charlotte con il solito sciallettino amorosamente confezionato in casa, "no giammai, non, no ,mai" più -si poteva intuire , ma non si percepiva , ovviamente ,con la force de frappe dei fortunati presenti.
Sono d'accordo su tutto.
Grazie anche a Tuc per aver "postato" "Pourquoi me réveiller": una delizia ,anche sul piano vocale. Altri raffinati diranno che ,invecchiando ,sono diventata sordastra o sorda... Meglio così.
Con tanta simpatia
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Re: Werther (Massenet)

Messaggioda VGobbi » sab 30 gen 2010, 20:32

Ogni volta che leggo una recensione di Mat, mi spiazza sempre! Interessantissime le considerazioni fatte sul "dopo-Mortier" e sul nuovo direttore artistico Joel. Quest'ultimo sara' un passatista, uno che di regia ne capisce poco, ma almeno capisce di voci ... Non mi sembra un merito da poco, visto che quanto riescono a proporre i cast in Italia, almeno sulla carta paiono il piu' delle volte disarmanti.

Anch'io l'ho visto in tv questo Werther ed anche in questo caso, lo confesso, tutta la mia attenzione era per Kaufmann. Straordinario ... l'unico, insieme a Thill, che e' riuscito a strabiliarmi (anche se il tenore tedesco era agevolato anche dal fatto del video, di poterlo vedere, vantaggio non da poco). Non li ho trovati interessanti ne' Kraus (discograficamente non mi ha mai fatto buona impressone, forse e' il classico artista che in sala di registrazione ci rimetteva parecchio, non so), ne' tanto meno Domingo, ne' Tagliavini nella brutta versione italiana.

Ora aspetto ansiosissimo la tua recensione del "Giocatore" che vedrai a Londra, magari parlando del frattempo dello spettacolo diretto da Baremboin in Germania (di cui ne ho appena parlato nell'apposito thread).
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Werther (Massenet)

Messaggioda pbagnoli » sab 30 gen 2010, 21:51

L'allestimento in video risultava molto gradevole, almeno a mio gusto. Semplice, essenziale, fruibile, di complessivo buon gusto, con qualche aspetto divertente come i sipari dietro le quinte per farci vedere i cantanti in attesa di andare in onda. La Koch, per esempio, che saltella un po' sulle punte nervosa prima della sua grande scena madre.
Ho visto di peggio. Di molto peggio.
Ma tengo per buone ovviamente le tue considerazioni sul regresso del dopo-Mortier.
E, ovviamente, in uno spettacolo del genere tutto ciò conta poco perché sono tutti abbagliati dal faro-Kaufmann.

Oggi ho avuto una simpatica discussione con i nostri amici grisiani che, more solito, hanno stroncato il nostro che non sa cantare. Un loro affezionato lettore ha commentato sul blog l'idiozia agghiacciante di tutto il pubblico beota che applaude senza capire.
Non so cosa rispondere.
Prendo per buone le contestazioni di chi, spartito alla mano, stabilisce che oggi non c'è nulla che si possa salvare dal delirio comune. E' ovvio che io non la penso così; e forse non la pensa così nemmeno tutto il pubblico in delirio (ottenebrato o entusiasta?) che ormai segue Kaufmann ovunque vada, alla ricerca dell'illuminazione che il tenore tedesco riesce sempre a dare in tutti i ruoli che affronta.
Questo Werther è fenomenale: mi spiace per gli amici del Corriere, la cui opinione rispetto ma non condivido nemmeno nella punteggiatura, non c'è nessuno che gli stia alla pari fra quelli di oggi. Ammesso che possa aver senso fare una valutazione comparativa, l'unico nome che mi viene in mente fra quelli passati è quello di Thill.
Ma d'altra parte, come sottolineavo oggi, in fondo è meglio così: se non ci fosse disparità d'opinione, sai che palle a discutere?... : Thumbup :
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Re: Werther (Massenet)

Messaggioda Milady » dom 31 gen 2010, 13:41

Vittorio carissimo,
ho ascoltato Kraus dal vivo più volte nel Werther, che era un personaggio che viveva letteralmente sulla scena.sulla scena Era Werther.In questa parte Kraus dava tutto se stesso , con un tavolozza di "nuances" ricchissima e coinvolgente.
Nelle registrazioni in studio era molto più gelido e compassato ( e alcune sono arrivate tardi).
L'ho sentito affermare con convinzione, in una lezione al Conservatorio della città in cui insegnavo, che appunto nelle sale di incisione si sentiva come bloccato, senza il reagente del pubblico.Ed era vero.
La lezione si concluse con una esecuzione strepitosa , sul piano della tecnica come dell'interpretazione ,di "Pourquoi me réveiller ".
Kaufmann ha scritto una nuova ed entusiasmante pagina dell'interpretazione di questo non facile personaggio. Se ha la voce scura , benissimo. Massenet ha scritto - se non vado errata- anche una versione per baritono.
E la voce di questo giovane baritenore è assolutamente adatta a un Wertther drammatico, dolorosamente lacerato, moderno.
Sono certa che gli acuti dal vivo- beato Mat!- erano vere e proprie bombe.
Come lo erano quelli di franco Corelli.
Buona domenica Vittorio carissimo,
con tanta simpatia
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Re: Werther (Massenet)

Messaggioda Tucidide » dom 31 gen 2010, 14:03

pbagnoli ha scritto:Oggi ho avuto una simpatica discussione con i nostri amici grisiani che, more solito, hanno stroncato il nostro che non sa cantare. Un loro affezionato lettore ha commentato sul blog l'idiozia agghiacciante di tutto il pubblico beota che applaude senza capire.
Non so cosa rispondere.

Intellectual bug, Pietro carissimo. A dare degl'ignoranti, dei beoti, dei pecoroni, degli "incolti" diseducati alla vera arte, l'intellettuale schifiltoso con la puzza sotto il naso prova un gusto sadico. E' anche un modo gratuito per sollevare sé stessi e porsi nella Candida rosa dei beati.
Come ha scritto un saggio su un forum che leggo ma cui non partecipo, quando si dice che il novanta per cento della gente non capisce un tubo, si sottintende di appartenere al restante dieci per cento. Meglio sarebbe dire che tutti i melomani non capiscono un tubo , ricadendo però nel paradosso di Epimenide. :D
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Re: Werther (Massenet)

Messaggioda Milady » dom 31 gen 2010, 15:43

Carissimi amici,
concordo totalmente con l'analisi fornita da Tuc .
Quindi ,mi permetto di proporre questa precisa linea di comportamento: per non accrescere il (misero auto-) compiacimento - non scomodiamo categorie più mpegnative - in cui si grogiolano ( tutti) gli intellettualoidi che si ritengono parte dei pochissimi "happy few" che risplendono nella "candida rosa" dei beati melomani - ottima metafora, Tuc,-atteniamoci a quanto consigliato dal Divino Poeta :"non ragioniam di lor, ma guarda e passa" (Inf. III 51),"ché voler ciò udire è bassa voglia" (Inf. XXX 148).
Secondo me , ignorarli è la cosa migliore da fare.
Con tanta simpatia e buon pomeriggio a tutti
da
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Re: Werther (Massenet)

Messaggioda Enrico » dom 31 gen 2010, 17:24

MatMarazzi ha scritto: data la rinuncia di Villazon


Perché "rinuncia" ?
Ho visto che esistono video anche recenti di Villazon nel Werther.

P.S. Parlare contemporaneamente dello stesso spettacolo in due diverse sezioni del forum mi sembra un po' scomodo.
Enrico B.
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Re: Werther (Massenet)

Messaggioda pbagnoli » dom 31 gen 2010, 21:41

Milady ha scritto: Per non accrescere il (misero auto-) compiacimento - non scomodiamo categorie più mpegnative - in cui si grogiolano ( tutti) gli intellettualoidi che si ritengono parte dei pochissimi "happy few" che risplendono nella "candida rosa" dei beati melomani - ottima metafora, Tuc,-atteniamoci a quanto consigliato dal Divino Poeta :"non ragioniam di lor, ma guarda e passa" (Inf. III 51),"ché voler ciò udire è bassa voglia" (Inf. XXX 148).
Secondo me , ignorarli è la cosa migliore da fare.

Con qualche distinguo, Milady.
Per esempio, il nostro ex forista Teo.emme che scrive tante cose lì sopra è, per me, un ottimo articolista.
Scrive delle belle cose, è molto ben documentato, ho imparato anche delle cose che non conoscevo.
Normalmente non condivido nemmeno una virgola delle cose che scrive ma, come dicevo anche a lui ieri sul loro blog, se tutti la pensassimo alla stessa maniera sai che palle...
Ho ancora un po' sulla coscienza il fatto di averlo bannato dal forum; mi sono scusato con lui e gli ho offerto di reiscriversi, facendo anche pubblica ammenda ma, a tutt'ora, non l'ha fatto.
In fondo è divertente sbertucciarsi un po' dai rispettivi siti. Ma cosa dico siti? Un sito - il nostro - e un blog : WohoW :
A parte gli scherzi, penso che sia normale discutere e battibeccare da sponde opposte.
In fondo non è strano: abbiamo linee di pensiero talmente opposte che ignorarsi sarebbe praticamente impossibile.
E oltre a tutto vada a loro il mio rispetto: per me è assurdo quello che dicono e fanno, perché non riescono MAI a godere di niente di quello che vedono e ascoltano, ma lo fanno con lucidità e coerenza. Quanto meno, teo.emme lo fa. Ci frequentiamo un po' anche su Facebook e ce ne diciamo di ogni anche lì!
Discutiamo pure da sponde opposte, anche aspramente, ma facciamo in modo di non insultarci: questa è la mia proposta.
Ma sbertucciarsi un po'... è una goduria!
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Re: Werther (Massenet)

Messaggioda Tucidide » dom 31 gen 2010, 23:50

pbagnoli ha scritto:Con qualche distinguo, Milady.
Per esempio, il nostro ex forista Teo.emme che scrive tante cose lì sopra è, per me, un ottimo articolista.

Io personalmente trovo piacevoli anche gli scritti della padrona di casa.
Ho ancora un po' sulla coscienza il fatto di averlo bannato dal forum; mi sono scusato con lui e gli ho offerto di reiscriversi, facendo anche pubblica ammenda ma, a tutt'ora, non l'ha fatto.

Ci saranno stati motivi che non conosco, Pietro. Per quel che mi ricordo, teo.emme si comportava in modo corretto, pur scrivendo cose che sovente non condividevo.
Per quel che può contare, anch'io sarei contento di rileggerlo su questi sfondi azzurrini, e con lui anche gli altri. Quando erano frequentatori del forum di OD, si sono fatte belle discussioni - io allora scrivevo poco, per altro.
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Re: Werther (Massenet)

Messaggioda MatMarazzi » lun 01 feb 2010, 0:02

Enrico ha scritto:
MatMarazzi ha scritto: data la rinuncia di Villazon


Perché "rinuncia" ?
Ho visto che esistono video anche recenti di Villazon nel Werther.

P.S. Parlare contemporaneamente dello stesso spettacolo in due diverse sezioni del forum mi sembra un po' scomodo.



Villazon doveva, nella scorsa stagione, fare il giro del mondo con Werther, ruolo preparato per lunghi anni.
Il tutto doveva partire a Parigi, per poi proseguire a Monaco, Vienna, e le altre capitali del mondo della Musica.
Purtroppo si è arenato allo start: a Parigi ha fatto solo una recita e poi ha dichiarato forfait (sostituito da Tezier, promosso da Albert a protagonista ovviamente nella versione "battistina").
La recita video a cui ti riferisci è proprio quell'unica da lui affrontata.
La porta è stata così spalancata a Kaufmann, il quale è inequivocabilmente miglior Werther di quanto sarebbe mai stato Kaufmann, perché assai più vicino al respiro "culturale" del personaggio, al suo intellettualismo inquieto. Inoltre, come dicevo nel precedente post, Kaufmann - da altissimo declamatore - ha riportato l'opera alle sua radici tecnico-musicali, che la sublime "impostura" di Schipa e Kraus aveva oscurato.
Villazon non sarebbe mai stato a questi livelli, nemmeno quando il si bemolle ce l'aveva in tasca.
Ciò non toglie che a me dispiaccia un po': in altri anni (in anni in cui non fosse esistito un Kaufmann) Villazon sarebbe stato un Werther rivelatore, patologico, dissestato, assatanato. Succede spesso nella storia dell'Opera che un'interprete buono o buonissimo venga offuscato da uno "storico".
NOn era facile cantare Norma negli anni della Callas... Nei prossimi anni non sarà facile cantare Werther e mettersi al confronto di Kaufmann.

Ringrazio Vit e Milady per aver apprezzato il mio resoconto.
E ringrazio Milady e Tuc per aver detto quello che anche io affermo da tempo... Una cosa è un forum operistico, un'altra cosa è il bar Sport.
Nulla contro il bar Sport: ci si può parlare d'opera in modo chiassoso e divertente; vi si possono fare le risse e ci si può "sbertucciare"; ma il forum è un'altra cosa.
Se qualcuno ha critiche da muovere a Kaufmann in Werther lo faccia in questo sito, con i dovuti modi e con argomenti.
Gli verrà risposto con i dovuti modi e argomenti.
Altrimenti non credo che la cosa ci possa interessare... Non possiamo (nè dovremmo) occuparci di tutti i bar sport operistici di internet.

Avrei da parlarvi della Sonnambula che ho visto oggi sempre alla Bastille (con la stratosferica Dessay) ma sono molto stanco.
Lo farò... promesso!

Salutoni,
mat
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Re: Werther (Massenet)

Messaggioda Milady » lun 01 feb 2010, 9:12

Carissimo Mat e carissimi tutti,
ho scelto due versi danteschi ,intenzionalmnte spra le righe,ma dando per scontato il rispetto verso chi non la pensa come me e come gli amici del nostro sito.
Ci mancherebbe altro!Il rispetto è in me implicito ed è bene che io lo manifesti a chiare lettere.
I versi " di cui sopra" erano la mia risposta alla taccia di pecore o pecoroni lanciata verso chi non si univa alla loro sentenza di pollice verso.
Vorrei poi aggiungere che amo il nostro sito perché discutiamo tra noi , talvolta partendo da opinioni diverse o antitetiche, sempre con passione , ma sempre con misura e con allegria.
Anche io ho imparato ed imparo molte cose dal coté grisiano, e ne rigrazio i collab0ratori, prepoaratissini, ma non condivido le perenni stroncature e il consueto tono atrabiliare.
Vado all'opera come ad una festa dell'anima.E la ascolto nel medeasimo modo.
Se dovessi , ogni volta che Dio mette in terra, ossia ad ogni spettacolo o ad ogni ascolto , storcere sempre il naso e soffermarmi unicamente sulle pecche vere o presunte degli esecutori , quasi per partito preso,non ci andrei più o non metterei più in funzione i miei Cd e DVD , o gli amatissimi dischi in vinile.
Indubbiamente ci sono cantanti del passato che sono per me modelli fuori discussione ( o quasi),ma non posso vivere con la testa volta perennemente volta indietro.Viviamo nel presente e dobbiamo cercare il buono che c'è - e c'è- e cercare di capire le possibili evoluzioni della vocalità,dell'orchestraziuone, del concetto di regia e così via.
Ho sentito vari cantanti "cani" fuori parte o in pessima serata , ma ho fatto mio l'habitus del vecchio loggione di un tempo : piovevano battute spietate , sì, ma con una punta di allegria.(E forse era questo il motivo per cui alcuni cantanti trovavano queste beccate assai urticanti e si rivolgevano alla piccionaia mostrando il pugno).
o ancora nella mente e nel cuore anche tante esecuzioni elettrizzanti o impeccabili.
, a mo avviso, naturalmente
Tutto qui.
E , Mat-Cartman , se hai avuto la fortuna di sentire la Sonnambula... facci sapere qualcosa, ti prego.
Leggo sempre i tuoi interventi con garnde gioia.
Buona giornata a tutti . Io vado a seppellirmi beatamente in biblioteca.
Con simpatia
Milady
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Re: Werther (Massenet)

Messaggioda Maugham » lun 01 feb 2010, 12:17

Cari amici.
di ritorno anch'io dal giro parigino con Mat voglio postarvi le mie impressioni.
A mente fredda devo dire che le emozioni più completa (nel senso di emozioni senza se e senza ma) me le ha riservate il concerto interamente dedicato a Beethoven diretto da Gardiner con LSO alla Salle Pleyel.
Infilato all'ultimo come riempitivo :oops: di un sabato sera vuoto si è rivelato, almeno per me, come la punta di diamante di questo peraltro interessantissimo giro.
In programma Egmont, il secondo con la Maria Joao Pires e la Pastorale.
La Salle Pleyel gremita all'inverosimile, bagarini furtivi che vendevano a caro prezzo i biglietti all'origine poco costosi, controlli ossessivi su eventuali registratori nascosti in sacche e zainetti.
Devo dire che la Pastorale è stata un'esperienza rivelatoria. Ne abbiamo sentite molte di ben dirette. Questa era un'altra cosa. Soprattutto il secondo movimento tutto costruito da Gardiner su pedali armonici che echeggiavano per la sala su cui gli strumentini ricamavano colori dalle trasparenze quasi ultraumane. Scusate la retorica, ma non mi vengono le parole. Su tutta la sinfonia aleggiava poi un'aria malinconica, un rimpianto, un senso di struggente ricordo per un paradiso perduto che mai avevo sentito così evidente. Il tutto coordinato da Gardiner con il suo ormai mitico controllo sui volumi orchestrali, sui trapassi di tinte, sull'esattezza delle scelte ritmiche che, anche quando apparivano eccentriche, -il terzo movimento attaccato a velocità doppia di quanto siamo abituati- alla fine ti convinceva che...non poteva essere altro che così.
Giustificatissimo lo tsunami finale del pubblico che, fortunato, poteva sentira la sera successiva la Nona con il Monteverdi. Io no, ero già tornato nei lidi italici.
Il secondo di Beethoven (in realtà il primo e di matrice schiettamente mozartiana) sembrava scritto apposta per il pianismo cristallino e chiaroscurato della Pires. Le sue sonate di Mozart per la DG sono, per me, quanto di più interessante abbia dato la discografia pianistica negli ultimi tempi. Non sono però un pianologo e quindi prendete quello che vi dico con le pinze. Sta di fatto che in certi passaggi virtuosistici dell'ultimo movimento sembrava di sentire certe astrali salite all'acuto della Sutherland. Vicino a me un compassato (all'inizio) cronista dell'Observer alla fine muggiva come un toro.
Sul Werther non posso che sottoscrivere parola per parole quanto detto da Matteo e da Pietro. Kaufmann è un gigante. Allestimento povero e regia inesistente. Ieri notte ne ho visto qualche pezzetto in tv. E' vero. Figura di più nel video.
Mi dispiace invece dire -mi dispiace per chi non c'era- che in video si percepiva, diciamo così, solo un settanta per cento della prova di Kaufmann. Le sue mezzevoci, i suoi colori, il peso dato a certe risonanze tipiche della lingua francese purtroppo l'audio casalingo non le fa passare. E nell'immensità di quell'arena al chiuso che è l'Opéra Bastille, sentire passare con tale incisività frase appena alitate...beh, con buona pace dei detrattori da bar Sport, non è roba da tutti i giorni. E di fronte all'onda di entusiasmo che il mondo dell'opera sta riservando a questo musicista, il pigolio di alcune cocorite ce lo si scrolla con un piffetto dalle spalle come un pelucchio microscopico.
Neo. La direzione di Plasson. Mollacciona e scivolosa, al punto che l'inzio del chiaro di luna con quei violini sospirosi, quell'impettito plon-plon dell'arpa (ma fatela tecere!) e il tre ottavi staccato con danzereccia evidenza mi aveva fatto pensare al Lippen schweigen della Vedova Allegra.
La Koch invece mi è piaciuta moltissimo, senza riserve.
Giovedì sera ho visto Sonnambula. Dessay strepitosa. E' una cantante che condivide con Kaufmann quella capacita (rara) di dare un senso di verità a quello che canta. Ci credi, ti emozioni con lei, fai tue le passioni e i disinganni di Amina. Attorno un cast di buon livello. Che però ascoltavo con l'orecchio sinistro. Ero tutto concentrato su di lei e la seguivo con un binocolo anche nelle controscene. Favolosa.
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Re: Werther (Massenet)

Messaggioda Bertarido » lun 01 feb 2010, 13:51

Ho letto con grande interesse la recensione del Werther parigino. Purtroppo non riuscendo a vedere ARTE, che ha di recente trasmesso lo spettacolo (ma è sulla piattaforma SKY? Mi potete dire come si fa per vederla?), mi sono dovuto accontentare degli higlights postati su YT e dell’ascolto audio scaricato da OS. Mi associo all’entusiasmo manifestato da Marazzi e Bagnoli nei confronti dello strepitoso Kaufmann. Le riserve, seppure lievi, che avevo su quest’artista dopo la performance scaligera (e anche dopo l’ascolto del suo disco con l’effigie del Wanderer) si sono sciolte del tutto ascoltando la sua prova dell’opera Bastille che segna veramente un caposaldo nella storia dell’interpretazione del ruolo massenettiano. Il personaggio c’era tutto sia scenicamente, con una presenza scenica e attoriale superlativa, che dal punto di vista vocale: le incertezze che sotto questo punto di vista avevo notato a Milano, e mi scusino qui i kaufmaniani, sono a mio avviso del tutto scomparse sotto il cielo di Francia, indizio, forse, di uno studio più attento: piani e pianissimi erano veramente tali (vale dire timbrati, pieni e sonori e non indietro e falsettistici), così come le superbe mezze voci, timbro scurissimo ma morbido e legato di gran classe (siete sicuri che sia proprio un “declamatore”?); anche senza essere in sala, dal solo ascolto audio, si percepiscono acuti timbrati e a gran suono. Ascoltando Kaufmann scolora del tutto la versione del personaggio offerta da Alvarez, così come lo propone nel video con la Garanca, tutto giocato sull’esteriorità e genericità dell’accento, il cui carattere così solare e mediterraneo stride a mio parere come pochi con le brume di cui dovrebbe ammantarsi il giovane infelice e che la voce di Kaufmann evoca in maniera così toccante. Certo a lato di sì prodigiosa interpretazione tutti sfigurerebbero; la Koch è corretta e diligente ma non emoziona, però è ottima attrice e alla fine ci si dimentica della sua voce “normale” e ci si lascia trasportare dalla vicenda. Breve chiosa: per quanto riguarda la querelle con il blog dedicato ai fantasmi del passato sarebbe meglio non demonizzare e, se possibile, se ci si mantiene nei rigorosi limiti della perfetta educazione, non bannare nessuno. Rimango convinto che la diversità, in tutti i campi, sia sempre un valore aggiunto; non esiste una verità assoluta: il passato è ciarpame, il presente è nuova età dell’oro o viceversa; l’eccellenza per fortuna non ha confini temporali.
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Re: Werther (Massenet)

Messaggioda pbagnoli » lun 01 feb 2010, 14:35

Bertarido ha scritto: Breve chiosa: per quanto riguarda la querelle con il blog dedicato ai fantasmi del passato sarebbe meglio non demonizzare e, se possibile, se ci si mantiene nei rigorosi limiti della perfetta educazione, non bannare nessuno. Rimango convinto che la diversità, in tutti i campi, sia sempre un valore aggiunto; non esiste una verità assoluta: il passato è ciarpame, il presente è nuova età dell’oro o viceversa; l’eccellenza per fortuna non ha confini temporali.

Hai assolutamente ragione: fu colpa mia e Matteo, infatti, mi rimproverò per questa cosa.
In tempi successivi abbiamo bannato solo un personaggio, ma trattavasi effettivamente di un piantagrane colossale che non ha lasciato nessun rimpianto.
Per teo sì, ho rimpianto. So che mi legge ogni tanto (ne ricava materiale per sbertucciarmi sul blog) per cui, dopo aver fatto pubblica ammenda ed essermi cosparso idealmente il capo di cenere, lo reinvito ufficialmente ad iscriversi e a portare un po' di verbo grisiano anche da queste parti.
Altrimenti, come detto, continueremo a farlo dai rispettivi fronti.

Detto questo, ribadisco il mio punto di vista anche agli altri.
Non è che voglio che questa diventi un'arena dove prendersi a cazzotti da mane a sera: abbiamo fatto tanta fatica perché ciò non si verificasse che adesso non lo accetterei proprio.
Trovo però assurdo ignorarci a vicenda, oppure far finta di niente salvo quando c'è da tirare qualche unghiata, da ambo le parti.
Non è proibito - non deve esserlo - citare la controparte quando si tratta di discutere il punto di vista altrui. Sempre nel rispetto reciproco - fondamentale - si può discutere e controbattere.
O quanto meno provarci...
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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