Joan Sutherland

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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Luca » lun 18 gen 2010, 16:47

Tutto giusto Pruun quanto dici! Tra l'altro esiste l'edizione live di Norma di Londra in cui la Sutherland è Clotilde accanto alla Callas e alla Stignani (ci sarebbe anche l'Aida in cui la Sutherland è la Sacerdotessa). Da notare il finale I in cui la somiglianza con l'edizione Sutherland DECCA 1964 è notevole.
Sono i due estremi di Norma, o meglio i due suoi volti: la donna dilaniata dalle passioni e la donna che ha a che fare con la lunarità sacrale e con forte carica profetica.

Saluti, Luca.
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda stecca » lun 18 gen 2010, 21:00

Per me ci fosse un ipotetico podio olimpico dei soprani del dopoguerra direi
Oro: Callas
Argento: Sutherland
bronzo: Caballé

tutte le altre seppure grandissime vengon...dopo
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda VGobbi » lun 18 gen 2010, 21:37

Pruun ha scritto:Scherzi a parte credo che quell'incisione sia una di quelle irrinunciabili, comunque una di quelle che farei sentire a un ipotetico amico che mi chiedesse "Ma alla fine cosa sapeva fare 'sta Joan?"
Magari anche il Gobbi potrebbe rimanerne affascinato! :mrgreen: :mrgreen:

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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Pruun » lun 18 gen 2010, 22:21

VGobbi ha scritto:
Pruun ha scritto:Scherzi a parte credo che quell'incisione sia una di quelle irrinunciabili, comunque una di quelle che farei sentire a un ipotetico amico che mi chiedesse "Ma alla fine cosa sapeva fare 'sta Joan?"
Magari anche il Gobbi potrebbe rimanerne affascinato! :mrgreen: :mrgreen:

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Vabbé, ho detto magari... in fondo provar non costa nulla, no? :mrgreen:
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Luca » lun 18 gen 2010, 23:34

La Sutherland ha inciso alcune arie e soprattutto cabalette in cui ha lasciato... a piedi altre grandi cantanti. La sortita di Odabella ne è un esempio. Di qui a farla diventare soprano drammatico d'agilità nel senso di una Abigaille, Gulnara ce ne vuole. Mah... pur essendo un suo grande fan non ce l'avrei vista molto come non la vedo nel verismo (Adriana e Suor Angelica) dove la parola ha il suo peso. La Sutherland era adatta per personaggi sì ardui, ma che avessero un coté di fiabesco-sovrumano (Esclarmonde, Turandot, Astrifiammante, Norma) o di angelicato (Gilda, Ofelia, Lucia) che ne facessero risaltare quel particolare fascino dell'allusione e non della parola spiattellata lì e, pur avendo acuti in quantità, non so se le eroine infocate e barricadiere le avrebbero reso giustizia. Da tener poi conto che Abigaille, Gulnara (e pensate anche alla Lady o alla Giselda de I Lombardi) hanno:
a) recitativi dove la parola deve significare tutta la protervia-cattiveria (pensate al "Ben io t'invenni" o all' "Ambizioso spirto"). La Sutherland avrebbe offerto un'ottima esecuzione del 'salto' dello sdegno della schiava-bastarda o le impennate di Lady, ma la cattiveria, la doppiezza, il calcolo di queste femmine a loro modo 'fatali' dove e come sarebbero emerse ?
Sicuramente un malioso "Anch'io dischiuso un giorno", ma la violenza del duetto con Nabucco nel III atto? Oppure ancora un brindisi vocalizzato a dovere oppure un abile Sonnambulismo ma basta questo?
b) incursioni nel registro grave (che deve esprimere anche certa morbosa sensualità oltre che cattiveria: pensate ancora ad Abigaille, a Lady, ma anche a Gulnara) in cui la Sutherland non era un portento, ma doveva ingegnarsi.
Del resto anche la stessa Nilsson, altra cantatrice ad acuti a tutto volume (e che in alcuni aspetti è affine alla Sutherland), non riesce molto convincente (almeno per me) nella sua Abigaille proprio per quella parola che è solo luminosa, lucente, ma non 'morde' (come invece fanno Callas e Gencer). Alternativa a tutto questo non si chiama Caballé, ma Scotto che - pur criticabilissima quanto si vuole - se dice una parola fiammeggiante anche con una voce lirica sa far divampare.

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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Tucidide » lun 18 gen 2010, 23:47

Pruun ha scritto:Personalmente la sua Traviata a me piace: è una Violetta antica, gozzaniana quasi

... "buone cose di pessimo gusto" ? :mrgreen:
Scherzo eh... :wink: a me la Violetta della Sutherland piace, seppure la trovi un po' troppo trasfigurata. Ci sento poco la carne e la tabe che la divora, il tutto sublimato in un canto meraviglioso come sempre ma che mi sembra fin troppo idealizzato.

Pruun, ottima l'idea di una sua possibile Daphne. Sarebbe riuscita a librarsi su quella scrittura quasi impossibile con grande aderenza. Ecco, lì la sua astrattezza si sarebbe rivelata quasi rappresentazione canora della Dafne di Bernini.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda VGobbi » mar 19 gen 2010, 0:25

Bella la disamina che ne fa Luca sulla vocalita' della Sutherland. Su un punto, se mi permettete, vorrei dissentire ovverossia cosa trovate di fiabesco-sovrumano nel personaggio di Norma? Non richiede anche in quei frangenti un'incisivita', un'autorita' nei recitativi che la Sutherland non poteva offrirci. Ne esce un personaggio dimezzato, fortemente penalizzante. Nulla da dire sulla sua splendida Turandot o su un altro grandissimo suo personaggio che e' l'Esclarmonde, ma lasciatemelo dire la Norma della Sutherland e' una boutade bella e buona.
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Triboulet » mar 19 gen 2010, 13:11

VGobbi ha scritto:Bella la disamina che ne fa Luca sulla vocalita' della Sutherland. Su un punto, se mi permettete, vorrei dissentire ovverossia cosa trovate di fiabesco-sovrumano nel personaggio di Norma? Non richiede anche in quei frangenti un'incisivita', un'autorita' nei recitativi che la Sutherland non poteva offrirci. Ne esce un personaggio dimezzato, fortemente penalizzante. Nulla da dire sulla sua splendida Turandot o su un altro grandissimo suo personaggio che e' l'Esclarmonde, ma lasciatemelo dire la Norma della Sutherland e' una boutade bella e buona.


Sono daccordo con te!! Norma io la vedo così umana e dilaniata che non posso prescindere dalla Callas; altrove lo faccio ma quì no. Se proprio devo essere sincero mi piace più la Norma della Caballè, in questo senso, diversa dalla Callas ma in qualche modo convincente.

Volevo rispondere alle intelligenti riflessioni di Luca:

Luca ha scritto:La Sutherland era adatta per personaggi sì ardui, ma che avessero un coté di fiabesco-sovrumano (Esclarmonde, Turandot, Astrifiammante, Norma) o di angelicato (Gilda, Ofelia, Lucia) che ne facessero risaltare quel particolare fascino dell'allusione e non della parola spiattellata lì e, pur avendo acuti in quantità, non so se le eroine infocate e barricadiere le avrebbero reso giustizia. Da tener poi conto che Abigaille, Gulnara (e pensate anche alla Lady o alla Giselda de I Lombardi)


No attenzione! non confondiamo le vocalità e i caratteri. Abigaille, Gulnara, Odabella le avevo in qualche modo accomunate perchè rappresentano il drammatico d'agilità di stampo eroico, nella vocalità e nel carattere. Giselda è già un lirico d'agilità, così la Miller o Giovanna d'Arco, è un problema di scrittura. Le prime tre poi mi paiono sufficientemente "bidimensionali" per un approccio convincente da parte di Joan (stesso motivo per cui, a mio avviso, è più interessante la sua Leonora che la sua Violetta, personaggio invece a 5 e passa dimensioni). La Lady poi non mi sarei mai sognato di tirarla in ballo, personaggio troppo complesso sotto il profilo psicologico, troppa evoluzione, troppi colori, la Sutherland Lady sarebbe davvero deludente.

a) recitativi dove la parola deve significare tutta la protervia-cattiveria (pensate al "Ben io t'invenni" o all' "Ambizioso spirto"). La Sutherland avrebbe offerto un'ottima esecuzione del 'salto' dello sdegno della schiava-bastarda o le impennate di Lady, ma la cattiveria, la doppiezza, il calcolo di queste femmine a loro modo 'fatali' dove e come sarebbero emerse ?


Qui hai ragione, i recitativi sarebbero stati un punto debole... ma alla fine i cantabili sono il punto debole di certi drammatici percussivi come li ha definiti Tuc, quindi....

b) incursioni nel registro grave (che deve esprimere anche certa morbosa sensualità oltre che cattiveria: pensate ancora ad Abigaille, a Lady, ma anche a Gulnara) in cui la Sutherland non era un portento, ma doveva ingegnarsi.
Alternativa a tutto questo non si chiama Caballé, ma Scotto che - pur criticabilissima quanto si vuole - se dice una parola fiammeggiante anche con una voce lirica sa far divampare.


La Sutherland, hai ragione anche qui, si ingegnava. Però ascoltando il brano dall'Attila si sente come, quando voleva, sapeva anche usare qualche suono più aperto nel registro di petto, seppur non molto sonoro. Certo che la Callas ce l'aveva come dote naturale quella di lavorare bene "laggiù", e non mi vengono altre cantanti che abbiano avuto quella padronanza del registro di petto. Quanto a Caballè e Scotto, torniamo al discorso di prima. La Montse era ottima nei ruoli da lirico d'agilità, che in Verdi hanno sempre una nota drammatica, ma che non sono propriamente "spaccavoce" (Luisa, Giovanna d'Arco, Aroldo, Trovatore); certo nel Corsaro in disco fa Gulnara (comunque meno heavy di Abigaille), ma solo in disco, tenendosi ben lontana da Nabucco e Attila... e la stessa Scotto, che approcciò a ridosso degli 80 Abigaille e Lady, alla fine dei 60 cantava già nei Lombardi. La Gencer canta tutto Verdi o quasi, ma aspetta il 70 per fare Attila e non canterà mai Nabucco (la sua Lady è una anomalia, un discorso a parte).
Purtroppo si tende a distinguere un soprano primo-verdiano e uno tardo-verdiano, ma i ruoli non sono tutti uguali, nè nel carattere nè nella vocalità. L'aspetto difficile per gli interpreti è che nei ruoli drammatici ci sono sempre squarci lirici importanti e nei ruoli lirici momenti di eroismo trascinante. Ecco perchè secondo me far quadrare il cerchio non è così facile come si crede (in Verdi secondo me ci riusciva solo la Gencer).

La Sutherland era adatta per personaggi sì ardui, ma che avessero un coté di fiabesco-sovrumano (Esclarmonde, Turandot, Astrifiammante, Norma) o di angelicato (Gilda, Ofelia, Lucia) che ne facessero risaltare quel particolare fascino dell'allusione


Giusto, però Gilda, Ofelia e Lucia sono angelicate PER TRADIZIONE, non perchè lo siano i personaggi. La Dessay in questo senso restaura alla grande la componente "malata" delle ultime due, e a mio gusto è interprete decisamente più interessante in questi personaggi dell'australiana, pure decisamente più forte sul profilo vocale. Per lo stesso motivo mi piace la Gilda della Moffo, più carica di sensualità, perchè esce da uno stereotipo che proviene dall'invasione di quel repertorio da parte dei soprani leggeri. Daccordo sugli altri personaggi, ai quali aggiungo Alcina, Semiramide, Lakmè, Figlia del Reggimento (beh aveva un gran bel senso dell'umorismo!) e, a limite - anche se vi preferisco altri interpreti - , Puritani e Borgia. Questa è la Sutherland che mi piace.
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Luca » mar 19 gen 2010, 13:33

non canterà mai Nabucco
=====================================
La Gencer tuttavia ha eseguito (e c'è il documento) il "Ben io t'invenni" e quel che segue (non ricordo se con il "Salgo già..."). Io ce l'ho: non è ottima, ma notevole. Del resto in area italiana, per un certo periodo, circa Abigaille occorre rivolgersi alla Cerquetti....

Mi riserverò di completare e fare ulteriori osservazioni all'ottimo intervento di Triboulet. Dico subito che la Norma della Caballé la trovo manchevole proprio di quelli che sono i due volti di Norma (Callas e Sutherland); solito discorso della Montserrat traducibile come autocanto, autoprestazione,... ecc... Invece, alternativa vera in area italiana (fuori dalla Maria e dalla Joan) recupererei la Cerquetti: ha cantato per breve tempo però.....

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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Luca » mar 19 gen 2010, 16:53

1. Giselda è già un lirico d'agilità,
2. La Montse era ottima nei ruoli da lirico d'agilità, (...) tenendosi ben lontana da Nabucco e Attila...
=================================================================
1. Circa il primo punto non mi pare tanto 'lirico'. Forse può essere il 'No fu sogno' del III atto, ma il finale del II atto - "No, giusta causa"- è veramente pesante e drammatico.
2. La Caballé, ho letto da qualche parte, sarebbe dovuta essere l'Abigaille in disco con Sinopoli (ed. DGG) poi sostituita dalla Dimitrova. Non so quanto ci sia di vero. Ma comunque è un ruolo per lei off limits. Però avendo cantato Turandot..... "tutto poteva essere".
Di Attila ha inciso il "Fuggente nuvolo".

Saluti, Luca.
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Maugham » mar 19 gen 2010, 17:12

Luca ha scritto: Ma comunque è un ruolo per lei off limits. Però avendo cantato Turandot..... "tutto poteva essere".


E' molto più pesante Abigaille.
Ciao
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Bertarido » mar 19 gen 2010, 17:39

Felicissimo che si sia riaperto questo 3d al quale vorrei portare anche il mio modesto contributo partendo proprio dall’affermazione di Pruun che condivido in pieno: l'Elettra da Sidney è veramente stupefacente e svela aspetti del personaggio che altre interpreti non sono riusciti a palesare. Io credo poi che per apprezzare in pieno l’arte della nostra l’ascolto live, più delle opere registrate in studio, sia fondamentale e questo è ora possibile grazie a quanto è possibile scaricare dalla rete (OS per intenderci): tutta la sua carriera è coperta, da primi concorsi del 1947, fino ai discutibili per molti esiti di fine carriera (ma, confesso, non per me: la nostra è di quei cantanti per i quali vale la frase citata "da quell'orecchio non ci sento"). Volevo comunque sottolineare il ruolo fondamentale svolto dalla nostra nel reinterpretare il repertorio barocco in cui ha lasciato testimonianze, a mio avviso, indelebili. Grazie alla storica incisione degli estratti del Giulio Cesare (ma reperibile anche dal vivo con tagli e sostituzione di arie) ci si poteva finalmente rendere conto del potenziale espressivo delle arie barocche che solo poteva essere reso al massimo da strumento vocale capace di piegare il suono come metallo duttile; cosa che poi non va dimenticata è che alla grande vocalista si affiancava una fraseggiatrice di prim’ordine dotata di comprensione non comune dell’agogica musicale con un uso sopraffino del “rubato”. E’ evidente che voce di tal fatta non può aver avuto lo stesso esito in tutto il repertorio affrontato. Per quanto riguarda la sua Norma credo che vocalmente, e qua già sento il sollevar degli scudi, sia la più vicina all’”edizione originale”. L’idea che mi sono fatta sentendo e risentendo incisioni di cantanti storiche, prime tra tutti le testimonianze della Patti per proseguire con Tetrazzini, Melba, Sembrich, mi induce sempre di più a credere che questo fosse il “modus” che più si doveva avvicinare al cantare della prima metà dell’Ottocento e parlo di tecnica vocale pura, quindi tipo di emissione si suono, utilizzo della maschera e dei suoni di petto. La novità della Callas non fu quello di ripristinare la vocalità antica ma di spazzare via in un solo colpo tutte le incrostazioni veriste che nei primi decenni del Novecento si erano andate accumulando sulla vocalità di pretto stampo belcantista i cui riflessi, seppure mescolati al gusto tardottocento, potevano ancora leggersi nella vocalità della Patti, declinati in questo caso secondo un gusto squisitamente vittoriano. Sutherland ha riporta in auge, come uno straordinario strumento d’epoca (così la definì mi pare Hogwood a proposito dell’incisione della Athalia), certi suoni che, a mio parere, al nostro Bellini sarebbero risultati familiari. Incastonando la Norma nel clima estetico dell’epoca, non credo che La Pasta per rendere la drammaticità di alcune delle scene, si agitasse come un’ossessa emettendo urla belluine; se la vocalità di Bellini risulta sicuramente diversa da quella di Rossini, credo che dal punto di vista meramente tecnico, nel modo di impostare la voce, fosse ancora pressoché la stessa, e che sia rimasta tale, almeno nei precetti fondamentali, ancora per diversi anni se non decenni: non dimentichiamo che lo stesso Verdi aveva potuto ascoltare la Patti e ne aveva apprezzato grandemente (e questo mi ha sempre molto sorpreso) non solo la vocalità ma anche le capacità interpretative. Il mito della primadonna vociferante è uno dei portati dell’estetica, profondamente mutata, della fine dell’Ottocento, e che trova adeguata declinazione nella nuova tipologia di eroine incantatrici, Salome tra tutte, che avranno bisogno di una nuova organizzazione vocale. Mi sono accorto di aver divagato un po’ dall’argomento e mi sono fatto prendere un po’ la mano dalla mia passione per la storia delle tecniche di canto. Volevo poi dire a Luca che anch’io ho sentito la Lucrezia della nostra a Roma (ma mi pare fosse il 1980): per me era e rimane La Lucrezia (anche nelle recite da Parigi del 1989 con voce ridotta ormai al lumicino ma sempre immensamente autorevole). Mi rendo perfettamente conto che Sutherland rappresenti un tipo di artista che ormai fa parte del passato, anzi, piuttosto della storia dell’interpretazione: oggi rivederla in scena farebbe sicuramente sorridere (ma non credo gli irriducibili …). Il nuovo avanza mutando dal profondo i codici di ascolto e, soprattutto, interpretativi; proprio questa mattina leggevo una bella recensione di Giudici apparsa sull’ultimo numero di ClassicVoice della Lucia della Netrebko in DVD di cui riporto alcune frasi che esprimono al meglio quanto ho cercato di dire nelle righe precedenti: “Gradito o no che sia nel nostro piccolo mondo antico, ovunque nel mondo il modo di fare opera sta mutando. […] investendo personaggi fino a poco tempo fa rimasti ancorati ad alcune tra le interpretazioni che più parevano inattaccabili punti di riferimento. Sicché le mitiche Lucie poste sul versante di fosca drammaticità iper-romantica alla Callas […] oppure su quello che, vegliato dall’alto da Joan Sutherland, declina una lunare Malancholia […], tutte queste Lucie sono assimilabili al meraviglioso cinema a cavallo dell’ultima guerra, quello le cui pietre angolari erano gli stupendi, fascinosissimi primi piani in gloria della Star. Moduli, tuttavia, che nessuno si azzarderebbe oggi a riproporre”.
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Luca » mar 19 gen 2010, 20:54

E' molto più pesante Abigaille.
===============================
E' chiaro Maugham che quantitavamente/qualitativamente Abigaille è molto più pesante rispetto a Turandot. Però il mio ragionamento era un altro, cioè il fatto che in disco alcuni cantanti hanno inciso ruoli proibitivi (es. Ricciarelli è tipico), quindi in un tempo in cui la Caballé si è cimentata in ruoli in cui ha mostrato la corda, anche Abigaille, ripeto, almeno in disco, poteva essere un'ipotesi... che poi nonsi sia realizzata....
Ma qui siamo OT. :D

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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Triboulet » mar 19 gen 2010, 22:14

Luca ha scritto:non canterà mai Nabucco
=====================================
La Gencer tuttavia ha eseguito (e c'è il documento) il "Ben io t'invenni" e quel che segue (non ricordo se con il "Salgo già..."). Io ce l'ho: non è ottima, ma notevole. Del resto in area italiana, per un certo periodo, circa Abigaille occorre rivolgersi alla Cerquetti....


La Cerquetti è stata grandissima, vocalmente aveva quel mix di acciaio e velluto che a pochissime è dato avere. Anche l'interprete a volte aveva qualche intuizione azzeccata, ma tuttavia non è stata mai sufficientemente incisiva da aprire un filone interpretativo.
Che la Gencer fosse in grado di cantare Nabucco ci credo eccome :D non volevo dire che non fosse capace, ma che probabilmente se ne tenne lontana. Nella sua famosa ultima intervista c'è il passaggio sull'Angelo di Fuoco: "non l'ho fatto più perchè non era adatto alla mia voce, ho perso il do filato per quello...". Evidentemente da quell'esperienza la Gencer seppe scegliere bene i ruoli che poteva cantare con un certo margine di sicurezza per la sua salute vocale. Questo partendo dal presupposto che, essendo una delle poche ad aver cantato quasi tutti i ruoli verdiani, le avessero proposto prima o poi una Abigaille.
Così la Caballè, ha fatto Santuzza, Gioconda... in studio poteva pure fare Abigaille, ma con quale risultato? Sarebbe stata a disagio come la Scotto, senza riuscire a compensare con un fraseggio studiatissimo come fa quest'ultima.
Dell'Attila, non a caso e saggiamente, fa il Fuggente Nuvolo, decisamente più adatto alla sua voce (quel disco tra l'altro è davvero bello).
Tornando alla Sutherland, io credo avesse una voce corposissima, solida e insolitamente pesante (almeno per quel che riusciva a realizzare). Non era sicuramente un leggero, ma neanche un lirico puro (sutherlandiani confermatemi o smentitemi). E' quello che, vocalmente, farà la differenza con la Turandot della Ricciarelli. Queste caratteristiche così particolari mi fanno affermare che ipoteticamente avrebbe potuto dire la sua in ruoli dove i lirici erano costretti a spingere oltre le loro potenzialità, ed i drammatici sacrificavano il legato e la cantabilità.

Piccola nota su Norma... sì ok la Caballè e il suo "cantarsi addosso", ma questa è una di quelle verità (come l'astrattezza della Sutherland, che è tutt'altro che un luogo comune) che finisce per diventare quasi assoluta e applicata a qualsiasi cosa abbia cantato la catalana. A me, che non amo la Caballè particolarmente, in quel famoso video con Vickers mi pare meno indulgente del solito, vocalmente solida e con una grande carica drammatica. Sarà stata una serata Sì, ma almeno quella sera fu grande Norma (caro stecca questa è per te : Chessygrin : ).
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Re: Joan Sutherland

Messaggioda Rodrigo » mar 19 gen 2010, 22:41

Piccola curiosità: quale incisione vi sentireste di consigliare per conoscere la Norma di M. Caballé?
E della seconda Norma in studio della Sutherland (quella con Pavarotti-Pollione e Caballé-Adalgisa) cosa ne pensate? C'è qualcuno che la difende? :) :) :)
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