VGobbi ha scritto:Bella la disamina che ne fa Luca sulla vocalita' della Sutherland. Su un punto, se mi permettete, vorrei dissentire ovverossia cosa trovate di fiabesco-sovrumano nel personaggio di Norma? Non richiede anche in quei frangenti un'incisivita', un'autorita' nei recitativi che la Sutherland non poteva offrirci. Ne esce un personaggio dimezzato, fortemente penalizzante. Nulla da dire sulla sua splendida Turandot o su un altro grandissimo suo personaggio che e' l'Esclarmonde, ma lasciatemelo dire la Norma della Sutherland e' una boutade bella e buona.
Sono daccordo con te!! Norma io la vedo così umana e dilaniata che non posso prescindere dalla Callas; altrove lo faccio ma quì no. Se proprio devo essere sincero mi piace più la Norma della Caballè, in questo senso, diversa dalla Callas ma in qualche modo convincente.
Volevo rispondere alle intelligenti riflessioni di Luca:
Luca ha scritto:La Sutherland era adatta per personaggi sì ardui, ma che avessero un coté di fiabesco-sovrumano (Esclarmonde, Turandot, Astrifiammante, Norma) o di angelicato (Gilda, Ofelia, Lucia) che ne facessero risaltare quel particolare fascino dell'allusione e non della parola spiattellata lì e, pur avendo acuti in quantità, non so se le eroine infocate e barricadiere le avrebbero reso giustizia. Da tener poi conto che Abigaille, Gulnara (e pensate anche alla Lady o alla Giselda de I Lombardi)
No attenzione! non confondiamo le vocalità e i caratteri. Abigaille, Gulnara, Odabella le avevo in qualche modo accomunate perchè rappresentano il drammatico d'agilità di stampo eroico, nella vocalità e nel carattere. Giselda è già un lirico d'agilità, così la Miller o Giovanna d'Arco, è un problema di scrittura. Le prime tre poi mi paiono sufficientemente "bidimensionali" per un approccio convincente da parte di Joan (stesso motivo per cui, a mio avviso, è più interessante la sua Leonora che la sua Violetta, personaggio invece a 5 e passa dimensioni). La Lady poi non mi sarei mai sognato di tirarla in ballo, personaggio troppo complesso sotto il profilo psicologico, troppa evoluzione, troppi colori, la Sutherland Lady sarebbe davvero deludente.
a) recitativi dove la parola deve significare tutta la protervia-cattiveria (pensate al "Ben io t'invenni" o all' "Ambizioso spirto"). La Sutherland avrebbe offerto un'ottima esecuzione del 'salto' dello sdegno della schiava-bastarda o le impennate di Lady, ma la cattiveria, la doppiezza, il calcolo di queste femmine a loro modo 'fatali' dove e come sarebbero emerse ?
Qui hai ragione, i recitativi sarebbero stati un punto debole... ma alla fine i cantabili sono il punto debole di certi drammatici percussivi come li ha definiti Tuc, quindi....
b) incursioni nel registro grave (che deve esprimere anche certa morbosa sensualità oltre che cattiveria: pensate ancora ad Abigaille, a Lady, ma anche a Gulnara) in cui la Sutherland non era un portento, ma doveva ingegnarsi.
Alternativa a tutto questo non si chiama Caballé, ma Scotto che - pur criticabilissima quanto si vuole - se dice una parola fiammeggiante anche con una voce lirica sa far divampare.
La Sutherland, hai ragione anche qui, si ingegnava. Però ascoltando il brano dall'Attila si sente come, quando voleva, sapeva anche usare qualche suono più aperto nel registro di petto, seppur non molto sonoro. Certo che la Callas ce l'aveva come dote naturale quella di lavorare bene "laggiù", e non mi vengono altre cantanti che abbiano avuto quella padronanza del registro di petto. Quanto a Caballè e Scotto, torniamo al discorso di prima. La Montse era ottima nei ruoli da lirico d'agilità, che in Verdi hanno sempre una nota drammatica, ma che non sono propriamente "spaccavoce" (Luisa, Giovanna d'Arco, Aroldo, Trovatore); certo nel Corsaro in disco fa Gulnara (comunque meno heavy di Abigaille), ma solo in disco, tenendosi ben lontana da Nabucco e Attila... e la stessa Scotto, che approcciò a ridosso degli 80 Abigaille e Lady, alla fine dei 60 cantava già nei Lombardi. La Gencer canta tutto Verdi o quasi, ma aspetta il 70 per fare Attila e non canterà mai Nabucco (la sua Lady è una anomalia, un discorso a parte).
Purtroppo si tende a distinguere un soprano primo-verdiano e uno tardo-verdiano, ma i ruoli non sono tutti uguali, nè nel carattere nè nella vocalità. L'aspetto difficile per gli interpreti è che nei ruoli drammatici ci sono sempre squarci lirici importanti e nei ruoli lirici momenti di eroismo trascinante. Ecco perchè secondo me far quadrare il cerchio non è così facile come si crede (in Verdi secondo me ci riusciva solo la Gencer).
La Sutherland era adatta per personaggi sì ardui, ma che avessero un coté di fiabesco-sovrumano (Esclarmonde, Turandot, Astrifiammante, Norma) o di angelicato (Gilda, Ofelia, Lucia) che ne facessero risaltare quel particolare fascino dell'allusione
Giusto, però Gilda, Ofelia e Lucia sono angelicate PER TRADIZIONE, non perchè lo siano i personaggi. La Dessay in questo senso restaura alla grande la componente "malata" delle ultime due, e a mio gusto è interprete decisamente più interessante in questi personaggi dell'australiana, pure decisamente più forte sul profilo vocale. Per lo stesso motivo mi piace la Gilda della Moffo, più carica di sensualità, perchè esce da uno stereotipo che proviene dall'invasione di quel repertorio da parte dei soprani leggeri. Daccordo sugli altri personaggi, ai quali aggiungo Alcina, Semiramide, Lakmè, Figlia del Reggimento (beh aveva un gran bel senso dell'umorismo!) e, a limite - anche se vi preferisco altri interpreti - , Puritani e Borgia. Questa è la Sutherland che mi piace.