Un altro nome che ho udito un tempo in Ortrud, oggi fa tranquillamente Brunilde e Turandot (esiste un video) è Luana De Vol; ecco lei potrebbe essere una buona Minnie.
Chi la conosce ?
Saluti, Luca.
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pears ha scritto:ma quello che più mi colpisce di quest'opera è l'insolita dolcezza del coro maschile, quando si aggregano al canto nostalgico di Wallace... un po' come il Billy Budd... praticamente sono solo uomini e come in tutti i contesti prettamente virili (caserme, carceri ma penso anche a certi cori degli Alpini da far invidia ad un madrigale di Monteverdi) è logico che venga espressa anche una componente femminile... secondo me, Puccini è geniale nel rendere questo.
Luca ha scritto:Un altro nome che ho udito un tempo in Ortrud, oggi fa tranquillamente Brunilde e Turandot (esiste un video) è Luana De Vol; ecco lei potrebbe essere una buona Minnie.
Chi la conosce ?
Saluti, Luca.
mR_jOHNSON ha scritto:Infondate sono quindi le accuse di chi vi sottolinea una vaga povertà di contenuti musicali, un progressivo esaursi della vena melodica di Puccini. A tutti costoro si ricordino gli straordinari temi del valzer e del racconto nostalgico di Wallace...
MatMarazzi ha scritto:Vedo che hai messo come avatar la cotonatissima Tebaldona al Met. Ne devo dedurre che è la tua Minnie preferita?
Luca ha scritto:Janice Baird. Anche lei si è prodotta in Wagner e R. Strauss, ma ha cantato anche Santuzza, Giorgetta, Turandot, ecc.
Forse potrebbe essere un'idea. Chi la conosce ? Che ne pensate ?
fadecas ha scritto: Convengo che l’aspetto più caduco di Fanciulla sia proprio la programmatica “americanità” dell’assunto esteriore dell’opera, e il bozzettismo western che, più che mai oggi – ma non solo – dopo un secolo in cui il filone è stato consacrato con ben altri risultati nella cinematografia, appare posticcio e insoddisfacente.
fadecas ha scritto: Ecco, io credo che sottolineare questo paradossale ribaltamento interno alla drammaturgia di Fanciulla, per cui quell’universo maschile che dovrebbe essere portatore di una concezione dinamica, proiettiva e affermativa è in realtà incrinato da uno Spleen che condanna questo mondo a rimanere perdente e lascia emergere vittoriosa, - ma soltanto alla fine, e dopo un lungo travagliato percorso - la voce (unica voce!) della femminilità , anche a prescindere dall’involucro dell’ambientazione americana, sarebbe un modo per vitalizzare quanto di nuovo sa dirci Puccini in Fanciulla.
fadecas ha scritto: Premessa indispensabile per essere coerenti con questa intepretazione, a mio parere, è spogliare anche il profilo vocale di Minnie di quell’alone “epico” – termine del tutto inappropriato per gli assunti che ho cercato di illustrare sopra – che tante interpreti hanno cercato di darle, e che ha comportato l’affidamento ad una vocalità rotonda e dispiegata, dalle emissioni d’acciaio (Nilsson, Steber e Tebaldi prima di tutte), dal fraseggio rassicurante e corposo, ed insistere sull’intimismo e la fragilità nevrotica del personaggio, come avrebbero potuto fare – e purtroppo non si sono mai accostate al ruolo! – Kabaivanska e Scotto
pbagnoli ha scritto:Personalmente trovo che quello che di veramente nuovo ci dice Puccini in Fanciulla sia questo curioso happy end, che di happy ha - a ben vedere - ben poco.
Cosa aspetta Minnie e Johnson?
Il duro lavoro quotidiano?
Tre o quattro figli?
Perché Puccini si nega la consueta catarsi dell'amore distrutto, come al solito, dalla morte femminile?
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