Alberich ha scritto:Caro Mat, la favoletta edificante è gustosa, ma non pensare che ci creda...
Poi se sarà un trionfo, se sarà una scelta azzeccata magari darò loro il beneficio del dubbio...
Vedi, Alberich, il punto, almeno secondo me, non sta nel trionfo o nel fiasco dello spettacolo.
Gli oroscopi li lasciamo ad altri siti e ai pretoriani che montano la cioccolata mediatica.
Tra l'altro a questa Carmen manca poco; la vedremo fra una settimana, ne parleremo (se ne avremo voglia) e poi la metteremo da parte come il Don Carlo dello scorso anno.
Penso occorra alzare il tiro. E Mat ha sintetizzato bene.
Adesso, nel 2009, qual'è la vocazione della Scala? Che tipo di teatro è diventato? Come si colloca nella rete delle grandi capitali operistiche? Insomma, a prescindere dal folklore ambrogino, che ruolo ha?
Personalmente faccio fatica a capirlo.
La Scala, non dimentichiamolo, ha una sua caratteristica stabilita dalle legge. Le si riconosce un ruolo (assieme a Santa Cecilia) di "specificità e di consolidata funzione (attenzione, non fama) internazionale". In virtù di questo dispone, o dovrebbe disporre, di corsie preferenziali che altri teatri non hanno.
Voglio dire che chi dirige la Scala ha delle responsabilità ben diverse da quelle di chi dirige un altro teatro.
So bene che queste formulette giuridiche vogliono dire tutto e niente, ma poichè hanno ricadute economiche mica da ridere, penso sia il caso di farsi qualche domanda.
WSM