pbagnoli ha scritto:Il disco è interessante già solo per il contenuto: tutte queste arie sconosciutissime, quasi tutte alla loro prima registrazione ufficiale.
Questo è verissimo.
Il book di accompagnamento è molto bello e mi sembra particolarmente ben fatto: una piccola enciclopedia sui castrati con una documentazione iconografica di primissimo ordine.
Concordo, ma non trovi che - annosa problematica - sarebbe stato come minimo di buon gusto stampare anche la versione in italiano? La Bartoli è romana de Roma, canta tutte arie di compositori italiani o comunque di repertorio italiano, e la nomenclatura dell'opera, si sa, parla italico...
Non so... la mancanza dell'italiano, in questo caso, mi sembra grave.
Lei...
Be', lei è la Bartoli.
O l'accetti, o la detesti: tertium non datur.
Non so dire se la voce sia piccola o grande: dal vivo non l'ho mai sentita e in disco questo aspetto non ha nessuna importanza.
La tecnica è rifinitissima: ormai queste colorature rapide o rapidissime sono il suo pane anche se la loro realizzazione fa un po quell'effetto "caffettiera" di cui parlava Riccardo un bel po' di anni or sono sul forum di Operaclick.
L'interpretazione è sempre sopra le righe e un filo isterica nelle arie di tempesta e di furore; in quelle più dolci ed intime non è onestamente gran cosa, ma le arie sono talmente belle e sconosciute che camminano anche da sole.
A me pare che la sua coloratura si sia come affievolita. Mi pare meno pimpante e scintillante rispetto a qualche anno fa. Ho ripreso in mano il disco vivaldiano, che ridendo e scherzando ha già dieci anni , e ho trovato conferma a questa mia impressione. Tenendo conto che le arie di furore, pensate per quelle gigantesche macchine canore che erano i castrati, dovrebbero avere almeno un accento fiero e grandioso, a me pare che la Bartoli risulti un po' macilenta e mingherlina.
Un po' troppo muliebre, se così posso dire, la trovo anche nelle arie patetiche. Belle, ricche di colori ed espressività, ma un po' a senso unico.
La ricerca documentaria è - al solito - eccezionale.
L'affiatamento con l'orchestra di Antonini (che suona in modo splendido) è semplicemente eccezionale.
Sì, questo è verissimo. Antonini non delude mai.
Complessivamente un gran bel disco: io ne sono proprio soddisfatto
Io non so ancora come giudicarlo. Non lo metterei comunque ai vertici della sua discografia.