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Beniamino Gigli cinquant'anni dopo.
Inviato:
mer 18 apr 2007, 13:00
da Manrico
Incredibile, sono già passati 50 anni dalla scomparsa del celebre tenore.
La sua inconfondibile voce è viva e in molte parti del mondo già sono partite le commemorazioni.
Qui in Italia mi sembra che nessuno ne parli.........
Almeno a Recanati qualcosa si dovrebbe muovere, ne sapete niente?
Inviato:
mer 18 apr 2007, 18:19
da pbagnoli
Non so risponderti ma, sapendo come di solito si muovono in Italia per queste circostanze, non credo che si farà granché. Forse a Recanati, per ovvi motivi; ma a livello nazionale, dubito assai.
E poi, siamo sinceri: un po' il ricordo è sbiadito, e non potrebbe essere altrimenti, tanto più in un Paese come il nostro che ha poca memoria per questo tipo di personaggi. Da un lato, forse, è giusto così: passeremmo il tempo a celebrare memorie. Dall'altro, come giustamente mi sembri voler sottolineare, è sicuramente un peccato. Però, mentre certi personaggi hanno fatto sì che il loro ricordo rimanesse sempre vivido nelle menti non solo degli appassionati, ma anche degli - chiamiamoli così - agnostici (e mi riferisco ovviamente a personaggi della portata di Maria Callas), certi altri appaiono ormai inevitabilmente demodé, per tutta una serie di motivi che prescindono anche da aspetti puramente artistici.
Cercherò di essere più chiaro.
Credo di avere più o meno tutte le sue registrazioni in studio (escludendo le opere integrali, che mi interessano di meno). Il suo fenomeno vocale mi ha sempre interessato per un coinvolgimento cerebrale più che emotivo. Tecnica di emissione di vecchia scuola, con suoni sempre appoggiati sul fiato, acuti luminosi e squillanti (anche se talvolta tendenzialmente falsettistici o al limite del falsettone rinforzato), belle mezzevoci anche se non così estasianti come quelle di Di Stefano ( che lui ascoltò giovane in una audizione; il grande Pippo ricordava che l'algido Beniamino gli fece i complimenti per le mezzevoci salvo poi bisbigliargli: "Figlio di puttana, come fai a farle così?"... ). E poi?...
Ciò che - probabilmente - ha contribuito a far scendere un po' di oblio su questo campione del vocalismo nostrano è stato il coté interpretativo, dal nostro tenuto sempre in non cale.
Sembra un luogo comune quello di dire che Gigli era piantato come un palo in scena ad elargire al colto ed all'inclita le perle della propria ugola divina, ma i dischi - quelle cose meravigliose per cui questo sito è nato ed è orgoglioso di esserci - ce lo raccontano ancora.
L'accento era stereotipato: solare e brillante per le canzoni, languoroso per le situazioni amorose, singhiozzante per quelle drammatiche.
Per essere l'erede di Caruso, che aveva fatto dell'espressività bruciante l'arma con cui aveva invaso le case degli appassionati di tutto il mondo, mi sembra che avesse colto più aspetti epidermici del fenomeno, basandosi sull'oggettiva bellezza del mezzo vocale e tralasciando tutto quello che poteva costituire impegno supplementare.
Ciò che - direi - ha fatto crollare le sue quotazioni presso gli appassionati di tutto il mondo, è stata la naturale evoluzione del canto e dell'interpretazione lirica che ha favorito modelli esecutivi che, in Italia, hanno portato quel vento di rinnovamento che altrove era già moneta corrente: si pensi alla sola area tedesca e zone limitrofe dove, tanto per restare alla voce di tenore, i pressoché coevi Marcel Wittrisch e Helge Rosvaenge hanno prodotto risultati sicuramente molto più proiettati in avanti rispetto al buon Beniamino; ma anche all'area britannica, ove John McCormack ha portato un contributo assai più singolare; e, in Italia, al povero Tito Schipa, pur con mezzi assai meno dotati da Madre Natura.
Credo che, almeno per sommi capi, siano queste le ragioni di un oblio che è progressivamente sceso sulle gesta di questo cantante: splendida voce, ma nessuna vera influenza nell'evoluzione dell'interpretazione.
Il pubblico molto spesso non sa spiegarsene le ragioni, ma di solito premia col ricordo quei personaggi che hanno avuto il coraggio di sparigliare le carte, di proporre cambiamenti, di mettersi in gioco; forse è questa la ragione per cui si ricordano più facilmente i dieci anni di carriera della Callas piuttosto che i quaranta di Gigli...
Inviato:
mer 18 apr 2007, 18:30
da pbagnoli
Per inciso, a chi facesse piacere riascoltarsi la voce del grande tenore, segnalo che la Naxos sta curando un'integrale che, come al solito, vede la luce a prezzi particolarmente bassi in una veste complessivamente accurata.
La precedente integrale era quella pubblicata dalla Romophone, ormai fuori catalogo.
Inviato:
mer 18 apr 2007, 18:44
da Luca
Credo che, almeno per sommi capi, siano queste le ragioni di un oblio che è progressivamente sceso sulle gesta di questo cantante: splendida voce, ma nessuna vera influenza nell'evoluzione dell'interpretazione.
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Sintesi magistrale, caro Pietro e aggiungo di mio che è un cantante che non mi ha mai fatto esultare, nemmeno per la splendida voce.
Salutoni, Luca.
Inviato:
mer 18 apr 2007, 20:08
da VGobbi
Luca ha scritto:Sintesi magistrale, caro Pietro e aggiungo di mio che è un cantante che non mi ha mai fatto esultare, nemmeno per la splendida voce.
Posso capire che le interpretazioni di un Gigli fossero stereotipate ed assai prevedibili, ma limitarne la sua bellezza vocale, come fa Luca, mi sembra obiettivamente del tutto fuori luogo. Uno che cantava con classe pressoche' intatta sia a 30 anni che a 40 anni, e' davvero qualcosa al di fuori del normale. Di Gigli ammiro la sua prodigiosa ed inarrivabile tecnica, capace di fare con la voce qualunque cosa senza apparente sforzo.
Inviato:
mer 18 apr 2007, 21:03
da Manrico
Mah! Queste prime risposte mi convincono sempre più che ogni persona esprime il proprio parere seguendo i gusti personali che non trovano riscontro nel reale contesto storico ed artistico in cui si colloca il nostro grande tenore.
Personalmente ascolto sempre un po’ tutti i cantanti di ieri e di oggi, grandi e piccoli, infatti la mia collezione di dischi non è solo ampia, ma è anche variegata, ho praticamente una quantità grande di dischi che vanno dai primi del ‘900 ai giorni nostri con in prevalenza i maggiori cantanti storici (tenori, soprani, baritono, bassi ecc).
Di tenori (la corda che preferisco di più) ne ho a bizzeffe, moltissimi li ho archiviati dopo un solo ascolto, altri li ascolto di tanto in tanto, altri ancora: spesso.
Ciò premesso, a mio avviso, Beniamino Gigli, oltre ad avere una voce di velluto, aveva il merito di aver iniziato la carriera con un repertorio prettamente da tenore lirico puro ma sbalordì presto pubblico e critica portato in teatro, durante la sua lunghissima carriera, personaggi che in teoria chiedevano una caratura vocale maggiore, si pensi (solo per citarne alcuni) al suo Manrico, Chènier, Don Alvaro, Don Josè, Canio e Turiddu nella stessa serata ecc. dimostrando di possedere, oltre alla grande e duttile voce, anche la tecnica perfetta per poter affrontare per decenni, nei maggiori teatri del mondo, ruoli apparentemente proibiti alla sua naturale voce, appunto di tenore lirico puro.
Gigli riusciva con l’interpretazione e l’immedesimazione, a vincere sulla natura e lo fece talmente bene da arrivare fino a tarda età con l’organo vocale pressoché intatto.
PBagnoli male ha fatto a non documentarsi appieno, in alcuni ruoli Gigli è rimasto un punto di riferimento insuperato.
Se si ascolta senza pregiudizi si può capire tutto, ma se si ascolta perché una qualità vocale piace più di un'altra, andando solo a simpatia o antipatia, allora non si può dare un parere concreto, si sa, ogni persona ha i suoi preferiti come li ho anch’io, ma non penso si possa dire che un Gigli, oggi, sarebbe fuori moda o che ai suoi tempi non era completo, citare altri cantanti non serve a niente e i paragoni non servono a nulla, Gigli è stato un grandissimo e tale rimarrà finché ci sarà gente che ascolterà la bella musica e il bel canto.
Inviato:
mer 18 apr 2007, 21:06
da pbagnoli
VGobbi ha scritto: Luca ha scritto:Sintesi magistrale, caro Pietro e aggiungo di mio che è un cantante che non mi ha mai fatto esultare, nemmeno per la splendida voce.
Posso capire che le interpretazioni di un Gigli fossero stereotipate ed assai prevedibili, ma limitarne la sua bellezza vocale, come fa Luca, mi sembra obiettivamente del tutto fuori luogo. Uno che cantava con classe pressoche' intatta sia a 30 anni che a 40 anni, e' davvero qualcosa al di fuori del normale. Di Gigli ammiro la sua prodigiosa ed inarrivabile tecnica, capace di fare con la voce qualunque cosa senza apparente sforzo.
Scusa Vittorio, ma mi sembra che tu non abbia colto il significato di quello che vuol dire Luca: lui dice che Gigli non l'ha mai fatto esultare
nemmeno per la
splendida voce.
Mi sembra cioè che Luca sia allineato con il mio pensiero: non si nega la bellezza del mezzo né la tecnica, per quanto questa sia meno singolare rispetto alla bellezza del timbro. Quello che si discute è ben altro, cioè - e lo ribadisco - uno dei
target fondamentali del nostro sito: la capacità interpretativa.
Siccome i paragoni sono antipatici, ma terribilmente necessari, a te e a tutti coloro che pensano che conti solo la voce suggerisco amichevolmente: vatti a risentire Rosvaenge e McCormack. E se pensi che non valgano i riferimenti a personaggi provenienti da altre aree culturali, risentiti il duetto "Parigi o cara" di Tito Schipa con Amelita Galli-Curci
Gigli
Inviato:
mer 18 apr 2007, 21:31
da Luca
Grazie, Pietro, ma a me un tenore che, ripeto pur dotato di splendida voce, rappresenta un modo 'mamma e patria' di eseguire lo trovo noioso e superato e ciò ad onta del materiale vocale in sé. Non sono - volendo fare un confronto - un fervido ammiratore neppure di Del Monaco (anzi !), ma se devo scegliere l'enfasi preferisco quest'ultimo in un personaggio come Andrea Chenier rispetto ad un Gigli. E dico Andrea Chenier andando con la memoria a quella frase che il protagonista dice nel III atto: "Con la mia voce ho cantato la patria". Mi pare la sintesi dell'arte gigliana: l'ha cantata, indubbiamente e molto bene, ma sempre col singhiozzetto femmineo e non con un piglio alla Lauri Volpi o alla Pertile (tanto per fare due nomi a lui coevi).
Scusate il 'moderato sfogo'.
Salutoni, Luca.
Inviato:
gio 19 apr 2007, 18:52
da MatMarazzi
Visto che ognuno dice la sua, aggiungerò che mi trovo più allineato alle opinioni di Pietro e Luca che a quelle di Manrico e Vittorio.
Anche io amo poco Gigli: ebbene sì!
Il suo mondo estetico ed espressivo non mi appartiene.
Il dato tecnico (per eccezionale che fosse) a me interessa solo in rapporto ai risultati.
Devo però anche osservare che Gigli ha il potere di scatenare difensori e detrattori altrettanto appassionati: di certo non passava (e non passa) inosservato. E questo è un fatto che non sottovaluterei!
Vorrei però aggiungere (non perché me lo imponga il mio - immeritato - ruolo di moderatore, ma perché mi sembra buona norma, in tutti i casi) che sarebbe bello che ci limitassimo a esprimere le nostre argomentazioni a favore o contro una tesi (o a favore e contro un cantante) senza mettere nel contempo in discussione le competenze o gli approfondimenti altrui!
Giova più a Gigli un'argomentazione in suo favore (come alcune che si sono lette), che mille critiche ai suoi eventuali detrattori.
Non trovate?
Un saluto,
Matteo Marazzi
Inviato:
gio 19 apr 2007, 19:17
da VGobbi
MatMarazzi ha scritto:Giova più a Gigli un'argomentazione in suo favore (come alcune che si sono lette), che mille critiche ai suoi eventuali detrattori.
Non trovate?
Hai ben ragione, ma ci stiamo arrivando. Non e' poi cosi' facile cercare di intervenire sul forum secondo le vostre nobilissime intenzioni.
Inviato:
gio 19 apr 2007, 19:17
da Teo
MatMarazzi ha scritto:Vorrei però aggiungere (non perché me lo imponga il mio - immeritato - ruolo di moderatore, ma perché mi sembra buona norma, in tutti i casi) che sarebbe bello che ci limitassimo a esprimere le nostre argomentazioni a favore o contro una tesi (o a favore e contro un cantante) senza mettere nel contempo in discussione le competenze o gli approfondimenti altrui!
Condivido in toto.
Purtroppo il problema a mio avviso non è di facile soluzione. Per esempio, Pietro cita giustamente il tema tanto caro a questo sito legato all'interpretazione, ok ma forse occorre premettere quale interpretazione? l'aderenza ad un personaggio qual'è? si parte dello spartito o dall'introspezione psicologica del personaggio? entrambe? e come vengono risolte?
Secondo me è dura perchè alla fine ognuno di noi, come dice il buon Marazzo a proposito di Gigli, potrebbe sostenere che
Il suo mondo estetico ed espressivo non mi appartiene...dunque?
Quando si parla di grandi cantanti che hanno fatto storia (e questo credo possa essere quasi sempre un dato oggettivo e incontrovertibile), nel ribadire se un cantante a proprio modo di vedere le cose non sia stato un grande interprete o tecnicamente poco convincente, sarebbe importante capire il perchè attraverso esempi concreti (brani o spezzoni di essi).
Forse il mio discorso è esagerato ma diversamente è dura comprendersi e comunicare (che già sarebbe molto), senza nulla togliere ai propri gusti ed alle proprie aderenze e convinzioni.
Spero sinceramente di essere stato comprensibile
Salutissimi.
Teo
Inviato:
gio 19 apr 2007, 20:22
da pbagnoli
Manrico ha scritto: PBagnoli male ha fatto a non documentarsi appieno, in alcuni ruoli Gigli è rimasto un punto di riferimento insuperato.
Se si ascolta senza pregiudizi si può capire tutto, ma se si ascolta perché una qualità vocale piace più di un'altra, andando solo a simpatia o antipatia, etc...
Roberto, PBagnoli - ti garantisco - si documenta sempre appieno.
E senza pregiudizi.
E i suoi pareri li dà a ragion veduta (in questo caso, l'ascolto di pressoché tutto il materiale inciso in studio da Gigli).
Questa premessa è fondamentale perché tu ti renda ben conto che non sei in un ambiente dove la gente parla perché ha la lingua in bocca, come credo di averti dimostrato in tutti questi anni che ci frequentiamo, almeno "telematicamente".
Se di questo non sei persuaso, be'...trai le tue conseguenze!
Inviato:
gio 19 apr 2007, 20:48
da Manrico
pbagnoli ha scritto:Credo di avere più o meno tutte le sue registrazioni in studio (escludendo le opere integrali, che mi interessano di meno). ...
Mi riferivo a questo quando ti ho citato
Inviato:
ven 20 apr 2007, 6:46
da Manrico
Ho ricevuto questa segnalazione che giro volentieri per opportuna conoscenza:
http://www.radioerre.net/public/notizie ... 27631.html
Penso che anche in altri luoghi ci saranno le giuste commemorazioni.
Gigli è stato sicuramente tra i migliori primi dieci tenori del '900, questo è un fatto storico incontrovertibile.
Inviato:
ven 20 apr 2007, 16:34
da pbagnoli
Manrico ha scritto:pbagnoli ha scritto:Credo di avere più o meno tutte le sue registrazioni in studio (escludendo le opere integrali, che mi interessano di meno). ...
Mi riferivo a questo quando ti ho citato
Scusa, ho anche quelle.
Citavo le registrazioni di studio di brani isolari (non opere integrali) perché, come accade per molti cantanti di quell'epoca e di epoche anteriori, sono spesso più attendibili ed interessanti per monitorare l'evoluzione di un cantante.
Molte volte anche per questioni temporali: spesso un cantante ha iniziato ad incidere brani isolati prima di opere complete. Quindi, con i 78 giri di buona memoria, abbiamo un pattern più completo della vocalità del cantante, perché si può documentare anche l'età giovanile.
E' più chiaro, adesso?...