Caro Bruno, perdonami se ho spostato il lungo e interessante post nell'altro thread aperto su Kraus, ma penso che sia meglio così per migliorare la leggibilità e la comprensione del tutto.
E' molto bello leggere quello che scrivi: hai potuto frequentare il grande cantante e, leggendoti, ci pare di averlo ancora accanto a noi.
Ma questo, perdonami, non elimina le mie perplessità.
Non faccio nessuna fatica a crederti quando dici che lui la pensava così: se ha orientato la propria carriera secondo quei criteri, è evidente che la pensasse in quella maniera:
ça va sans dire, come direbbero i francesi.
Il tuo post è ricco e denso di contenuti; sceglierei pertanto alcune delle cose che hai scritto per commentarle al meglio.
Il mito dell'approfondimento: per dare il meglio in un ruolo non basta una vita. Questo non è sempre vero, secondo me; con buona pace di Alfredo Kraus, uno dei più grandi cantanti della Storia. Occorre veramente una vita per approfondire Alfredo Germont? Eppure lui l'ha fatto sino all'età senile. Il meglio di sé l'aveva già dato nel 1958 a Lisbona con la Callas e, al limite, se proprio vogliamo, alla fine degli Anni Settanta nell'incisione con Muti, dove già era tirato. Era necessario inciderlo ancora con Mehta, per di più di fronte ad un Germont padre più giovane di lui? Fa un po' il paio con Pavarotti che ha reiterato Rodolfo sino a oltre i 60 anni! Io ritengo che un cantante abbia il diritto e, forse, il dovere di mettere un punto fermo in un ruolo se arriva a dire il massimo ad un certo momento, specie se il personaggio ha in sé alcune caratteristiche che richiedono un'età anagrafica adeguata per la credibilità
la sperimentazione. I dischi Carillon (se non sbaglio) incisi in età giovanile ci mostrano un cantante assai più audace sperimentatore di quanto non sarebbe stato in età matura. Tu potresti rispondermi che i giovani sono globalmente più incoscienti dei vecchi, ma ci sono dei vecchi che non perdono il gusto di reinventarsi ogni volta. Io personalmente ho molta simpatia per quelli che tentano nuove strade e ci andrei molto cauto nel bollare come "dozzinali" chi tenta nuove strade
Il paragone con Gedda non regge: erano cantanti molto diversi. Kraus, per lo meno il Kraus "adulto" era molto riservato, Gedda sempre spavaldo. Kraus sempre immascherato, Gedda contraltino e talvolta falsetteggiante
gli errori delle case discografiche. Vero, avrebbero dovuto tenerlo in maggior considerazione. Ma tuttavia ha inciso diverse cose molto interessanti,come "La Muette dei Portici"
Insomma, rispetto ( e ci mancherebbe... ) il parere del grande cantante, ma continuo a rimpiangere che non abbia avuto il coraggio o la voglia di affrontare altri ruoli, preferendo rimanere ancorato ai soliti Werther o Alfredo...
PS Ovviamente ricambio di cuore gli auguri!