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Carlo Bergonzi

MessaggioInviato: mer 11 nov 2009, 13:06
da Tucidide
Maugham ha scritto:sto preparando l'artiglieria per rispondere alle bordate su Bergonzi che ha scritto nell'editoriale.

Ecco, bravo! Vieni un po' anche tu a difendere il tuo "tenore da comodino"! :D

Re: 10000

MessaggioInviato: mer 11 nov 2009, 16:34
da Alberich
Volevo difenderlo anche io (o almeno scrivere qualcosa), ma è un periodaccio...la prossima volta forse vi scriverò dall'estero! Avrete il primo utente balcanico :mrgreen:

Re: 10000

MessaggioInviato: mer 11 nov 2009, 17:26
da Maugham
Tucidide ha scritto:
Maugham ha scritto:sto preparando l'artiglieria per rispondere alle bordate su Bergonzi che ha scritto nell'editoriale.

Ecco, bravo! Vieni un po' anche tu a difendere il tuo "tenore da comodino"! :D


Ma quale difesa! :D :D :D
La mia artiglieria era solo dettata dalla fretta.
Sia perchè non mi sembra che Bergonzi abbia bisogno di messuna difesa (piaccia o meno è uno dei grandi tenori del Novecento), sia perchè con Pietro di solito sono molto in sintonia e mi ha sorpreso leggere, non che lui abbia in uggia il nostro tenore, ma le motivazione che adduce.
Pietro dice che Bergonzi è intubato, ha lo stile del cantante confidenziale ed era ricercato solo per gli acuti.
Ora, che Bergonzi fosse intubato non mi sembra, anche se ci si deve intendere sul significato.
Che possa essere anche lontanamente paragonato a un crooner è cosa che mi lascia di stucco. Perchè di Bergonzi si può dire tutto ma non che brillasse in comunicativa e ammicco al pubblico. Il suo modo di "porgere" in Verdi -esco o non esco dalla scuola di Celletti? :wink: - era quello dell'oratoria solenne, della perorazione etica a sostegno di alti ideali. Senza dubbio si è trattato di una visione riduttiva e con certi personaggi c'entrava come il cavoli a merenda, ma indubbiamente era lontanissima dallo stile del cantate confidenziale o del fine dicitore.
Anzi, Bergonzi era proprio l'emblema del classico tenore per palati fini, adatto agli ascoltatori attenti al cesello, all'omogeneità dei registri...insomma ai melomani attenti allo spartito. Io ero accusato di snobismo quando, negli anni Settanta, lo mettevo sul piatto del giradischi.
Infine non era un tenore da acuti. Proprio no. E' stato un tenore corto, con un facilità discreta fino al sib, ma già il si naturale era forzato per non parlare del do che è sempre stata una nota appiccicata e costruita a tavolino.
Uno dei rimproveri che in molti gli rivolgevano stava proprio nella cosiddetta "mancanza di squillo".
Detto questo concordo in molti punti con l'analisi di Pietro.
WSM

Re: 10000

MessaggioInviato: mer 11 nov 2009, 17:52
da Tucidide
Maugham ha scritto:Ora, che Bergonzi fosse intubato non mi sembra, anche se ci si deve intendere sul significato.

Sono d'accordo con Maugham, in particolare non condivido l'equazione di Pietro "intubata perchè immascherata".
Va però detto che Bergonzi copriva il suono in maniera molto marcata sul passaggio, e questo può apparire come "intubatura".
Intubato per me è Nesterenko, o per certi suoni Salminen, tanto per citarne due.
Che possa essere anche lontanamente paragonato a un crooner è cosa che mi lascia di stucco. Perchè di Bergonzi si può dire tutto ma non che brillasse in comunicativa e ammicco al pubblico. Il suo modo di "porgere" in Verdi -esco o non esco dalla scuola di Celletti? :wink: - era quello dell'oratoria solenne, della perorazione etica a sostegno di alti ideali. Senza dubbio si è trattato di una visione riduttiva e con certi personaggi c'entrava come il cavoli a merenda, ma indubbiamente era lontanissima dallo stile del cantate confidenziale o del fine dicitore.
Anzi, Bergonzi era proprio l'emblema del classico tenore per palati fini, adatto agli ascoltatori attenti al cesello, all'omogeneità dei registri...insomma ai melomani attenti allo spartito. Io ero accusato di snobismo quando, negli anni Settanta, lo mettevo sul piatto del giradischi.

Qui non ti seguo completamente. Anch'io sono piuttosto restio ad affibbiare a Bergonzi il titolo di crooner, ma per prima cosa si parlava di "cantante confidenziale", definizione più italica, non solo linguisticamente ma forse anche musicalmente; in secondo luogo non mi pare che per essere definiti crooner (o cantanti confidenziali) si debba avere "comunicativa e ammicco al pubblico". Anzi, il crooner, o l'italico cantante confidenziale, è fine, sempre con la voce perfettamente a fuoco e impostata, canta "a occhi chiusi", cioè vive il canto, nelle sue infinitesimali sfumature dinamiche, come un evento quasi mistico. Da questo punto di vista, seppure un po' iconoclasta e dissacrante, la definizione di Pietro ha un senso. E il famoso grido "Tajoli!" testimonia proprio questo: a un forbito :roll: :lol: loggionista degli anni '50, Bergonzi sembrava proprio... un cantante confidenziale! :D

Infine non era un tenore da acuti. Proprio no. E' stato un tenore corto, con un facilità discreta fino al sib, ma già il si naturale era forzato per non parlare del do che è sempre stata una nota appiccicata e costruita a tavolino.
Uno dei rimproveri che in molti gli rivolgevano stava proprio nella cosiddetta "mancanza di squillo".

Piccola curiosità: quando ero giovane :D :mrgreen: mi divertivo a chiedere ai "vecchi" dell'Associazione Lirica di cui faccio parte di raccontarmi le loro esperienze d'ascolto dei Mostri Sacri. Parlai con una signora dominghiana di ferro che mi raccontò che Bergonzi, da lei ascoltato in Aida all'Arena, risultava "molto squillante ma interprete noioso oltre che brutto da vedere". Io rimasi sconvolto :shock: : Bergonzi squillante??? :shock: :shock: :shock:
In verità, da altre testimonianze pare che Bergonzi avesse una grande espansione in teatro, pur essendo voce opaca e priva di metallo, di squillo. Era il volume, l'ampiezza della voce a colpire, più che lo squillo.
Detto questo, anche su questo punto sono d'accordo con Pietro. Bergonzi aveva eccellenti acuti. Per le opere che cantava, che quasi mai richiedevano do o si naturali, gli acuti li aveva eccome! Soprattutto, l'assenza di sforzo e l'ampiezza di quei suoni era notevole. Sentire un tenore che sale in quel modo al si bemolle di "il mondo innondi del suo splendore" nel primo atto della Forza non è proprio esperienza comune...
Poi però c'era il problema dell'intonazione di quegli acuti: a volte, più da vecchio che da giovane, faceva delle calate mica da ridere... il si bemolle di "Celeste Aida" smorzato al Met nel 1962 è calante in maniera paurosa, anche se il controllo del suono è notevole.

- P.S. Il tema Bergonzi ha invaso anche questa sezione... :lol: Non male, per un cantante confidenziale... :wink: : Sailor :

Re: 10000

MessaggioInviato: mer 11 nov 2009, 18:30
da Maugham
Tucidide ha scritto:ma per prima cosa si parlava di "cantante confidenziale", definizione più italica, non solo linguisticamente ma forse anche musicalmente; in secondo luogo non mi pare che per essere definiti crooner (o cantanti confidenziali) si debba avere "comunicativa e ammicco al pubblico". Anzi, il crooner, o l'italico cantante confidenziale, è fine, sempre con la voce perfettamente a fuoco e impostata, canta "a occhi chiusi", cioè vive il canto, nelle sue infinitesimali sfumature dinamiche, come un evento quasi mistico.


Caro Tuc, porta pazienza. Capisco che in questo periodo tu sia propenso a discettare sui significati delle parole :wink: . Però non vorrei che, in questo tuo esercizio, perdessi di vista il discorso nel suo complesso.
Il cantante confidenziale sarà tutta quella robina che dici tu, ma è soprattutto una cosa. Un cantante che ruba sul tempo, caramella la frase e sbriciola la melodia in mille rivoli. Hai presente i crooner americani, quelli che li chiamano da lounge music? Occhi chiusi? Ma se Teddy Reno (citato da Pietro) faceva anche l'occhiolino alle signore in prima fila mentre schioccava le dita per battere il tempo. Tajoli poi filava come la mozzarella.... Secondo te viveva il canto come un evento quasi mistico? E mi sono riferito ai due che citava Pietro.
Bergonzi era un rigoroso, un oratore da tempi antichi.


Detto questo, anche su questo punto sono d'accordo con Pietro. Bergonzi aveva eccellenti acuti. Per le opere che cantava, che quasi mai richiedevano do o si naturali, gli acuti li aveva eccome! Soprattutto, l'assenza di sforzo e l'ampiezza di quei suoni era notevole. Sentire un tenore che sale in quel modo al si bemolle di "il mondo innondi del suo splendore" nel primo atto della Forza non è proprio esperienza comune..
.

Anche qui. Tuc, porta pazienza. Corelli era una tenore da acuti, Pavarotti era un tenore da acuti, Roswaenge era un tenore da acuti.
Bergonzi non lo andavi a sentire per gli acuti.
Inoltre, scusa, ma quando si parla di acuti tenorili io mi riferisco dal sib in su.
Il fatto che avesse un la naturale facile, per un tenore che fa quel repertorio, è come dire che un giocatore dell'NBA è alto perchè supera il metro e novantacinque.

Ciao
WSM

Re: 10000

MessaggioInviato: mer 11 nov 2009, 18:58
da Alberich
Maugham ha scritto:Perchè di Bergonzi si può dire tutto ma non che brillasse in comunicativa e ammicco al pubblico. Il suo modo di "porgere" in Verdi -esco o non esco dalla scuola di Celletti? - era quello dell'oratoria solenne, della perorazione etica a sostegno di alti ideali. Senza dubbio si è trattato di una visione riduttiva e con certi personaggi c'entrava come il cavoli a merenda, ma indubbiamente era lontanissima dallo stile del cantate confidenziale o del fine dicitore.
Anzi, Bergonzi era proprio l'emblema del classico tenore per palati fini, adatto agli ascoltatori attenti al cesello, all'omogeneità dei registri...insomma ai melomani attenti allo spartito. Io ero accusato di snobismo quando, negli anni Settanta, lo mettevo sul piatto del giradischi.
Infine non era un tenore da acuti. Proprio no. E' stato un tenore corto, con un facilità discreta fino al sib, ma già il si naturale era forzato per non parlare del do che è sempre stata una nota appiccicata e costruita a tavolino.


Impeccabile come al solito...

Re: 10000

MessaggioInviato: mer 11 nov 2009, 21:34
da Tucidide
Maugham ha scritto:Il cantante confidenziale sarà tutta quella robina che dici tu, ma è soprattutto una cosa. Un cantante che ruba sul tempo, caramella la frase e sbriciola la melodia in mille rivoli. Hai presente i crooner americani, quelli che li chiamano da lounge music? Occhi chiusi? Ma se Teddy Reno (citato da Pietro) faceva anche l'occhiolino alle signore in prima fila mentre schioccava le dita per battere il tempo. Tajoli poi filava come la mozzarella.... Secondo te viveva il canto come un evento quasi mistico? E mi sono riferito ai due che citava Pietro.
Bergonzi era un rigoroso, un oratore da tempi antichi.

Non mi sono spiegato bene: quando parlo di "occhi chiusi" intendo quel tipo di cantante che si prende molto sul serio, e proprio quei "tic" che dici tu ne sono indizio.
Bergonzi, a mio avviso, riversava questa "visione" della musica nell'opera, genere che si presta all'enfasi e all'oratoria: quelle di Tajoli e Reno invece erano "solo canzonette", e lì l'enfasi non ci sarebbe stata. Per loro, l'equivalente era il tono soffuso, il sorriso accattivante, la faccia pulita da bravo ragazzo, i vestiti eleganti... Pensa a quanto erano diversi quella faccia da schiaffi di Fred Buscaglione o, qualche anno dopo, Celentano...

Anche qui. Tuc, porta pazienza. Corelli era una tenore da acuti, Pavarotti era un tenore da acuti, Roswaenge era un tenore da acuti.
Bergonzi non lo andavi a sentire per gli acuti.
Inoltre, scusa, ma quando si parla di acuti tenorili io mi riferisco dal sib in su.
Il fatto che avesse un la naturale facile, per un tenore che fa quel repertorio, è come dire che un giocatore dell'NBA è alto perchè supera il metro e novantacinque.

Eh... non la farei così facile. :)
E' vero che non andavi a sentire Bergonzi per gli acuti. Né Pietro dice una cosa del genere.
Dice che aveva ottimi acuti. E direi che sia una cosa verissima. Nella Forza del destino di Londra del 1962 fa un si naturale strepitoso su "l'oblio, la pace chiegga il guerrier".

Re: 10000

MessaggioInviato: gio 12 nov 2009, 4:00
da Alberich
Tucidide ha scritto:Dice che aveva ottimi acuti. E direi che sia una cosa verissima. Nella Forza del destino di Londra del 1962 fa un si naturale strepitoso su "l'oblio, la pace chiegga il guerrier".

Caro Tuc, il fatto che tu ti senta di citare con tanto di data UNA nota del nostro potrebbe dirla lunga. :wink: Per me era un tenore dai grandi pregi, ma non dai grandi acuti. Spesso si avverte una certa fatica. Del Monaco col passaggiodi Bergonzi e Bergonzi con gli acuti di Del Monaco, questo sì che sarebbe stato un unicum irripetibile.

Re: 10000

MessaggioInviato: gio 19 nov 2009, 13:15
da MatMarazzi
Alberich ha scritto:Del Monaco col passaggiodi Bergonzi e Bergonzi con gli acuti di Del Monaco, questo sì che sarebbe stato un unicum irripetibile.


Secondo me, Alberich, nemmeno Del Monaco era un tenore acuto, proprio come Bergonzi.
Entrambi dominavano, a modo loro, i pochi acuti che avevano, ma di per sè le loro estensioni erano da tenore-baritonale.
Di un'opera come Trovatore Del Monaco aveva paura: è famoso il caso della Scala '55, quando in programma c'era un bel Trovatore con lui e la Callas; lui fu preso da una crisi di panico a poche settimane dalla prima e l'opera fu rapidamente cambiata con Andrea Chenier (la povera Callas, che non aveva mai cantato la Coigny, dovette impararla in poco tempo... e lo fece da par sua).
L'ultimo Trovatore che credo abbia cantanto (ma dovrei verificare) è quello della Rai con la Gencer (dove, in via del tutto paradossale, emise l'unico re bemolle sopracuto della sua carriera).

L'unicum di cui tu parli è per me rappresentato da Corelli, cantante che come sai non amo, ma i suoi acuti sono veramente una felice mescolanza di naturale estensione (che Bergonzi non aveva) e solida impostazione "vocalistica" (alla Bergonzi).

Salutoni,
Mat

Re: Carlo Bergonzi

MessaggioInviato: sab 26 lug 2014, 9:58
da DottorMalatesta
Ieri (in tarda serata) è morto Carlo Bergonzi.



DM

Re: Carlo Bergonzi

MessaggioInviato: sab 26 lug 2014, 10:14
da VGobbi
DottorMalatesta ha scritto:Ieri (in tarda serata) è morto Carlo Bergonzi.

DM

Cavolo, sapevo che fa malato da tempo. Sentite condoglianze alla famiglia per un tenore che ha fatto la storia del canto.

Re: Carlo Bergonzi

MessaggioInviato: sab 26 lug 2014, 11:44
da pbagnoli
Vivo dolore per la perdita di un pezzo importante della Storia dell'arte che tanto amiamo.
In questi giorni uscirà la commemorazione di Operadisc.
Portate pazienza

Re: Carlo Bergonzi

MessaggioInviato: sab 26 lug 2014, 15:16
da DottorMalatesta
Carlo Bergonzi ha scritto una pagina importante nella storia della vocalità operistica del secolo scorso. Indiscutibile l'assoluto magistero tecnico nel repertorio operistico italiano tra Ottocento e Novecento, segnatamente in Verdi e, sebbene in misura quantitativamente minore, in Puccini. Una formazione tecnica sviluppata nel solco della tradizionale scuola vocalistica di stampo italiano basata sul controllo assoluto del fiato, sull'immascheramento dei suoni, sulla ricerca di omogeneità tra i vari registri (Bergonzi stesso riconobbe il debito nei confronti del canto di Aureliano Pertile). Bergonzi rimase sempre immune alla rivoluzione neorealista del canto degli anni '50 e '60, opponendo alle aperture di suono di un Di Stefano e alla percussività declamatoria e sanguigna di un Del Monaco un canto improntato all'eleganza, alla raffinatezza, al cesello. Alla carnalità e alla comunicatività di Corellli, Filippeschi, Di Stefano e Del Monaco, Bergonzi contrappose un canto etereo, stilizzato, di una estrema compostezza formale. Alla ricerca della verità drammatica da raggiungere con ogni mezzo Bergonzi preferiva la ricerca della verità poetica, che è definita, veicolata e custodita dalla forma. Agli ascoltatori degli anni ’50 e ’60, che sentivano fremere sottopelle una frenetica voglia di realtà, il suo canto poteva sembrare “vecchio”. E vecchio, in parte, lo era davvero. Come un’eco lontana di tempi perduti, di atmosfere cavalleresche, di eroi da fiaba, di trovatori-poeti al servizio dell’arte e innamorati dell’amore. Un canto intriso di retorica, intesa come suprema arte dell’esprimersi attraverso un linguaggio fatto di regole e convenzioni. Il Verdi di Bergonzi è l’espressione di un romanticismo lontano in cui gli ideali sono più reali del reale, il mondo della poesia e dell’arte, non quello del sangue e dei cadaveri sui campi di battaglia. Il canto di Bergonzi era e continua ad essere un canto rassicurante, l’espressione di una compostezza assoluta, una voce che risuona da una civiltà ideale, fatta di realtà incontaminate e purissime, lontana dalle inquietudini del nostro presente. Un canto che risveglia in molti di noi la nostalgia di un mondo perduto, che forse non è mai esistito se non nella nostra immaginazione. Un romanticismo ideale ed immaginato. Forse non reale, forse lontano, ma non per questo meno vero.

DM

Re: Carlo Bergonzi

MessaggioInviato: sab 26 lug 2014, 16:13
da Luca
Concordo con quanto dice Francesco: Bergonzi è stato il poeta della lirica (forse più di Schipa): la stilizzazione era la sua cifra contro non solo la robustezza (ma anche talvolta la sbracataggine, passatemi il termine) di altri suoi colleghi più dediti ai 'ludi circenses'. Credo ad esempio che il suo Don Carlo (parlo ovviamente dell'ed. Solti) sia una pietra miliare del tratteggio e dell'analisi psicologica di questo complesso personaggio.
Nella sua interpretazione dei personaggi verdiani sentivi tutta la robustezza campagnola, mentre in quelli pucciniani (Rodolfo, Mario e pur anco Edgar) tutta la fragilità della nostra umanità: questa è poesia e per questo Io l'ho sempre ammirato e mi sono talvolta rammaricato che, dalle nostre pagine, siano emersi talvolta dei giudizi più drastici rispetto a tanti cantanti che invece di tali giudizi ne potrebbero portare un fardello perché se li meritano proprio tutti.... e sui quali si è avuta una ingiustificata indulgenza....
Stasera lo ricorderò nella celebrazione....

Saluti, Luca.

Re: Carlo Bergonzi

MessaggioInviato: dom 27 lug 2014, 16:13
da pbagnoli
In home le nostre riflessioni sul grande Artista scomparso