pbagnoli ha scritto:Detto questo, io sono complessivamente dell'idea che, pur riconoscendo la necessità di cantare l'opera nella lingua in cui è stata scritta, dobbiamo essere grati alle traduzioni che ci hanno permesso di godere di alcune interpretazioni fondamentali.
Ricordo a tale proposito il Wagner "italiano" di Borgatti, uno dei più grandi tenori wagneriani di tutti i tempi, ma aggiungerei il Wagner "francese" della Lawrence, cantante per cui ho sempre avuto una particolare predilezione
più che a borgatti,che appare sbiadito e sostanzialmente incolore anche in wagner(stando a ciò che ci tramandano i dischi),proporrei pertile come maggior esempio di wagner all'italiana. i brani del lohengrin sono cantati in italiano, ma hanno un'eloquenza d'accento degna della maggior tradizione tenorile wagneriana.sarebbe interessante una comparazione tra pertile e melchior,il più grande tenore wagneriano del 900.alla fine opterei per melchior, che ha la stessa eloquenza di pertile ma canta in tedesco. il problema della lingua originale è importante ma non poi così fondamentale. certo, una traduzione scempiata ripugna il nostro orecchio, come è stata fino a agli anni 1950 la carmen in italiano, o il werther, che perdevano tutto il loro fascino fonetico.ma come ci insegna pertile, la grandezza dell'interprete compensa assai largamente alla deformazione della lingua tradotta. altro preclaro esempio è ivan kozlovsky, che cantava tutto in russo ma riusciva ad essere il più spettacolare di tutti, nel dar rilievo alla parola cantata, pur con tutte le limitazioni che la lingua russa arreca. heinrick schlusnus è stato un grandissimo baritono tedesco a cavallo tra le due guerre.alcuni hanno detto che è stato il più grande baritono verdiano tedesco.io oserei dire, uno tra i più grandi interpreti di verdi consegnati al disco. la lingua tedesca è aspra, dura e un rigoletto cantato in tedesco certo perde di molto del suo fascino sanguigno puramente italiano. nondimeno, ascoltando questi eccezionali cantanti, ci si dimentica - almeno per me - della lingua in cui cantano, tanto la suggestione dell'interpretazione è grande.