bergonzi ha scritto:Ognuno ha piena libertà di espressione e ho apprezzato la coerenza del ragionamento di Bagnoli, che però non condivido.
Sai che rottura se tutti la pensassimo alla stessa maniera...
bergonzi ha scritto:Dispiace ma Bergonzi è il Tenore Verdiano per come canta Verdi, per come cesella le parole e per come dà senso alla frase e al canto verdiano.
Rispetto ma non condivido.
Bergonzi è stato un grande cantante, spesso grandissimo, ma da lì a farne l'epitome di tutti i ruoli verdiani, santa pace, ce ne corre.
I ruoli verdiani sono talmente tanti e diversificati che è impossibile estrapolare un singolo modelo di riferimento.
E poi lui, secondo me, cambiava moltissimo a seconda del direttore.
Nel mio articolo ho scritto:
Il Cavaliere, infatti, ha prodotto in egual misura Radames, Riccardo e Don Carlo stratosferici allorquando si è confrontato per esempio con Artisti come Karajan, Solti o Schippers; o versioni alternative degli stessi personaggi, irritanti e arrotolati come cotechini, quando la polenta la menava qualche battisolfa di periferia
La sua pensosità avrebbe potuto produrre una versione esistenziale di quegli eroi che spesso venivano berciati e abbaiati; ma è un aspetto che non sempre ha approfondito.
La mia sensazione è che questi personaggi verdiani li abbia bergonzizzati un po' tutti.
Bene? Sì, se un Artista è riconoscibile.
Ma Alfredo e Manrico sarebbero teoricamente dei ragazzi: il primo un figliolo un po' complessato, il secondo un giovanotto scapestrato. Di essi non rende la gioventù, e passi: non riesce a molti (il sommo Kraus si produsse in unorrida Traviata in cui era più vecchio di papà Germont; e si sentiva benissimo!). Ma il problema è che erano uguali precisi identici in ogni espressione, e questo secondo me non rendeva un buon servizio e Verdi.
Otello l'ha affrontato in fase geriatrica, ed è stata una pessima idea perché sarebbe stato un Otello degno di Vickers, per me il più grande del secolo scorso (mentre parliamo sto ascoltando la registrazione di Serafin che avrebbe tutto per essere l'Otello del secolo, se non fosse funestata dal tremendo Gobbi).
Come Riccardo è stato uno dei due-tre più grandi di sempre; e lo stesso come Don Carlo.
Come Duca non è stato - secondo me - allo stesso livello; e o stesso come Ernani, mi spiace. Del primo gli mancava l'araldica o la ruffianaggine: perdonami, sembrava un impiegato. Del secondo mancava la sbruffonaggine che era magica in Del Monaco e Corelli, qui secondo me nettamente superiori.
E questo per dire che - nonostante sia tutto Verdi - i personaggi sono diversissimi...