gianluigi ha scritto:.quindi sarebbe comunque giusto affermare che il tenore di wagner non è un tenore acuto classico all'italiana, ma un heldentenor che risolve il declamato più o meno nel registro medio della voce
Si, hai ragione: il tenore wagneriano è solitamente più baritonale, ma questo dipende secondo me anche dalla particolarità della tecnica declamatoria che, per forza di cose, sfrutta il medium più degli altri registri.
gianluigi ha scritto:e comunque pertile acquisì,sia pure a fatica, il do sopracuto nella seconda parte della carriera,come dimostra un'incisione di "una vergine,un angiol di dio" della favorita e altri due brani del guglielmo tell e dei puritani. con ciò non voglio dire che fosse diventato un tenore acuto, ma che ebbe comunque più abilità vocale di borgatti, almeno stando ai dischi, quello sì.
Non mi sognerei mai di discutere la bravura di Pertile.
In questo caso, però, ci si chiedeva se il suo fraseggio dalla dinamica così elaborata, estrema, incantatoria e ...italianissima, i suoi legati, i suoi pianissimi di velluto, il riverbero squillante potessero davvero adattarsi al linguaggio wagneriano.
Sì, nel "cigno gentil" senz'altro... anche nel racconto del Graal.
Ma Wagner non finisce qui.
Io, a differenza tua, dai dischi di Borgatti (come in quelli della Pinto e di Ferrari Fontana) sento proprio una specie di rivelazione del wagnerismo all'Italiana: rispetto a quelli di Pertile, li considero molto più interessanti, tranne (hai ragione) se li valutiamo da un punto di vista vocalistico.
Ma siamo certi che sia giusto valutare un wagneriano sulla base del vocalismo?
Non sarebbe come affermare che il liebstod cantato da Joan Sutherland o da Leontyne Price è meglio di quello di Martha Moedl?
Salutoni,
Matteo