Dici oratorio e non posso fare a meno di pensare a don Lorenzo Perosi, le cui composizioni sono state in un certo senso le mie preghiere d'infanzia.
Intendiamoci nelle sue partiture, soprattutto quelle oratoriali, c'è un po' di tutto (come in certo Donizetti,
si parva licet): il momento ispirato, la noia, il mestiere ecc. Secondo me ci sarebbe bisogno di esecuzioni curate e di livello medio-alto per apprezzarlo e "per godere dei difetti".
Intendiamoci, ci sono le vecchie incisioni dell'angelicum, La Passione (con Capecchi), Il Natale (con la Freni), la Resurrezione (con Campora) e il Transitus Animae (con la Cossotto). Ma è evidente che non basta il grande nome a fare una buona esecuzione, spesso l'orchestra è modesta e l'impostazione interpretativa è vecchiotta.
Da alcuni anni c'è il festival perosiano a Tortona, ma quel che ho ascoltato non mi ha fatto chissà che impressione come qualità esecutiva...