“La Tormenta di Neve” di Gheorghij Svirìdov
Inviato: mar 18 set 2007, 8:22
In un paese della Russia ottocentesca viveva una ragazza. La sua famiglia era nota per la buona ospitalità, per il calore con cui accoglieva le persone. Molta gente frequentava quindi questa casa, grande, calda. Tra i tanti ospiti c'era anche un giovane ufficiale. L’ufficiale era spiantato, la famiglia assai benestante non vedeva di buon'occhio questa unione. I due ragazzi erano pazzi l'uno dell'altra: si incontravano nell'ombra del giardino e quando il tempo non lo permise più si scrivevano senza sosta. Quasi per scherzo ma poi facendo terribilmente sul serio presero la decisione di sposarsi di nascosto, lei sarebbe fuggita di notte con una slitta che lui le avrebbe mandato. Lui l'avrebbe attesa nella chiesetta di un paese poco distante. La ragazza visse le ultime ora a casa sua, con i suoi cari e le sue care cose, in un atmosfera carica di febbrile attesa...tremante al punto di cadere quasi ammalata... indecisa se abbandonare tutto quello che amava (i genitori in primis ) per seguire il suo amore. La notte della fuga si preannunciò carica di brutti presagi: una tempesta di neve cominciò a salire impietosa mentre la ragazza faceva gli ultimi preparativi...all'ora convenuta la slitta era fuori: lei salì e partì nella notte tempestosa. L’ufficiale, intanto, presi gli accordi con il prete, pronta la chiesa e i testimoni, si mise in viaggio pure lui...la tempesta era nel suo culmine...il giovane frustava il cavallo, la slitta correva verso la chiesetta, il paesaggio si faceva sconosciuto...la neve e il vento confondevano tutto: non c'era un punto di riferimento che lui ricordasse...l'ora convenuta per la cerimonia era passata da un pezzo...il giovane riuscì a trovare la chiesa che già albeggiava. Chiuso, deserto, la tempesta era ormai finita. Lei non c'era.
Il mattino a casa della ragazza tutto era come al solito: lei scese dalla sua camera e fece colazione con i genitori. Pallida e smunta cadde in preda a una febbre che fece temere per la sua vita. I genitori pensarono che la causa della malattia fosse l’amore e decisero di far venire il soldato a casa. Lei non ne volle sapere.
Passano gli anni, il babbo della giovane è morto e lei e la mamma si sono trasferiti. Del giovane che frequentava la casa e per cui lei palesava un grande amore non si hanno che sporadiche notizie...forse combatte lontano, forse è ferito...potrebbe essere morto. Gli anni leniscono il dolore e un altro ragazzo, un ufficiale, pallido e malinconico e bello, frequenta la famiglia. Tra i due piano piano nasce qualcosa. Ma entrambi sono restii a mostrare i loro sentimenti, finché un giorno la ragazza spinge l’ufficiale a parlare di se.
I ragazzi, entrambi con un aura di malinconia, si trovano...lui le dice che l'ama ma che non può amarla come vorrebbe ... ha un triste segreto... è sposato ...
Lei, stupita e sconvolta chiede come mai, che sia accaduto...mai ha parlato di moglie prima di allora. Lui dice che non sa neppure se sua moglie sia viva o morta o chi sia...
Lei chiede ancora spiegazioni e l’ufficiale racconta:
Un giorno si affrettava verso il suo reggimento, a una stazione di posta si fermò per cambiare i cavalli ma una tempesta di neve terribile costringeva tutti a restare fermi,a non ripartire. Il giovane, preso da una smania incontenibile decise di andare…sentiva dentro di se qualcosa che lo spingeva a correre nella notte terribile… Il postiglione sbagliò strada e si trovò nella notte in luoghi sconosciuti: vide delle luci..era una chiesa illuminata, con alcune persone davanti. Il ragazzo scese per domandare dove fosse...le persone gli andarono incontro dicendo "meno male che sei arrivato, è tardissimo...la fidanzata è qui...è semisvenuta dall'ansia,il prete aspetta!!"
Come in un gioco sciocco il ragazzo entrò: lo portarono di fronte all'altare, la chiesa era in penombra, la neve e il vento fuori. Una ragazza, seminascosta da un mantello era accasciata su una panca. Un prete frettoloso lesse la formula di rito e disse "ora bacia la sposa"... La giovane aprì gli occhi e disse solo "Non è lui!!!" e svenne. Il giovane scappò dalla chiesa e non seppe mai più dove fosse stata la chiesa e chi fosse la giovane…
"Ecco-concluse il ragazzo-sono sposato e non so con chi ..."
"Non mi riconosci ?" disse lei....
Il giovane impallidì e si gettò ai suoi piedi…
Questo scrive Pushkin.
Su questo racconto Gheorghij Svirìdov ha scritto una musica bellissima. Svirìdov è nato nel 1915 e è morto nel 1998.
Ma lo possiamo definire “L’ultimo compositore della pleiade dei grandi compositori Russi” e con lui ha chiuso la musica russa dei grandi compositori russi. Questa “Tempesta di neve” o “La Tormenta di Neve” cioè «Метель» è diviso in 9 quadri, o in 9 illustrazioni musicali del racconto di Puskhin.
Il brano “Trojka” con cui si apre la storia è la corsa in slitta, è il rumore delle sonagliere dei cavalli, dei tonfi degli zoccoli dei cavalli attutiti dalla neve…il volare sulle ali del vento. E si sente il freddo pungente sul viso e si vede il vapore che si leva dai corpi dei cavalli sudati. Il “Valzer” ha in se l’eco dei valzer di Ciajkovskij, il grande valzer dell’Eugenio Oneghin risuona in questo valzer spensierato e opulento assieme. Ma il pezzo più bello è “Romanza” un brano nostalgico e struggente con un assolo di tromba. Questa “Romanza” è il congedo con la musica Russa dai grandi compositori. Ci sono poi l’allegra marcia militare, il sognante “cerimonia nuziale” … ”Eco di Valzer” e “Strada d’inverno” chiudono queste impressioni musicale.
La musica evoca le parole e le immagini.
Consiglio a tutti voi, è la musica per le sere invernali, per il caminetto acceso e le candele in casa per l’odore buono del cibo che sale in casa e la pioggia batte sui vetri. Ma prima consiglierei di leggere il racconto di Aleksandr Pushkin.
Il mattino a casa della ragazza tutto era come al solito: lei scese dalla sua camera e fece colazione con i genitori. Pallida e smunta cadde in preda a una febbre che fece temere per la sua vita. I genitori pensarono che la causa della malattia fosse l’amore e decisero di far venire il soldato a casa. Lei non ne volle sapere.
Passano gli anni, il babbo della giovane è morto e lei e la mamma si sono trasferiti. Del giovane che frequentava la casa e per cui lei palesava un grande amore non si hanno che sporadiche notizie...forse combatte lontano, forse è ferito...potrebbe essere morto. Gli anni leniscono il dolore e un altro ragazzo, un ufficiale, pallido e malinconico e bello, frequenta la famiglia. Tra i due piano piano nasce qualcosa. Ma entrambi sono restii a mostrare i loro sentimenti, finché un giorno la ragazza spinge l’ufficiale a parlare di se.
I ragazzi, entrambi con un aura di malinconia, si trovano...lui le dice che l'ama ma che non può amarla come vorrebbe ... ha un triste segreto... è sposato ...
Lei, stupita e sconvolta chiede come mai, che sia accaduto...mai ha parlato di moglie prima di allora. Lui dice che non sa neppure se sua moglie sia viva o morta o chi sia...
Lei chiede ancora spiegazioni e l’ufficiale racconta:
Un giorno si affrettava verso il suo reggimento, a una stazione di posta si fermò per cambiare i cavalli ma una tempesta di neve terribile costringeva tutti a restare fermi,a non ripartire. Il giovane, preso da una smania incontenibile decise di andare…sentiva dentro di se qualcosa che lo spingeva a correre nella notte terribile… Il postiglione sbagliò strada e si trovò nella notte in luoghi sconosciuti: vide delle luci..era una chiesa illuminata, con alcune persone davanti. Il ragazzo scese per domandare dove fosse...le persone gli andarono incontro dicendo "meno male che sei arrivato, è tardissimo...la fidanzata è qui...è semisvenuta dall'ansia,il prete aspetta!!"
Come in un gioco sciocco il ragazzo entrò: lo portarono di fronte all'altare, la chiesa era in penombra, la neve e il vento fuori. Una ragazza, seminascosta da un mantello era accasciata su una panca. Un prete frettoloso lesse la formula di rito e disse "ora bacia la sposa"... La giovane aprì gli occhi e disse solo "Non è lui!!!" e svenne. Il giovane scappò dalla chiesa e non seppe mai più dove fosse stata la chiesa e chi fosse la giovane…
"Ecco-concluse il ragazzo-sono sposato e non so con chi ..."
"Non mi riconosci ?" disse lei....
Il giovane impallidì e si gettò ai suoi piedi…
Questo scrive Pushkin.
Su questo racconto Gheorghij Svirìdov ha scritto una musica bellissima. Svirìdov è nato nel 1915 e è morto nel 1998.
Ma lo possiamo definire “L’ultimo compositore della pleiade dei grandi compositori Russi” e con lui ha chiuso la musica russa dei grandi compositori russi. Questa “Tempesta di neve” o “La Tormenta di Neve” cioè «Метель» è diviso in 9 quadri, o in 9 illustrazioni musicali del racconto di Puskhin.
Il brano “Trojka” con cui si apre la storia è la corsa in slitta, è il rumore delle sonagliere dei cavalli, dei tonfi degli zoccoli dei cavalli attutiti dalla neve…il volare sulle ali del vento. E si sente il freddo pungente sul viso e si vede il vapore che si leva dai corpi dei cavalli sudati. Il “Valzer” ha in se l’eco dei valzer di Ciajkovskij, il grande valzer dell’Eugenio Oneghin risuona in questo valzer spensierato e opulento assieme. Ma il pezzo più bello è “Romanza” un brano nostalgico e struggente con un assolo di tromba. Questa “Romanza” è il congedo con la musica Russa dai grandi compositori. Ci sono poi l’allegra marcia militare, il sognante “cerimonia nuziale” … ”Eco di Valzer” e “Strada d’inverno” chiudono queste impressioni musicale.
La musica evoca le parole e le immagini.
Consiglio a tutti voi, è la musica per le sere invernali, per il caminetto acceso e le candele in casa per l’odore buono del cibo che sale in casa e la pioggia batte sui vetri. Ma prima consiglierei di leggere il racconto di Aleksandr Pushkin.