VGobbi ha scritto:Bach lo definiscono uno dei compositori più grandi, eppure non c'è un'opera, brano, nota che mi piaccia di lui. Uff!
Finalmente qualcuno che ha il coraggio di dirlo!
Attorno a J.S. Bach si è sviluppato, dai primi dell'800 in avanti, un culto che rasenta la religione. Sia in discussioni tra appassionati che nei forum è lecito parlar male di chiunque, ma se qualcuno tocca J.S.B. viene tacciato di eresia. Addirittura certe cose che si leggono in giro - a ben vederle - appaiono comiche: ad esempio, tempo fa, leggendo le note del booklet allegato all'integrale dell'
Estro Armonico op. 3 di Vivaldi nell'esecuzione di Fabio Biondi, mi è capitato di leggere un concetto che provo ad esprimere a memoria: "
da alcuni di questi concerti J.S. Bach trasse le sue meravigliose trascrizioni". Morale: tutto ciò che viene da San Giovanni Sebastiano è meraviglioso, sublime, eccelso... persino le copie.
A proposito di copie: J.S. Bach era notoriamente un compilatore, nel senso che trascriveva tutto ciò che gli piaceva per motivi di studio, a tal punto da rendere impossibile - a meno di non volere approfondire davvero la questione - cosa sia davvero farina del suo sacco o meno. Infatti tanta musica che all'inizio della storia della religione bachiana gli era stata attribuita, ha poi finito per rivelarsi apocrifa, a partire, quasi certamente, dalla famosa
Toccata e Fuga in re minore. Di certo almeno la metà dei suoi concerti per uno o più strumenti solista sono trascrizioni e molta roba che viene esaltata solo a cagione della firma J.S.B. altro non è che semplice arrangiamento, come è il caso di tutti i corali per organo.
Di certo, nessuno nega il talento di J.S. Bach (per dire: un lavoro come le
Variazioni Goldberg è di livello eccelso), ma è lecito chiedersi come mai, con riferimento ad un'epoca come il tardo barocco, dominata dal gusto e dai compositori italiani e nella quale qualsiasi compositore di livello si cimentò nell'opera lirica, venga considerato come il più grande un compositore che sfiorò soltanto il gusto italiano copiando qualche concerto e che non compose mai un melodramma. La risposta è, con tutta probabilità, nel fatto che la musicologia come oggi la conosciamo nacque in Germania agli inizi del XIX secolo, quando il Romanticismo nascente era strettamente legato allo sviluppo delle ideologie nazionaliste. Fu proprio un musicologo tedesco della prima ora (Forkel) che per primo, nel 1802, inventò l'idea secondo la quale l'era italiana della musica aveva avuto come leader un tedesco: soluzione ottima per il nascente nazionalismo germanico, e che purtroppo non ci ha più abbandonati nei secoli successivi, soprattutto tenuto conto del fatto che la musicologia è rimasta fondamentalmente romantica, idealista e filogermanica.
Ma io mi chiedo: se non ci fosse stato Forkel, cosa ne sarebbe stato della memoria di J.S. Bach? Non sarebbe mica stato considerato il papà un po' antiquato di Carl Phillip Emmanuel? E se avessimo scoperto J.S. Bach solo in questi ultimi decenni (come è stato per tanti compositori barocchi), non ce la saremmo forse cavati con un paio di CD giusto per colmare il vuoto storico?
Abbandono il campo delle polemiche e mi permetto un piccolo consiglio in materia: chi avesse voglia provi le sonate e partite per violino solo nell'edizione Alpha di Helene Schmitt, dal fraseggio mobilissimo e lontana come non mai dalle astrazioni idealistiche di altre versioni.
Saluti
Giuseppe