Mustonen-Mozart, diluvio di musicalità alla Verdi
Inviato: ven 06 mar 2015, 12:02
Milano conosce e applaude da una vita il grande pianista Olli Mustonen. Ma non lo si conosceva in veste di direttore, ed è stata, all'Auditorium, una rivelazione. Potremmo dire che il direttore supera il pianista, se non fosse una sciocchezza, perché in realtà, il direttore è identico al pianista, il musicista è un tutt'uno: uno tsunami di musicalità che ha mandato in letterale estasi l'orchestra Verdi. Bisognava vedere gli sguardi adoranti degli orchestrali e bisognava ascoltare la duttilità e disponibilità con la quale la Verdi ha seguito gli estri (e che estri!) di Mustonen in una serata tutta mozartiana che ci ha ricordato, per freschezza e musicalità, i meravigliosi concerti di Sandor Vegh al Mozarteum, ed è un paragone storico che fa onore a Mustonen e all'orchestra.
Il suono ovattato inventato da Mustonen e gli slanci nel meraviglioso Divertimento k136. La gran pompa sonora del concerto dell'Incoronazione (qui Mustonen, al piano, si è rivelato forse meno esatto di un tempo, ma è chiaro che gli interessa più la poesia che le note, ed è molto meglio così). E la strepitosa seconda parte. Nella Serenata nr 6 in re maggiore - che da sola valeva la serata - quattro prime parti della Verdi si sono lanciate, davvero travolgenti di umorismo, in un tourbillon guidato con immenso gusto da Mustonen: il rondò finale meritava il bis, spero che stasera lo concedano. E Mustonen ha concluso la serata con una monumentale esecuzione della sinfonia k 504 "Praga": di nuovo uno spettacolo il "presto" conclusivo. Bellezza di suono a profusione e un atteggiamento gioioso, libero, di suprema musicalità degno di un ancor giovane Bernstein finlandese. Già, la Finlandia. Dopo Salonen, ecco ora la novità sul podio di questo rivelatorio Mustonen. Dal Nord ci arrivano genii. E noi li applaudiamo con entusiasmo.
marco vizzardelli
Il suono ovattato inventato da Mustonen e gli slanci nel meraviglioso Divertimento k136. La gran pompa sonora del concerto dell'Incoronazione (qui Mustonen, al piano, si è rivelato forse meno esatto di un tempo, ma è chiaro che gli interessa più la poesia che le note, ed è molto meglio così). E la strepitosa seconda parte. Nella Serenata nr 6 in re maggiore - che da sola valeva la serata - quattro prime parti della Verdi si sono lanciate, davvero travolgenti di umorismo, in un tourbillon guidato con immenso gusto da Mustonen: il rondò finale meritava il bis, spero che stasera lo concedano. E Mustonen ha concluso la serata con una monumentale esecuzione della sinfonia k 504 "Praga": di nuovo uno spettacolo il "presto" conclusivo. Bellezza di suono a profusione e un atteggiamento gioioso, libero, di suprema musicalità degno di un ancor giovane Bernstein finlandese. Già, la Finlandia. Dopo Salonen, ecco ora la novità sul podio di questo rivelatorio Mustonen. Dal Nord ci arrivano genii. E noi li applaudiamo con entusiasmo.
marco vizzardelli