Mi.To, Temirkanov dalla terra al Paradiso

sinfonia, cameristica e altri generi di musica non teatrale.

Moderatori: DocFlipperino, DottorMalatesta, Maugham

Mi.To, Temirkanov dalla terra al Paradiso

Messaggioda vivelaboheme1 » mer 10 set 2014, 1:21

Questa del 9 settembre, nelle mie previsioni, doveva essere serata da trascorrere a Merano, per il concerto Daniele Gatti-National de France. L'unione di un noioso problema di salute, per il quale doso un po' le trasferte, e di impegni di lavoro, mi ha tenuto a Milano (credo che Francesco ci potrà comunque narrare). Ho però assistito, all'Arcimboldi, al concerto di Iuri Temirkanov e della sua mirabile Filarmonica di San Pietroburgo.
SECONDA PARTE
Lo Schiaccianoci, brani scelti, ovvero: il Paradiso
Il Paradiso non si commenta, si contempla, grati.
Sì, possiamo dire che il direttore ha completamente riletto, in tempi (tendenzialmente più spicci di altre volte), particolari, “voci” interne”, inflessioni il lavoro amatissimo e mille volte eseguito, e che forse, in questa occasione, lui e la favolosa orchestra hanno superato se stessi – e, probabilmente, il resto del mondo – in suoni di bellezza astrale, in mobilità di fraseggi. Per dire di un momento: l’introduzione e l’attacco del Valzer dei Fiori era… una fiaba che, così, si ascolta… mah, una, due volte in una vita. Ma tutto era bellezza, vita, amore trasparente dai gesti di Temirkanov, dagli sguardi incantati dalla loro stessa musica degli orchestrali. Il Paradiso.
PRIMA PARTE
Nella prima parte, lodevolmente, Restagno e Micheli hanno voluto, nel tema del “fil rouge” della rassegna, che Temirkanov sortisse dalle strade note nelle sue apparizioni italiane, proponendo la Seconda Sinfonia di Brahms. In passato abbiamo vissuto magnifiche escursioni del grande direttore in repertorio non russo. Ricordiamo almeno la originalissima, “scura” e aspra, e bellissima, Quarta di Mahler con la Filarmonica della Scala. E soprattutto, in campo operistico, quella sensazionale direzione de La Traviata a Parma, che porteremo nel cuore per la vita (ci dicono che il miracolo non si ripeté, a Parma, con il Trovatore, ma miracolo vero fu quella sua lettura "antica", di velluto e d'oro, de La Traviata, talmente bella in sé stessa da trascendere qualche limite del cast vocale). Di questo Brahms, invece, ci resta non molto: una nuvola d’oro nel suono dei pietroburghesi, un “flou” continuo, ma… non molto altro. In sala, alcuni amici erano d’accordo con noi, altri preferivano questo Brahms a quello, frammentato, crepuscolare ma inquieto di Fischer di poche sere fa: in Ivan Fischer c’era il pensiero, lo stimolo per l’ascoltatore anche là dove fosse (ed era il suo bello) discutibile (l’impostazione inconsueta della Terza Sinfonia). La Seconda nella lettura di Temirkanov ci è parsa, appunto, una nuvola d’oro, ma… non ci ha dato pensieri. E, nella testa e nel cuore, a concerto concluso, abbiamo solo le note di Ciaikovskij e quelle dei due bis: il consueto, delibato Elgar, e infine una fantasmagoria di colori e rubato, il Tango Habanera di Albeniz. La seconda parte del concerto, bis compresi, è stata il Paradiso, e quella ricordiamo.

marco vizzardelli
vivelaboheme1
 

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