Programma: Quarta e Settima di Beethoven.
Ma che orchestra era quella che ha prodotto quel suono morbido e allo stesso luminoso, che ha visto i corni nella Quarta suonare impeccabilmente in pianissimo, che ha virtuosisticamente eseguito i vertiginosi cambi di tempo chiesti da Gatti nell’ultimo movimento della Settima, e l’allegretto quasi in forma di gavotta? Chi era, questa orchestra, la stessa che ha berciato Richard Strauss con Chailly, e il Sacre con il pur grande Salonen, e il Macbeth di Strauss con l’ottimo Jordan?
Sì, era sempre lei: la Filarmonica (al netto di alcune facce “occasionali”), che ha fatto vedere di cosa è capace quando è diretta dal massimo direttore italiano nato dopo Abbado e da colui che è e resta il solo – naturale – Direttore dell’Orchestra del Teatro alla Scala. Basterebbe volerlo, piantandola di questionare sul nulla e farsi del male con le proprie mani!
Ma forse , per lui – per Daniele Gatti – è molto meglio e più salutare venire solo da ospite che farsi venire un’ulcera sopportando l’insopportabile ambientino locale, che proprio in questi giorni sta dando il suo peggio in questioni e bisticci sul NULLA. La disputa sul nulla, specialità locale ormai più famosa della cotoletta!
marco vizzardelli