Bach - Concerti Brandeburghesi
Inviato: mar 31 gen 2012, 22:43
Visto che si è parlato del Bach vocale, parliamo un po' di quello strumentale. I Concerti Brandeburghesi sono sicuramente un caposaldo della produzione profana per "orchestra" di Bach e, in pratica, rappresentano un saggio (o dovrei dire una summa) della forma del concerto grosso. Inutile dire che le edizioni sul mercato sono moltissime, e io non le conosco certo tutte. Facciamo un po' d'ordine quindi.
Edizioni "old fanshion": imprescindibili secondo me sono Richter (direzione aggressiva e marziale) e Klemperer (più rilassato e insolitamente delicato, anche se fondamentalmente compassato) per assaporare quel gusto ormai superato e tuttavia fascinoso di tedescofilia post-bellica. Karajan lo eviterei a meno che non siate fan di Karajan (soliti pregi e difetti che non vi sto a dire), e se proprio dovete meglio la registrazione del 1965 (quella successiva è davvero disgustosa). Poi c'è la scuola inglese, tendente ad un sobrio romanticismo, tra cui ricordiamo almeno Britten, edizione da molti lodata che io non trovo granchè (specie nella concertazione alle volte un po' sgangherata) e Marriner, col quale sembra di ascoltare Mozart.
HIP prima generazione: Harnoncourt è stato il primo, addirittura negli anni '60, a proporre una versione "storicamente informata" di questi pezzi. La sua visione, un po' come quella del recentemente scomparso Leondhardt, è abbastanza luterana-esistenzialista e poco incline al brio, eppure (almeno rispetto a quest'ultimo) con i suoi motivi di interesse, come tutte le cose di Harnoncourt. Di questo gruppo però la mia preferita è l'edizione di Pinnock, più rapida ma non eccessivamente scanzonata, meglio eseguita e sicuramente più equilibrata (ma siamo già alla fine dei '70).
HIP seconda generazione: se Goebel è, al mio orecchio, davvero eccessivamente pieno di contrasti (per non parlare dell'esagitazione pura del Giardino Armonico), a me la versione di Koopman continua a piacere molto. Non è perfetta, e forse non ha il più bel suono possibile, eppure certe intuizioni e la resa fantasiosa del continuo ne fanno un'edizione diversa dalle altre, secondo me da provare (è peraltro, seppur rapida, tutt'altro che scatenata). Savall invece non mi piace per nulla, a tratti confuso e molto ovattato e comunque alle mie orecchie poco persuasivo (qualcuno ci sente la Spagna dentro, boh!). La più equilibrata, briosa (ma non furiosa), calda e acusticamente impeccabile è l'edizione più recente di Fasolis, diciamo il mio "riferimento" tra le edizioni su strumenti originali (e la sua piacevolezza complessiva non disturberà affatto neanche le orecchie più propense agli strumenti moderni). Buona pure (per certi versi ancora più cameristica e un pelo più rilassata) l'edizione dell'Orchestra of the Age of Enlightment.
HIP su strumenti moderni: in realtà ne ho solo due, Chailly e Abbado, entrambe molto valide, e in pratica caratterizzate da una gustosa via di mezzo tra il "barocchismo" puro e la prassi moderna. Chailly lavora di più sulle dinamiche, ma a mio gusto Abbado da un suono di insieme più convincente e omogeneo, e il cembalo di Dantone è sicuramente un valore aggiunto.
Tante le edizioni che mancano al mio appello (Linde, Perlman, Alessandrini e molte altre considerate prestigiose). Le vostre preferite? Qualche altro suggerimento?
Edizioni "old fanshion": imprescindibili secondo me sono Richter (direzione aggressiva e marziale) e Klemperer (più rilassato e insolitamente delicato, anche se fondamentalmente compassato) per assaporare quel gusto ormai superato e tuttavia fascinoso di tedescofilia post-bellica. Karajan lo eviterei a meno che non siate fan di Karajan (soliti pregi e difetti che non vi sto a dire), e se proprio dovete meglio la registrazione del 1965 (quella successiva è davvero disgustosa). Poi c'è la scuola inglese, tendente ad un sobrio romanticismo, tra cui ricordiamo almeno Britten, edizione da molti lodata che io non trovo granchè (specie nella concertazione alle volte un po' sgangherata) e Marriner, col quale sembra di ascoltare Mozart.
HIP prima generazione: Harnoncourt è stato il primo, addirittura negli anni '60, a proporre una versione "storicamente informata" di questi pezzi. La sua visione, un po' come quella del recentemente scomparso Leondhardt, è abbastanza luterana-esistenzialista e poco incline al brio, eppure (almeno rispetto a quest'ultimo) con i suoi motivi di interesse, come tutte le cose di Harnoncourt. Di questo gruppo però la mia preferita è l'edizione di Pinnock, più rapida ma non eccessivamente scanzonata, meglio eseguita e sicuramente più equilibrata (ma siamo già alla fine dei '70).
HIP seconda generazione: se Goebel è, al mio orecchio, davvero eccessivamente pieno di contrasti (per non parlare dell'esagitazione pura del Giardino Armonico), a me la versione di Koopman continua a piacere molto. Non è perfetta, e forse non ha il più bel suono possibile, eppure certe intuizioni e la resa fantasiosa del continuo ne fanno un'edizione diversa dalle altre, secondo me da provare (è peraltro, seppur rapida, tutt'altro che scatenata). Savall invece non mi piace per nulla, a tratti confuso e molto ovattato e comunque alle mie orecchie poco persuasivo (qualcuno ci sente la Spagna dentro, boh!). La più equilibrata, briosa (ma non furiosa), calda e acusticamente impeccabile è l'edizione più recente di Fasolis, diciamo il mio "riferimento" tra le edizioni su strumenti originali (e la sua piacevolezza complessiva non disturberà affatto neanche le orecchie più propense agli strumenti moderni). Buona pure (per certi versi ancora più cameristica e un pelo più rilassata) l'edizione dell'Orchestra of the Age of Enlightment.
HIP su strumenti moderni: in realtà ne ho solo due, Chailly e Abbado, entrambe molto valide, e in pratica caratterizzate da una gustosa via di mezzo tra il "barocchismo" puro e la prassi moderna. Chailly lavora di più sulle dinamiche, ma a mio gusto Abbado da un suono di insieme più convincente e omogeneo, e il cembalo di Dantone è sicuramente un valore aggiunto.
Tante le edizioni che mancano al mio appello (Linde, Perlman, Alessandrini e molte altre considerate prestigiose). Le vostre preferite? Qualche altro suggerimento?