da teo.emme » mar 28 dic 2010, 3:43
Difficile riassumere in poche righe la complessa vicenda umana e artistica di Bruckner. Difficile, soprattutto, coglierne le profonde ambiguità. Credo che per comprenderne appieno la parabola musicale, sia opportuno afferrarne la biografia. Figura di "romantico" atipico, lontano dai furori della sua generazione, piuttosto incline alla meditazione e alla spiritualità, visse, in realtà, conflitti interni devastanti, delusioni, amarezze, emarginazione, derisione... Proveniente da ambienti rurali (nell'Alta Austria, dove passò isolato infanzia e adolescenza), cresciuto in un ambiente culturale poco mondano, ebbe la sua istruzione musicale sull'organo dell'abbazia di Sankt Florian, dove apprese il contrappunto e studiò Bach (soprattutto), Mozart e Haydn. Trasferitosi quasi a 40 anni in un centro di maggior respiro (Linz), a quasi 50 entra nel Conservatorio di Vienna (come professore d'organo) e inizia - in tarda età, dunque - la sua carriera di "sinfonista". Entrato in contatto con Liszt, Berlioz e Wagner (lo invitò personalmente a Bayreuth in occasione della prima rappresentazione integrale del Ring), suoi modelli musicali, e amico e compagno di studi di Mahler, Wolf e Rott, non venne mai compiutamente apprezzato...spesso fu deriso per i modi bruschi, per la semplicità (addirittura per gli abiti poco eleganti). Vienna, in particolare, fu molto crudele con Bruckner: il partito "brahmsiano" (con Brahms in testa) riuscì ad imporre il silenzio sulle sue composizioni (direttori e orchestre si rifiutavano di suonare la sua musica, bollata di "wagnerismo"). Tanto che, nonostante il successo - discreto, ma costante - che il compositore riscosse ovunque, in Europa e in America, proprio Vienna gli restò ingrata, almeno fino ai primi anni '90 (dopo che Brahms abbandona definitivamente la composizione sinfonica). Uomo schivo e compositore introverso, trasmette la complessità e la sofferenza interiore nella sua musica: le sue sinfonie sono dei monumenti grandiosi ed elaborati. L'orchestrazione è piena e ricca (pur mantenendosi entro limiti formali "classici", al contrario di Mahler che rovescerà il concetto stesso di sinfonia). Musica difficile, complicata, spesso criticata e sicuramente non capita dai contemporanei. Leggere i resoconti dell'epoca è divertente e istruttivo: chi definiva la sua musica "selvaggio delirio di un orchestrale disfatto da venti prove del Tristan", o "snaturata, gonfia, morbosa, corruttrice", oppure "farsa musicale repellente" (come scrisse "fiero" il biografo di Brahms)...addirittura si arrivò a scrivere che "Bruckner compone come un uomo dedito al bere; virtuoso improvvisato la cui fantasia è stata annacquata dalle musiche più scadenti di Wagner e Beethoven", "dal cervello obnubilato dall'incenso", Brahms lo definì "uomo privo di senno"... Questa era la Vienna che "accolse" Bruckner e da cui Bruckner si isolò.
Credo che comprendere la vita di Bruckner faccia meglio capire la sua musica. Produzione non vastissima: 9 sinfonie (più altre due, la n° 0 e la n° 00: non numerate per restare - superstiziosamente - entro il numero di 9, in omaggio a Beethoven) e molta musica sacra (va ricordato almeno il Te Deum e la Messa n° 3). Tra le sinfonie sono imprescindibili la n° 3 (dedicata a Wagner: durante la prima esecuzione, il pubblico - sobillato dai partigiani di Brahms - lasciò la sala un poco alla volta, sino a lasciarla quasi vuota, e pure l'orchestra - diretta dallo stesso Bruckner giacché nessun direttore la voleva dirigere per timore di ritorsioni - appena terminata la sinfonia, lasciò la buca, lasciando l'autore solo, con i pochi amici rimasti, tra cui Mahler); la n° 4 "romantica"; la n° 7 (la mia preferita), con il commosso omaggio a Wagner nel secondo movimento (la coda dell'adagio - aggiunta successivamente all'annuncio della morte del grande compositore - suonata dalle tube); la n° 8 e l'incompiuta n° 9.
Quali edizione? Non sono un "bruckneriano", ma posso dirti le mie preferenze (senza pretese di completezza). Partirei da Furtwangler, poi ovviamente Karajan (la sinfonia n° 7 fu l'ultima sua registrazione...già ne abbiamo parlato) e Celibidache (direttore che sto ridimensionando in molte sue interpretazioni, ma non in Bruckner di cui resta forse il miglior interprete: la sua Settima mette i brividi). Non conosco l'integrale di Chailly - ma credo sia splendida (sia per l'orchestra che per l'interpretazione) - e neppure quella di Jochum (con la Staatskapelle di Dresda).
Ps: ti consiglio - per completare il percorso del grande sinfonismo austriaco dell'ultimo squarcio dell'800 - l'ascolto, dopo Mahler e Bruckner, di Hans Rott (amico del primo e allievo - prediletto - del secondo), e della sua Sinfonia in Mi Maggiore (tra le registrazioni disponibili ti indicherei quella diretta da Dennis Russel Davies, targata CPO e a prezzo più che politico!)
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teo.emme il mar 28 dic 2010, 16:02, modificato 6 volte in totale.
Matteo Mantica
"Fuor del mar ho un mare in seno"