La scorsa settimana, nell´ambito delle Settimane Musicali Meranesi si è esibita la Youth Orchestra of San Salvador da Bahia diretta da Ricardo Castro. L´orchestra è nata su ispirazione del “Sistema Abreu”, di cui tutti sanno tutto.
http://www.ricardocastro.com/en/neojiba-en
Ieri sera, invece, ho ascoltato la Orquesta Filarmonica Nacional de Mexico UNAM diretta da Jan Latham-Koenig. In programma, per entrambi i concerti, musica spagnoleggiante e latino-americana.
Il caso ha voluto che entrambi i concerti si siano conclusi con lo stesso bis, il Danzon n. 2 di Arturo Marquez. Brano che è stato una sorta di cartina tornasole per capire la differenza tra le due orchestre. Paragonato all´orchestra giovanile brasiliana, quella del Messico appariva corposa, rigida, squadrata. Di contro, l´orchestra dei giovani di Bahia, costituita da bambini (12 anni il membro più giovane) e ragazzi volenterosi e preparati, pieni di entusiasmo, ma tecnicamente non eccelsi, aveva una verve, una pulsione ritmica, una brillantezza straordinari.
Che strano, mi sono detto: i messicani suonano come i Berliner con Barenboim e i brasiliani suonano come i Venezuelani di Dudamel Non mi ha stupito più di tanto il sentire un´orchestra latinoamericana fare il verso alle orchestre europee. Mi ha stupito ascoltare un´orchestra latinoamericana rifarsi smaccatamente ad un´orchestra latinoamericana! Dudamel e la sua orchestra hanno fatto scuola. Anzi, hanno creato degli imitatori. L´originalitá, l´identità del suono venezuelano è diventato modello da imitare, marchio di fabbrica. Un po´ come le lattine Campbell di Andy Warhol. In fondo, anche questo è globalizzazione. Se non sei qualcuno non sei nessuno. E forse, di questi tempi, anche essere un clone garantisce una difesa contro l´anonimato. Non vi nascondo di essere uscito dal concerto con un po´ d´amaro in bocca…
Ma forse nella mia parziale e miope visione eurocentrica sono io a vedere e a sentire tutto uguale...
DM