Daniel Harding alla Scala, Vita d'Eroe

sinfonia, cameristica e altri generi di musica non teatrale.

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Daniel Harding alla Scala, Vita d'Eroe

Messaggioda vivelaboheme » mar 29 gen 2013, 4:03

Una formidabile lettura/esecuzione di Ein Heldenleben di Richard Strauss ha connotato il concerto tenuto lunedì sera da Daniel Harding e Filarmonica della Scala nel teatro milanese.
I 7 minuti, già folgoranti grazie a Mozart, della Musica Funebre Massonica sono stati illuminati da un incredibile lavoro sui timbri e gli strumenti (Meloni & soci ai corni di bassetto! E tutti gli altri). Un rito sonoro di 7 minuti. Impressionante.
Al Wagner di Preludio e Morte di Isotta, pur fra pregi esecutivi e d'idea generale, mancavano un briciolo di rifinitura (però, stavolta, va pur detto, stanno facendo: Falstaff, la preparazione di Nabucco, il concerto con Luisotti: non è poco!) e un filo d’abbandono alla musica: Harding (già altre volte in passato: esegue spesso Preludio e Morte) tende ad analizzare allo spasimo il Vorspiel und Liebestod, lo fa oggetto d’una concertazione capillare (cosa non erano le arpe di Prandina & collega! Un ricamo!), riesce anche, nel finale, in quel fraseggio “sospeso” che, nel Tristano integrale, solo Bernstein con la Behrens… ma… se vi si lasciasse anche un po’ andare (passando alla sintesi), andrebbe al nocciolo della questione, invece qui, forse (è una nostra impressione, non pretesa di verità) resta ancora alla, pur ammirevolissima, analisi.

Ma, poi, arriva Ein Heldenleben. Ed è una lettura magistrale, tale da imporre di fare il punto sul direttore, sul suo – magnifico – rapporto con il teatro e con l’orchestra, intessuto, da anni, d’intelligenza, ovvero d’un meraviglioso scambio di idee. E’ questo che si sente, quando Daniel Harding e i complessi del Teatro alla Scala (Filarmonica o orchestra d’opera) si incontrano. E, probabilmente, in questo Vita d’Eroe, abbiamo toccato un vertice di collaborazione. Quasi sicuramente “il vertice” (i concerti di Harding in Scala li abbiamo ascoltati tutti o quasi) della sua attività “sinfonica” con l’orchestra scaligera. Del feeling di Harding con la musica di Richard Strauss si aveva, in loco, chiari sintomi fin dalla fortunatissima Salome, ma qui siamo andati ben oltre, per concezione ed esecuzione. Quaranta e rotti minuti da levare il fiato, immersi in una concertazione scintillante e fantastica, nella quale si univano “eroismo” e leggerezza, la guerra, l’amore e il canto: è un eroe battagliero e… liricissimo, trasparente di fraseggi e colori. E (qui, sì) analisi strumentale e sintesi poetica sono perfettamente compiute. Alla cura strumentale corrisponde la compiutezza, in esecuzione, della concezione dell’intelletto e dell’anima. Dopo il saluto dell’eroe all’amata (cosa non sono, di nuovo, le arpe!)l’annuncio e l’esplosione delle guerre, la battaglia, lasciano attoniti. La tecnica di Harding gli consente un improvviso, rapidissimo scarto di tempo, in base al quale l’entrata dei tamburi militari, cadenzata, colpisce al cuore. Da qui, lo scatenarsi della “guerra” è straordinario perché, sotto l’esplosività delle percussioni, Harding mantiene leggerissima, ma penetrante, l’orchestra. Sotto il “bombardamento” – secco, violentissimo – gli archi continuano a volare. Ed è una “resa” sonora stupefacente (lo stiamo ascoltando in questi giorni: la capacità di mantenere “volante” l’orchestra è ciò che rende favoloso il “suo” concertato finale, in Falstaff). Ma: la maestria strumentale è totalmente al servizio della concezione poetica. E’ un’Eroe struggente (il finale si ascolta in apnea, orecchie, cuore e fiato sospeso ) pervaso di poesia e di canto (vedasi, ad esempio, l’evidenza “cantante” estrema data da Harding alla citazione dell’Eroica di Beethoven). E a questo concorre, in maniera decisiva, un altro Eroe di questa stupenda esecuzione: il violino settecentesco nelle mani, e nello spirito, del meraviglioso Francesco De Angelis. Un suono che scioglie l’anima (se, ascoltandolo, non vi si è sciolta, spiacenti, non ce l’avete!). E, soprattutto in Mozart e Strauss ma nel complesso, è stato un concerto nel quale si è ascoltata, nei singoli e nel complesso, la felicità e l’orgoglio di suonar bene. E’ chiaro – ormai le prove si moltiplicano – che fra Harding e questa (non facilissima, e non per tutti) orchestra si è creato, nel tempo, un “dialogo di anime”. Si sente, si percepisce, ed è bello viverlo, anche da ascoltatori.
Dicevamo che questo “Heldenleben” impone di “fare il punto” sul direttore e sul rapporto, con i luoghi e con l’orchestra. Milano conobbe Harding con un Don Giovanni – quello folgorante su regia di Peter Brook – da riascoltare oggi. Ne abbiamo il disco, ed è da brivido: esistono edizioni più mature, ma il senso di acrobazia e avventura del giovanissimo Daniel (e del Peter Mattei di allora), innestato su quello spettacolo, resta teatro, musica e vita allo stato puro. Poi, alla Scala: in Idomeneo, dimostrò – in situazione di difficoltà spaventosa, con tutta la “diffidenza milanese” addosso – che, qui, si poteva far bene Mozart “dopo” Muti ed in maniera diversa. In Salome ha dato apporto musicale ineccepibile ad uno spettacolo magnifico nel complesso. Su Pagliacci e – soprattutto – Cavalleria Rusticana ha saputo far luce esecutiva ed interpretativa originale, pertinente e in buona parte nuova. Il Sacre di Stravinsky (in balletto nella Serata Bejart e in concerto sostituendo Salonen) era lucidissimo. Il Falstaff è stato – è, in questi giorni – forse prudente, dicono alcuni, ma, diciamo noi, sempre illuminato da grande intelligenza (e questo “suo” Falstaff andrà riletto con calma, a bocce ferme: c’è tanto, dentro!). E tutta la serie dei concerti sinfonici effettuati con l’orchestra scaligera è stata segnata da questo “dialogo”: con la Scala e i suoi complessi, Daniel Harding ha creato un rapporto di cui il meraviglioso “Ein Heldenleben” è una sintesi e un vertice. Harding, è, in tal senso e sicuramente, un Eroe molto positivo, e musicalmente “fertile”, di questa epoca di vita del Teatro alla Scala.

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Re: Daniel Harding alla Scala, Vita d'Eroe

Messaggioda vivelaboheme » mer 30 gen 2013, 14:26

Tocca purtroppo tornare su uno stancante argomento.
Noi sui forum o blog ci danniamo a spaccare il capello il quattro, poi si acquista il Corriere della Sera e… non ho parole per l’odierno articolo di Paolo Isotta sul concerto di Harding. Siamo ormai al caso psichiatrico, fra “nemici”, turbe sessuali, vaniloquio. Caso ha voluto che, durante il concerto, fosse visto aggirarsi per la platea, con sguardo perso, importunando i vicini. Caso vuole che il Corriere sia addirittura costretto a pubblicare due recensioni del concerto di Harding: l’Isotta sulla pagina degli spettacoli nazionale, più il Benzing nelle pagine milanesi. Ma: non ci sarebbe un modo più semplice di risolvere? Basta! L’altra sera, in galleria, diversi appassionati (che leggono e s’interessano alle recensioni) lamentavano il perdurare e l’insistenza di questi deliri sul maggior quotidiano cittadino.

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Re: Daniel Harding alla Scala, Vita d'Eroe

Messaggioda vivelaboheme » sab 02 feb 2013, 19:49

Esprimo personalmente la mia TOTALE, INCONDIZIONATA solidarietà e condivisione a Stephane Lissner per il provvedimento (non ulteriore concessione dell'accredito. Se ci va, luo o il giornale pagano) preso nei confronti di Paolo Isotta. Quando il direttore del Corriere della Sera, De Bortoli, scrive (oggi, Corriere pag 52) che “ritiene la libertà di critica sacra purché non scada mai nei toni e nei contenuti” rivela già da solo, cadendo in totale contraddizione, l’esatto motivo per il quale l’Isotta va rimosso da quel posto. Ma quale giornata di studio e discussione! Un giornalista che scriva quanto l’Isotta ha scritto di Claudio Abbado (ma di mille altri) quel che è sortito sulle pagine del Corriere è un disonore per la categoria, per il quotidiano in cui scrive, per manifesta incompetenza al ruolo. Il Corriere è giornale dal ruolo e dalla funzione importante nella città di Milano. Isotta, semplicemente “fa altre cose”. Occorrerebbe andare a scoprire le reali motivazioni del giornalista (peraltro lapalissiane) e quelle (e qui, davvero, ci sarebbe da scavare) dell’avallo da parte della direzione di scritti che non onorano certo il Corriere della Sera né ne affermano l’attendibilità giornalistica.
Il Corriere non sa (o non vuole: è questo il punto) difendere se stesso e il pubblico pagante dalle esternazioni retribuite del giornalista in questione. Stephane Lissner ha fatto benissimo a prendere il provvedimento in questione! C’è da chiedersi perché non l’abbia fatto, prima di lui, Ferruccio De Bortoli!

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Re: Daniel Harding alla Scala, Vita d'Eroe

Messaggioda Tucidide » sab 02 feb 2013, 22:03

vivelaboheme ha scritto:Esprimo personalmente la mia TOTALE, INCONDIZIONATA solidarietà e condivisione a Stephane Lissner per il provvedimento (non ulteriore concessione dell'accredito. Se ci va, luo o il giornale pagano) preso nei confronti di Paolo Isotta.

Ne ho parlato nel thread sulla critica. Mah... a me sembra un provvedimento di rutilante stupidità.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Daniel Harding alla Scala, Vita d'Eroe

Messaggioda beckmesser » dom 03 feb 2013, 0:49

Tucidide ha scritto:Ne ho parlato nel thread sulla critica. Mah... a me sembra un provvedimento di rutilante stupidità.


Assolutamente d'accordo. Isotta potrà anche essere (e personalmente credo lo sia) un vecchio trombone, potrà essere uno che scrive solo per pregiudizi pro-Muti ed anti-Lissner, ma resta il fatto che un sovrintendente non ha alcun diritto di decidere quale critico un giornale deve mandare a recensire uno spettacolo. Può al limite decidere di non concedere più accrediti a nessun giornale, se ritiene che una tale attività non serva a nulla per il teatro, ma non dettare condizioni su chi può entrare o cosa si può scrivere. Nemmeno se, come nel caso di specie, ciò che veniva scritto era semplicemente ridicolo.

Oltre che condannabile in principio, una simile decisione è anche grottesca concretamente: l'unico risultato che otterrà sarà quello di trasformare Isotta in una specie di vittima della libertà di stampa ( :shock: :shock: :shock: non so se ridere o piangere solo all'idea...).

Complimenti a Lissner: un' altra dimostrazione di ineffabile incompetenza... 8)

Mah...

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Re: Daniel Harding alla Scala, Vita d'Eroe

Messaggioda vivelaboheme » lun 04 feb 2013, 13:37

Formidabile l'editoriale di Pietro Bagnoli sul caso-Isotta. Condivido e confermo! Perfetto.




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